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martedì 21 ottobre 2025

Mons. Josef Grünwidl nuovo Arcivescovo metropolita di Vienna: piena continuità con le nomine di papa Francesco e qualche piccolo spiraglio di luce

Il 17 ottobre il Santo Padre Leone XIV ha nominato mons. Josef Grünwidl Arcivescovo metropolita di Vienna, finora Amministratore apostolico della medesima Arcidiocesi (QUI).
Ed è molto probabile che lo stesso prelato, come avviene ininterrottamente da metà del XIX secolo, riceverà presto la porpora cardinalizia.
Pur non essendo sede primaziale (ma sede della Nunziatura apostolica), è di tutta evidenza che l’Arcivescovo metropolita di Vienna rivesta un ruolo centrale nella Chiesa cattolica austriaca e la sua nomina rappresenti la cartina al tornasole degli indirizzi del nuovo Pontificato e meriti quindi attenzione.
Tra i vari articoli su mons. Grünwidl pubblicati in questi giorni, perlopiù privi di fonti certe relative alle sue posizioni dottrinali, pastorali e liturgiche, abbiamo scelto di proporvi – in nostra traduzione – l’articolo pubblicato il 6 ottobre sul sito dell’Arcidiocesi di Vienna, in cui si riassume un’intervista alla radio austriaca Österreich 1 a mons. Josef Grünwidl, allora ancora Amministratore apostolico, il quale si è espresso a favore di un ulteriore dibattito sul diaconato femminile e ha affermato che il ritorno alle radici spirituali è particolarmente importante laddove prevale solo la «gestione della carenza».
Sul web si leggono articoli i quali riferiscono che mons. Josef Grünwidl avrebbe fatto parte del cosiddetto gruppo “Aufruf zum Ungehorsam” (Chiamata alla disobbedienza), un gruppo di quasi 350 sacerdoti e diaconi austriaci le cui finalità sono quanto di più antitetico alla dottrina cattolica (QUI); ma, ad onor del vero, sul sito dell’associazione non risulta farne (più) parte (QUI).
Dalle dichiarazioni riassunte nell’articolo che vi proponiamo di seguito (sottolineature noste) emerge un prelato contrario al celibato obbligatorio per i sacerdoti, favorevole ad un maggiore coinvolgimento delle donne nei processi decisionali della Chiesa, possibilista sul diaconato femminile e favorevole a donne nel Collegio cardinalizio.
Insomma, posizioni molto eterodosse in piena continuità con le nomine del precedente pontificato.
Ma sicuramente anche un prelato che pare esprimersi con notevole pacatezza e sicuramente sopra la media per cultura ed intelligenza (si richiama esplicitamente a San Benedetto e a Santa Teresa d’Avila, oltre ad essere un organista amante di Bach).
Se di sperava in una soluzione di continuità con le nomine degli ultimi dodici anni, la delusione è evidente; ma forse qualche piccolo spiraglio di luce si può intravedere.

QUI Aldo Maria Valli.

Lorenzo V.


Mons. Josef Grünwidl, Amministratore apostolico dell’Arcidiocesi di Vienna, ha parlato delle sfide e delle questioni di riforma nella Chiesa cattolica e del suo approccio personale alla fede. In un’intervista trasmessa domenica 5 ottobre 2025 nella serie Was ich glaube [Ciò in cui credo: N.d.T.] dell’emittente radiofonica Österreich 1, l’ex Vicario vescovile si è mostrato aperto a riforme come quella del celibato obbligatorio e ha sottolineato la necessità che la Chiesa si impegni maggiormente nei bisogni spirituali e nelle realtà di vita delle persone.

Cambiamento del panorama religioso in Austria

Mons. Josef Grünwidl ha espresso preoccupazione per il profondo cambiamento del panorama religioso in Austria. Il calo dell’adesione alla Chiesa non è solo una reazione alle strutture ecclesiastiche, ma l’espressione di una perdita di fede diffusa nella società. «L’era della Chiesa popolare è finita», ha dichiarato. Solo in casi eccezionali la fede viene ancora trasmessa da una generazione all’altra. La Chiesa deve adattarsi alla nuova realtà, in cui le persone oggi decidono consapevolmente a favore o contro la fede, cosa che spesso avviene solo in età adulta.

È quindi ancora più importante accompagnare le persone in questo percorso. «Abbiamo fatto troppo poco per sostenere l’appartenenza anche spiritualmente e personalmente», ha ammesso l’Amministratore apostolico. Chi si fa battezzare da giovane o da adulto, ad esempio, ha bisogno di offerte concrete di approfondimento, di assistenza spirituale, ma anche di essere veramente ascoltato: «Di cosa hai bisogno? Cosa significa vivere da cristiano» sono domande centrali che la Chiesa deve porsi e alle quali deve dare una risposta.

