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domenica 8 maggio 2011

Mons. Negri demolisce il mito del buon selvaggio (e il conseguente ottimismo postconciliare)

Pubblichiamo un articolo del vescovo di San Marino, che grati abbiamo ricevuto. Vi si affronta il tema dell'apertura al mondo, centrale nella discussione attuale in particolare nella querelle sull'interpretazione del Vaticano II.


Le responsabilità dei cristiani

di mons. Luigi Negri


C'è una presenza che accompagna inesorabilmente la vita della società e la devasta: la violenza. Una violenza irresistibile e irrefrenabile: sempre più spesso comincia nell’àmbito delle famiglie ma poi dilaga a tutti i livelli della vita sociale.

Noi vi assistiamo in un modo che sembra rassegnato, quando non come se fosse un elemento obiettivo della vita concreta e quotidiana. Mentre siamo a tavola, nel silenzio che caratterizza la vita di troppe famiglie, segno di sostanziale estraneità, la televisione ci mette sotto gli occhi la violenza inaudita delle masse sulle masse: urla, percosse, ferimenti, omicidi con tutto un accompagnamento di sangue, di lacrime e di disperazione. Che cosa non abbiamo visto nella vicenda libica e nelle altre cosiddette rivoluzioni?

E poi c’è la violenza nella nostra vita quotidiana, nelle nostre città e nei nostri paesi. E il volto limpido, solare, lieto, della piccola Yara ci accompagnerà per sempre. Questa ragazzina cui una o più belve umane hanno impedito una vita che non poteva non essere sentita e desiderata come piena di fiducia e di bellezza.

Le belve sono fra di noi. La violenza entra nell’àmbito della normalità quotidiana. Violenza su tutti, innanzitutto sui bambini, nei modi più terribili e deviati, usati sempre più spesso come oggetti; violenza sui gruppi sociali minoritari e che non accettano di omologarsi alla vita della società violenta. E qui si apre il capitolo terribile dell’odio verso i cristiani e verso i segni della tradizione cristiana nei Paesi a maggioranza non cristiana.

Violenza contro i disabili, i malati: violenza in molti casi giustificata da troppa «cattiva scienza», contro la vita umana e la sua strutturale indisponibilità a qualsiasi potere umano. Chiediamoci se in questa perversione del nostro mondo noi cristiani abbiamo una qualche responsabilità. Consiglio a tutti di rileggere lo straordinario volume di Jacques Maritain, Il contadino della Garonna: contributo fondamentale per la comprensione della storia e delle difficoltà della Chiesa dagli anni ’50 del secolo scorso fino a oggi. Secondo Maritain, l’errore fondamentale dei cristiani è di essersi inginocchiati davanti al mondo. «In larghi settori del clero e del laicato, ma l’esempio viene dal clero, non appena la parola mondo è pronunciata, una luce d’estasi passa negli occhi degli uditori». Inginocchiarsi di fronte al mondo ha significato e significa per troppa cultura cristiana condividere sostanzialmente l’idea della naturale bontà dell’uomo e del mondo. Se l’uomo è strutturalmente buono, allora non c’è assolutamente bisogno della redenzione.

Una miscela di pelagianesimo, manicheismo e catarinismo fa sì che i cristiani accettino l’antropologia mondana senza nessuna istanza critica. Si è persa la verità del peccato originale, confinato nell’àmbito della mitologia, e i limiti dell’uomo vengono dirottati nell’àmbito delle patologie psicologiche, oggetto di terapie psicoanalitiche che alla fine li elimineranno totalmente. Anche noi cristiani abbiamo dato il nostro contributo, teorico e pratico, a quell’«irrealismo antropologico », di cui ha così spesso e pertinentemente parlato Giovanni Paolo II.

Ma se il mondo è strutturalmente buono e la storia dell’umanità è la storia di un progresso definitivamente positivo, anche se attuato con gradualità, allora qual è la funzione della Chiesa: quella di scomparire nel mondo, perché il mondo possa, senza più nessuna obiezione dall’esterno, raggiungere la sua piena maturità? Ben altro era quello che ci era stato messo nel cuore e come responsabilità da assumere di fronte a Dio, alla nostra coscienza, al cuore e alla storia degli uomini. Infatti, la novità della vita dell’uomo è solo Cristo in cui si è reso e si rende definitivamente presente la misericordia di Dio che accoglie l’uomo, lo libera dal suo male profondo, e lo fa camminare verso un destino di verità, di bellezza, di bene e di giustizia. Siamo stati in silenzio, cioè non siamo stati testimoni, testimoni della verità e della liberazione.

