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lunedì 28 febbraio 2011

Messalini o foglietti? Storia, differenze, uso e utilità.


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L’uso di messalini e foglietti nella Santa Messa
di Paul Gunter, O.S.B.*

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ROMA, mercoledì, 23 febbraio 2011 (ZENIT.org).- L’uso dei messalini da parte dei fedeli laici, almeno nei principali Paesi europei, si pratica da più di due secoli. Nei Paesi che hanno conosciuto persecuzioni religiose, il possesso di libri simili rappresentava, per gli oppositori della fede cattolica, una prova sufficiente di adesione al “papismo”.

Tra il 1788 e il 1792, apparvero traduzioni in italiano della Messa, sia di rito ambrosiano che romano, con l’aggiunta di spiegazioni sulle principali feste, contenute all’interno di una guida alla preghiera per fedeli devoti. Fatti simili avvennero in Francia e Germania e si svilupparono rapidamente, ispirati dalle iniziative liturgiche di Dom Prosper Guéranger, nel sec. XIX. L’uso di messalini favorì un attaccamento alla liturgia che introdusse coloro che sapevano leggere nei meandri della liturgia celebrata in latino. I messalini spesso includevano i testi dei vespri della domenica, che divennero perciò pratica di molte parrocchie, specialmente in Francia, nei Paesi Bassi e in Germania. Durante il sec. XX, questi sussidi furono progressivamente arricchiti con materiale catechetico sull’anno liturgico, commenti alla Sacra Scrittura e testi eucologici.

Al presente, nelle celebrazioni secondo la «forma straordinaria» (o di san Pio V), i messalini sono ritenuti un prerequisito, non solo come mezzo di partecipazione alla conoscenza dei testi eucologici, che spesso sono intenzionalmente letti in silenzio, ma, più importante ancora, come strumenti per seguire i testi della Scrittura, come pure di alcuni riti particolari legati a certi giorni. Essi contengono una versione abbreviata delle rubriche del Messale da altare e forniscono una raccolta di testi e illustrazioni di arte sacra che supportano la preghiera e aiutano a ridurre le inevitabili distrazioni.

Nel contesto della «forma ordinaria» (o di Paolo VI), lo scopo dei messalini in vista della partecipazione alla Messa è meno chiaro. Nonostante molte persone [soprattutto fuori d’Italia, ndt] scelgano di possederne uno, forse ispirati dall’esempio del passato, l’ermeneutica della partecipazione è cambiata. Questo cambiamento ha influenzato i fedeli al punto che molti di loro hanno semplicemente smesso di usarli. Nonostante ciò, il messalino rimane di notevole aiuto per i sordi e per quelle situazioni particolari in cui la proclamazione dei testi è incomprensibile.

La maggioranza dei cattolici si è resa conto che il movimento liturgico del sec. XX si è battuto per la riforma della liturgia. Pochi hanno apprezzato il fatto che, quando Sacrosanctum Concilium (SC) ha invocato la riforma della liturgia, lo ha fatto richiedendo che la riforma si accompagnasse alla promozione del culto liturgico (cf. n. 1). A questo scopo, era necessario che la liturgia comunicasse effettivamente ciò che celebra, sì che le menti e i cuori di coloro che vi prendono parte fossero capaci di articolare ciò che veniva promosso. Questa ermeneutica sorregge la direttiva di SC 11: «I pastori di anime devono vigilare attentamente che nell’azione liturgica non solo siano osservate le leggi che rendono possibile una celebrazione valida e lecita, ma che i fedeli vi prendano parte in modo consapevole, attivo e fruttuoso».

Dopo il Vaticano II, i messalini hanno perso molto del loro ruolo nella promozione della vita liturgica, dato che i fedeli hanno imparato le parti della celebrazione loro assegnate e a recitarle insieme «in maniera comunitaria» (SC 21). Le letture vengono adesso proclamate ad alta voce e con il supporto di sistemi di amplificazione, da un ambone rivolto verso l’assemblea. Molti di coloro che un tempo seguivano i testi sui messalini, sono diventati i pionieri del n. 29 di SC, perché, essendo ora lettori, hanno scoperto una nuova e «sincera pietà», trovandosi ad esercitare una vera funzione liturgica. Il clero, incoraggiato da SC 24, ha cominciato a predicare in modo ideale sulla Scrittura proclamata, col risultato che dai sermoni si è passati alle omelie, radicate nella predicazione liturgica e destinate a rendere fruibile la parola di Dio proclamata. Di conseguenza, nella misura in cui diventavano familiari con i riti, i fedeli avevano sempre meno bisogno di leggere materiale di supporto, che desse loro indicazioni strutturali. Essi avrebbero perciò in gran parte messo da parte i loro messalini. Ironicamente, però, l’uso di messalini e foglietti sta per ricominciare, dato che le parrocchie dovranno presto avere a che fare con le nuove traduzioni della terza edizione del Messale Romano.

