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giovedì 26 agosto 2010

I tre nemici del Papa. "Attacco a Ratzinger" di Paolo Rodari e Andrea Tornielli

di Massimo Introvigne
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Attacco a Ratzinger. Accuse, scandali, profezie e complotti contro Benedetto XVI (Piemme, Milano 2010) dei vaticanisti Paolo Rodari e Andrea Tornielli non è né una storia né un'analisi sociologica del pontificato di Benedetto XVI. Si tratta invece di eccellente giornalismo, e di una cronaca attenta ai particolari e ai retroscena degli attacchi contro Benedetto XVI, che dal 2006 a oggi ne hanno fatto il Pontefice più sistematicamente aggredito da un'incessante campagna mediatica degli ultimi anni.

Rodari e Tornielli elencano dieci episodi principali, e a proposito di ognuno forniscono dettagli in parte inediti. La prima offensiva contro il Papa inizia con il discorso di Ratisbona del 12 settembre 2006, il quale contiene una citazione dell'imperatore bizantino Manuele II Paleologo (1350-1425) giudicata da alcuni offensiva nei confronti dell'islam e dei musulmani. Ne nasce una grande campagna contro Benedetto XVI, alimentata sia da organi di stampa occidentali sia dal fondamentalismo islamico, che degenera in episodi violenti. A Mogadiscio, in Somalia, è perfino uccisa una suora.

Già in questo primo episodio l'analisi degli autori mostra all'opera tutti gli ingredienti delle crisi successive. Un buon numero di media, anzitutto occidentali, estrapolano la citazione dal contesto e sbattono la notizia della presunta offesa ai musulmani in prima pagina. Al coro di questi media - secondo elemento, che non va mai trascurato - si uniscono esponenti cattolici ostili al Papa, in questo caso personaggi come l'islamologo gesuita Thomas Michel, rappresentante a suo modo tipico di un establishment del dialogo interreligioso smantellato da Benedetto XVI per il suo buonismo filo-islamico tendente al relativismo. Intervistati dalla stampa internazionale questo cattolici lanciano un "attacco frontale a Benedetto XVI" (p. 26), essenziale per rendere credibili le polemiche della stampa laicista. Ma in terzo luogo Rodari e Tornielli non mancano di rilevare una certa debolezza nel sistema di comunicazione vaticano, molto lento rispetto alla velocità delle polemiche nell'era di Internet e non sempre capace di prevedere in anticipo le conseguenze delle parole più "forti" del Papa, prendendo per tempo le necessarie contromisure.

Tornando però dal discorso di Ratisbona come evento mediatico al discorso di Ratisbona come documento, gli autori riportano l'opinione dello specialista gesuita padre Khalil Samir Khalil secondo cui non si è trattato affatto di una gaffe del Papa bisognosa di correzione, ma di un passaggio integrale e ineludibile in un'analisi sui problemi dell'islam contemporaneo e sulla sua difficoltà a impostare correttamente il rapporto fra fede e ragione. Paradossalmente, rilevano gli autori, queste motivazioni profonde del passaggio sull'islam nel testo di Ratisbona sono state comprese da molti intellettuali musulmani, ma rimangono ostiche o ignorate per la grande stampa dell'Occidente.

Emerge dunque uno schema in tre stadi - errori di comunicazione della Santa Sede, aggressione della stampa laicista, ruolo essenziale di cattolici ostili a Benedetto XVI nel supportare quest'aggressione - che si ritrova in tutti gli altri episodi, con poche varianti. Il ruolo del dissenso progressista appare particolarmente cruciale nelle campagne successive al motu proprio del 2007 Summorum Pontificum, che liberalizza la Messa con il rito detto di san Pio V, e alla remissione della scomunica nel 2009 ai quattro vescovi a suo tempo consacrati da mons. Marcel Lefebvre (1905-1991). Nel primo caso Rodari e Tornielli descrivono un quadro sconfortante di resistenza di liturgisti, riviste cattoliche, intellettuali con un accesso diretto ai grandi media come Enzo Bianchi ma anche vescovi e intere conferenze episcopali che si agitano, si riuniscono, arruolano la stampa laicista e tramano in mille modi per sabotare il motu proprio. La posta in gioco, notano giustamente gli autori che si riferiscono in particolare a uno studio di don Pietro Cantoni pubblicato sulla rivista di Alleanza Cattolica Cristianità, non è solo la liturgia ma l'interpretazione del Concilio Ecumenico Vaticano II. Chi combatte il motu proprio difende l'egemonia di quell'interpretazione del Vaticano II in termini di discontinuità e di rottura con tutta la Tradizione precedente che Benedetto XVI ha tentato in molti modi di correggere e scalzare.

Il caso della remissione della scomunica ai vescovi "lefebvriani" si è trasformato come è noto nel "caso Williamson". Il Papa è stato oggetto di durissimi attacchi quando è emerso che uno dei quattro vescovi consacrati da mons. Lefebvre, mons. Richard Williamson, è un sostenitore di tesi in tema di Olocausto che negano l'esistenza delle camere a gas e riducono il numero di ebrei uccisi dal nazional-socialismo a non più di trecentomila. Al di là del merito della questione, è evidente che la Santa Sede non condivide queste tesi - lo stesso Benedetto XVI le ha ripetutamente condannate - e che qualunque persona dotata di buon senso sarebbe stata in grado di rendersi conto che un provvedimento in qualche modo favorevole a un sostenitore della posizione "revisionista" sull'Olocausto non avrebbe mancato di scatenare una tempesta mediatica. Il problema, dunque, è quando la Santa Sede è venuta a conoscenza delle tesi di mons. Williamson in tema di Olocausto.

Rodari e Tornielli ricostruiscono la vicenda in modo minuzioso, e concludono che un appunto sul tema era stato indirizzato da vescovi svedesi tramite la nunziatura apostolica in Svezia - il Paese dove nel novembre 2008 mons. Williamson aveva rilasciato a un'emittente televisiva non l'unica ma la più recente e articolata sua intervista sull'argomento - alla Segreteria di Stato, dove era stato sottovalutato nella sua potenziale portata e gestito da funzionari minori responsabili dei rapporti con la Scandinavia. Quando dalla televisione svedese la notizia passa sul settimanale tedesco Spiegel e di lì ai media di tutto il mondo, il 21 gennaio 2009, il decreto di remissione della scomunica non è ancora stato pubblicato, è vero, ma è già stato trasmesso il 17 gennaio ai vescovi "lefebvriani" interessati. Non è dunque più possibile ritirarlo o modificarlo. Secondo gli autori ha tuttavia costituito un errore di comunicazione da parte della Santa Sede non accompagnare immediatamente la pubblicazione, avvenuta il 24 gennaio 2009, con una chiara precisazione sul fatto che la remissione delle scomuniche non ha nulla a che fare con le tesi di Williamson sull'Olocausto, che il Papa in nessun modo condivide. Questa precisazione è venuta solo diversi giorni dopo, dando l'impressione che la Santa Sede si trovasse in imbarazzo e sulla difensiva. Inoltre, come il Papa stesso ha rilevato nella sua lettera dell'11 marzo 2009 sul tema, già prima dell'intervista rilasciata in Svezia le posizioni di mons. Williamson comparivano su diversi siti Internet e "seguire con attenzione le notizie raggiungibili mediante l'Internet avrebbe dato la possibilità di venir tempestivamente a conoscenza del problema. Ne traggo la lezione che in futuro nella Santa Sede dovremo prestar più attenzione a quella fonte di notizie".

