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martedì 17 maggio 2011

La via crucis non esiste.

SETTIMANA SANTA 2011 IN TV:
“LA VIA CRUCIS NON ESISTE”
SU LA7 il dibattito dopo il film "The Passion"
con Mons. Paglia, Pesce, Cacciari, De Luca e Melloni



*
All'inizio della Settimana Santa, lunedì 18 aprile scorso, l'emittente televisiva La7 ha riproposto come “evento” il film di Mel Gibson “The Passion” seguito nella notte da un talk show condotto da Enrico Mentana. In studio Massimo Cacciari, Alberto Melloni, Mauro Pesce, Erri De Luca, e il vescovo di Terni mons. Vincenzo Paglia. Offro ai lettori un sintetico resoconto di quanto si è detto nel
dibattito, da appunti presi in diretta, con tutte le imperfezioni del caso, ma in qualche punto trascrizioni pressoché letterali delle affermazioni fatte al microfono.
Pesce ha esordito affermando che i vangeli canonici non sono opera di “testimoni oculari” dei fatti ma elaborazioni successive. Sollecitato da Mentana sulla questione della veridicità del racconto del film e l'insistenza del regista sulle sofferenze fisiche di Gesù, Melloni ha detto che il sacrificio di Cristo “non è questione di litri di sangue” versati. Ha poi convenuto col conduttore sul fatto che il Vangelo di Giovanni dedichi una sola riga al percorso fatto da Gesù
da Gerusalemme al luogo della crocifissione. Conclusione di Mentana: “quella che conosciamo come Via Crucis in pratica non esiste”. Nessuno dei presenti ha avuto qualcosa da ridire. E' però intervenuto Cacciari sostenendo che l'insistenza sul dolore fisico provato da Gesù “non è un'esagerazione perché Cristo si dice triste fino alla morte”. Tuttavia Pesce ribatte che per il cristianesimo il modello non è il sacrificio in quanto tale, la morte, bensì l'ubbidienza al
Padre.