Soltanto un’umile e certa testimonianza di Cristo incontra l’uomo di oggi come l’uomo di ogni tempo: alla luce del volto di Cristo emerge tutta l’inesorabile positività del cuore dell’uomo, ma insieme emerge anche l’inesorabile tendenza al male e all’odio che caratterizza anch’essa il cuore dell’uomo. L’uomo ha bisogno di essere educato. La testimonianza cristiana è un fattore fondamentale di educazione che favorisce, con il suo stesso esserci, una vita umana più positiva e più buona sulla terra. Se la Chiesa sta in silenzio, non annuncia Gesù Cristo, non coinvolge la libertà degli uomini nel grande evento della salvezza cristiana, allora questa assenza favorisce il dilagare del male, nel cuore dell’uomo e della società.

13 commenti:

  1. E' bello per un cattolico veder sorgere all'orizzonte della Chiesa questa salutare presa di coscienza da parte dei pastori, circa quelle grandi illusioni della primavera conciliare, quella immensa simpatia per il mondo moderno che spinse la Chiesa ad abbracciare le ideologie umane legate a questo mito: l'idea rousseauiana che l'uomo sia NATURALMENTE buono e che <span>"la società lo rende cattivo";</span> proprio questo ripetevano i miei amici, inebriati da quella rivoluzione culturale e morale che spense in loro la Fede, diffondendo l'idea che  la Chiesa fosse solo una struttura di potere, che la religione cristiana fosse "oppio dei popoli" e che, riguardo al MALE COMMESSO ogni uomo è solo vittima di meccanismi e CONDIZIONAMENTI esterni alla sua volontà, e quindi, in definitiva
    la COLPA E' SEMPRE DEGLI ALTRI.

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  2. Dico dunque un grazie di cuore a Dio che risveglia le coscienze, riaccendendo in tutti, pecore e pastori, la fiammella della Fede che vacilla ancora penosamente dopo il ciclone del '68 e suoi strascichi ancora potenti sulle anime (visibili nella mentalità di tanti presuli) e grazie a mons. Negri per queste ottime riflessioni; vorrei però far notare che molte sue affermazioni hanno bisogno di precisazioni e integrazioni importanti, fondamentali, che spero sentiremo sempre più chiaramente espresse, a Dio piacendo.
    Ad es.:
    <span>Siamo stati in silenzio, cioè non siamo stati testimoni, testimoni della verità e della liberazione.</span>
    Ecco, qui aggiungerei, con più forza e chiarezza: testimoni della liberazione che Gesù opera in noi dal PECCATO che ci causa la MORTE, DEL CORPO E DELL'ANIMA, quel male che oscura e imprigona la coscienza e la ragione, quindi testimoni della REDENZIONE MEDIANTE LA CROCE.
    <span>Non di una liberazione qualsiasi, ma di quella VERA, che libera sia lal carne che lo spirito, sia la vita terrena che quella eterna dal </span>dominio di satana sulle ANIME: questo è il compito perrenne e irrinunciabile dei pastori di anime, caro mons Negri, laddove la Chiesa dopo il concilio, abbracciando il mondo e il suo spirito, ha sottovalutato proprio questa terribile realtà, che  il mondo E' , giace sotto<span><span> il  potere del maligno, come ci ricorda S. Giovanni.</span></span>
    Infatti negli anni '70 tutti i leaders di movimenti rivoluzionari parlavano di LIBERAZIONE, come ad es. quello femminista: tutti i trascinatori dei giovani verso un mondo nuovo utopistico -LIBERO DALLA LEGGE DI DIO- parlavano di LIBERAZIONE, e credo che mons. Negri stesso lo potrà ricordare.
    E ci hanno illusi, i maestri mondani della felicità, ai quali anche  la Chiesa si è spesso accodata, che essere liberi e felici significasse "liberarsi dai comoplessi", quindi la vera liberazione potesse venire dal sig. Freud, con la liberazione sessuale !