Dalla lettera di Benedetto XVI, notano gli autori, emergono altri due elementi. Il primo è la grandezza d'animo di un Papa che si assume personalmente la responsabilità di ogni errore eventualmente commesso, rompendo con una lunga prassi secondo cui in questi casi ogni colpa è attribuita ai collaboratori. Il secondo è che, pur essendo evidente che al momento della firma del decreto Benedetto XVI non conosceva le posizioni di mons. Williamson sull'Olocausto, anche in questo caso la campagna della stampa laicista ha avuto successo a causa dell'immediato attacco al Papa da parte di noti esponenti cattolici che hanno inteso così "vendicarsi" del motu proprio. Scrive lo stesso Pontefice: "Sono rimasto rattristato dal fatto che anche cattolici, che in fondo avrebbero potuto sapere meglio come stanno le cose, abbiano pensato di dovermi colpire con un'ostilità pronta all'attacco".

I tempi del caso Williamson non sono casuali. Gli autori ricordano come sia stata ipotizzata nella diffusione mondiale delle notizie sul vescovo "revisionista" proprio in concomitanza con la remissione della scomunica la regia di una coppia di giornaliste lesbiche francesi note per le loro campagne anticlericali e per la "vicinanza al Grande Oriente di Francia" (p. 99), cioè alla direzione della massoneria francese, Fiammetta Venner e Caroline Fourest. Secondo Rodari e Tornielli l'intervista svedese con mons. Williamson "non è concordata in precedenza. Il giornalista si presenta al seminario e riesce a ottenere il colloquio con Williamson" (p. 88). Sembra dunque che mons. Williamson non abbia "organizzato" l'episodio. Tuttavia alla data dell'intervista la notizia secondo cui il Papa stava per firmare il decreto di remissione delle scomuniche circolava già su Internet. Gli autori si chiedono chi abbia armato il microfono dell'oscuro giornalista svedese Ali Fegan. Personalmente mi pongo qualche interrogativo anche su mons. Williamson, il quale sapeva certamente dell'imminente remissione delle scomuniche, è notoriamente critico su ogni ipotesi di compromesso con Roma della Fraternità San Pio X di mons. Lefebvre e come minimo si è comportato con il cronista svedese in modo davvero molto imprudente.

Il ruolo dei cattolici progressisti era già emerso in altre due campagne contro Benedetto XVI, particolarmente gravi perché coronate da successo. Due vescovi regolarmente scelti dal Papa avevano dovuto rinunciare alle cariche: mons. Stanislaw Wielgus, nominato primate di Polonia, a causa della scoperta di documenti relativi a una sua collaborazione giovanile con i servizi segreti del regime comunista, e mons. Gerhard Wagner, nominato vescovo ausiliare di Linz, in Austria, contro cui si erano sollevati il clero e anche molti vescovi austriaci a causa di dichiarazioni sulla natura di castigo di Dio dell'uragano Katrina, sul carattere satanico dei romanzi del ciclo di Harry Potter e sulla possibilità di curare l'omosessualità tramite terapie riparative. Come notano gli autori, le opinioni di mons. Wagner su tutti e tre i temi sono condivise da molti nella Chiesa - lo stesso cardinale Ratzinger aveva espresso simpatia nel 2003 per un libro critico su Harry Potter di una studiosa tedesca sua amica, pur ammettendo di non avere letto i relativi romanzi - ma è anche vero che il prelato austriaco le aveva espresse in toni particolarmente accesi.

I due casi, spiegano gli autori, sono meno lontani di quanto sembri a prima vista. Anche mons. Wielgus, per quanto denunciato per la prima volta da "cacciatori di collaborazionisti" di destra, è stato poi attaccato sistematicamente da una stampa polacca che lo avversava non tanto per il suo passato di collaboratore con i servizi segreti comunisti - un passato condiviso da oltre centomila persone in Polonia, tra cui numerosi sacerdoti e diversi vescovi - quanto per il suo presente di vescovo particolarmente conservatore. Se nel caso di mons. Wielgus, che aveva maldestramente cercato di nascondere documenti sul suo passato, l'accettazione delle dimissioni era inevitabile, non si possono non condividere alcune perplessità degli autori sul caso di mons. Wagner. Cedere alle pressioni di una parte del clero e dell'episcopato austriaco - guidato nel caso Wagner da un sacerdote che poco dopo ha ammesso pubblicamente di vivere da anni in una situazione di concubinato - ha innescato in Austria una contestazione globale nei confronti della Santa Sede, in cui sono sempre più apertamente coinvolte le massime gerarchie cattoliche del Paese e che a tutt'oggi non appare risolta.

Nel marzo 2009 con il viaggio del Papa in Africa l'attacco entra in una fase nuova. Sull'aereo che lo porta in Camerun come di consueto Benedetto XVI risponde alle domande dei giornalisti. A un cronista francese che gli pone una domanda sull'AIDS il Papa risponde che la distribuzione massiccia di preservativi non risolve ma aggrava il problema. Il Papa, rilevano gli autori, tecnicamente ha ragione e nei giorni successivi lo confermeranno fior di immunologi: favorendo la promiscuità sessuale e creando una falsa illusione di sicurezza le politiche basate sul preservativo hanno regolarmente aggravato il problema AIDS nei Paesi dove sono state sperimentate. Ma la risposta del Papa occupa le cronache internazionali per tutto il viaggio, facendo ignorare almeno in Europa e negli Stati Uniti i profondi insegnamenti sulla crisi del continente africano - e la puntuale denuncia delle malefatte delle istituzioni internazionali e di alcune multinazionali in Africa: che fosse proprio questo lo scopo?

Non sorprende ormai più la discesa in campo contro il Papa dei soliti teologi progressisti. Ma il fatto nuovo è l'intervento dei governi: Spagna, Francia e Germania chiedono al Papa di scusarsi, al Parlamento Europeo una mozione di censura del Pontefice non passa ma raccoglie comunque 199 voti. In Belgio una mozione analoga è invece votata dal Parlamento e provoca una dura risposta vaticana, innescando una crisi diplomatica senza precedenti tra i due Paesi che prepara gli atteggiamenti maneschi della polizia belga nella successiva vicenda dei preti pedofili.