È deludente che molte parrocchie si siano servite per tanti anni di foglietti preparati di settimana in settimana. Il disordine da essi generato non solo diminuisce prepotentemente il valore di un armonico spazio di raccoglimento all’interno dell’edificio sacro; ma in se stessi si presentano spesso anche mal redatti. Alcuni editori di foglietti aggiungono versi di canti del tutto irrilevanti rispetto ai testi liturgici. La fiducia riposta in questi canti ha di certo aiutato ad evitare di confrontarsi con la sfida, che si presenta in maniera molto pungente, riguardo al fatto che oggi si canta di tutto, ma si sono persi o scartati i testi delle antifone di ingresso e di comunione. Inoltre, la dignità riconosciuta alle Scritture non è affatto valorizzata quando l’assemblea gira la pagina del foglietto, magari a metà della seconda lettura.

Resta da vedere se il rinnovamento nella pubblicazione dei messalini per la «forma ordinaria», alla luce delle prossime nuove traduzioni, inaugurerà un nuovo interesse verso un loro uso diffuso a lungo termine. Ciò che è certo, è che queste pubblicazioni necessitano di essere imbevute dello spirito della liturgia e di promuovere la conformità a ciò che la Chiesa richiede da noi, in questa rinnovata opportunità per un’autentica catechesi sulla Messa, offerta dalle suggestioni provenienti dalle nuove traduzioni. Affinché i fedeli siano ricondotti ad una vera «piena, consapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche» (SC 14), c’è bisogno che coloro cui sono affidate le migliorie del nuovo Messale «imparino ad osservare le leggi liturgiche» (SC 17). Allora, i messalini, e ogni altro materiale supplementare, risplenderà come faro di unità, ossia di una liturgia celebrata, fedelmente riformata e promossa in maniera tale, da essere «insegnata sia sotto l’aspetto teologico che sotto l’aspetto storico, spirituale, pastorale e giuridico» (SC 16).
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[Traduzione e riduzione dall’originale inglese a cura di don Mauro Gagliardi...]
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* Padre Paul Gunter, O.S.B., è professore al Pontificio Istituto Liturgico di Roma e Consultore dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice.
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Persino Sirboni è scettico circa l'utilità dei foglietti durante la Messa.
in "Beati gli invitati alla cena del Signore" (Queriniana), pp. 47-48 così rimprovera l'uso individuale dei foglietti durante la celebrazione:
"[...]sovente durante la liturgia della Parola [brrr che brutto termine] l’assemblea si trasforma in una sala di lettura. I foglietti o altri sussidi simili, che pure possono avere un’utilità in fase di preparazione alla messa o come approfondimento successivo, ma non durante la celebrazione, pur con tutte le buone intenzioni, finiscono inevitabilmente per ostacolare un’autentica partecipazione attiva, nonostante tutte le ragioni a favore. Non sono un male in sé, ma bisognerebbe che fossero pensati per un uso diverso e più corretto.
L’introduzione della lingua parlata ha portato al superamento degli stessi messalini che hanno avuto un ruolo importantissimo in passato per far conoscere ai fedeli le ricchezze della liturgia e favorire almeno la fondamentale partecipazione interiore quando l’assemblea era ridotta al silenzio. Opportunamente le premesse e le rubriche del Messale, tenendo conto della diversa prassi precedente, insistono nel sottolineare che durante la liturgia della Parola “tutti stanno in ascolto” (OGMR 128 e 130).
La lettura individuale di qualsiasi testo non è prevista nella celebrazione liturgica. La lettura individuale e simultanea dello stesso testo che viene proclamato, nonostante tutte le apparenze contrarie, separa, isola, divide; l’ascolto invece unisce, manifesta e alimenta quella comunione che costituisce lo specifico della celebrazione liturgica. Ovviamente chi presta la voce al Signore che parla al suo popolo deve essere in grado di farsi ascoltare dando anche alle parole tutta la pregnanza del loro significato e del loro suono."
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E' indubbio quindi in un fantasioso scontro tra messalini e foglietti, i primi vincono di gran lunga sui secondi!!

