Grazie a Korazym.org per queta utile intervista al Maestro Aurelio Porfiri.
Luigi C.
1º Giugno 2025, Vik van Brantegem
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 01.06.2025 – Vik van Brantegem] – Nelle prime settimane del Pontificato di Papa Leone XIV, molti si interrogano su quale direzione prenderà la Chiesa, in particolare nei settori sensibili della liturgia e della musica sacra. Ne abbiamo parlato con il Maestro Aurelio Porfiri, compositore, direttore di coro, autore e osservatore attento della vita ecclesiale. Porfiri offre un’analisi lucida e senza sconti della situazione attuale, richiamando la necessità di realismo, formazione e coraggio. In questa intervista ci parla della sfida della sinodalità, delle derive autoritarie di alcuni vescovi, del ruolo del Papa e della possibilità di una vera rinascita liturgica e musicale.
Maestro Aurelio Porfiri, queste sono le prime settimane di Leone XIV. Che ne pensa?
Io penso che il nuovo Papa sta imponendo uno stile fatto di sobrietà che a me sembra molto appropriato al suo ruolo. Certo, bisogna vedere come riempirà parole come “sinodalità” e altre similari. Mai come in questo caso la questione ermeneutica è fondamentale.
Certamente Lei sarà interessato alle sue decisioni nel campo della liturgia. Come pensa reagirà alle decisioni di Mons. Michael Thomas Martin, Vescovo di Charlotte negli Stati Uniti contro la Messa tradizionale?
Io non so come reagirà, ma so come dovrebbe reagire, cioè condannando questi vescovi che con la mente ancora vivono negli anni Settanta. Sono decisioni stupide e perfettamente inutili. Oltretutto sono anche decisioni prese in ritardo, perché questo zelo gli avrebbe fatto guadagnare forse punti nel pontificato precedente, non credo in questo.
C’è un po’ di tutto, ma alla base c’è molta ignoranza tra quelli che sarebbero chiamati a guidare le diocesi. Continuano ad infierire su una parte minoritaria per non dover guardare in faccia i veri problemi, per non dover ammettere il fallimento di una linea pastorale che è sotto gli occhi di tutti.
Cosa potrebbe fare il Papa?
Se volesse, il Papa potrebbe fare molto, ma non tutto. Abbiamo un clero quasi totalmente diseducato alla bellezza della liturgia. Il Papa può spronare ad un ritorno alla dignità della liturgia all’interno dello stesso novus ordo. Se riuscisse ad influire in questo ambito sarebbe già uno sforzo titanico.
E Lei crede ci siano segnali in questo senso?
A me sembra che il Papa celebri con dignità, tornando anche a cantare le parti a lui riservate. Nel clero, tra vescovi e cardinali, ci sono alcune personalità che sanno pensare per loro stesse, ma molti, in realtà, sono abituati a seguire la corrente. Quindi, una influenza positiva potrebbe ripercuotersi su molte di queste persone.
Lei sembra essere abbastanza severo con il clero…
Si sbaglia, non sono affatto severo, sono realista. Io credo che se tornassimo al realismo potremmo ricominciare a vedere le cose per quello che sono, non per quello che vorremmo che fossero. È proprio la mancanza di realismo che ha prodotto un pensiero distorto come quello del Vescovo di Charlotte, di cui sopra.
Ha fiducia nel nuovo Papa?
Naturalmente, ogni Cattolico deve dare fiducia al Papa prima di criticarlo. A volte criticare il Papa è sembrato quasi uno sport, senza negare che ci sono stati validi motivi per criticare alcuni gesti di Papa Francesco. Cerchiamo di dare fiducia a Papa Leone e vediamo come si muove. Poi il giudizio che conta è quello a luce della Rivelazione, della Scrittura, della Tradizione.
E la musica sacra?
La sua rinascita sarà una conseguenza della rinascita della liturgia. Le due sono intimamente unite.