Due attacchi citati da Rodari e Tornielli sono interessanti perché non vengono "da sinistra" ma "da destra", e mostrano che anche persone di solito rispettose sono indotte dal clima generale a usare nei confronti del Papa e dei suoi collaboratori un linguaggio che in altri tempi non si sarebbero permesso. Si tratta delle critiche di un mondo cattolico conservatore in tema di economia all'enciclica Caritas in veritate del 2009, giudicata da studiosi statunitensi come George Weigel e Michael Novak ingiustamente ostile al modello di capitalismo prevalente negli Stati Uniti, e delle polemiche sul terzo segreto di Fatima e sull'asserita esistenza di una parte del testo tenuta ancora segreta dal Vaticano. Sul merito si può certo discutere - anche se sull'enciclica gli studiosi americani sembrano soprattutto stizziti per non essere stati consultati, com'era invece avvenuto per testi di Giovanni Paolo II - ma il tono e i veleni sono comunque segnali di un clima malsano.

La stessa apertura agli anglicani che, delusi dalle aperture della loro comunità al sacerdozio femminile e al matrimonio omosessuale, tornano a Roma, se è avversata "da sinistra" come pericolosa per l'ecumenismo - ma quale ecumenismo è possibile con chi celebra in chiesa matrimoni gay? - è attaccata anche "da destra" perché, prevedendo percorsi di accoglienza nella Chiesa Cattolica di sacerdoti anglicani sposati, sembra compromettere la difesa del celibato. Anche qui quella che è più grave è l'incomprensione del carattere globale dell'attacco al Papa da parte di certi sedicenti "conservatori", che gettano benzina anziché acqua sul fuoco.

Le altre nove crisi impallidiscono comunque di fronte alla decima, relativa ai preti pedofili. Dal momento che gli autori citano ampiamente e riprendono materiale dal mio libro Preti pedofili (San Paolo, Cinisello Balsamo 2010), sostanzialmente condividendone l'impostazione, forse non debbo qui riassumere l'ampia sezione del libro dedicata al tema e posso permettermi di rimandare al mio testo. Il libro di Rodari e Tornielli ribadisce, contro le critiche assurde che purtroppo sono venute anche da vescovi e cardinali, quanto anch'io ho sottolineato: se c'è stato nella Chiesa un prelato durissimo nei confronti dei preti pedofili, tanto da essere accusato di violare il loro diritto alla difesa e di essersi scontrato sul punto con numerosi colleghi vescovi, questi è stato il cardinale Ratzinger quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Presentarlo al contrario come tollerante sul punto è semplicemente ridicolo, eppure trova talora credito tra i lettori meno informati dei quotidiani.

Semmai gli autori si chiedono se gli ostacoli che il cardinale Ratzinger ebbe a incontrare negli ultimi anni del pontificato di Giovanni Paolo II - quando le sue richieste di ancor maggiore severità non sempre furono accolte - non gettino un'ombra sul grande Papa polacco e non rischino perfino di compromettere la sua causa di beatificazione. In effetti nella causa in corso il problema è stato affrontato. Ma si è concluso, giustamente, che taluni freni all'opera del cardinale Ratzinger risalgono agli ultimi anni del pontificato wojtyliano, quando Giovanni Paolo II, sempre più gravemente malato, non seguiva più personalmente queste vicende delegandole a collaboratori cui vanno dunque girate eventuali critiche.

In conclusione Rodari e Tornielli si chiedono se si possa parlare di un complotto contro il Papa, citando varie opinioni tra cui la mia in un'intervista che ho loro rilasciato specificatamente per questo volume. La loro conclusione è che ci siano in atto tre diversi attacchi a Benedetto XVI da parte di tre diversi nemici. Il primo è costituito dalla galassia di lobby laiciste, omosessuali, massoniche, femministe, delle case farmaceutiche che vendono prodotti abortivi, degli avvocati che chiedono risarcimenti miliardari per i casi di pedofilia. Questa galassia, troppo complessa perché si possa ritenere che risponda a una sola regia, dispone però grazie alle nuove tecnologie dell'informazione di un potere che nessun altro nemico della Chiesa ha avuto nell'intera storia umana e vede nel Papa il principale ostacolo alla costruzione di una universale dittatura del relativismo in cui Dio e i valori della vita e della famiglia non contano. Un ostacolo che dev'essere spazzato via a tutti i costi e con ogni mezzo.

Queste lobby hanno successo perché hanno arruolato un secondo nemico del Papa costituito dal progressismo cattolico e da quei cattolici e teologi - tra cui non pochi vescovi - i quali vedono la loro autorità e il loro potere nella Chiesa minacciato dallo smantellamento da parte di Benedetto XVI di quella interpretazione del Concilio in termini di discontinuità e di rottura con la Tradizione su cui hanno costruito per decenni carriere e fortune. Le interviste ai cattolici progressisti permettono ai media laicisti di rappresentare la loro propaganda non come anticattolica ma come sostegno contro il Papa reazionario che vuole "abolire il Concilio", cioè mettere in discussione il suo presunto "spirito", dal momento che la lettera dei documenti conciliari dai giornalisti anticattolici non è neppure conosciuta e dai loro compagni di strada "cattolici adulti" è giudicata irrilevante.

In terzo luogo, Benedetto XVI ha anche un terzo nemico, inconsapevole e involontario ma non per questo meno pericoloso. Ci sono "'attacchi' involontariamente autoprodotti a causa delle numerose imprudenze e dei frequenti errori dei collaboratori" (p. 313) del Papa. Gli autori riportano diversi pareri sulla difficoltà di comunicazione della Santa Sede nell'epoca non solo di Internet ma di Facebook e di una telefonia mobile collegata al Web che fa sì che le notizie arrivino a centinaia di milioni di persone - per esempio i cinquecento milioni di utenti Facebook attivi ogni giorno - pochi secondi dopo essere state lanciate e siano archiviate come vecchie dopo qualche ora. Se una notizia falsa non è smentita entro due o tre ore, se a un attacco non si risponde al massimo entro ventiquattr'ore le possibilità di replica efficace si riducono a poco più di zero.

Se tutto questo è vero, le opinioni di chi, intervistato dagli autori, rimpiange il precedente portavoce pontificio, il laico dottor Joaquín Navarro Valls, giudicandolo più scaltro del suo successore gesuita padre Federico Lombardi, possono essere dibattute all'infinito ma forse non vanno al cuore del problema. È il modo di comunicare che è cambiato radicalmente, ed è cambiato dopo la morte di Giovanni Paolo II perché il problema non è Internet ma il numero sempre maggiore di persone - centinaia di milioni, appunto, non piccole élite - che a Internet sono collegate ventiquattro ore su ventiquattro tramite gli smartphone, i netbook o i vari iPad, e hanno un tempo di reazione a richieste o provocazioni che si misura in minuti e non più in ore. Sul punto il libro del giornalista italiano Marco Niada Il tempo breve (Garzanti, Milano 2010) dovrebbe forse essere letto anche da qualche vaticanista.

