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martedì 20 dicembre 2011

Messa negata, aspettando una risposta. Gnocchi racconta il "caso Gnocchi"

Torna su messainlatino.it il diario della crisi del "caso Gnocchi", scritto dallo stesso Alessandro Gnocchi. Ricordiamo la vicenda: nella diocesi di Bergamo sono stati vietati i funerali in rito antico al padre del noto giornalista e scrittore cattolico (si legga la puntata precedente con tutti i link). Una storia triste che ha suscitato l'indignazione generale, anche di quei cattolici lontani dalle nostre posizioni e dal tradizionalismo (fra questi ricordiamo Tornielli sul suo blog). Sono passate settimane dal fatto e dalle gerarchie ecclesiastiche (vaticane e bergamasche) sono arrivati solo silenzi, dimostrando anche una certa insensibilità sulla vicenda. Il punto è che la normativa riguardante il Summorum Pontificum manca di un elemento fondamentale: quali devono essere i tempi di risposta in caso di contenziosi come questi? Nella rincorsa all'efficienza e alla modernità, le commissioni pontificie non hanno posto tempi di soluzione dei problemi. E in questo caso forse la soluzione non arriverà mai.

Alessandro Gnocchi è autore di numerosi libri, scritti con Mario Palmaro, l'ultimo dei quali è il notevole "La Bella Addormentata. Perché dopo il Vaticano II la chiesa è entrata in crisi. Perché si risveglierà (Vallecchi). Altri titoli: "L'ultima Messa di padre Pio. L'anima segreta del Santo delle stigmate"(Piemme), "Viva il Papa. Perché lo attaccano. Perché difenderlo" (Vallecchi), "Contro il logorio del laicismo moderno. Manuale di sopravvivenza per cattolici" (Piemme).

MA QUESTA MESSA S’AVRA’ DA FARE – QUINTA PUNTATA
di Alessandro Gnocchi

Qui a Villa d’Adda (VdA), ridente perla della ridentissima diocesi di BG (Bergamo, non Bulgaria) tutto bene, anzi benissimo. Tace il parroco, tace il Vicario Generale, tace il delegato-episcopale-a-quasi-tutto, tace il Vescovo. In ogni caso tutto benissimo perché, dopo il funerale in rito antico, la diocesi di BG ha evitato

UN ALTRO GRAVISSIMO SCANDALO
minacciato da un fedele che frequenta la Messa in rito antico. Quel provocatore, quel sobillatore, quel tremendo reazionario avrebbe voluto che la figlia ricevesse la Prima Comunione durante la Messa celebrata secondo il rito di sempre. Niente meno. Ma come si fa a pretendere tanto? Respinto. E così si è dovuto prendere la briga di andare fino a Venezia per poter fare ciò che nella diocesi di BG è impossibile. Davanti a questa situazione, se un cervello raziocinante si mette a fare due più due uguale quattro, finisce anche per chiedersi:

A BERGAMO ESISTE LA STESSA CHIESA CATTOLICA DI VENEZIA?
Perché in laguna, circa due ore dieci minuti di macchina da BG se uno non paura controllo di velocità Tutor in autostrada, è possibile ciò che nella ridentissima diocesi di BG è vietato? In attesa di una

RISPOSTA CHE PUO’ E DEVE VENIRE DALLE AUTORITA’ COMPETENTI
il sobillatore bergamasco si è dunque recato a Venezia. Così il delegato-episcopale-a-quasi-tutto, che frequenta con tanto dialogante amore i (suoi) fratelli separati, questa volta non ha dovuto neanche trascendere all’idea di possibile profumo di incenso tridentino fuori ordinanza. Gli è stato risparmiato con tanto sussiego dagli addetti ai lavori che hanno evitato il montare di un altro caso. E tutto è andato per il meglio, perché nella ridente diocesi di BG viene sopportata

SOLO UNA DOSE PRESTABILITA DI CATTOLICITA’-NON-ADULTA
elaborata fin dall’annuncio del “Summorum Pontificum” secondo i calcoli del delegato-episcopale-a-quasi-tutto. Ma è certamente un dosaggio di cattolicità-non-adulta approvato dal Vescovo (quello attuale e quello precedente), dal Vicario Generale e dall’apparato di curia tutto, visto che non si sente una voce discorde: non si dice sull’impostazione generale dei calcoli, perché sarebbe troppo, ma almeno sui decimali della percentuale. Percentuale di cattolicità-non-adulta che deve essere molto bassa perché nella Chiesa di Sant’Agata del Carmine, in Bergamo Alta, a trecento metri in linea d’Aria dalla curia vescovile, si può ammirare un

ESPERIMENTO ARCHITETTONICO LITURGICO
davvero interessante. In sé non c’è nulla di nuovo. Anche qui, come in tante altre chiese, si è deciso che l’altare non deve starsene lassù da solo oltre la balaustra, ma deve scendere al centro della navata in mezzo alla gente, per stare un po’ in compagnia. Ciò che è interessante è che

FORSE DIFFIDANDO DELL’ACUME DEI FEDELI, PER QUANTO SIANO ADULTI,
gli ideatori hanno pensato bene di porre all’ingresso un tazebao in cui, come nei campi di rieducazione di Pol-pot, si spiega il senso dell’esperimento. E il tazebao, tra l’altro, recita così: “Come in famiglia ci si ritrova attorno alla tavola, così nella chiesa ci troviamo attorno alle due mense: quella della parola e quella dell’Eucaristia. Si è costretti a ‘guardarsi negli occhi’ perché il nostro rapporto con Dio è legato inscindibilmente a quello coi fratelli. Tante volte vorremmo fare i conti solo con Dio, ma non sarebbe Chiesa”. Seguono altre elucubrazione che mischiano concetti francamente stranei al cattolicesimo con poveri rimasugli di dottrina cattolica che, messi a navigare nel mare procelloso della creatività dottrinale odierna, fanno quello che possono e poi affogano. Del resto, se si inverte il primato del rapporto con Dio rispetto a quello con i fratelli, viene difficile pensare di trovarsi ancora in ambiente cattolico, quanto meno quello non-adulto. Ma

A NATALE SIAMO TUTTI PIU’ BUONI
e non saremo certo noi a chiedere, non al Vescovo, non al Vicario Generale, non al delegato-episcopale-a-quasi-tutto, ma almeno a uno controllore di fiducia che ne sappia di dottrina e di liturgia cattolica se tutto è sotto controllo. In ogni caso, visto che

A NATALE DOBBIAMO PROPRIO ESSERE TUTTI PIU’ BUONI
ci asteniamo anche dal sollecitare agli uffici romani una risposta sul caso del “funerale latino negato”. Sono passati solo due mesi scarsi e si può ragionevolmente pensare che si dovrà attendere che trascorrano le feste perché, si sa, le feste arrivano sempre all’improvviso e costringono anche i lavoratori più solerti a tempi lunghi. Ma entro gennaio si dovrebbe arrivare a una soluzione, che è quanto mai semplice. Il caso è limpido, i fatti sono chiari e si deve solo rispondere se la ridente diocesi di BG si è comportata a norma di legge. Lo si dica, così tutti i poveri cattolici-non-adulti si sapranno regolare. Sapranno se possono contare su chi è deputato a difendere i loro diritti, oltre che a esigere i loro doveri, o se dovranno trovare altre strade per farlo. Pur calcolando la lentezza delle Poste, tre mesi sono un tempo più che ragionevole per attendere una risposta. Intanto,

BUON NATALE

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