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sabato 18 ottobre 2025

Grande successo per il secondo Pèlerinage Nosto Fe. «Nella costruzione della Chiesa ogni battezzato ha il suo posto», ricorda mons. Touvet

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1288 pubblicata da Paix Liturgique il 17 ottobre, in cui si racconta il grande successo del pellegrinaggio tradizionale Nosto Fe in Provenza, giunto alla seconda edizione.
In particolare il Vescovo di Fréjus-Tolone aveva inizialmente posto imbarazzanti e ridicole condizioni agli organizzatori, poi ammorbidite in ossequio alla nuova aria che pare inizi a spirare da Roma, fino allo stesso Vescovo che ha celebrato la Santa Messa conclusiva e pronunciato una omelia che sembra aprire ad un ritrovato desiderio di pace liturgica.

Lorenzo V.


In tutto il mondo e in Francia, il Pèlerinage de Pentecôte (da Parigi a Chartres) [QUI: N.d.T.] sta facendo proseliti. Il Pèlerinage Feiz e Breizh (da Languidic a Sainte-Anne-d’Auray) in Bretagna [QUI: N.d.T.], con oltre 2.300 partecipanti quest’anno, per l’ottava edizione, il Pèlerinage Dex Aïe (da Saint-James a Roz-sur-Couesnon) in Normandia – 600 escursionisti per la prima edizione [QUI: N.d.T.], il Pélerinage Notre-Dame des Cimes (da Bellevaux a Myans) in Savoia – quasi 300 partecipanti nonostante i mille metri di dislivello positivo [QUI: N.d.T.], o ancora presto il Pélerinage Arrebastir in Béarn e in Bigorre [QUI: N.d.T.]. Per quanto riguarda il figlio provenzale del Pèlerinage de Pentecôte, sta andando molto bene: il Pèlerinage Nosto Fe – 2.000 partecipanti il primo anno nel 2024, 2.700 quest’anno, da da Cotignac a Saint-Maximin-la-Sainte-Baume [QUI: N.d.T.].


Hanno camminato, camminato. Provenienti da Nîmes a Nizza, da Marsiglia, Tolone e Avignone, da Carpentras, Apt e Grasse, sotto le bandiere di quasi quaranta capitoli con i nomi dei santi provenzali, scortati dai pitchouns – i bambini, numerosi, che cantavano inni provenzali. Mentre i Cristiani manifestano sempre più la loro fede, i giovani rialzano le croci e i pellegrinaggi di inizio anno o mensili fioriscono anche nelle Parrocchie tradizionali, persino nella Communauté Saint-Martin, in Provenza, l’eredità dei félibres che hanno salvato e fissato la lingua provenzale affinché fosse trasmessa alle generazioni future è ancora viva, anche se il parlare provenzale dei partecipanti, certamente pieni di buona volontà, non è ancora all’altezza di quello degli antichi. Queste manifestazioni pubbliche di fede in un Paese molto scristianizzato non solo rafforzano la fede dei partecipanti, ma sono anche un esempio vivente e un cammino di conversione per coloro che le vedono e vi partecipano: lo zelo apostolico è anche il coraggio di portare il messaggio cristiano e di superare se stessi.

In questo contesto appare quindi fuori luogo e un po’ ridicolo il povero mons. Grégoire Cador, Vescovo di Coutances, che ha trascinato a lungo le trattative, prima di rifiutare tout court la Santa Messa tradizionale e vietare ai suoi sacerdoti di parteciparvi, pena l’esclusione dalla sua Diocesi. Fortunatamente, la vicina Bretagna è di mentalità aperta.


Le esitazioni del Vescovado

A Tolone, nulla era scontato: si dice che alla fine della primavera mons. François Touvet, influenzato da Roma e da alcuni suoi confratelli, avrebbe persino pensato di vietare ai suoi sacerdoti di partecipare al Pèlerinage Nosto Fe. Lunghe trattative avevano tuttavia permesso di raggiungere un accordo: Sante Messe tradizionali, chiese aperte ecc. Ma improvvisamente, a un mese dal pellegrinaggio, senza dubbio spinto da alcune voci romane, il Vescovado ha alzato la posta con un comunicato di cui riportiamo l’essenziale non per spirito di vana critica, ma al contrario per rallegrarci ancora di più del felice esito:

Il Pèlerinage Nosto Fe 2025 si svolgerà quindi nel rispetto dei seguenti punti:
  • Missale Romanum del Vetus Ordo (edizione del 1965, utilizzata dalla Société des Missionnaires de la Miséricorde Divine, dall’Abbaye Notre-Dame di Fontgombault ecc.); mons. François Touvet celebrerà personalmente la Santa Messa domenicale nella Basilique Sainte-Marie-Madeleine di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, al termine di una processione con le reliquie di Santa Maria Maddalena. Egli terrà anche l’omelia;
  • calendario del Novus Ordo: memoria di San Francesco d’Assisi e 27ª domenica del tempo ordinario;
  • lezionario del Novus Ordo;
  • possibilità per ogni sacerdote pellegrino di celebrare la Messa mattutina secondo il Novus Ordo, precisazione che dovrà figurare sul sito dell’associazione;
  • uso del Rituale Romanum del Novus Ordo da parte di tutti i sacerdoti per le confessioni.
Tutti devono anche sapere che […]:
  • il card. Arthur Roche in persona, Prefetto del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, ha dato il suo consenso e ha incoraggiato mons. François Touvet in tal senso.