Benedetto XVI non è inconsapevole di questi attacchi. È molto interessato alle nuove tecnologie e alla necessità di migliorare le strategie di comunicazione della Santa Sede. Ma, concludono Rodari e Tornielli, è anche molto sereno. È disponibile a seguire i problemi che la rivoluzione delle comunicazioni - una rivoluzione forse non meno importante di quella degli anni 1960 in tema di morale e di crisi dell'autorità - pone alla Chiesa, ma non a inseguirli. Insiste sul fatto che la salvezza della Chiesa perseguitata non verrà dalle strategie, dalle diplomazie, dalle tecnologie - per quanto queste siano importanti e non vadano trascurate - ma dalla fedeltà alla preghiera, alla meditazione, al Cristo crocefisso. È probabile che abbia ragione non solo, com'è ovvio, sul piano spirituale ma anche su quello culturale e sociologico, dove alla Chiesa non si chiede d'imitare i modelli dominanti ma di essere se stessa. Non tutti, anche tra i cattolici, sembrano averlo compreso.

Fonte: Cesnur


si veda anche il blog di uno degli autori, A. Tornielli, Sacri Palazzi.

50 commenti:

  1. L'analisi del libro è giusta e condivisibile. Un piccolo neo è a mio parere la questione del III segreto di fatima riguardante la crisi della chiesa e della sua liturgia: in questo il libro di Socci: il IV Segreto di Fatima è insuperabile e lo condivido in toto.
    Bisogna dire chiaramente che il pericolo per Benedetto XVI non viene da "destra", ma dai Modernisti e dai "progressisti".
    Infondo basterebbero dei semplici gesti per mettere un freno ai neomodernisti:
    La celebrazione in pubblico di una messa in rito gregoriano-tridentino da parte del Papa.
    La pubblicazione di norme attuativa del Motu Proprio che mettano un freno al boicottaggio di certi episcopati.
    La condanna di qualche teologo o vescovo ribelle.
    Il dire esplicitamente fino in fondo quello che è il III segreto di Fatima riguardante la crisi della Chiesa.
    Ma Benedetto XVI avrà questo coraggio???
    Preghiamo per Lui

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  2. Bravo Areki. I nemici all'esterno li avremo sempre: Gesù è stato chiarissimo al riguardo. Li avremo anche all'interno. Solo che in passato si è subito reagito e fatto terra bruciata. Oggi li si nomina docenti nelle facoltà e cosulenti delle conferenze episcopali. La congregazione dei vescovi dovrebbe accertarsi che in ogni diocesi il Motu proprio sia effettivamente applicato. Le nunziature dovrebbero consentire alle norme stabilite dal Papa di trovare attuazione docile e pronta. Altrimenti dovrebbero garantire la docilità e la prontezza. Brutta cosa se si riducono soltanto a sedi diplomatiche. O no? basta con i vescovi possessori della verità e dell'unico metro di giudizio. Padri, maestri, pastori, ma con Pietro e sotto Pietro. Solo Pietro può ristabilire l'ordine. Joseph Ratzinger era intransigente. Benedetto ha sulle spalle il peso del ministero petrino e la responsabilità dell'intera Chiesa. E' normale che proceda con estrema prudenza. Preghiamo perchè il Signore lo conservi a lungo a guida della sua Chiesa.

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  3. Papa Benedetto XVI è saggio e sapiente, oltre che uomo dotato di strordinaria intelligenza, non ultimo è il Vicario di Cristo . Moltissimo ha già fatto e a Dio piacendo molto ancora farà.

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  4. Il pericolo non viene da "destra"? Il pericolo viene da qualsiasi parte, ma la coerenza, l'onestà degli atti, la pazienza che sinora ha dimostrato e sopratturro il coraggio (in momenti difficili come questi) fanno di Benedetto XVI un grande Papa. Secondo me é il secondo Papa dopo Pio XII.

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  5. Si tratterà certamente, come scrive Introvigne, "di eccellente giornalismo, e di una cronaca attenta ai particolari e ai retroscena degli attacchi contro Benedetto XVI, che dal 2006 a oggi ne hanno fatto il Pontefice più sistematicamente aggredito da un'incessante campagna mediatica degli ultimi anni".

    Ma è impressione mia o effettivamente in questa cronaca "attenta ai particolari e ai retroscena", così come nell'elenco di chi ha attaccato il Papa dal 2006 a oggi, manca qualcuno?

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  6. manca, ma visti gli autori...

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  7. Nessuno nega che Benedetto XVI sia il miglior Papa dai tempi del Pacelli. Diciamo, però, che è un tantino troppo prudente, dovrebbe avere più coraggio nelle decisioni e agire in prima persona senza delegare ad altri il suo potere, specialmente nella scelta dei nuovi vescovi. Preghiamo tanto il Signore per le future nomine episcopali, molte delle quali estremamente importanti. Preghiamo anche per il buon esito dei colloqui dottrinali con la Fraternità S. Pio X e preghiamo per il ritorno progressivo della Tradizione nella vita della Chiesa.

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  8. Non spenderò questi soldi, sarebbero sprecati per alcune ragioni semplici:

    - la persecuzione a Pietro è nel preciso disegno di Dio (cfr Lc.22,31 e ss ), a noi interessa la promessa del Cristo sulla Chiesa e la sua Preghiera per Pietro, questa è la vera garanzia da leggere....

    - le chiacchiere stanno a zero....di gialli la Chiesa ne ha originati a migliaia nel corso della sua storia, è fuori dubbio che a crearli sono proprio coloro che sono NELLA Chiesa... a questo si è unito, nel nostro tempo, l'accessorio multimediale, i TG, i cosìdetti MEDIA.... si scriva un bel libro piuttosto per dirci chi manipola l'informazione da dietro le quinte...quello si sarebbe un libro interessante, infatti nessuno lo scrive.... :-D

    - non me la prendo con Introvigne o Tornielli o Rodari, ognuno fa il suo mestiere....e loro lo fanno anche bene, il punto è scrivere un libro sugli attacchi al Pontefice RIDUCENDO LE ACCUSE A NOMI NOTI O ABILMENTE USABILI COME MONS. WILLIAMSON antipatico a molti solo per aver dichiarato il suo negazionismo....è assai facile... mentre fare i nomi di progressisti e modernisti che attaccano Pietro da dietro le quinte, abilmente nascondendosi dietro Kiko... dietro Piero Marini, dietro la negazione alla legittimazione del Summorum Pontificum, facendo nomi e cognomi dei vescovi contrari, questo infatti non lo fa nessuno... questi nomi non si fanno... fare questi nomi rischia di far saltare carriere e ruoli....

    Insomma, sono libri con argomenti triti e ritriti che non dicono nulla di nuovo.... ci vorrebbe davvero un libro che sottolineasse quel contraddittorio evangelico spiegando, appunto, chi sono questi "nemici" (facendo nomi e cognomi e ruoli ) e il perchè remano contro....
    ;)

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  9. Cominciamo dai vescovi. Io sto a Cagliari.

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  10. Sì, hai ragione Cateina; ma non tutti hanno piena consapevolezza di ciò che succede. Forse per una fascia di imbelli cattolici questo libro può esser utile per far sorgere qualche domanda... anch'io comunque risparmierò in questo caso.

