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venerdì 23 maggio 2025

Francesco e la “damnatio memoriae”

Duro ma utile per far riflettere sul pontificato di Francesco.
Luigi C.


La damnatio memoriae, pratica diffusa nell’antica Roma, mirava a cancellare la memoria di un personaggio considerato traditore o nemico dello Stato, specie se si trattava di imperatori, senatori o personaggi pubblici caduti in disgrazia. La punizione postuma, decretata dal Senato, mirava a cancellare ogni traccia dell’esistenza di quella persona dagli archivi pubblici, condannandola così all’oblio. Statue, iscrizioni, busti e documenti che riportavano il nome o l’immagine del soggetto in questione venivano distrutti. Era proibito menzionare il suo nome in pubblico e, in casi estremi, gli annali storici venivano riscritti. Per esempio, i nomi di imperatori come Nerone, Domiziano e Commodo dopo la loro morte furono cancellati dai monumenti.
Francesco è stato un nemico e un traditore della fede cattolica. Il danno da lui causato alla Chiesa è incommensurabile e ci vorrà molto tempo per ripararlo. Se vivessimo nell’antica Roma, meriterebbe sicuramente la damnatio memoriae. E se fossimo bizantini, dovremmo toglierlo dai dittici, perché con le sue parole e i suoi gesti si è allontanato dalla comunione cattolica.

Per ora, Jorge Mario Bergoglio riposa in bella vista, per tutti i visitatori di Santa Maria Maggiore, in una tomba minimalista progettata in stile nordico da un arredatore d’interni di Puerto Madero che deve aver chiesto una fortuna per il suo lavoro. Povertà e umiltà in primo piano. Niente a che vedere con una tomba nelle grotte vaticane. Anche perché lì, ovviamente, ci sarebbe stata più concorrenza e meno fedeli sarebbero andati ad adorarlo.