Vi proponiamo l’articolo di Caterina Maniaci, pubblicata il 29 aprile sul quotidiano Libero, in cui si racconta del maltese card. Mario Grech, Segretario generale del Sinodo dei Vescovi, vicino alla comunità LGBT, che invoca vie creative per accogliere le «nuove famiglie» ed il suo scontro con il conservatore card. Gerhard Ludwig Müller, Prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede.
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L.V.
Una chiesa arcobaleno, una chiara vicinanza alla comunità LGBT, una bella polemica con il vicepremier Matteo Salvini (si è a detto «ferito» nel vedergli esibire il Rosario). L’idea di una chiesa in «orizzontale» e non più verticale. Ce n’è abbastanza per poter dare la «patente» di progressista al sessantottenne maltese card. Mario Grech e infatti il Cardinale, in molte analisi delle ultime ore, figura nel drappello abbastanza nutrito dei Cardinali progressisti, quasi una ventina.
Pronti a varcare la soglia del Conclave. Il card. Mario Grech si sente stretto dentro questa definizione, visto che in molti lo identificano come «tessitore» e uomo del dialogo. Ma ultimamente queste caratteristiche sembra aver lasciato il passo all’altra «anima» del porporato.
Inizialmente considerato un conservatore, il card. Mario Grech è diventato nel corso degli anni un promotore delle riforme di papa Francesco all’interno della Chiesa, mostrando notevoli capacità di adattamento nel tempo. Il card. Grech proviene da Gozo, una piccola isola appartenente a Malta. Di umili origini, il card. Grech ha compiuto un percorso importante che lo ha portato a essere nominato da papa Francesco Segretario generale del Sinodo dei Vescovi, un incarico di grande responsabilità. Nel 2008, alcuni cittadini maltesi omosessuali annunciano di aver lasciato la Chiesa in risposta alle presunte posizioni di chiusura verso il mondo LGBT di Papa Benedetto XVI. All’epoca, mons. Grech, Vescovo di Gozo, non mostra particolare simpatia per loro, ma ecco che nel 2014, in un discorso in Vaticano, invita la Chiesa a essere più tollerante verso i membri LGBT e a trovare nuove vie creative per affrontare le realtà familiari contemporanee.
Nel 2018, mons. Mario Grech parla della gioia con cui affronta le sfide della Chiesa. In un’intervista al giornale Malta Today, dichiara: «Stiamo attraversando un periodo di cambiamento. E per me, è una cosa molto positiva». E sottolinea che se la Chiesa non avesse superato la nostalgia per il passato, non sarebbe riuscita a mantenere la propria rilevanza nella società moderna. Ci si chiede se, in un’ottica di guida della Chiesa universale, sia questo un obiettivo su cui concentrarsi: fare in modo che essa abbia una «rilevanza nella società moderna». D’accordo preoccuparsi che non sia censurata, marginalizzata, ma…
Le sue opinioni gli hanno procurato anche alcuni oppositori influenti. Il conservatore card. Gerhard Ludwig Müller, Prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede, nel 2022, lo attacca pubblicamente, accusandolo di deviare dalla dottrina cattolica. «Non importa l’uniformità del pensiero ma l’unità delle differenze. Dobbiamo andare verso una Chiesa arcobaleno» disse il card. Mario Grech nel marzo 2023. «Immagino sempre la Chiesa come un arcobaleno, con i colori che non si escludono ma, insieme, creano armonia. Un’armonia che, ovviamente, dove ci fosse un conflitto mancherebbe».
Sono alcune delle idee da lui illustrate in vista dell’assemblea generale del Sinodo dei Vescovi. Il card. Mario Grech insomma non sembra tanto preoccupato per il rischio che potrebbe correre «l’unità dottrinale nella Chiesa». Secondo lui, l’importante «non è l’uniformità di pensiero ma l’unità nelle differenze». Di nuovo interviene il card. Gerhard Ludwig Müller, che ravvisa in tutto ciò il concreto pericolo che la Chiesa sia trasformata in una ONG nelle mani del poteri forti del mondo.
Altra polemica particolare. Nel 2016, dopo aver incontrato contadini preoccupati per la siccità, guida un pellegrinaggio per invocare la pioggia. Un giornale locale definirà l’iniziativa un «ritorno a tentativi preistorici di far piovere». Bisogna ammettere che pochi giorni dopo, effettivamente, arriva la pioggia. Per un Cardinale «progressista» un bel segno di contraddizione e di «sparigliamento». Forse non proprio rassicurante – qualcuno pensa – per un candidato al soglio pontificio.
Ancora con la 'creatività'?... La Chiesa di Cristo non è creativa, card. Grech, è già tracciata, è da seguire e aiutare noi piccoli fedeli a seguirla! Il confusionario del 'hagan lio', è morto, non c'è più. Rispolveri l'insegnamento di Nostro Signore e a seguire sul Suo cammino ci aiuti a vivere, altrimenti a corrompere ciò già c'è il mondo e, per questo, di lei non abbiamo bisogno. Ritorni sulla strada, e ricordi a Chi lei ha consacrato la sua vita.
RispondiEliminaTradizionalista con Benedetto e opportunamente progressista con Francesco? Robur in fides 😎
RispondiEliminama x voi, chi andrebbe bene ?
RispondiEliminaForse uno dei redattori del sito.
EliminaNon penso che andrebbe bene nemmeno Burke, se nei primi cinque minuti di pontificato non stracciasse tutti i documenti del Concilio e non celebrasse la messa tradizionalista in cappella Sistina il giorno dopo l’elezione.
Non lo conosco e non posso giudicarlo.Però certe affermazioni venivano fatte in un contesto molto repressivo.
RispondiEliminaNon era facile dissentire in quei tempi.Bisognava allinearsi o si veniva allontanati.Anzi misericordiati.
RispondiEliminaCambi mestiere, con tutto rispetto
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