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  11. <span>ci vorrebbe davvero un libro che sottolineasse quel contraddittorio evangelico spiegando, appunto, chi sono questi "nemici" (facendo nomi e cognomi e ruoli ) e il perchè remano contro.... </span>

    E' vero, sarebbe bene.
    Ma si può chiederlo a Tornielli e Rodari senza considerare cosa ciò comporterebbe per loro?
    Caterina, vedo che lo riconosce anche lei, quelli se 'sgarrano' sono, professionalmente parlando, morti che camminano!

    Piuttosto perchè, visto che esiste questo bel blog non lo si utilizza (ovviamente col consenso dei responsabili) per mettere on-line, tanto per cominciare, un elenco dei Vescovi, diocesi per diocesi, che si sono opposti al MP e i mezzi da loro utilizzati?
    Non dovrebbero essere i sacerdoti che sappiamo ricattati o ricattabili a farlo, ma i fedeli.

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  12. La lista dei "buoni" e dei "cattivi" è facile a farsi da parte di noi laici. L'importante è scrivere solo la verità dei fatti, senza "retropensieri". Sull'utilità di tali liste ho i miei dubbi.

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  13. libri che non dicono nulla di nuovo perchè non sfiorano minimamente la presenza determinante dei lupi a cui il Papa accennava con timore 5 anni fa, chi sono, dove e come operano; e si è detto più volte su questo blog che un luogo preminente dei tasti dolenti spesso toccati  -intralcio al MP, intralcio alle comunicazioni, impedimento feroce di tutto il progetto di restaurazione della Liturgia iniziato da Papa BXVI, si trova nella Segreteria di Stato !...

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  14. <span>libri che non dicono nulla di nuovo perchè non sfiorano minimamente la presenza determinante dei lupi a cui il Papa accennava con timore 5 anni fa, chi sono, dove e come operano; e si è detto più volte su questo blog che un luogo preminente dei tasti dolenti spesso toccati  -intralcio al MP, intralcio alle comunicazioni, impedimento feroce di tutto il progetto di restaurazione della Liturgia iniziato da Papa BXVI-quel luogo di ostilità pianificate si trova nella Segreteria di Stato !...</span>

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  15. Vi trovo molto duri con Tornielli e Rodari.
    Forse a chi si interessa da vicino al Papa, al suo Magistero alla sua attività, a chi segue da vicino l`attuallità della Chiesa, quel libro non insegnerà nulla di nuovo, che già non sapesse.
    Ma, io trovo coraggioso e utile e forse anche importante che due vaticanisti abbiamo scritto più di 300 pagine per riconoscere che ci sono degli attacchi al Papa e descriverne la fonte, che abbiano  dato rilievo agli attacchi, che non vengono solo all`esterno, ma dall`interno della Chiesa, è vero non hanno fatto nomi, ma la contestazione ad opera di vescovi e conferenze episcopali è stata descritta anche con parole dure.
    Non mi sembra che ci siano molti vaticanisti che abbiano scritto libri in difesa di Papa Benedetto, allora personalmente mi sento di ringraziarli.

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  16. <span>Vi trovo molto duri con Tornielli e Rodari.  
    Forse, anzi sicuramente, a chi si interessa da vicino al Papa, al suo Magistero, alla sua attività, a chi segue da vicino l`attualità della Chiesa, quel libro non insegnerà nulla di nuovo, che già non sapesse.  
    Ma, io trovo coraggioso e utile e forse anche importante che due vaticanisti abbiamo scritto più di 300 pagine per riconoscere che ci sono degli attacchi al Papa e descriverne la fonte, che abbiano  dato rilievo agli attacchi, che non vengono solo all`esterno, ma dall`interno della Chiesa, e sono i più gravi, è vero non hanno fatto nomi, ma la contestazione ad opera di vescovi e Conferenze episcopali è stata descritta anche con parole dure.  
    Non mi sembra che ci siano molti vaticanisti che abbiano scritto libri in difesa di Papa Benedetto, allora personalmente mi sento di ringraziarli.</span>

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  17. Caro Cesare....ma così esporremmo quelli della Redazione i quali non essendo in "carriera" ecclesiastica o politica NON VERREBBERO NEPPURE ASCOLTATI   e peggio ancora... visto che probabilmente alcuni dei nostri nomi sono scritti in qualche elenco accusati di ostracismo e di essere nemici del Concilio, diventerebbe un blog che la forza di certi media, farebbero passare come "nemici del Papa"... leggasi quando ci si oppone al noto CNC come si viene etichettati o le discussioni con padre Augè sulla liturgia....e alla fine uscirebbe fuori, comunque sia, il volemose bene... ;)
    Giornalisti come Tornielli ed altri invece, hanno davvero la grande opportunità di diventare MARTIRI.... :-D

    Non si tratta di fare la lista dei buoni o dei cattivi (rispondo a Laico ) ma di rendere pubblici i nomi di chi rema contro il Papa.... e di più di chi vorrebbe imporre dei cambiamenti diabolici alla Chiesa ed alla sua Dottrina... di chi vorrebbe imporre la propria idea di Chiesa e la propria immagine di Chiesa come una sorta di VERITA'....
    In sostanza si tratta di SALIRE DAVVERO, INSIEME, SU QUESTO CALVARIO...
    e invece si rischia che a parole siamo tutti bravi, siamo tutti capaci di denunciare la superficie, ma di grattare l'interno, con il rischio di sporcarci le unghie, no....
    Ovvio poi che una qualsiasi denuncia deve avere per fondamento LA CORREZIONE FRATERNA E MAI LA VENDETTA... ;)  mai una rivendicazione personale o chessia! sempre dobbiamo provare DOLORE e mai gioia quando parliamo di queste denuncie....insomma, il Calvario lo si sale per patire e morire prima per poi risorgere... siamo sicuri di denunciare con questo scenario della sofferenza?
    Oramai sembra che abbiamo solo il vangelo della GIOIA.... e così i tristi e i cupi sono i tradizionalisti, i conservatori, mentre si nasconde la sofferenza che spesso si cela dietro le denuncie del marciume che, per dirla con le parole di santa Caterina da Siena, imputridisce il giardino della santa Chiesa.....

    Ratzinger aveva ragione a voler chiedere più volte il suo prepensionamento....ma il Signore glielo rammentò: "quando sarai stanco e vecchio, un'altro ti cingerà i fianchi e ti condurrà dove tu non vuoi...."
    i lupi sono all'erta, Santo Padre, e Lei è proprio come chiede il Signore: docile ed astuto....non si spaventi ad usare il bastone, anche verso di me, per prima....ma lo usi....

