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sabato 1 novembre 2025

A Roma le sette lezioni della 14ª Peregrinatio ad Petri Sedem e del 10º Incontro Pax Liturgica

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1295 pubblicata da Paix Liturgique il 31 ottobre, in cui si traggono sette lezioni dal Pellegrinaggio internazionale Summorum Pontificum che si è svolto lo scorso fine-settimana a Roma: sulla gioventù, sulla dimensione internazionale, sulla presenza del clero, sul ponte tra le diversità ecclesiali, sulla falsificazione dei risultati dell’indagine dei Vescovi, sulla Santa Messa nella Basilica di San Pietro in Vaticano e, infine, la concordia in riferimento alla lettera apostolica Summorum Pontificum.
QUI e QUI due bei video.

Lorenzo V.


Il 24 ottobre 2025 si è tenuto presso la sede del Pontificio Istituto Patristico Augustinianum a Roma il 10º Incontro Pax Liturgica nell’ambito della 14ª Peregrinatio ad Petri Sedem. Dal 2011 questi eventi riuniscono fedeli provenienti da tutto il mondo che desiderano rendere omaggio a Papa Benedetto XVI che, dopo tanti conflitti, ha dato inizio alla Pace Liturgica con la pubblicazione della sua lettera apostolica in forma di «motu proprio» Summorum Pontificum sull’uso straordinario della forma antica del Rito Romano. Oggi vi presentiamo sette lezioni da trarne.

Lezione № 1: la gioventù e il numero

«Le piazze della città formicoleranno di fanciulli e di fanciulle» (Zac. 8, 5)

Di tutte le edizioni dell’Incontro Pax Liturgica e della Peregrinatio ad Petri Sedem, gli organizzatori non avevano mai dovuto affrontare una tale affluenza. Dalla Basilica di San Lorenzo in Lucina alla Basilica di San Pietro in Vaticano, molti fedeli hanno avuto difficoltà a farsi strada e hanno dovuto sedersi per terra. Le foto della processione di sabato 25 ottobre testimoniano la giovinezza dei partecipanti su Via della Conciliazione. Se Mikael Corre, inviato speciale permanente a Roma del quotidiano La Croix, parla di quasi un migliaio di fedeli (la polizia italiana stima invece che la colonna dei pellegrini fosse composta da tremila persone), non nega la giovinezza che traspare da questa folla [QUI: N.d.T.]. Andrea Mattana, ventisette anni, Hélène Frelon e Pauline Phelippeau, ventenni, una famiglia di Lione, tutti intervistati dal quotidiano francese, danno un’idea precisa dell’età media. Tanto più che l’evento coincideva con il Giubileo delle équipe sinodali e degli organismi di partecipazione che, nello stesso fine settimana, riuniva faticosamente duemila partecipanti provenienti dalle Diocesi di tutto il mondo. Anche in questo caso, guardando le foto del Giubileo delle équipe sinodali, si nota un’età media che va dai capelli grigi alla calvizie conclamata. La pastorale dei numeri ha i suoi limiti, lo ammettiamo volentieri, ma bisogna sfatare l’idea da cui alcuni faticano a liberarsi: no, l’universo tradizionale non è l’agglomerato di un residuo di nostalgici. Guardandolo con sincerità, è invece la giovinezza e il suo dinamismo che traspaiono.

Lezione № 2: la dimensione internazionale

«di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello» (Apoc. 7, 9)

Le ventisette associazioni impegnate nella difesa della liturgia tradizionale testimoniano che l’amore per l’usus antiquior non ha confini. Niente è più falso che ridurre l’amore per la Santa Messa tradizionale a mere preoccupazioni franco-americane. Durante questa 14ª Peregrinatio ad Petri Sedem, abbiamo visto ivoriani, filippini e brasiliani incontrare spagnoli, nigeriani e tedeschi. Dalla Sierra Leone alla Polonia, dall’altra parte del Pacifico ai confini del Golfo del Bengala, tutti i continenti erano rappresentati, formando una cattolicità allo stato puro e offrendo un’autentica foto di famiglia della Tradizione, senza ritocchi né ricorso all’intelligenza artificiale. Come ha affermato un partecipante: «Il latino unisce!».