De Luca torna sulla storicità o meno dei vangeli, che sono “una storia molto orale, che solo molto tardi si è raggrumata” in testi scritti. Dice poi che il Dio cristiano “è la prima, unica e sola divinità che chiede di essere amata, e chiede tutto”. Interviene allora Paglia per chiarire un punto teologico importante: la “manifestazione dell'amore di Dio gratuito non chiede reciprocità. Il suo culmine è nella morte e resurrezione di Cristo, in questo senso
questo amore chiede di essere accolto e riconosciuto; e ogni giorno bisogna farlo, non è una storia del passato”. Come farlo? Aprendo la Parola di Dio.
Pesce: “il cristianesimo se è fedele a Gesù è una forma di ebraismo”. E qui la serata prende la piega di un dibattito sulla storia dei rapporti fra cristianesimo e ebraismo. Melloni ricorda il 1959, primo anno in cui nella liturgia della Settimana Santa fu cancellata la parola “perfidi”.
Cacciari sottolinea con forza: il Dio ebraico e tanto più quello islamico, non hanno molto a che fare con il Deus Trinitas. Sono “incompatibili”, benché ciò non significhi che siano incomparabili”. De Luca contesta la traduzione del passo della Genesi “partorirai con
dolore”, perché la parola significa semmai “sforzo, fatica”: così “è stata messa in bocca alla divinità una condanna al corpo femminile”. Ecco il culmine delle tesi di Pesce: “in Gesù non sono fondamentali le idee ma la sua pratica di vita radicale”. In Gesù non è importante l'uomo-Dio, la sofferenza” eccetera, ma “che ci sia una pratica di vita talmente radicale che permetta a Dio di intervenire” nella storia. La frase del Padre Nostro “dacci oggi il nostro pane quotidiano”, “può essere detta sinceramente da chi non si guadagna il pane”, non da chi lavora; “senza seguire la pratica di vita radicale di Gesù quella frase non ha senso”. E bisogna secondo lui togliere da Cristo tutte le incrostazioni della teologia. Lo contesta Cacciari: “l'imitazione di Cristo è stata sempre filtrata dalla teologia”. Melloni dice: “dove è custodita l'essenzialità? Nel vangelo”, e loda una certa impostazione cristiana evangelica per le edizioni dei testi
sine glossa”. Per Paglia “bisogna riaccogliere le Scritture nella nostra vita e tradurle in comportamenti, ma anche in pensiero. Quello che manca oggi è il nutrimento personale delle Scritture. Si tratta di una scelta, bisogna farla. Ma la radicalità della scelta è vivere
per Gesù”. Occorre “prendere la Parola di Dio come metro della nostra vita”. In questo senso Paglia vede “un problema grave, le omelie della domenica, un'occasione sprecata”.
Si dibatte sulle Scritture e sull'Antico Testamento. Melloni loda la riforma liturgica post-conciliare, la riscrittura dei messali perché precedentemente “dell'Antico Testamento si leggevano due-tre pezzetti” in un intero anno liturgico. Poi conclude che “per fare un
cristianesimo vero” oggi il cristianesimo deve consistere nel “rispetto dell'alterità dell'altro come tale”. Siamo a notte inoltrata, si va verso la conclusione affrontando il tema delle radici giudaico-cristiane dell'Europa. “Le radici sono quelle, è che non le conosciamo”, dice Cacciari. Non è d'accordo Pesce secondo il quale il dovere è “mettere in atto comportamenti
pratici di effettiva vita convissuta”. Il tema delle radici viene presto saltato, “in Europa c'è anche il buddismo”. Melloni sposta l'attenzione sull'“analfabetismo” teologico presente
in Italia e racconta la nota storia delle facoltà teologiche, poi conclude sull'insegnamento della religione a scuola: “l'ora di religione ha prodotto più atei che lo stalinismo”. Ritorna sulle
radici Erri De Luca: “tra le identità cui siamo debitori riconosco i Fenici (sic) che ci hanno insegnato a navigare”. L'ultimo intervento è quello del vescovo Paglia, tutto proteso verso
la prossima riunione di Assisi: “Rischiamo di preferire le separazioni, di coltivare ciascuno il proprio orticello. Basti pensare al Belgio che si separa in due. Ad Assisi 25 anni fa per la
prima volta nella storia si sono trovati punti di possibile convivenza tra diversi, questa è l'unica strada. Gesù ha dato un'ispirazione che può servire anche altrove”. Bisogna “evitare ogni
sincretismo”, precisa Paglia, “ma sottolineiamo la funzionalità della Chiesa di essere serva dell'unità e non del conflitto fra tutti i popoli”. Fine del dibattito e buonanotte.
Mi permetto alcuni brevissimi cenni di commento da spettatore: l'occasione propizia di dibattere sulla storicità dei Vangeli è stata colta da La7 e dai suoi ospiti per avanzare pesanti dubbi al proposito; non è stata spesa una sola parola sul libro di Ratzinger-Benedetto XVI sugli ultimi giorni di Gesù di Nazaret, e dire che saremmo stati perfettamente in tema (dava fastidio? non l'hanno letto?); adesso sappiamo che nel prossimo trattato europeo dovremo
mettere fra le nostre radici i Fenici e il buddismo. Il “dibbbatttito” è aperto.

P.F.

11 commenti:

  1. insomma uno zibaldone tra atei, poco credenti e diversamente credenti, potevano almeno invitare un cattolico! ;)

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  2. da troppo tempo l'intellighenzia italiana guarda a Mauro Pesce come a un novello Evangelista, un novello San Tommaso. Bisogna che il Magistero faccia sentire la sua voce e non sti nel silenzio, sennò c'è il rischio che, come in questo caso, si levino a Dottori della Chiesa persone del tutto estranee alla Dottrina

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  3. il Vescovo di Terni........che ci stava a fare là?

    In questo tipo di Conciliaboli ateo-sionisti sarebbe meglio che un prelato non ci stesse.

    Perchè, nel momento che accetta di starci, deve fare apologetica contro queste infami accuse alla storicità delle sofferenze di Nostro Signore.

    Diversamente, la completa assenza di un interlocutore cattolico potrebbe destare (almeno in una sparuta minoranza ancora pensante) il sospetto che ci sia un complotto ad hoc contro Gesù e la Sua Chiesa.

    il nostro umbro "Defendor Fidei" ha riconosciuto davanti a questi "Maestri del NULLA" la scarsa qualità delle omelie domenicali?