21 commenti:

  1. Sono perfefettamente d'accordo con <span> Padre  Gunter quanto all'analisi della questione dei cosidetti "foglietti " Sono tra le cose che, a mio modesto parere, creano confusione e disordine prima, durante e dopo la Santa Messa. Quando posso evito di metterli e spiego ai fedeli il motivo. L'uso dei messalini o di sussidi preparati in quello stile e soprattutto secondo quei criteri è sicuramente da preferirsi  
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  2. Sono perfefettamente d'accordo con <span> Padre  Gunter quanto all'analisi della questione dei cosidetti "foglietti " Sono tra le cose che, a mio modesto parere, creano confusione e disordine prima, durante e dopo la Santa Messa. Quando posso evito di metterli e spiego ai fedeli il motivo. L'uso dei messalini o di sussidi preparati in quello stile e soprattutto secondo quei criteri è sicuramente da preferirsi  
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  3. <span>Perfettamente d'accordo sulla valutazione negativa dei foglietti durante la Messa. Devo dire però che anche i messalini non mi piacciono molto, un po' per gli stessi motivi. Siamo prima di tutto un popolo dell'ascolto. Se i lettori sono scelti bene (e non sempre è il caso) e l'amplificazione è corretta, è molto meglio ascoltare la Parola di Dio che leggerla.</span>

    A proposito: perché brutto termine la "Liturgia della Parola" ?

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  4. <span>Già: perché brutto termine la "Liturgia della Parola" ?</span>

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  5. Ci sono situazioni in cui i foglietti sono vantaggiosi. In una messa in V.O. in cui si fanno le letture in latino, ad esempio, è molto  agevole mettere a disposizione fogli volanti.

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  6. <span>Ovviamente io parlavo della Messa in forma ordinaria.
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  7. Uno dei problemi dei foglietti è il loro smaltimento dopo l'uso (anche per quelli raccolti in libretti tremestrali "usa egetta" che mi tocca smaltire perchè i fedeli non si sentono di buttare). Dove li elimini e dove li butti?

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  8. <span>Uno dei problemi dei foglietti è il loro smaltimento dopo l'uso (anche per quelli raccolti in libretti tremestrali "usa e getta" che mi tocca smaltire perchè i fedeli non si sentono di buttare). Come li elimini e dove li butti?</span>

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  9. certamente, noi non siamo mussulmani, non dobbiamo al testo delle scritture, ovunque sia scritto, un culto idolatrico, che puzzerebbe anche un po' di protestantesimo (il cattolico vecchio stampo non ha bisogno di sapere la bibbia a memoria, basta l'insegnamento della chiesa, e la lettura dei testi sacri è puramente accessoria-cfr. catechismo S.Pio X-), pur tuttavia dobbiamo riconoscere che moralmente non possiamo accettare lo smaltimento di brani del vangelo come fossereo normale spazzatura, del tipo usa e getta... Certamente non commettiamo sacrilegio, però, a ben vedere, lo scrupolo rimane..

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  10. E dire che sto cercando da tempo un messalino per seguire la S.Messa V.O. e non riesco a trovarlo in nessuna libreria (e vivo a Roma).

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  11. <span>Che la conoscenza della sacra Scrittura sia accessoria è una sua personale opinione. La Chiesa mi sembra la pensi diversamente:</span>

    <span> "La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli. Insieme con la sacra Tradizione, ha sempre considerato e considera le divine Scritture come la regola suprema della propria fede; esse infatti, ispirate come sono da Dio e redatte una volta per sempre, comunicano immutabilmente la parola di Dio stesso e fanno risuonare nelle parole dei profeti e degli apostoli la voce dello Spirito Santo. È necessario dunque che la predicazione ecclesiastica, come la stessa religione cristiana, sia nutrita e regolata dalla sacra Scrittura."</span>

