“[In] un podcast su Bitcoin […] la conduttrice parlava di come un’amica stesse avendo un altro bambino e si sentisse in grado di farlo perché Bitcoin le aveva dato la possibilità finanziaria di farlo. Ho pensato: è meraviglioso, perché sta usando denaro morale; ora può fare qualcosa che desidera e avere un altro figlio. Lo trovo bellissimo”.
Con questa provocazione si apre il podcast n. 2661 di Tom Woods, che vi riproponiamo con questo post.
La svalutazione continua della moneta (attraverso la sua emissione) da parte delle Banche Centrali, modifica i comportamenti e rende la società più consumista. Se cresce la quantità di moneta a parità di beni disponibili, quella moneta inevitabilmente si svaluta (lo stesso dollaro varrà meno in rapporto ai beni che potrà acquistare). Con il passare del tempo, la famiglia parsimoniosa che ha accantonato risparmi si impoverisce. In altre parole, l’impostazione monetaria modifica la mentalità di un’intera civiltà.
Il possesso di Bitcoin, il cui valore è atteso in crescita, a detta dell’autore intervistato costituirebbe invece un incentivo alla virtù della temperanza in quanto non invita a bruciare subito il denaro, ma a conservarlo e gestirlo con prudenza.
Che in questo podcast il Bitcoin sia presentato in modo forse eccessivamente entusiasta, conta relativamente. Piuttosto, vi invitiamo a riflettere e a far propria la logica sottostante assieme alla critica alla cosiddetta Fiat money che sovrasta le nostre economie (per i compagnoni del “ah… se l’Italia potesse battere la Lira, sì che staremmo bene!”, si riporta il grafico di aumento di moneta M2 in Europa nel corso degli ultimi 10 anni: è aumentata abbastanza?).
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I podcast di Tom Woods sono la voce di quel cattolicesimo fresco, pervicace e selvatico tipico dell’America più profonda. Una vitalità nella Tradizione che, paradossalmente, non sarebbe nemmeno immaginabile nella nostra vecchia Europa arcobalenita. Tom non è solo un buon cristiano: ama la libertà, anche quella economica – uno dei settori di studio che più ha approfondito. Qualche mese fa è uscito con un podcast molto graffiante, dal titolo “Immoral and Moral Money: Fiat and Bitcoin | Tom Woods Show #2661” in cui intervista Eric Sammons, autore di “Moral Money: The Case for Bitcoin” per discutere la dimensione morale della moneta e dei sistemi monetari, con particolare attenzione al motivo per cui Bitcoin rappresenterebbe un’alternativa più etica alla valuta fiat. Vi riproponiamo il video a questo link e di seguito i concetti chiave che vi sono proposti:
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Proprietà della moneta: efficienza vs moralità
Distinzione utile di Sammons fra proprietà di efficienza (divisibilità, portabilità, durabilità, fungibilità) e proprietà morali (scarsità, verificabilità, indipendenza dal controllo umano).
L’indipendenza è centrale: riduce la tentazione “umana” di abusare della stampante monetaria.
L’analogia della stampante di denaro
Se avessimo in casa una stampante di denaro “legale”, sarebbe quasi disumano non usarla: la moralità richiede dunque vincoli strutturali, non solo virtù dei governanti.
Dalla merce all’oro, alla carta, al fiat (devoluzione)
L’oro vince per molte proprietà, ma perde sulla portabilità in economie complesse → nascono i sostituti cartacei → cresce la fiducia richiesta → infine si è imposto il fiat che è totalmente scollegato dall’oro.
Per questo l’autore sconsiglia il ritorno all’oro: in sistemi moderni porta comunque a intermediari e, col tempo, a un sistema di fiat money.
Critica al fiat
Inflazione e effetto Cantillon (i primi destinatari del nuovo denaro — élite/settori vicini al potere — beneficiano prima che i prezzi salgano).
Impatto culturale: incentiva alta preferenza temporale, portando a consumismo e minore risparmio; consente bail-out e spese straordinarie senza veri vincoli.
Perché Bitcoin viene presentato come “denaro morale”
“Concepimento” predeterminando un tetto massimo di emissione e uscita di scena di Satoshi → assenza di un controllore.
Regole fisse dell’offerta → creazione prevedibile, non arbitraria.
Decentralizzazione operativa (nodi diffusi): nemmeno un governo non potrebbe imporre un l'aumento dell’offerta se la rete non la recepisse.
Come spiegarlo ai “non tecnici”
Gli autori sostengono che il Bitcoin sia un risparmio, non un investimento.
Come iniziare in pratica
Gli autori suggeriscono solitamente di accedere con piccole somme, come prove di invio/ricezione; l’esperienza sblocca la comprensione soprattutto se si accede con strumenti user-friendly.
Suggeriscono un’aspettativa di orizzonte lungo (4–5 anni) e tolleranza alla volatilità.
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Per ulteriori approfondimenti, riproponiamo altri post di 300denari sul tema della moneta: qui, qui, qui (specifico Bitcoin), qui, qui, qui, qui, qui e qui.
Gabriele