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  18. <span><span>Vi trovo molto duri con Tornielli e Rodari.    
    Forse, anzi sicuramente, a chi si interessa da vicino al Papa, al suo Magistero, alla sua attività, a chi segue da vicino l`attualità della Chiesa, quel libro non insegnerà nulla di nuovo, che già non sapesse.    
    Ma io trovo coraggioso, utile, e forse anche importante, che due vaticanisti abbiano scritto più di 300 pagine per riconoscere che ci sono degli attacchi al Papa e descriverne la fonte, che abbiano  dato rilievo agli attacchi, che non vengono solo all`esterno, ma dall`interno della Chiesa, e sono i più gravi, è vero non hanno fatto nomi, ma la contestazione ad opera di vescovi e Conferenze episcopali è stata descritta anche con parole dure.    
    Non mi sembra che ci siano molti vaticanisti che abbiano scritto libri in difesa di Papa Benedetto, allora personalmente mi sento di ringraziarli.</span></span>

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  19. ...più che nella Segreteria di Stato direi che si trovano in talune compenenti delle Conferenze Episcopali..specialmente quando rivendicano la loro autonomia, indipendenza ed autorità nei confronti delle decisioni del Pontefice... ;)

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  20. indubbiamente può essere  <span>un primo forte richiamo </span>
    <span>alla maggior parte dei cattolici un po' distratti riguardo a questi tempi travagliati, per prendere coscienza della tribolazione inedita che la Chiesa sta attraversando, e che non lo considerino un fenomeno da trascurare, o da catalogare tra quelli puramente politici, ma speriamo che un tale allarme trovi in tutti i fedeli una risonanza spirituale.... </span>

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  21. <span><span>indubbiamente può essere un primo forte richiamo </span> 
    <span>alla maggior parte dei cattolici un po' distratti riguardo a questi tempi travagliati, per prendere coscienza della tribolazione inedita che la Chiesa sta attraversando, e che non lo considerino un fenomeno da trascurare, o da catalogare tra quelli puramente politici, ma speriamo che un tale allarme trovi in tutti i fedeli una risonanza spirituale.... </span></span>

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  22. Cara Caterina, mi spiace ma molti lupi di grossissima taglia che remano contro la restaurazione dolce di Benedetto XVI sono proprio in Vaticano e addirittura in Segreteria di Stato. Non si spiegherebbe altrimentiil motivo per cui, ad esempio, il sito ufficiale della S. Sede ancora compie ostracismo verso il Motu Proprio evitando accuratamente la pubblicazione del testo idel Summorum Pontificum in lingua italiana e nelle altre principali lingue dell'Occidente. Bene, tu hai fatto il nome di Piero Marini e io faccio quello di un personaggio pestifero ancora più importante di Piero, il quale odia risaputamente Benedetto XVI e tutta la Tradizione cattolica, mentre adora e favorisce il Cammino Neocatecumenale: MONS: FERNANDO FILONI.
    Da anni questo individuo trama nell'ombra oscure tresche contro Papa Benedetto e il suo entourage ed è talmente potente che nessuno osa toccarlo o rimuoverlo dal suo importantissimo incarico di sostituto della Segreteria di Stato. Fintanto che personaggi del genere resteranno al potere, l'operato di Benedetto XVI troverà sempre ostacoli quasi insormontabili.
    INVITO TUTTI I FREQUENTATORI DI QUESTO BLOG A FARE SEMPRE NOMI E COGNOMI DEI VESCOVI E DEI SACERDOTI CHE SI OPPONGONO ALLA TRADIZIONE CATTOLICA E AGLI ATTI DI GOVERNO DEL NOSTRO AMATO PAPA. L'ANONIMATO E LA GENERICITA' NON GIOVANO ALLA CAUSA CATTOLICA!

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  23. <span>INVITO TUTTI I FREQUENTATORI DI QUESTO BLOG A FARE SEMPRE NOMI E COGNOMI DEI VESCOVI E DEI SACERDOTI CHE SI OPPONGONO ALLA TRADIZIONE CATTOLICA E AGLI ATTI DI GOVERNO DEL NOSTRO AMATO PAPA. L'ANONIMATO E LA GENERICITA' NON GIOVANO ALLA CAUSA CATTOLICA!</span>

    Mi unisco, e per quanto mi riguarda aderisco, a questo invito.
    Chi si oppone "alla tradizione cattolica e agli atti di governo del nostro amato Papa", Vescovo o Cardinale che sia, non è che non sia in 'piena comunione' con la Chiesa di Cristo, non lo è per nulla.
    I loro nomi vanno resi pubblici.
    E se per poterlo fare occorresse, anche i nostri.
    Non so se la Santa Sede prenderà poi gli opportuni provvedimenti (stante la situazione attuale ne dubito fortemente), ma almeno si porrà un freno alla ormai insopportabile iattanza e all'untuosa ipocrisia pretesca di certi personaggi.

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  24. noalsalamesugliocchi26 agosto 2010 alle ore 21:35

    I nomi ed i cognomi sono ottima cosa se si parla con competenza, altrimenti sono accuse gratuite.
    Ma le situazioni in cui nomi e cognomi possono agire non sono poi tante.
    Ecco lo scenario:

    "Pastor bonus"
    Articolo 41
    § 1 ... spetta in particolar modo di attendere al disbrigo degli affari riguardanti il servizio quotidiano del sommo Pontefice; di esaminare quegli affari che occorra trattare al di fuori della competenza ordinaria dei dicasteri della Curia romana e degli altri organismi della Sede apostolica; di favorire i rapporti con i medesimi dicasteri, senza pregiudizio della loro autonomia, e di coordinare i lavori; di regolare la funzione dei rappresentanti della Santa Sede e la loro attività, specialmente per quanto concerne le Chiese particolari. Spetta ad essa di espletare tutto ciò che riguarda i rappresentanti degli Stati presso la Santa Sede.
    § 2. D'intesa con gli altri dicasteri competenti, essa si occupa di quanto riguarda la presenza e l'attività della Santa Sede presso le organizzazioni internazionali, fermo restando quanto stabilito dall'articolo 46. Altrettanto fa nei confronti delle organizzazioni internazionali cattoliche.
    Articolo 42
    Ad essa inoltre spetta di:
    1·: redigere e spedire le costituzioni apostoliche, le lettere decretali, le lettere apostoliche, le epistole e gli altri documenti che il sommo Pontefice le affida;
    2·: espletare tutti gli atti riguardanti le nomine che nella Curia romana e negli altri organismi dipendenti dalla Santa Sede devono essere compiute o approvate dal sommo Pontefice;
    3·: custodire il sigillo di piombo e l'anello del Pescatore.
    Articolo 43
    A questa sezione spetta parimenti di:
    1·: curare la pubblicazione degli atti e dei pubblici documenti della Sede nel bollettino intitolato «Acta Apostolicae Sedis»;
    2·: pubblicare e divulgare, mediante lo speciale ufficio che da essa dipende ed è chiamato sala stampa, le comunicazioni ufficiali riguardanti sia gli atti del sommo Pontefice sia l'attività della Santa Sede;
    3·: esercitare, d'intesa con la seconda sezione, la vigilanza sul giornale denominato «L'Osservatore Romano», sulla Radio vaticana e sul Centro Televisivo Vaticano.
    Articolo 44
    Mediante l'ufficio di statistica, essa raccoglie, coordina e pubblica tutti i dati, elaborati secondo le norme statistiche, che riguardano la vita della Chiesa universale nel mondo intero.

    Insomma quattro articoli, altrettanti modi di fare danno...

    Le fette di salame sono molto buone, ma non sugli occhi...

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  25. Non credo che celebrera' la Messa Antica come Papa, lo farebbero fuori con una revolverata in fronte!