    Bene, caro Monsignore, quelle "pessime omelie" sono frutto della politicizzazione e perdita della fede nei nostri seminari.......dove il pessimo esempio viene dato dalla scarsa e dannosa qualità dei docenti, ovviamente, rigorosamente MODERNISTI........ 

    Caro Vescovo PAGLIA........ che da questa PENTECOSTE sia inondato dal DIVIN FUOCO del Santo Spirito, fuoco vero e buono.......altrimenti la sua presenza al conciliabolo anticristico, al quale ha liberamente partecipato, sarà....ahimé....un fuoco di "PAGLIA"

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  4. =-O  mi pare che alla fine il FINE TEOLOGO sembra essere Cacciari.... mentre mons. Paglia, risulta un SINCRETISTA poco conoscitore della DEVOZIONE ETRADIZIONE DEI SANTI che NON osa menzionare e tirare in ballo, agendo con la politica corretta...
    disse Gesù: se voi tacerete urleranno le pietre...mons. Paglia tace, ed urla quella pietra zuccona di Cacciari!

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  5. Uno che tenta di essere cristiano17 maggio 2011 alle ore 13:16

    " (Gesù) disse loro anche una parabola: "Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca?" (Lc 6, 39)

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  6. Il silenzio diventa sempre più assordante.

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  7. <span>Cinque "opinionisti" e un moderatore in TV! un caos!</span>

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  8. Cacciare è ugualmente pericoloso ma su un altro livello.
    Il problema è ponderare entrambi i mali. Il parasincretismo, buonismo e modernismo degli altri intervenuti e lo gnosticismo postnicciano del Massimaccio ex sindaco.
    Ritengo ancor più pericoloso il secondo, in quanto sottilmente ancora più relativista e soprattutto promotore di visione iniziatiche all'approccio al Divino.
    Ovviamente tra due mali ha poco senso scegliere il minore preferendo il Bene, che lì non era presente.
    Solito str.... eh simpaticome Mentana non perde mai occasione di far pendere da una determinata parte la bilancia nonostante la sua presuntamente manifesta ed autoproclamata terzietà.

    Cmq il film la Passione parla assai di più di tante ciancie.

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  9. <span>Cacciari è ugualmente pericoloso ma su un altro livello.  
    Il problema è ponderare entrambi i mali. Il parasincretismo, buonismo e modernismo degli altri intervenuti e lo gnosticismo postnicciano del Massimaccio ex sindaco.  
    Ritengo ancor più pericoloso il secondo, in quanto sottilmente ancora più relativista e soprattutto promotore di visione iniziatiche all'approccio al Divino.  
    Ovviamente tra due mali ha poco senso scegliere il minore preferendo cristianamente il Bene, che lì non era presente.  
    Solito str.... eh simpaticome Mentana non perde mai occasione di far pendere da una determinata parte la bilancia nonostante la sua presuntamente manifesta ed autoproclamata terzietà.  
     
    Cmq il film la Passione parla assai di più di tante ciancie.</span>

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  10. Mentana ha ascendenze ebraiche. Se volessimo far i malpensanti...
    Beh dai, era La7: c'è già andata bene che lo speciale non lo conducesse Lerner!

    Io sinceramente non vedo Cacciari più pericoloso degli altri, forse meno o al massimo alla pari. Con un vantaggio: Cacciari è un filosofo e in quanto tale non può non "sporcarsi le mani" con la teologia, perché cadrebbe nella fondamentale contraddizione di "amare la conoscenza" e rifiutarne una possibile fonte. Cacciari almeno non è di dure cervice come gli altri.

    In ogni caso, il filmaccio di Mel Gibson a me proprio non piace: è una grandissima americanata. La scena finale poi, con l'inquadratura sulla mano bucata di Nostro Signore, è di un trash che neanche nei primi film gore di Peter Jackson si è vista.

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  11. Mentana, Lerner il bleso boccatorta,Santoro, Fazio il fazioso,"ghigno sardonicus" Floris,  fate fare una trasmissione a 1 di questi 5 e salta fuori un polpettone dove non si può capire nulla e non si arriva mai al dunque. Dunque..è l'ennesima meschina figura di un rappresentante ecclesiale moderno scelto apposta per la sua poca dottrina(comune al 90 %)indorata da roboanti parole 

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