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mercoledì 8 ottobre 2025

Pastori della Chiesa: ascoltate il vostro popolo!

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1283 pubblicata da Paix Liturgique il 7 ottobre, in cui Christian Marquant, Presidente dell’associazione Oremus-Paix Liturgique (contact@veilleurs-paris.fr), prendendo spunto dall’inchiesta della vaticanista Diane Montagna in merito alla falsificazione delle risposte dei Vescovi sull’applicazione della lettera apostolica Summorum Pontificum e dal successivo libro di mons. Bux e del dott. Gaeta, torma ad esprimere la richiesta «per la libertà della liturgia tradizionale» e rivolge un appello proprio ai Vescovi, i quali «hanno constatato che la celebrazione della Santa Messa tradizionale non causava particolari problemi e rispondeva alle esigenze dei fedeli».

L.V.


Le sentinelle continuano per la 211ª settimana le loro preghiere in difesa della Santa Messa tradizionale davanti all’Arcivescovado di Parigi (in rue du Cloître-Notre-Dame, 10) dal lunedì al venerdì dalle ore 13:00 alle ore 13:30

Le rivelazioni riguardanti l’elaborazione della lettera apostolica in forma di motu proprio Traditionis custodes sull’uso dei libri liturgici anteriori al Concilio Vaticano II sono molto indicative del crescente divario tra pastori e fedeli. Già da tempo avevo segnalato, sulla base di fonti attendibili di cui disponevo, una scandalosa falsificazione: l’indagine condotta su richiesta di papa Francesco dalla Congregazione per la dottrina della fede presso tutti i Vescovi del mondo, indagine che aveva preceduto la pubblicazione della lettera apostolica Traditionis custodes, contrariamente a quanto affermato da papa Francesco nella pubblicazione del suo motu proprio, dimostrava che la maggioranza dei Vescovi riteneva complessivamente positivi gli effetti prodotti dalla lettera apostolica in forma di «motu proprio» Summorum Pontificum sull’uso straordinario dell’antica forma del Rito Romano: la Santa Messa tradizionale era apprezzata da molti fedeli cattolici e tutto si svolgeva in ordine e in pace.

Le fughe di notizie provenienti dal Dicastero per la dottrina della fede su questa falsificazione sono state sfruttate dalla giornalista americana Diane Montagna (QUI) [QUI su MiL: N.d.T.] e da due autori, mons. Nicola Bux ed il giornalista romano dott. Saverio Gaeta, che ne hanno tratto un libro intitolato La liturgia non è uno spettacolo (QUI), che presenterò al prossimo incontro Pax Liturgica, a Roma, il 24 ottobre prossimo. Il libro è già stato pubblicato in formato digitale in italiano dall’editore Fede & Cultura ed è in fase di pubblicazione nella versione cartacea [in realtà è già disponibile in formato sia cartaceo sia e-book: N.d.T.].

I Vescovi di tutto il mondo hanno constatato che la celebrazione della Santa Messa tradizionale non causava particolari problemi e rispondeva alle esigenze dei fedeli. Posso aggiungere che i numerosi sondaggi condotti dall’associazione Oremus-Paix Liturgique in tutto il mondo hanno dimostrato che la celebrazione della Messa tradizionale era desiderata da una percentuale significativa (tra il 30 e il 40 per cento) dei fedeli delle Parrocchie ordinarie.

Ma tutti coloro che hanno preparato la lettera apostolica Traditionis custodes e hanno incoraggiato papa Francesco nella sua politica repressiva, così come i Vescovi che, in Francia in particolare, l’hanno applicata con gioia, vivono secondo schemi del passato, quelli dell’attuazione della riforma liturgica dopo il Concilio Vaticano II e della sua fresca e gioiosa dichiarazione di guerra contro la liturgia tradizionale. Le chiese parrocchiali vuote e la salute delle comunità tradizionali dimostrano oggi il fallimento dell’offensiva, tanto più che lo sviluppo in Francia e nel mondo dei pellegrinaggi tradizionali o veramente ecumenici – cioè dove la liturgia tradizionale ha tutto il suo posto – costringerà i buoni pastori ad aprirsi al vero dialogo e alla pace.

Sentinelle parigine, esprimiamo le nostre richieste per la libertà della liturgia tradizionale recitando il Rosario davanti agli uffici dell’arcivescovado (rue du Cloître-Notre-Dame, 10), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, e anche nella Église Saint-Georges di La Villette (avenue Simon Bolivar, 114, nel XIX arrondissement), il mercoledì e il venerdì alle ore 17:00, davanti alla Église Notre-Dame-du-Travail (rue Vercingétorix, 59, nel XIV arrondissement), la domenica alle ore 18:15.

Echi di veglia: «Bravo!» ci dice un padre di famiglia accompagnato dalla moglie e dai suoi tre figli. Dopo aver parlato con loro, capiamo che vengono dal Messico, dove lamentano la perdita del senso del sacro nella liturgia. Pur non conoscendo la liturgia tradizionale, ci esprimono comunque il loro sostegno e la loro unione di preghiera per il rinnovamento della Chiesa.

In unione di preghiera e di amicizia.

5 commenti:

  1. Mah, insomma. Sono “popolo” dei vescovi solo quando fa loro comodo.
    Per quanto mi riguarda, possono farsi tanti begli anni di marciapiede, se le intenzioni sono queste. E un plauso ai vescovi che non cedono.

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    Risposte
    1. Non sono d’accordo.

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    2. Io penso sia proprio esatto invece.

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    3. Ah sì? Non mi pare. Essi sono “popolo” quando devono ingraziarseli, e manifestanti ad oltranza quando tentano di essere governati.

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    4. Io sono d’accordo.

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