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martedì 9 settembre 2025

Porfiri. "La mistica liturgica di Divo Barsotti"

Grazie al Maestro Aurelio Porfiri per questa analisi sulla visione liturgica di don Divo Barsotti.
Luigi C.

26-8-24

Siamo in un tempo in cui, purtroppo, si è perso il senso dell’adorazione nella liturgia. Anche i Papi recenti, pur essendo pienamente in supporto della riforma liturgica, hanno compreso questo problema enorme che certamente è anche frutto di una educazione liturgica molto povera dei sacerdoti stessi. Questo è un vero peccato, perché a pagare sono poi i fedeli che a loro volta vengono diseducati ad apprezzare le bellezze della liturgia.
Per questo motivo, è importante richiamarsi ai maestri della spiritualità liturgica e fra questi un posto del tutto speciale lo occupa il servo di Dio Divo Barsotti (1914-2006). In molti libri di Divo Barsotti, il tema della liturgia è presente, ma alcuni di essi sono stati particolarmente influenti anche per quanto riguarda il cammino travagliato del Movimento Liturgico nel ventesimo secolo. Penso a Il mistero cristiano nell’anno liturgico o Il mistero della Chiesa nella liturgia. Non c’è dubbio che questi libri, ed altri, hanno avuto una importanza profonda nella formazione di tante anime. Io personalmente, ho tentato di dare una prospettiva particolare al pensiero liturgico di don Divo Barsotti con il mio libro Abisso di luce, recentemente ristampato in una edizione rivista ed ampliata dalle edizioni Ares.
Il pensiero di don Divo Barsotti è magmatico e a volte sembra difficile estrarre le perle da questo magma. È un pensiero mistico ma anche un pensiero della sofferenza interiore. Eppure la sua lettura assidua ci dona molte soddisfazioni spirituali che è difficile far comprendere se uno non ci è immerso dentro. Nel suo diario più noto, La fuga immobile, egli dice:
“Non vedo più che Gesù: tutta la vita degli uomini è la generazione di Cristo.Cristo mi si rivela come lo Splendore della creazione che in Lui possiede la sua vita, la sua ragione, l’essere suo. Noi non viviamo che in Lui. Come se d’improvviso s’aprisse e riempisse il cielo una grande luce, così ho visto Gesù. Lui solo: ogni atto umano, ogni voce si raccoglie in Lui: una sola vita, una sola Parola”.

È importante, se si considera il pensiero liturgico di padre Barsotti, non dimenticare questa centralità di Cristo nella nostra vita e quindi anche nella liturgia. La liturgia non è il luogo in cui dobbiamo affermare una data identità personale, ma è il luogo in cui ritrovarci in Lui. Se la liturgia non parla di Lui diviene un chiacchiericcio. Il cardinale Robert Sarah ha detto nel recente passato:

“Sono africano. Lo dico chiaramente: la liturgia non è il luogo per promuovere la mia cultura. Piuttosto, è il luogo dove la mia cultura è battezzata, dove la mia cultura è assunta nel Divino”.

Questo è un pensiero molto importante che non dovremmo dimenticare. Il nostro cammino nella liturgia è un continuo ricentrarsi in Gesù e se non è questo diviene un vano chiacchiericcio.

In un testo che raccoglie alcune sue meditazioni sulla Messa (La Messa), Divo Barsotti osserva:

“Nella Liturgia orientale, particolarmente quella slava, la Messa è vissuta come teofania: Dio si rivela all’uomo, si fa presente in mezzo agli uomini. Più che il sentimento, l’esperienza della Passione, della Morte del Cristo che continua e si fa presente nella Messa, direi invece che è il senso di una assunzione degli uomini nel cielo. La chiesa è il paradiso e l’altare è il trono di Dio, dove Dio si manifesta, si rivela agli uomini e li fa beati nella contemplazione di questa visione; gli uomini sono come trasportati al di fuori del mondo, vivono una certa anticipazione della vita futura, della visione di Dio. Teofania. La Messa non è soltanto la presenza del Mistero della Passione, è anche l’anticipazione della seconda venuta, è anche una realizzazione della vita celeste, è anche una visione di Dio, una partecipazione degli uomini alla vita divina che, di fatto, secondo i testi della Sacra Scrittura, non si compie che attraverso la visione. Se nella Messa Dio realmente si comunica agli uomini, Egli non potrebbe comunicarsi a loro senza questa visione”.

Si rimane ammirati quando si medita questa grandiosa concezione della Messa come ci viene presentata dal padre Barsotti. Siamo sicuri che oggi noi abbiamo della Messa la stessa idea? Purtroppo oggi assistiamo ad un riduzionismo liturgico, per cui la Messa è divenuta più o meno un incontro conviviale.

Quindi, sembra veramente importante tenere a mente un messaggio importante come quello del padre Barsotti, un messaggio che ci ricorda che la liturgia è il centro della nostra vita cristiana e che noi, in essa, siamo alla presenza di una Presenza e che, senza questa Presenza, la nostra partecipazione alla liturgia si fa vuoto chiacchiericcio. Potrebbe sembrare molto dura la lezione del padre Barsotti, ma in realtà essa ci richiama costantemente alla vera realtà che è Cristo. Se non riusciamo più a percepire questa vera realtà, dobbiamo allora meditare attentamente il messaggio che ci proviene da pensatori come Divo Barsotti, che ci richiama ai nostri doveri di cristiano in un contesto religioso e sociale che è fortemente secolarizzato. Le sue riflessioni ci spingono ad un cortocircuito tra la nostra mentalità secolarizzata e le esigenze della nostra fede, una battaglia interiore che dobbiamo affrontare se vogliamo conoscere le verità della nostra fede e, di conseguenza, la verità su chi siamo e su quale è il nostro destino eterno.