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  3. <span>Dico dunque un grazie di cuore a Dio che risveglia le coscienze, riaccendendo in tutti, pecore e pastori, la fiammella della Fede che vacilla ancora penosamente dopo il ciclone del '68 e suoi strascichi ancora potenti sulle anime (visibili nella mentalità di tanti presuli) e grazie a mons. Negri per queste ottime riflessioni; vorrei però far notare che molte sue affermazioni hanno bisogno di precisazioni e integrazioni importanti, fondamentali, che spero sentiremo sempre più chiaramente espresse, a Dio piacendo.  
    Ad es.:  
    <span>Siamo stati in silenzio, cioè non siamo stati testimoni, testimoni della verità e della liberazione.</span>  
    Ecco, qui aggiungerei, con più forza e chiarezza: testimoni della liberazione che Gesù opera in noi dal PECCATO che ci causa la MORTE, DEL CORPO E DELL'ANIMA, quel male che oscura e imprigona la coscienza e la ragione, quindi testimoni della REDENZIONE MEDIANTE LA CROCE.  
    <span>Non di una liberazione qualsiasi, ma di quella VERA, che libera sia la carne che lo spirito, sia la vita terrena che quella eterna dal </span>dominio di satana sulle ANIME: questo è il compito perenne e irrinunciabile dei pastori di anime, caro mons Negri, laddove la Chiesa dopo il concilio, abbracciando il mondo e il suo spirito, ha sottovalutato proprio questa terribile realtà, che  il mondo E' , giace sotto<span><span> il  potere del maligno, come ci ricorda S. Giovanni.</span></span>  
    Infatti negli anni '70 tutti i leaders di movimenti rivoluzionari parlavano di LIBERAZIONE, come ad es. quello femminista: tutti i trascinatori dei giovani verso un mondo nuovo utopistico -LIBERO DALLA LEGGE DI DIO- parlavano di LIBERAZIONE, e credo che mons. Negri stesso lo potrà ricordare.  
    E ci hanno illusi, i maestri mondani della felicità, ai quali anche  la Chiesa si è spesso accodata, che essere liberi e felici significasse "liberarsi dai comoplessi", quindi la vera liberazione potesse venire dal sig. Freud, con la liberazione sessuale !</span>
    (dimenticarono tutti la liberazione autentica dal male dell'uomo che passa solo dai Sacramenti, donati da Cristo sulla Croce, dal suo costato aperto, alla Sua Chiesa.)

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  4. Negri al posto di TETTAMANZI!!

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  5. Negri al posto di Tettamanzi!!

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  6. Testo magistrale: grazie mons Negri! I.P.

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  7. Lo "spirito del Concilio" nasce PRIMA del Concilio stesso, o almeno è TEMPORALMENTE CONCOMITANTE, ed è figlio del boom economico-tecnologico.

    La società antica doveva misurarsi con le scarse risorse, distribuendole oculatamente sulla base di una autorità forte. Perciò la religione aveva una funzione universalmente riconosciuta, in quanto additava un ideale terreno-ultraterreno einsegnava le virtù del sacrificio e della rassegnazione in attesa della ricompensa celeste.

    A cavallo del 1960 si prospetta la "società del benessere, con il presupposto della inesauribilità delle risorse. Dunque l'antica mentalità d'ordine sembra obsoleta. La mentalità critica, che smonta la veridicità del dogma si estende alle masse per l'intuizione che la religione all'antica reprime l'individualismo e il godimento sessuale. Ordine solo nel mondo produttivo; invece nel mondo degli interessi, dei comportamenti e dei piaceri individuali un allegro caos.

    La rivolta giovanile  del '68, con le sue istanze giustizialistiche non ottiene un successo in termini di rivoluzione epocale delle strutture economiche e politiche, ma di "sdoganamento" dell'edonismo e dell'i anticonformismo, mettendo in crisi la famiglia. Con la pillola anticoncezionale è spezzata l'ancestrale connessione fra attività sessuale e riproduzione. Non cambiano i RAPPORTI DI PRODUZIONE, alla Marx, ma i RAPPORTI DI RIPRODUZIONE.
    Per insipiente presunzione una gran parte del clero e dei teologi pensa di trovare una nuova funzione alla religione come stimolo al progresso terreno, lasciando cadere i "Novissimi". L'unico tipo di sacrificio da considerare è quello dell'"apostolo protestatario" o del guerrigliero libertario
    .
    I don Chichì non coltivano più il rigoroso sistema teologico di un tempo, basato sul "realismo" ( il "solido" è più nel mondo e nell'universo che nel soggetto umano) per passare al facile "esistenzialismo" tendenzialmente modernistico. Non conta tanto la verità della religione, quanto la psicologistica sensibilità verso il sacro. La parte più conservatrice della gerarchia della Chiesa viene "messa all'angolo" come tardigrada. Il punto di svolta è la rivolta contro l'"Humanae Vitae".  Le masse si disaffezionano anche per la caduta qualitativa del clero (  Don Chichì" batte il Curato d'Ars).

    Il ritorno alla tradizione auspicata da mons. Negri è più che condivisibile, ma non attuabile sulla base del solo volontarismo più "tirata di freni" da parte dell'autorità. Con l'attuale allarme per la limitatezza delle risorse il clima sarebbe meno sfavorevole, ma rimane inevaso il problema del ricollegamento del discorso teologico classico-cultura moderna. Il Peccato Originale è fondante; però occorre rendre credibile il suo oggettivo accadimento, mentre oggi appare come una favoletta.
    Secondo me il PO va concepito come disastro non solo antropologico ma anche come COSMOLOGICO ( san Paolo: l'"universo soffre le doglie del parto" in attesa della liberazione ). Dunque si trova in uno stato anomalo. Ergo non resta che ricollegare questo "male della natura" al Peccato Originale. Spunti importanti nella "filosofia romantica della natura" tedescaa cavallo del 1800: Franz von Baader, Joseph Goerres, il tardo Schelling di "Filosofia della Rivelazione"; così pure nella teologia "sofianica" russa ( Mikail Bulgakov ne "La sposa dell'Agnello" ) Nella stessa direzione Jean Guitton, il filosofo francese "moderato"  amico personale di Paolo VI. Egli si misurò con l'evoluzionismo non mec canicistico di Bergson. Cruciale la questione del del Darwinismo/non Darwinismo. Se Gesù Cristo è il salvatore della storia e del cosmo il contrapposto evento del PO non può apparire evanescente e deficitario. Rimane il fatto che la liturgia antica, [...]

