Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1289 pubblicata da Paix Liturgique il 20 ottobre, in cui Christian Marquant, Presidente dell’associazione Oremus-Paix Liturgique (contact@veilleurs-paris.fr), traccia un quadro complessivo dei pellegrinaggi tradizionali che stanno fiorendo in Francia e nel mondo, dai cui giovani partecipanti può nascere una vera riforma della Chiesa.
Lorenzo V.
Le sentinelle continuano per la 213ª settimana le loro preghiere in difesa della Messa tradizionale davanti all’Arcivescovado di Parigi (in rue du Cloître-Notre-Dame, 10) dal lunedì al venerdì dalle ore 13:00 alle ore 13:30
Cari amici, la stampa si interessa volentieri al fenomeno piuttosto sorprendente dei pellegrinaggi tradizionali. Così, il quotidiano La Croix del 16 ottobre: «L’identité locale au service de la foi»: quand les pèlerinages tradis régionaux font des émules [«L’identità locale al servizio della fede»: quando i pellegrinaggi tradizionalisti regionali fanno proseliti: N.d.T.]; scrive Matthieu Lasserre, esperto di «tradizione» del quotidiano La Croix [QUI: N.d.T.]:
Da due anni, in diverse regioni francesi sono nati pellegrinaggi tradizionalisti di nuovo tipo. Creati da laici, che mettono in risalto l’identità regionale e la liturgia tridentina, questi pellegrinaggi si stanno affermando nel panorama ecclesiale, nonostante alcune tensioni con i Vescovi.
Se si esamina un arco di tempo più lungo, si vede che il fenomeno della rinascita dei pellegrinaggi, il Camino de Santiago ovviamente, ma anche quello di numerosi pellegrinaggi diocesani, con ostensioni di reliquie ecc., si inserisce in un ritorno più generale alle manifestazioni di pietà tradizionali e popolari. C’è un desiderio, soprattutto tra i giovani – e anche in altre religioni – di ritrovare «le forme più intense e radicali della religione» (Charles Mercier e Philippe Portier, citati da Matthieu Lasserre, in Les jeunes et leur laïcité, appena pubblicato dalla casa editrice Presses de Sciences Po) [QUI: N.d.T.].
I «pellegrinaggi tradizionali» (Bretagna, Normandia, Guascogna, Provenza, Fraternità sacerdotale di san Pio X a Lourdes ecc.) si sono così sviluppati su questo movimento di fondo del Cattolicesimo contemporaneo, movimento di riflusso rispetto al post-concilio, movimento reazionario – che reagisce – se vogliamo, movimento conservatore – che mira a conservare e preservare –, ma movimento giovane, con famiglie e molti bambini. Questi pellegrinaggi, stimolati dal crescente successo del Pèlerinage de Pentecôte (da Parigi a Chartres), nascono anche in altri paesi: la Peregrinación Nuestra Señora de la Cristiandad (da Oviedo a Covadonga, in Spagna), a Walsingham in Inghilterra, in Belgio, a Friburgo in Svizzera, in Portogallo, della Fraternità sacerdotale di San Pio X a Midlan in Canada. E naturalmente il Pellegrinaggio Summorum Pontificum a Roma, giunto alla sua 14ª edizione, questa settimana, da venerdì a domenica.
Queste manifestazioni di visibilità, pie ma talvolta molto esigenti, risaltano tanto più sul terreno tradizionale in quanto rendono visibile una forte non accettazione della riforma liturgica del Concilio Vaticano II, che rappresenta un rifiuto più generale delle novazioni mortali nello «spirito del Concilio».
Ed è proprio perché mettono in risalto questo punto molto delicato che questi pellegrinaggi attirano l’attenzione, suscitano interesse o preoccupazione. Così, la rivista Golias del 2 ottobre 2025, che titolava un articolo su Léon XIV s’embarque à droite [Papa Leone XIV si schiera a destra; QUI: N.d.T.]:
Dal 24 al 26 ottobre prossimo si terrà a Roma il pellegrinaggio tradizionalista annuale Summorum Pontificum. Creato nel 2012, prende il nome dalla lettera apostolica in forma di «motu proprio» Summorum Pontificum sull’uso straordinario della forma antica del Rito Romano (2007) […]. La Santa Messa tradizionale era vietata a Roma da tre anni in occasione di questo pellegrinaggio che riunisce fino a duemila persone.Papa Leone XIV, costretto a prendere posizione, ha scelto di fare marcia indietro. Infatti, abbiamo appena appreso che il prossimo 25 ottobre la Santa Messa pontificale, momento culminante del Pellegrinaggio Summorum Pontificum nella Basilica di San Pietro in Vaticano, si terrà secondo l’antico rito.
Contrariamente a quanto pensa la rivista Golias, questa autorizzazione pontificia non deve essere interpretata in modo eccessivo nel senso di una svolta a destra di Papa Leone XIV. Tuttavia, nella sua essenza – un bellissimo gesto di pacificazione – essa mostra un realistico adattamento di Papa Leone XIV (come di mons. Philippe Maurice Marie Joseph Christory Comm. l’Emm. a Chartres, mons. François Touvet a Fréjus-Tolone ecc.) a una situazione di contestazione tanto più impossibile da ignorare o frenare (mons. Grégoire Cador a Coutances, mons. Olivier de Germay a Lione ecc.) in quanto la pastorale nata dal Concilio Vaticano II si sta esaurendo in una desertificazione dal punto di vista della pratica, delle vocazioni, dell’insegnamento del catechismo.
I pellegrinaggi tradizionali, con le loro folle di giovani cattolici, molti dei quali non sono tradizionalisti puri, riflettono il carattere ineludibile del problema che la Chiesa si pone da sessant’anni: quale riforma? La riforma liberale che è stata fatta, che ha svuotato i seminari e le chiese? O la riforma che resta da fare, incentrata sulla missione, la santificazione attraverso la liturgia perenne, la conoscenza della dottrina cattolica, tutte cose che la Santa Messa tradizionale rappresenta?
La vera riforma futura della Chiesa può avvenire solo attraverso l’azione dei rappresentanti di Gesù Cristo per eccellenza, che sono i Vescovi, successori degli Apostoli. Ma l’immensa manifestazione del sensus fidelium, dell’istinto di fede dei fedeli, che rappresenta l’attaccamento alla Santa Messa e al Catechismo «di sempre», è come una preghiera permanente, insistente, crescente, rivolta ai pastori della Chiesa affinché agiscano in questo senso. Eminenti sono queste preghiere in cammino, questi pellegrinaggi tradizionali che oggi si moltiplicano.
Tali sono anche le nostre «veglie» parigine per la libertà della liturgia tradizionale, durante le quali recitiamo il Santo Rosario davanti agli uffici dell’Arcivescovado (in rue du Cloître-Notre-Dame, 10), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, nella Église Saint-Georges di La Villette (avenue Simon Bolivar, 114, nel XIX arrondissement), il mercoledì e il venerdì alle ore 17:00, davanti alla Église Notre-Dame-du-Travail (rue Vercingétorix, 59, nel XIV arrondissement), la domenica alle ore 18:15.
In unione di preghiera e amicizia.

E così, sornioni, di soppiatto, sperando che nessuno se ne accorga, si fa pubblicità alla scismatica sspx!
RispondiEliminaProprio il modo migliore per propagandare la mitologica “pace liturgica”: trovarsi fianco a fianco con chi…ha deciso di lasciare la Chiesa.
Tremendi.