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sabato 30 agosto 2025

Papa Leone XIV: gli uomini politici devono avere il coraggio di dire «non posso» quando è in gioco la verità

Giovedì mattina, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Leone XIV ha ricevuto in udienza una delegazione di personalità politiche dalla Francia (Diocesi di Créteil).
Pubblichiamo di seguito il bel discorso che il Papa ha rivolto ai presenti, ai quali ha ricordato con chiarezza che «il cristianesimo non si può ridurre a una semplice devozione privata, perché implica un modo di vivere in società» e ha messo in guardia da «una laicità a volte fraintesa» e dalle «colonizzazioni ideologiche».
In particolare, il Romano Pontefice ha ricordato che la «costruzione di un mondo più giusto, più umano, più fraterno […] non può essere altro che un mondo più impregnato del Vangelo. Dinanzi alle derive di ogni genere che vivono le nostre società occidentali, noi non possiamo fare di meglio, come cristiani, che volgerci verso Cristo e chiedere il suo aiuto nell’esercizio delle nostre responsabilità».
Poi, riferendosi alla realtà francese, ha sollecitato ad «agire e decidere in coerenza con la propria fede nell’esercizio di responsabilità pubbliche» (è difficile non intendere qui un coraggiosissimo riferimento al terribile disegno di legge sul suicidio assistito approvato a maggio dall’Assemblée nationale ed ora in discussione al Sénat).
Il discorso ha poi ripreso quelli che Papa Benedetto XVI definì nel 2006 «principi non negoziabili» (QUI): «La salvezza […] racchiude tutte le dimensioni della vita umana, quali la cultura, l’economia e il lavoro, la famiglia e il matrimonio, il rispetto della dignità umana e della vita, la salute, passando per la comunicazione, l’educazione e la politica» e «il responsabile cristiano è meglio preparato ad affrontare le sfide del mondo attuale, naturalmente nella misura in cui vive e testimonia la fede operante in lui, il suo rapporto personale con Cristo che lo illumina e gli dà questa forza».
Il corpo centrale del discorso è stato di grandissimo respiro: «Non c’è separazione nella personalità di un personaggio pubblico: non c’è da una parte l’uomo politico e dall’altra il cristiano. Ma c’è l’uomo politico che, sotto lo sguardo di Dio e della sua coscienza, vive cristianamente i propri impegni e le proprie responsabilità! Siete dunque chiamati a rafforzarvi nella fede, ad approfondire la dottrina […] che Gesù ha insegnato al mondo, e a metterla in pratica nell’esercizio delle vostre funzioni e nella stesura delle leggi. I suoi fondamenti sono sostanzialmente in sintonia con la natura umana».
Ma è l’appello finale che arriva diretto all’obiettivo, in cui ammonisce che gli uomini politici «devono avere coraggio: il coraggio di dire a volte “no, non posso!”, quando è in gioco la verità».
Sono ormai lontani i tempi in cui il suo immediato predecessore, in una intervista al quotidiano Corriere della Sera (QUI) definì il mai pentito comunista orgogliosamente ateo Giorgio Napolitano e la leader radicale ultra-abortista Emma Bonino «tra i grandi dell’Italia di oggi»: un altro importante passo verso il ritorno alla «normalità».

QUI la vaticanista Diane Montagna: Pope Leo to Catholic Politicians: Defend Natural Law, Oppose Anti-Christian “Party Directives” (Papa Leone XIV ai politici cattolici: difendete la legge naturale, opponetevi alle «direttive di partito» anticristiane).
QUI Lorenzo Bertocchi sulla rivista Il timoneLeone XIV: «Quando è in gioco la verità, un politico cattolico deve dire “no, non posso!”».

In calce alcune fotografie dell’udienza.

L.V.


Sala del Concistoro
Giovedì, 28 agosto 2025

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. La pace sia con voi!

I’m sure many of you speak English, no? I am going to attempt to speak French counting on your benevolence!

[Sono sicuro che molti di voi parlano inglese, vero? Io cercherò di parlare francese contando sulla vostra benevolenza!]

Saluto cordialmente Sua Eccellenza monsignor Dominique Blanchet, e porgo il benvenuto a tutti voi, eletti e personalità civili della diocesi di Créteil, in pellegrinaggio a Roma.

Sono lieto di accogliervi nel vostro cammino di fede: ritornate ai vostri impegni quotidiani rafforzati nella speranza, più saldi per lavorare alla costruzione di un mondo più giusto, più umano, più fraterno, che non può essere altro che un mondo più impregnato del Vangelo. Dinanzi alle derive di ogni genere che vivono le nostre società occidentali, noi non possiamo fare di meglio, come cristiani, che volgerci verso Cristo e chiedere il suo aiuto nell’esercizio delle nostre responsabilità.

Per questo il vostro cammino, più che un semplice arricchimento personale, è di grande importanza e di grande utilità per gli uomini e le donne che servite. Ed è tanto più lodevole in quanto non è facile in Francia, per un eletto, a causa di una laicità a volte fraintesa, agire e decidere in coerenza con la propria fede nell’esercizio di responsabilità pubbliche.

La salvezza che Gesù ha ottenuto con la sua morte e la sua resurrezione racchiude tutte le dimensioni della vita umana, quali la cultura, l’economia e il lavoro, la famiglia e il matrimonio, il rispetto della dignità umana e della vita, la salute, passando per la comunicazione, l’educazione e la politica. Il cristianesimo non si può ridurre a una semplice devozione privata, perché implica un modo di vivere in società improntato all’amore di Dio e del prossimo che, in Cristo, non è più un nemico ma un fratello.