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  8. A parte il fatto che si dice "catarismo", non "catarinismo" (forse chi l'ha scritto pensava alle pizzette di qualche anno fa), mons. Negri potrebbe cominciare a dare l'esempio di non omologazione al Mondo smettendo di dire parolacce come invece fanno i suoi amici ciellini in maniera davvero sgradevole a ogni piè sospinto.

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  9. Stasera mio a zio di 79 anni, persona buona, ho consigliato prima di una importante operazione di confessarsi e ricevere la Santa Eucaristia.
    Mi ha detto che non vuole, anche se ascolta i rosari alla radio e si definisce cattolico.

    Tempo fa, ha aggiunto, ha riprovato ad andare a Messa ma non se la sente di andarci più perché é schifato dal fatto che il parroco fa solo sermoni politici, vede sempre più donne svestite, nessuna porta più il velo etc. etc.

    Credetemi, con lui non ho mai parlato di Messa tridentina e Novus Ordo, mio zio é persona molto semplice.........ma non rattrista anche voi sentire queste considerazioni di un ex operaio al tramonto della sua vita?

    Io pregherò per lui (un vostra piccola preghierina per lui é ben gradita, grazie!!) ma quella terribile affermazione, mi sembra del Santo Curato di Ars, é sempre attuale: "ogni sacerdote, nel bene o nel male, si porta indietro delle anime.....o in Paradiso o all' Inferno"

    Che grande responsabilità.............

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  10. <span>Stasera, a mio zio di 79 anni, persona buona, ho consigliato prima di una importante operazione di confessarsi e ricevere la Santa Eucaristia.  
    Mi ha detto che non vuole, anche se ascolta i rosari alla radio e si definisce cattolico.  </span>
    <span>Perché zio, gli ho chiesto?
     
    Tempo fa, aggiunge," ho riprovato ad andare a Messa ma non me la sente di andarci più perché non posso stare  a sentirequesto parroco che parla solo di politica, vedo sempre più donne svestite, nessuna porta più il velo.........non lo so vedo tanta confusione.....non mi sento a mio agio.... etc. etc.  
     
    Credetemi, con lui non ho mai parlato di Messa tridentina e Novus Ordo, mio zio é persona molto semplice.........ma non rattrista anche voi sentire queste considerazioni da un ex operaio al tramonto della sua vita?  
     
    Io pregherò per lui (una vostra piccola preghierina per lui é ben gradita, grazie!!) ma quella terribile affermazione (mi sembra del Santo Curato di Ars), é sempre attuale: "ogni sacerdote, nel bene o nel male, si porta dietro delle anime.....o in Paradiso o all' Inferno"  
     
    Che grande responsabilità.............</span>

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  11. <span><span>Stasera, a mio zio di 79 anni, persona buona, ho consigliato, prima di una importante operazione di confessarsi e ricevere la Santa Eucaristia.    
    Mi ha detto che non se la sente, anche se ascolta i rosari alla radio e si definisce cattolico.  </span>  
    <span>Perché zio, gli ho chiesto?  
       
    Tempo fa, aggiunge, </span><span>ho riprovato ad andare a Messa ma non me la sente di andarci più perché non posso stare  a sentire questo parroco che parla solo di politica, vedo sempre più donne svestite, nessuna porta più il velo.........non lo so vedo tanta confusione.....non mi sento a mio agio</span><span>.... etc. etc.    
       
    Credetemi, con lui non ho mai parlato di Messa tridentina e Novus Ordo, mio zio é persona molto semplice.........ma non rattrista, anche voi, sentire queste considerazioni da un ex operaio al tramonto della sua vita?    
       
    Io pregherò per lui (una vostra piccola preghierina per lui é ben gradita, grazie!!) ma quella terribile affermazione (mi sembra del Santo Curato di Ars), é sempre attuale: "ogni sacerdote, nel bene o nel male, si porta dietro delle anime.....o in Paradiso o all' Inferno"    
       
    Che grande responsabilità.............</span></span>

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  12. Bellissima ed estremamanete condivisibile l'analisi di mons. Negri, che peraltro, come ogni buon ecclesiastico indica il peccato senza indicare i peccatori tra cui un po' di vescovi e...qualche papa!

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