Lezione № 3: il clero di nuovo presente

«Ho dato in dono ad Aronne e ai suoi figli i leviti tra gli Israeliti, perché facciano il servizio degli Israeliti nella tenda del convegno» (Num. 8, 19)

È evidente che un Pontificato ne sostituisce un altro. Non si tratta qui di affermare che Papa Leone XIV seppellisca ciò che papa Francesco ha potuto avviare qua e là, in questo o quel campo. È necessaria cautela e il vaticanista Jean-Marie Guénois non manca di richiamare l’attenzione dei suoi lettori sul fatto di non trarre conclusioni affrettate sull’autorizzazione di questa Santa Messa tradizionale nella Basilica di San Pietro in Vaticano, sull’altare della Cattedra di San Pietro [QUI: N.d.T.]. Tuttavia, la menzione fatta dal serissimo quotidiano Washington Post suggerisce uno spirito di distensione [QUI: N.d.T.]. Infatti, il quotidiano americano riporta le parole di mons. Marco Agostini, cerimoniere pontificio: «Il card. Raymond Leo Burke aveva senza dubbio il via libera dall’alto: chiaramente, perché Papa Leone XIV ha detto: “Lasciateli fare”». Questo benvenuto lasciar fare ha legittimamente e fortunatamente liberato da ogni complesso molti ecclesiastici che sono venuti a circondare il card. Burke e ad assistere alla cerimonia. Mentre negli ultimi anni gli ecclesiastici si facevano sempre più rari per sfuggire alle critiche o alle denunce calunniose, sabato scorso erano diverse centinaia a rispondere presente.

Lezione № 4: la Santa Messa tradizionale, un ponte tra le diversità ecclesiali

«Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti» (1 Cor. 12, 4-6)

Mentre la polarizzazione è proprio il male da combattere, questa Santa Messa tradizionale ha offerto una grande boccata d’aria di carità a tutte le componenti coinvolte in questa celebrazione. Innanzitutto tra le comunità che celebrano secondo l’antica liturgia. Come in occasione delle Sante Messe pontificali celebrate durante il Pèlerinage de Pentecôte (da Parigi a Chartres), la Fraternità sacerdotale di San Pietro, l’Istituto di Cristo Re Sommo sacerdote, l’Istituto del Buon Pastore, solo per citare queste congregazioni tradizionali, si sono riunite con un unico cuore per accompagnare il card. Raymond Leo Burke all’altare. Ma soprattutto, ai vertici della gerarchia, cinque Cardinali hanno attestato con la loro presenza il loro entusiastico sostegno alla promozione della Santa Messa tradizionale. Il card. Burke, Patrono emerito del Sovrano Militare Ordine di Malta, in qualità di celebrante, naturalmente, ma anche il card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo metropolita di Bologna e Presidente della Conferenza episcopale italiana, che ha presieduto i Vespri venerdì 24 ottobre. Jean-Marie Guénois non ha mancato di sottolineare che gli abbracci amichevoli e pubblici del Cardinale italiano con il suo omologo americano indicavano un cambiamento di clima. Questi gesti di amicizia dell’Arcivescovo metropolita di Bologna non avevano nulla da invidiare a quelli che ha condiviso con lo stesso Papa Leone XIV, quattro giorni dopo, ai piedi del Colosseo, in occasione della chiusura dell’Incontro internazionale di preghiera per la pace. Un altro prelato presente al pellegrinaggio era il card. Walter Brandmüller, Presidente emerito del Pontificio Comitato di scienze storiche, sempre sorridente e vigile, che nonostante i suoi problemi di salute ha voluto assolutamente partecipare alla messa nella Basilica di San Pietro in Vaticano. Il card. Robert Sarah, Prefetto emerito della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, dal canto suo, si era recato il giorno prima all’Incontro Pax Liturgica per ascoltare in particolare la conferenza sul Pèlerinage Feiz e Breizh (da Languidic a Sainte-Anne-d’Auray). La sua presenza manifestava così il suo interesse per tutto il lavoro di valorizzazione dello sviluppo della liturgia tradizionale in tutto il mondo. Infine, il card. Ernest Simoni, albanese di novantasette anni, che ha ricevuto la porpora cardinalizia dalle mani di papa Francesco nel 2016, condannato a morte sotto il regime sovietico nel 1963, pena poi commutata in lavori forzati per quasi vent’anni, ha profondamente impressionato i presenti pronunciando l’Exorcismus in Satanam et Angelos Apostaticos nel cuore della Basilica di San Pietro in Vaticano a Roma. Un momento forte, come solo occasioni simili sanno riservare!

Lezione № 5: un’indagine insabbiata

«Non spargerai false dicerie; non presterai mano al colpevole per essere testimone in favore di un’ingiustizia. Non seguirai la maggioranza per agire male e non deporrai in processo per deviare verso la maggioranza, per falsare la giustizia» (Es. 23, 1-3)

Durante l’Incontro Pax Liturgica, non è stato possibile non tornare sul colpo di scena che ha sconvolto Roma nel primo trimestre del 2025: vale a dire la fuga di un’informazione che molti già avevano intuito come altamente probabile, ovvero che l’indagine condotta tra i Vescovi di tutto il mondo sulla lettera apostolica in forma di «motu proprio» Summorum Pontificum, i cui risultati avrebbero dovuto giustificare la pubblicazione della lettera apostolica in forma di motu proprio Traditionis custodes sull’uso dei libri liturgici anteriori al Concilio Vaticano II nel 2021, sarebbe stata falsificata [QUI; QUI su MiL: N.d.T.]. Lungi dal ricorrere alla teoria del complotto, la vaticanista Diane Montagna è tornata, con prove a sostegno, sulle ambiguità delle conclusioni di questa indagine. Dei tremila vescovi di tutto il mondo, duemila hanno risposto e la maggioranza di loro ha chiaramente espresso la constatazione di una pacificazione liturgica conseguente alle riforme intraprese da Papa Benedetto XVI.