Ma ecco che, allo stesso tempo, la linea romana diventava più sfocata, poiché si apprese che, ancora una volta, la Santa Messa tradizionale era autorizzata per il Pellegrinaggio Summorum Pontificum nella Basilica di San Pietro in Vaticano di Roma. E a Fréjus-Tolone ci si ritrovava nel classico schema: i capi avviano un cambiamento e i loro subordinati devono gestirlo. Situazione scomoda per queste autorità inferiori, tanto più che gli organizzatori del Pèlerinage Nosto Fe facevano valere il ribaltamento della giurisprudenza romana.

Mons. François Touvet ha saputo mostrarsi pastorale e politico, da vero successore di mons. Dominique Jean Marie Rey Comm. l’Emm. È stata trovata una soluzione elegante per la Santa Messa: la Santa Messa celebrata da mons. Touvet è stata infine quella della dedicazione della Basilica di Santa Maria Maddalena secondo l’usus antiquior e non quella della domenica «ordinaria».


«Nella costruzione della Chiesa, ogni battezzato ha il suo posto»

Il sermone pronunciato per l’occasione da mons. François Touvet non è mancato di brio. Ha iniziato parlando di questa dedicazione nel suo sermone, che come molti altri ha pubblicato integralmente sulla sua pagina Facebook [QUI: N.d.T.]:

Oggi celebriamo l’anniversario della dedicazione di questa Basilique Sainte-Marie-Madeleine. Costruita dai nostri padri, custodisce le reliquie dell’«apostola degli apostoli», santa patrona della nostra Diocesi, che portò qui in Provenza il tesoro della fede. La reliquia dei suoi capelli, con cui asciugò i piedi di Gesù, è stata oggi deposta sull’altare. L’esperienza che Santa Maria Maddalena fece della misericordia di Gesù e la testimonianza che diede agli Apostoli del suo incontro non con il giardiniere ma con Cristo risorto costituiscono così il fondamento della vita della Chiesa locale. È la nostra tradizione provenzale. Ma non solo per i cristiani del Var o della Provenza: la terza tomba della Cristianità attira pellegrini da tutto il mondo, come i diversi gruppi di giovani che hanno fatto tappa qui durante il loro viaggio verso il Giubileo dei giovani a Roma. Celebrando la solennità dell’anniversario della dedicazione di questa basilica, ricordiamo il giorno in cui questa chiesa fu consacrata con il Santo Crisma, rendiamo grazie per tutte le conversioni che Santa Maria Maddalena ha reso possibili e continua a rendere possibili, e celebriamo l’azione viva e vivificante di Dio che continua a costruire la sua Chiesa.


Mons. François Touvet ha poi tessuto le lodi del Pèlerinage Nosto Fe:

Il nostro ingresso nella basilica ha significato che il senso e lo scopo del nostro pellegrinaggio terreno non sono un esercizio fisico o una visita turistica, ma un cammino verso la Gerusalemme celeste. Il nostro pellegrinaggio continua in modo del tutto interiore. […] Lo abbiamo sentito dire da San Paolo nel capitolo 2 della sua Lettera agli Efesini: «Voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio». Che speranza straordinaria che ci fa lodare il Padrone del luogo, il Signore della gloria che vive e regna nei nostri cuori. Che speranza luminosa che alimenta la nostra fiducia nella Chiesa, Mater et Magistra, che ci conduce verso il Cielo. Ecco la nostra speranza: incontrare il Signore come santa Maria Maddalena e riconoscerlo nella fede. […] «Provencau et catouli, Nosto Fe n’a pas fali!» [Provata e cattolica, la nostra fede non è venuta meno!: N.d.T.]. La nostra speranza ci fa camminare come pellegrini, nel cuore di un mondo molto tenebroso, illuminati e fortificati dalla fede del nostro Battesimo.

E poi soprattutto: ogni fedele deve essere accolto nella sua diversità. Mons. François Touvet segna la via di Papa Leone XIV:

Riprendiamo ancora la celebrazione liturgica della dedicazione di una chiesa. La prefazione dice: «Tu non smetti mai di costruire questa Chiesa con pietre scelte, vivificate dallo Spirito, assemblate dalla carità». Gli architetti e gli ingegneri non lo smentiranno: ogni pietra è utile alla solidità dell’edificio. E una pietra non sta da sola, ma tutte stanno insieme grazie al cemento che le unisce. Allo stesso modo, nella costruzione della Chiesa, ogni battezzato ha il suo posto e dà il suo contributo cercando di rispondere alla sua vocazione personale. Nessuno è escluso dalla vita della Chiesa per questo o quel pretesto. Sono felice di accogliervi qui oggi e di celebrare la Santa Messa di chiusura del pellegrinaggio. Attraverso la presenza del Vescovo, successore degli Apostoli, pastore del gregge desideroso di riunire tutte le pecore senza eccezioni, è il Signore stesso che realizza e costruisce la comunione tra noi e con tutta la Chiesa.


Come non credere a mons. François Touvet quando esclama con lirismo:

Noi stessi, rinnovati dal pellegrinaggio, convertiti al Signore dalla grazia del perdono e dalla nostra comunione con il «Pane vivo disceso dal Cielo», partiremo in missione, inviati dal Signore e dalla sua Chiesa, e scegliamo fin da ora ciò che faremo per dare un seguito spirituale e missionario concreto a questo pellegrinaggio. Spetta a noi essere «pellegrini di speranza», artefici di comunione, testimoni autentici della carità. La sfida spirituale è grande: con la grazia di Dio, spetta a noi preservare nella sua purezza il segno, la consacrazione che ci ha resi sua dimora nel giorno del nostro Battesimo. Sta a noi risplendere della santità di Dio. Il mondo, anche senza saperlo, ci aspetta. In mezzo a tanti disordini, esiste una vera fame e sete di verità, di carità, di fraternità.

Nella ritrovata pace liturgica…

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