Celibato e ordinazione delle donne

Per quanto riguarda il dibattito sul celibato sacerdotale, il 63enne ecclesiastico si è mostrato aperto ai cambiamenti. Egli stesso ha consapevolmente scelto la vita sacerdotale celibe e non ha mai messo in discussione questa scelta. Tuttavia, non ritiene che il celibato obbligatorio sia teologicamente necessario, tanto più che è regolato solo dal diritto canonico, non ha fondamento dogmatico e non esiste in altre Chiese cristiane. Il celibato non dovrebbe essere un requisito per accedere al sacerdozio, ma dovrebbe essere scelto volontariamente come forma di vita spirituale. Ritiene che le riforme siano possibili senza mettere in discussione la natura del ministero sacerdotale.

Mons. Josef Grünwidl ha inoltre sottolineato quanto sia importante coinvolgere le donne nei processi decisionali della Chiesa. Nel suo ruolo di amministratore, egli presta particolare attenzione a nominare donne in organi consultivi centrali, come ad esempio il gruppo direttivo diocesano. «Per me non è solo un simbolo, ma una convinzione», ha affermato l’Amministratore apostolico. Anche la discussione sul diaconato femminile non dovrebbe essere soppressa. Si è mostrato favorevole anche alle proposte di includere le donne nel Collegio cardinalizio e quindi nella cerchia di consulenti più importante del Papa.

Nonostante le critiche giustificate alla Chiesa, mons. Josef Grünwidl ha sottolineato che continuano ad esserci molte comunità vivaci e impegnate, ad esempio con un’opera caritativa molto attiva, progetti educativi e vita spirituale. Soprattutto nelle regioni rurali, la Chiesa fornisce un «servizio spirituale di base» e rende possibili l’incontro, la comunità e l’orientamento. In altre comunità, tuttavia, ha constatato stanchezza, frustrazione e perplessità, e la vita ecclesiale è spesso solo una «gestione delle carenze» priva di visione. L’amministratore ha chiesto un nuovo orientamento verso le radici spirituali: «Se la Chiesa vuole rimanere credibile, deve essere spiritualmente viva».

Fede collaudata nella vita quotidiana

Interrogato sulla sua spiritualità personale, mons. Josef Grünwidl ha sottolineato che per lui la fede non consiste solo in rituali o ritiro, ma deve dimostrarsi nella vita quotidiana: «Il fatto che io sia una persona spirituale non si manifesta nel fatto che sono costantemente in pellegrinaggio o che passo ore in una cappella, ma nel mio comportamento verso gli altri». Anche il rapporto con se stessi o il modo di mangiare e bere ne fanno parte. Come orientamento, il responsabile della transizione dell’Arcidiocesi di Vienna ha citato la regola di San Benedetto «ora et labora et lege» (prega, lavora, leggi), che rappresenta un progetto di vita olistico. Un altro modello per lui è Santa Teresa d’Avila con motti come «Dio solo basta» e «La pazienza tutto ottiene», Inoltre, la santa medievale aveva già vissuto una seconda conversione come suora, dopo la quale si era messa completamente a disposizione di Dio.

Anche la musica gioca un ruolo centrale per lui, ha detto mons. Josef Grünwidl riferendosi ai suoi studi iniziali di organo da concerto. Solo più tardi ha rinunciato al desiderio di diventare musicista a favore della sua vocazione sacerdotale. Continua ad amare andare ai concerti, opere come la h-Moll-Messe BWV 232 [Messa in Si minore: N.d.T.] di Johann Sebastian Bach sono per lui «momenti magici» spirituali. La musica è per lui un «alimento» e una «via verso Dio», e lo stesso vale anche per le esperienze nella natura, come ad esempio le escursioni in montagna. Questi momenti consentono di prendere le distanze, avere una prospettiva e chiarezza. «Stare in cima alla vetta mi aiuta a ritrovare l’ordine e a relativizzare alcune cose che nella vita quotidiana si impongono in primo piano e assumono un’importanza che non dovrebbero avere».

Mons. Josef Grünwidl è stato nominato Amministratore apostolico dell’Arcidiocesi di Vienna da papa Francesco nel gennaio 2025, dopo le dimissioni per raggiunti limiti di età del card. Christoph Schönborn O.P. In qualità di Amministratore ad interim, è incaricato della gestione dell’Arcidiocesi fino alla nomina di un nuovo Arcivescovo.

5 commenti:

  1. Guardate che in area teutonica le persone sono generalmente appassionate di musica. Non stupisce certo che un vescovo ascolti Bach.
    Semmai guardate in casa nostra, un paese nemico della musica. Per non parlare dei tanti preti tradizionalisti che vedono di cattivo occhio che si esegua perfino il proprio gregoriano perché "troppo lungo". Come se la musica in chiesa desse fastidio.

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  2. Ah beh, se conoscevo San Benedetto e suona Bach, allora siamo a posto.

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  3. Ci stiamo "anglicanizzando"... rimane l'esteriorità... l'arte, le coreografie, le mitrie, gli incensi, ma se Cristo non cambia la nostra vita e siamo invece noi a cambiare il Vangelo perchè si accomodi a noi... il cuore viene così svuotato...
    La chiesa anglicana dà una parvenza mista tra folklore e paganesimo... la Chiesa tedesca è austriaca la inseguono... non sia mai per noi cattolici!

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    1. Per i tradizionalisti è così da sempre.

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    2. In cosa la chiesa tedesca ed austriaca sarebbe pagana?

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