Lezione № 6: il momento clou della Santa Messa nella Basilica di San Pietro in Vaticano

«Quando indossava i paramenti solenni, quando si rivestiva con gli ornamenti più belli, salendo i gradini del santo altare dei sacrifici, riempiva di gloria l'intero santuario» (Sir. 50, 11)

Il cielo sulla terra! Sono innumerevoli le testimonianze dei partecipanti a questa Santa Messa pontificale celebrata secondo il rito secolare della Chiesa. Tutti sono rimasti stupiti, impressionati, commossi o colpiti. I curiosi e i turisti hanno istintivamente abbassato la voce e molti di loro si sono uniti al raccoglimento della cerimonia. Le voci della Insigne Cappella Musicale di Santa Maria ad Martyres - Pantheon di Roma, la grande arte del cerimoniere, il canto gregoriano e l’interiorità del rito non erano da meno. Il servizio d’ordine della Basilica di San Pietro in Vaticano, sebbene inizialmente sopraffatto dall’afflusso superiore alle previsioni, ha dato prova di una dedizione esemplare. Il card. Mauro Gambetti O.F.M.Conv., Arciprete della Basilica di San Pietro in Vaticano, ha dimostrato grande attenzione nell’organizzazione del pellegrinaggio e si è rallegrato per il ritorno dell’antica liturgia nella Basilica. Senza dubbio, le grazie divine che si sono riversate durante questa cerimonia saranno importanti per il futuro.

Lezione № 7: la lettera apostolica in forma di «motu proprio» Summorum Pontificum, un riferimento in termini di concordia

«Domandate pace per Gerusalemme: sia pace a coloro che ti amano, sia pace sulle tue mura, sicurezza nei tuoi baluardi» (Sal. 122, 6-7)

Durante l’omelia pronunciata dal card. Raymond Leo Burke e pubblicata nella nostra Lettre 1293 [QUI e QUI; QUI su MiL: N.d.T.], la sua voce calma lasciava trasparire una dolce determinazione a rendere giustizia ai benefici spirituali della liturgia tradizionale. Nessuna rivendicazione o frecciata amara, solo la constatazione di una Santa Messa secolare che fa bene alle anime. Un paragrafo, tra gli altri, ha attirato l’attenzione degli osservatori:

Nel privilegio di partecipare oggi al Santo Sacrificio della Messa, non possiamo non pensare ai fedeli che, nel corso dei secoli cristiani, hanno incontrato il Signore e hanno approfondito la loro vita in Lui attraverso questa venerabile forma del Rito Romano. Molti furono ispirati a praticare l’eroismo della santità, fino al martirio. Coloro fra noi che sono abbastanza anziani da essere cresciuti pregando Dio secondo l’Usus Antiquior non possono non ricordare quanto esso ci abbia aiutato a mantenere lo sguardo fisso su Gesù, specialmente nel rispondere alla nostra vocazione nella vita. Infine, non possiamo non ringraziare Dio per il modo in cui questa venerabile forma del Rito Romano ha condotto molti alla fede e ha approfondito la vita di fede di coloro che, per la prima volta, ne hanno scoperto l’incomparabile bellezza, grazie alla disciplina stabilita da Summorum Pontificum. Rendiamo grazie a Dio perché, attraverso Summorum Pontificum, tutta la Chiesa va maturando una comprensione e un amore sempre più profondi per il grande dono della Sacra Liturgia, così come ci è stata trasmessa, in una linea ininterrotta, dalla Tradizione Apostolica, dagli Apostoli e dai loro successori. Attraverso la Sacra Liturgia, nella nostra adorazione di Dio “in spirito e verità”, il Signore è con noi nel modo più perfetto possibile su questa terra: essa è la più alta espressione della nostra vita in Lui. Ora, contemplando la grande bellezza del Rito della Messa, lasciamoci ispirare e fortificare per riflettere quella stessa bellezza nella bontà della nostra vita quotidiana, sotto la materna protezione della Madonna.

Sì, lasciarsi trasformare dalla rettitudine dottrinale e dall’oceano di sacralità che offre la liturgia tradizionale, questo è ciò che, in carità, possiamo augurare al nostro prossimo.

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