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  26. Non e' una novita' che la Chiesa abbia nemici all'interno!
    Come diceva la mia povera nonna, Gesu' fu tradito proprio dalle persone che aveva piu' vicino (vedi Pietro, che lo rinnego' tre volte, e Giuda che lo tradi').

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  27. Non puo' farlo in quanto l'autorita' papale che aveva un Papa Pacelli o un S.Pio X ora e' inesistente grazie al concilione che ha parificato l'autorita' del collegio dei vescovi a quella papale, con la conseguenza che le varie Conferenze Episcopali comandano al posto del Papa, e spesso sono loro a dettare al Papa i comportamenti da seguire, operando in aperta disobbedienza!
    Le CE sono un cancro nella Chiesa, andrebbero abolite!|!!

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  28. Ok, allora comincio io!
    In un articolo di un giornale locale i sacerdoti di Novara hanno sostenuto che la per le necessita' dei Tradizionalisti e' sufficiente una Messa Tridentina al mese (!)

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  29. Caro "salame", non ho ben capito il significato del tuo post. Se intendi far capire quanto potere detenga la segreteria di stato e, in particolare, la sezione "affari interni" (presieduta da mons. Filoni) ci sei riuscito pienamente. Non capisco a chi o a cosa ti riferisca quando parli di fette di salame sugli occhi. In ogni caso, la responsabilità della voluta, mancata pubblicazione della traduzione del testo del Summorum Pontificum nel sito della S. Sede, a qualcuno deve pur appartenere. Non voglio parlare di complotto, ma certamente un establishment contrario a Benedetto XVI, in Vaticano, esiste senz'ombra di dubbio. Inoltre, mi domando cosa ci stiano a fare i pontifici consigli per le comunicazioni sociali, per la cultura, ecc...se non si danno da fare per risolvere questioni come questa del Motu Proprio. Mi viene da pensare che i prelati collusi siano veramente tanti.

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  30. noalsalamesugliocchi26 agosto 2010 alle ore 22:01

    Caro Francesco, hai capito benissimo...
    Le fette le hanno quelli che vorrebbero risolvere tutto a salamelle, mentre c'è chi avvelena la festa.
    Invece Gesù non visse l'ultima cena per "convivialità" e in nome dei "valori", del "dialogo" e del "volemose bene".
    No: preparò per noi il Suo Santo sacrificio. Qui c'è chi ci mette le corna.  

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  31. <span>Caro Cesare....ma così esporremmo quelli della Redazione i quali non essendo in "carriera" ecclesiastica o politica NON VERREBBERO NEPPURE ASCOLTATI   e peggio ancora... visto che probabilmente alcuni dei nostri nomi sono scritti in qualche elenco accusati di ostracismo e di essere nemici del Concilio, diventerebbe un blog che la forza di certi media, farebbero passare come "nemici del Papa"... leggasi quando ci si oppone al noto CNC come si viene etichettati o le discussioni con padre Augè sulla liturgia....e alla fine uscirebbe fuori, comunque sia, il volemose bene... ;)  
    Giornalisti come Tornielli ed altri invece, hanno davvero la grande opportunità di diventare MARTIRI.... :-D  
    </span>


    Cara Caterina, che ne dici di darci del tu?
    La Redazione dovrebbe solo predisporre uno spazio adatto (per es. sul sito anziché sul blog) perchè possano essere elencate TUTTE le diocesi italiane ponendo a fianco di ciascuna di essa il nome del Vescovo e (tanto per cominciare) i suoi comportamenti riguardo all'applicazione del MP quali risultano da segnalazioni al sito, da mettere anch'esse on-line, fatte esclusivamente dai fedeli ai quali è stato riconosciuto o negato un loro diritto.
    Un diritto conseguente una disposizione del Papa.
    Circa il fatto che i nostri nomi siano scritti non in qualche ma in diversi elenchi togli pure il 'probabilmente'. E' certo.
    Riguardo alla magnifica opportunità che prospetti a Tornielli e a qualche suo collega:  il MARTIRIO, bisognerebbe accertare la loro disponibilità. Può darsi che motivata la sofferta decisione di momentaneamente astenersene a causa di impegni da tempo programmati, declinato l'invito, esortino noi ad andare intanto avanti... :)

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  32. Brava Caterina 63<span></span> dici bene, facile e da vigliacchi tirare in ballo Mons. Williamson, facile infangare la Sua onorabilità, monsignore è un sant'uomo si sciacquassero la bocca prima di pronunziare il suo nome ricordassero sempre che  è un vescovo di Santa Romana Chiesa, non è affatto negazionista ma solo "revisionista" per amore della Verità! E' in atto una scristianizzazione contro la Chiesa Cattolica e tentano di abbatterla colpendo Sua Santità. Via dalla chiesatutti i traditori!

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  33. Che si tratti di certi "fratelli"?

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  34. IL mio parroco ha detto:

    "Il "come" celebrare  la messa di Benedetto XVI è  fatto del tutto personale  che non riguarda la Chiesa".
    "Cristo non ha mai celebrato come celebriamo noi oggi".
    Invito tutti a visitare il sito Viva il Concilio per trovare l'affilata delle armi per il prossimo conclave. E a dire il vero ci sono pure vescovi freschi di nomina ratzingeriana. Quindi...una volta avuto il posticino,,,,,,,, il papa? Ma chi è

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  35. Cara Caterina, sul rischio, oramai non più potenziale, di vedere i numeri sventolati con orgoglio, come un paravento che nasconde  tutto ciò che DEVE essere nascosto, contare oggi nella Chiesa più che il rispetto della DOTTRINA e della LITURGIA mi son sovente espressa. 
    Cosiccome ho sovente evidenziato il pericolo, oramai non più  potenziale ma in atto nella Chiesa, di vedere la retta Dottrina e la sacra Liturgia calpestate, stravolte, da un laico, da un pittore spagnolo che sta imponendo alla Chiesa il suo sistema, la sua struttura, le sue prassi, non solo nell`indifferenza di chi dovrebbe vigilare ma con il loro incoraggiamento.
    Mi sconvolge il silenzio di chi dovrebbe avere a cuore di conservare, proteggere e trasmettere il sacro deposito della nostra Fede, mi sconcerta sapere che quelle prassi stanno imponendosi in diverse Diocesi,  è una realtà che non posso non vedere, sì, una realtà che mi sconvolge anche perchè so che, visto i potenti appoggi, i potenti mezzi di cui dispone, quel cammino non ha finito di seminare divisione e confusione là dove arriva, non ha finito di deformare le coscienze di cattolici con degli insegnamenti, un rituale, dei metodi che cozzano con quelli in uso nella Chiesa cattolica. 
    Mi sconcerta che coloro che seguono queste prassi distorte, che hanno disobbedito apertamente sia a Giovanni Paolo II e alla sua Redemptionis Sacramentum, sia a Benedetto XVi al quale hanno vergognosamente disobbedito sulla Liturgia, rifiutando di modificare il loro rituale (salvo il mettersi in piedi per comunicarsi...), che coloro per i quali obbedire sarebbe stata una CATASTROFE (K.Arguello dixit), per i quali adottare la Liturgia cattolica avrebbe segnato la fine del cammino nc ("Siamo finiti" disse K.Arguello), che coloro che ancora oggi disobbediscono al Papa non pubblicando le catechesi CORRETTE, ebbene mi sconcerta che questi  campioni della disobbedienza al Papa, al Magistero della Chiesa, alla sua Tradizione,ma veri modelli di obbedienza a K.Arguello e ai catechisti, si pongano come dei modelli di obbedienza, nell`indifferenza quasi generale!

