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lunedì 19 maggio 2025

“Santa Maria del cammino” e la strada verso l’abisso


Grazie ad Aurelio Porfiri per questa analisi di uno dei maggiori orrori della musica liturgica degli ultimi decenni.
Luigi C.

26-3-25

Vi sarà sicuramente capitato, alla fine di una Messa parrocchiale, di ascoltare un canto mariano chiamato Santa Maria del cammino, una musichetta allegrotta intonata a volte da preti con buone intenzioni, ma non retti intendimenti. Dico questo, perché a volta si dimentica il sano principio cattolico, lex orandi lex credendi, cioè che la Chiesa crede nel modo in cui prega. E in questo, ovviamente, deve essere compreso il canto liturgico che è parte integrante della preghiera, non una sua aggiunta o un orpello inutile.

Il testo del canto in questione, dice così:

1. Mentre trascorre la vita,
solo tu non sei mai:
santa Maria del cammino
sempre sarà con te.

Vieni o Madre in mezzo a noi,
vieni, Maria quaggiù.
Cammineremo insieme a te
verso la libertà.

2. Quando qualcuno ti dice:
“Nulla mai cambierà”,
lotta per un mondo nuovo,
lotta per la verità!

3. Lungo la strada la gente,
chiusa in se stessa va;
offri per primo la mano
a chi è vicino a te.

4. Quando ti senti ormai stanco
e sembra inutile andar,
tu vai tracciando un cammino:
un altro ti seguirà.

Sicuramente vi sarà capitato di ascoltarlo in molte occasioni. Eppure è un canto su cui bisognerebbe essere molto cauti.

L’autore del testo e della musica è Juan Antonio Espinosa (1940), cantautore cristiano di origine spagnola abbastanza popolare anche nel mondo anglosassone. Il canto è inserito in un LP del 1971 chiamato Madre nuestra, in cui sono raccolti brani ad ispirazione mariana dell’autore tra cui, appunto, Santa Maria Del Camino. Ma chi è Juan Antonio Espinosa? Il sito antiwarsong.org riprende e traduce parte del testo che si trova nel sito ufficiale dell’autore e in cui leggiamo:

“Juan Antonio Espinosa nasce nel 1940 a Villafranca De Los Barros (Badajoz - Spagna) in una famiglia di musicisti. Comincia molto presto a studiare la musica e a suonare vari strumenti. (...) In seguito al Concilio Vaticano II comincia a comporre canzoni per una Nuova Liturgia, canzoni che parlano di un cristianesimo aperto, incarnato ed impegnato. (...) Per molti anni lavora con i contadini in Perú e Colombia. Qui comincia a comporre un nuovo tipo di canzoni che riflettono la lotta di liberazione dei popoli latinoamericani e che sono raccolte nel disco "La tierra grita" ("La terra grida"). Ritorna in Spagna nel 1975 e comincia a viaggiare per paesi e città facendo spettacoli, cantando con la sua chitarra in piazze e quartieri, incoraggiando con la sua voce il risveglio del popolo. Compone nuove canzoni raccolte in due LP: "Cantares de ojos abiertos" e "Hombres sin tierra" ("Canzoni con gli occhi aperti" e "Uomini senza terra"). Continua a cantare ancora oggi ed è molto legato a Gruppi e Comunità Cristiane di Base, con l'illusione di comporre canzoni che stimolino a vivere un cristianesimo più vicino al Vangelo di Gesù di Nazaret”.

Da quello che leggiamo è chiaro,che l’autore è espressione del cattolicesimo più progressista ed esprime quella teologia della liberazione che in passato fu condannata dal magistero ufficiale della Chiesa.

E non si fatica a leggere queste idee anche nel canto in oggetto, in cui Maria è considerata come “compagna” in un cammino di liberazione, in cui si lotta per un mondo nuovo e per l’umanità e si cammina insieme a lei verso la libertà (c’è da dire che la menzione alla libertà è nel testo italiano ma non in quello spagnolo…quando si è più papisti del Papa). Quello che sembra enfatizzata in questo canto è il cammino e la lotta, non tanto la meta, che poi non è ben chiara: un mondo nuovo? La libertà? Sembra più un canto di lotta, in cui si traccia un percorso per poi avere altri che lo percorreranno uniti nella battaglia.

Per carità, “battaglia, cammino” sono anche concetti che ricorrono nel cristianesimo, ma qui sembra che vengano letti in chiave di lotta orizzontale e non di combattimento spirituale. Poi “Maria del cammino” è una invocazione peculiare. È vero che abbiamo tante invocazioni di Maria su questa o quella strada, ma in esse si intende Maria che veglia su chi percorre quel determinato percorso, qui invece è ben chiaro l’intento di volere la Madre di Dio marciare insieme a un pueblo unido che jamás será vencido. Ecco, forse gli Intillimani sarebbero ben contenti di un tale canto, ma nelle nostre parrocchie? Sembra l’esaltazione di quelle virtù attive rispetto a quelle contemplative anche nella Beata Vergine, un’idea che si trova nell’americanismo già condannata nella Testem benevolentiae di Leone XIII.

Insomma dove conduce questa strada su cui si chiede Maria di marciare? Sugli abissi della storia che, per qualcuno, non sono mai troppo profondi.