La vostra regione, luogo dei vostri impegni, deve affrontare grandi questioni sociali come la violenza in alcuni quartieri, l’insicurezza, la precarietà, le reti della droga, la disoccupazione, la scomparsa della convivialità… Per farvi fronte, il responsabile cristiano è forte della virtù della carità che lo abita sin dal suo battesimo. Quest’ultima è un dono di Dio, una «forza capace di suscitare nuove vie per affrontare i problemi del mondo d’oggi e per rinnovare profondamente dall’interno strutture, organizzazioni sociali, ordinamenti giuridici. In questa prospettiva la carità diventa carità sociale e politica: la carità sociale ci fa amare il bene comune e fa cercare effettivamente il bene di tutte le persone» (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n. 207). Ecco perché il responsabile cristiano è meglio preparato ad affrontare le sfide del mondo attuale, naturalmente nella misura in cui vive e testimonia la fede operante in lui, il suo rapporto personale con Cristo che lo illumina e gli dà questa forza. Gesù lo afferma con vigore: «perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15, 5); non bisogna quindi stupirsi che la promozione di “valori” — per quanto evangelici siano — ma “svuotati” di Cristo che ne è l’autore, siano incapaci di cambiare il mondo.

Allora, monsignor Blanchet mi ha chiesto qualche consiglio da darvi. Il primo — e il solo — che vi darei è di unirvi sempre più a Gesù, di viverne e di testimoniarlo. Non c’è separazione nella personalità di un personaggio pubblico: non c’è da una parte l’uomo politico e dall’altra il cristiano. Ma c’è l’uomo politico che, sotto lo sguardo di Dio e della sua coscienza, vive cristianamente i propri impegni e le proprie responsabilità!

Siete dunque chiamati a rafforzarvi nella fede, ad approfondire la dottrina — in particolare la dottrina sociale — che Gesù ha insegnato al mondo, e a metterla in pratica nell’esercizio delle vostre funzioni e nella stesura delle leggi. I suoi fondamenti sono sostanzialmente in sintonia con la natura umana, la legge naturale che tutti possono riconoscere, anche i non cristiani, persino i non credenti. Non bisogna quindi temere di proporla e di difenderla con convinzione: è una dottrina di salvezza che mira al bene di ogni essere umano, all’edificazione di società pacifiche, armoniose, prospere e riconciliate.

Sono ben consapevole che l’impegno apertamente cristiano di un responsabile pubblico non è facile, in particolare in certe società occidentali in cui Cristo e la sua Chiesa sono emarginati, spesso ignorati, a volte ridicolizzati. Non ignoro neppure le pressioni, le direttive di partito, le «colonizzazioni ideologiche» — per riprendere una felice espressione di Papa Francesco —, a cui gli uomini politici sono sottoposti. Devono avere coraggio: il coraggio di dire a volte «no, non posso!», quando è in gioco la verità. Anche qui, solo l’unione con Gesù — Gesù crocifisso! — vi darà questo coraggio di soffrire in suo nome. Lo ha detto ai suoi discepoli: «Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!» (Gv 16, 33).

Cari amici, vi ringrazio per la vostra visita e vi assicuro del mio più sincero incoraggiamento per la prosecuzione delle vostre attività al servizio dei vostri concittadini. Conservate la speranza di un mondo migliore; conservate la certezza che, uniti a Cristo, i vostri sforzi recheranno frutto e saranno ricompensati. Affido voi e il vostro Paese, alla protezione di Nostra Signora dell’Assunzione, e vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica.




















11 commenti:

  1. Sembra passato un secolo...Avanti!

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  2. La stretta di mano con Salvini è stata proprio un’immagine pessima, dopo quella con Vance.
    In momenti come questo, Papa Francesco manca proprio tanto.

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    1. Vance non ha niente da spartire con Salvini. Il primo è contro l'aborto, divorzio, gender e tutte le aberranti innovazioni massoniche. Il secondo si presenta in campagna elettorale con il rosario in mano ma approva tutte le schifezze summenzionate...
      Bergoglio non manca per niente: la Chiesa Cattolica non è una ONG al servizio della mentalità mondana...

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    2. Manca a Soros e altri massoni.

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    3. Vallo a raggiungere il tua amato Bergoglio

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    4. Ecco un altra "vedova inconsolabile" 🤣🤣🤣

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    5. Hai perfettamente ragione manca .
      L aria è più leggera e si respira a pieni polmoni
      Ormai si soffre di indietrismo nostalgico

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    6. Sbaglio o l’anonimo delle 20.08 augura LA MORTE a chi ha detto che manca Papa Francesco?!
      Ma dico, MODERAZIONE, vi siete bevuti il cervello? O il troppo incenso vi ha dato alla testa? Nemmeno tra i pagani ho trovato persone così maleducate e piene d’odio per il prossimo.

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    7. Altrove ho notato la rimozione dei commenti (soprattutto se critici verso qualcuno di voi), ma è ancora presente l’augurio di pronta morte.
      Ne deduco che sia un atteggiamento ammissibile. Me ne ricorderò a tempo debito.

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  3. Discorso bellissimo. Finalmente dopo 12 anni di buio e deserto.

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  4. Confermo anch'io, bellissimo discorso dopo 12 anni di vuoto assoluto. Ovunque papa Francesco è caduto nel dimenticatoio. Finalmente l'aria è cambiata.

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