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lunedì 30 gennaio 2012

Bilancio sulle reazioni per lo spettacolo di Castellucci

Il tormentone è, almeno per ora, passato, lo spettacolo, oggettivamente blasfemo, del regista romagnolo Romeo Castellucci, è andato regolarmente in scena e i cattolici italiani hanno messo in campo le loro forze per manifestare il proprio sdegno e riparare pubblicamente all'offesa portata al S. Volto di Gesù Cristo.
A questo punto, a posteriori, possiamo legittimamente tentare un'analisi, sia pur sommaria, dei fatti e delle posizioni emerse.

Il primo pensiero che si impone riguarda l'inevitabile e crudele raffronto fra l'Italia e la Francia.
Scorrendo i numerosi filmati disponibili sulle manifestazioni transalpine verrebbe proprio da dire: ma dove vogliamo andare! Questa è davvero la terra che ha l'onore di ospitare il Vicario di Nostro Signore? Oh, se i Papi fossero rimasti ad Avignone...
Ciò premesso tuttavia, battute a parte, possiamo notare anche qualche segno di vitalità del sonnolento cattolicesimo nostrano, sempre purtroppo, in netta prevalenza, più "democristiano" che cristiano tout-court.
Dalla gerarchia, tranne le sparute eccezioni di mons. Negri e del Vescovo di Vigevano, ...elettroencefalogramma piatto su tutta la linea; in realtà il risultato non è stato molto diverso rispetto alla Francia, se non chè le dimensioni assai maggiori delle proteste popolari hanno, di fatto, costretto colà alcuni pastori a salvarsi in corner, almeno in extremis.
Fra i risultati ottenuti, su questo piano, va comunque annoverata la nota, privata finchè si vuole ma certo autentica, della Segreteria di Stato vaticana. Di ciò dobbiamo essere riconoscenti a padre Giovanni Cavalcoli O.P.

Più incisiva è apparsa invece la reazione dei siti e dei blog che, certo impropriamente, potremmo definire "di base" dove questo termine non va però inteso in senso progressista. I cattolici "identitari" dunque, non potendosi esprimere sui giornali controllati dalla C.E.I., e lo sappiamo bene, anche per quanto riguarda altri argomenti come il "tabù" liturgia, si sono da tempo organizzati in rete riuscendo, non di rado, a "bucare" la coltre di silenzio che li avvolge.

In tale ambito, ma anche, bisogna ammetterlo, su giornali rigorosamente "laici" come Libero o Il Foglio, si sono potute leggere prese di posizione piuttosto ben orientate. Anche su "La Bussola", nonostante alcune inevitabili derive "democristiane" come quella di chi osannava la Messa "normale", detta da un parroco "normale" e in una parrocchia "normale", mentre in piazza si radunavano solo gruppi "folkloristici" ed eterogenei, non sono mancati articoli virili e coraggiosi, quello di Francesco Agnoli in testa.

Per quanto concerne le S. Messe ed i Rosari di riparazione, dagli ultimi aggiornamenti pubblicati, sembra che il loro numero sia stato complessivamente piuttosto cospicuo. Sono certo mancati i grandi movimenti come CL, Rinnovamento nello Spirito, Neocat, Focolarini, Opus Dei ecc. Fra gli ordini religiosi però, e la cosa assume davvero un'importanza notevolissima, si sono distinti per il numero delle celebrazioni riparatorie, i Francescani dell'Immacolata. Loro sono in "piena comunione", nessuno lo può mettere in dubbio, ma non hanno avuto paura di affiancarsi a chi voleva esprimere il medesimo sdegno per l'oltraggio inferto al Volto di Nostro Signore. [e a questi eminentissimi religiosi, ci sia permesso di accostare per il loro zelo parimenti degno e lodevole, gli Oratoriani di Napoli, n.d.r.].

Altro elemento da considerare e che la stragrande maggioranza delle S. Messe di riparazione è stata celebrata secondo il Rito Tradizionale: è questo il rito del resto che evidenzia più chiaramente il significato propiziatorio e riparatorio del S. Sacrificio del Calvario. [grazie anche alla F.S.S.P. e all'I.C.R.S.S., n.d.r.].

Venendo infine alle manifestazioni, è doveroso sottolineare la bellezza, la compostezza e la dignità di quanto avvenuto sabato pomeriggio in piazzale Libia a Milano. I numeri rimangono ovviamente quelli italiani, ben lontani dalle mobilitazioni d'oltralpe, ma il clima spirituale, l'intensità della preghiera, il coraggio della testimonianza, non appaiono diversi e lasciano indubbiamente ben sperare per il futuro.
Trecento fedeli fermi in preghiera, per circa due ore e mezzo, sotto la pioggia e al freddo. Tutti sereni e sorridenti, nessuna intemperanza ma indubbiamente molta coscenza di compiere un gesto importante, davanti a Dio ed agli uomini.
Anche il drappello di militanti della Lega Nord, guidati dall'europarlamentare Borghezio, hanno accettato di ripiegare ogni insegna politica per unirsi alla preghiera ed alle profonde meditazioni pronunciate dai sacerdoti presenti.
Regista di questa toccante manifestazione, assieme al comitato San Carlo, la FSSPX che si conferma quindi, per maturità e consistenza, la realtà più solida, anche in Italia, in grado di mettersi alla testa di un vero movimento di riscossa cristiana nel nostro paese.
Unico errore strategico: essersi fatti "fregare" la piazza nella prima giornata di martedì, quando erano presenti i giornalisti e le TV. Forse, in una situazione come quella di sabato, sarebbe stato più difficile ironizzare per i soliti pennivendoli.
La FSSPX insomma è certamente candida come colomba, ma, per il momento, non ancora abbastanza astuta come gli evangelici serpenti!
In ogni caso, tuttavia, i cattolici "identitari", dopo anni di oblio, hanno avuto la forza, in qualche modo, di riproporsi pubblicamente, in una piazza e non soltanto nel chiuso di qualche chiesa o cappella. Sono ancora pochi, divisi, sfrangiati, a volte si guardano ancora con troppa diffidenza reciproca, ma ci sono e da questa esperienza forse potrà nascere qualcosa di nuovo che probabilmente il povero Romeo Castellucci non si sarebbe mai immaginato di poter suscitare. E' proprio vero che Dio può scrivere dritto anche sulle righe storte.

Marco BONGI

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