    <span>Parimenti il santo Concilio esorta con ardore e insistenza tutti i fedeli, soprattutto i religiosi, ad apprendere « la sublime scienza di Gesù Cristo » (Fil 3,8) con la frequente lettura delle divine Scritture. « L'ignoranza delle Scritture, infatti, è ignoranza di Cristo » (39). Si accostino essi volentieri al sacro testo, sia per mezzo della sacra liturgia, che è impregnata di parole divine, sia mediante la pia lettura, sia per mezzo delle iniziative adatte a tale scopo e di altri sussidi, che con l'approvazione e a cura dei pastori della Chiesa, lodevolmente oggi si diffondono ovunque. </span>

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  12. Cattolico terra terra28 febbraio 2011 alle ore 16:31

    Se ne dovrebbero trovare in qualche priorato della Fraternità S.Pio X (vicino a Roma, ad Albano Laziale).

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  13. Sono esauriti anche li. Si spera in una prossima ristampa.

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  14. Che sia per la forma ordinaria o per quella straordinaria il messalino è un mezzo utilissimo per vivere con actuosa participatio la Santa Messa. E per di più aiuta ad evitare indebite distrazioni come quella di arrabbiarsi guardando la solita "diaconessa" di servizio agitarsi all'ambone nel tentativo di far cantare l'assemblea nella forma ordinaria; o aiuta a seguire con umiltà e spirito di orante obbedienza lo sviluppo dei Sacri Misteri in quella straordinaria. Insomma da consigliare a tutti. I.P.

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  15. la lettura dei testi sacri è  accessoria, questo è sempre stato insegnato, fino a 40anni fa. Lei infatti cita il SANTO CONCILIO(ma tale fu davvero? Ai posteri l'ardua sentenza)... cito dal Catechismo Maggiore:
    <span>883. È necessaria a tutti i cristiani la lettura della Bibbia?</span>

    La lettura della Bibbia non è necessaria a tutti i cristiani, ammaestrati come sono dalla Chiesa, ma però è molto utile e raccomandata a tutti.

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  16. c'è la ristampa a cura delle cantagalli, credo..non sono sicuro della casa editrice, ma la ristampa c'è. E già appena promulgato il MP ne sono uscite le prime copie. il prezzo è sui 30 euro,mi pare.

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  17. Non vedo contraddizione tra quel che afferma il Sacro Santo Concilio Vaticano II quando dice "<span>Parimenti il santo Concilio <span>esorta</span> con ardore e insistenza <span>tutti i fedeli</span>, soprattutto i religiosi, ad apprendere « la sublime scienza di Gesù Cristo » (Fil 3,8) con la frequente lettura delle divine Scritture"  e con quel che dice San Pio X quando scrive: "</span><span>La lettura della Bibbia non è necessaria a tutti i cristiani, ammaestrati come sono dalla Chiesa, ma però <span>è molto utile e raccomandata a tutti</span>." I.P.</span>

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  18. la vedo io: in quel "con ardore e insistenza" e "esorta" del testo conciliare, che è diffrente da "raccomanda". Nel primo testo è ovvia un'enfasi troppo accentuata, e infatti i neomodernisti lo hanno interpretato come se dicesse "è necessaria"! Credo che ci voglia un po' di onestà intellettuale nel riconoscere che non tutti sono in grado di accedere e comprendere al vero senso della scrittura, e di fruirne bene. Non a casa la chiesa proibiva le edizioni non commentate, anche se precedentemente approvate.
    La bibbia, lasciata in mano agli stolti, ha generato non poche eresie(per mano del diavolo-ci mancherebbe!!- è ovvio che in sè non può produrre eresie, essendo ispirata dal Dio Altissimo)

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  19. Ho ordinato pochi giorni fa in una libreria di Alessandria il messale romano quotidiano (messalino) a cura di dom Lefebvre O.S.B., edito da Marietti nel 1968 e ristampato nel 2008. Ad oggi è in ristampa ma mi hanno assicurato che dovrebbe essere in commercio entro poche settimane. L'avevo anche chiesto alla FSSPX di Montalenghe (Torino) ma l'hanno esaurito.

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  20. Dalla colonna in alto a destra "altri siti di messa in latino.it" sipuo' ricavare copia di messale e/o messalino.

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