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  36. Straquoto e condivido questo calvario.....
    ciò che non comprendo è perchè il Papa che ha saputo magistralmente commissionare i Legionari di Cristo, non si attivi ancora per commissionare il CNC, scardinare Kiko e metterci un vescovo di provata dottrina e di sana obbedienza....molto probabilmente attende che Kiko termini la sua corsa terrena, la Chiesa si muove sempre molto lentamente...
    è qui che altrimenti si rischia di commissionare solo per rispondere ad un richiamo MORALISTA ridondante nei media su questioni pruriginose sessualiste....mentre si rischia di soffocare il vero dramma della CRISI della Chiesa che non è l'aspetto morale-sessuale, ma QUELLO DOTTRINALE dal quale poi derivano altri mali...
    ;)
    sursum corda!

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  37. Te lucis ante terminum27 agosto 2010 alle ore 11:19

    Il libro a mio avviso è assai importante e di notevole pregio, è vero, forse poteva aggiungere qualche nome di lupo in più, ma così facendo a cosa sarebbero andati incontro (non tutti possono scrivere fino in fondo quello che pensano come, ad esempio, il buon Camillo Langone)?. Per quanto riguarda Williamson gli autori hanno perfettamente ragione: ha detto una sciocchezza cosmica, dove sarebbero finiti secondo lui i 6 milioni di ebrei? Sulla luna? Discorsi del genere fanno male alla verità, alle persone uccise nei campi di concentramento e anche al Santo Padre e alla Tradizione che noi speriamo riprenda in pieno il suo posto nella Santa Chiesa che non può vivere e prosperare senza la sua ricchezza e la sua spiritualità

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  38. Questo thread riguarda gli attacchi a Benedetto XVI, gli attacchi del cnc, se escludiamo la disobbedienza al Papa che è una forma di attacco, sono in primis contro la Chiesa stessa, contro la sua Liturgia, la sua Dottrina,la sua Tradizione.

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  39. Ringrazio il blo per l'attenzione e tutti gli intervenuti per i loro interessanti commenti.
    Volevo solo aggiungere che nel libro di nomi e cognomi ne vengono fatti diversi, proprio nell'ambito del dissenso nei confronti delle scelte liturgiche del Papa.

    andrea tornielli

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  40. Te Lucis, il discorso sui "numeri" lo lascerei da parte , in quanto molto (ma mooooolto) controverso... (vedi i rapporti della Croce Rossa)

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  41. Solo una domanda, del ruolo della Lobby Ebraica in questi attacchi al Cattolicesimo vi è traccia in questo tomo?

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  42. Grazie, Andrea, per la precisazione, non avendo letto il libro, non ancora, mi sono limitata a ciò che è stato detto nelle varie recensioni e nell` introduzione in gran parte pubblicata.
    Sono curiosa di  sapere quali sono i nomi fatti, come si dice da noi : " il y a seulement la difficulté du choix"!

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  43.  come minimo si è comportato con il cronista svedese in modo davvero molto imprudente. Non poteva fare diversamente. O doveva parlare contro coscienza (il che vuol dire violare l'VIII Comandamento) o doveva trincerarsi dietro un "mi rifuto di rispondere" che avrebbe fatto ancora più male. In definitiva, se cado in una trappola che mi è stata preparata, è vero, è anche un po' colpa mia, ma è in primis colpa di chi ha preparato la trappola.

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  44. "<span>si è comportato con il cronista svedese in modo davvero molto imprudente"</span>
    Questo è certo!

    Sembra corretto, alla fine, l'orientamento del Papa, anche se fossero molto meno di 6 mlioni, l'orrore di qualsiasi sterminio resta. Diverso è farme un nuovo 'dogma' di fede. La fede di chi? del giudaismo post-mosaico e talmudico?

    "....candidi come colombe, scaltri come serpenti..."

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  45. Tutto bello, solo ritengo inappropriato, anche se comune, parlare di Olocausto nel caso della Shoah: noi sappiamo bene con'è un olocausto, non dovremmo sbagliare!

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  46. Per ora, ho scorso solo il capitolo sul Motu Proprio, ed effettivamente (p. 78 ss.) questa lobby, sia pure se con mano molto leggera (ma questo è già molto: non si può pretendere in un sia pur bravo giornalista la spiccata attititudine al maririo), effettivamente compare.

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  47. ciò, però, potrebbe esporre al rischio di querele varie.

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  48. Te lucis ante terminum30 agosto 2010 alle ore 15:48

    Bellarmino, credo che sia pericoloso minimizzare lo sterminio degli ebrei (cosa che, infatti, il papa non ha mai fatto), la stragrande maggioranza degli storici conferma i 6 milioni di morti, ma anche fossero 3 non toglierebbe nulla all'orrore); lo stesso vale per il comunismo: se i morti invece di 80-100 milioni (come documenta secondo me bene il libro nero del comunismo) fossero 50 cambierebbe qualcosa? Secondo me no, l'orrore resta tutto e lo stesso vale per le orrendo genocidio perpetrato da Hitler nei confronti del popolo ebraico. Questo naturalmente non significa santificare gli ebrei e approvare tutto quello che fanno o dicono ma si tratta di riconoscere e denunciare in toto ogni tipo di genocidio o violenza di tale portata, quindi la posizione di Williamson non mi è piaciuta per niente, tutto qui...

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  49. "<span> la stragrande maggioranza degli storici conferma i 6 milioni di morti, ma anche fossero 3 non toglierebbe nulla all'orrore"</span>
    ecco, fermiamoci a questo.

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  50. Condivido quanto detto da Caterina. In un altro post avevo già richiamato il pericolo che a fare da discriminante fosse d'ora in poi la moralità. Sei eretico, sovvertitore, disobbediente? Se non hai comportamenti immorali o perversi, sei ok. Piuttosto, facciamoci promotori di una campagna di sensibilizzazione circa le idee del cammino neocatecumenale e la loro manifesta disobbedienza al santo Padre. Bisognerebbe monitorare le diocesi e vedere in quali di esse viene applicato quanto chiesto dal Papa ai discepoli di Kiko. Nella mia è proseguito tutto tranquillamente, come se Roma non avesse mai parlato. Forse non ci rendiamo conto di quale pericolo costituiscano. L'insidia è gravissima, visto che proliferano, ricevono consensi, determinano la vita di intere parrocchie. Dobbiamo difendere la tradizione anche evitando che la  fede dei semplici sia distorta da simili da simili personaggi.

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