Troviamo su Dagospia questa interessante intervista a Corrado Augias, che non è certo un cattolico praticante.
Interpellato sulla recente intervista a Muti sulla musica sacra è interessante scoprire la sua opinione sulle Messe Beat e sulla trascendenza del canto gregoriano.
Qui sotto l’estratto che ci interessa.
[…]
Muti spera che il Papa riporti nelle chiese la musica sacra.
«Ha ragione anche su questo. Detesto la messa beat. Le riforme del Concilio hanno molti aspetti positivi, ma cambiare la liturgia per riavvicinare il popolo dei fedeli alla Chiesa è stato un errore. Il sacro ha bisogno di una musica che sia sacra davvero. Quando senti il gregoriano, quando senti i cardinali intonare il Veni creator spiritus, senti di stare davanti a qualcosa che ti trascende. Quando c’è quello che schitarra pare una parodia del festival di Sanremo».
E tolta la riforma liturgica (che sconfessa parzialmente, peraltro, i dettami del Concilio), quali sarebbero le altre "riforme" che restano? Augias al solito fa finta di sapere, ignorando quasi tutto ciò di cui parla
RispondiEliminal'hanno capito perfino i comunisti
RispondiEliminaBravo Augias!
RispondiEliminaDetto da chi non va in chiesa? Stiamo a posto.
RispondiEliminaComunque l’ho sempre reputato una persona intelligente: la riforma liturgica non c’entra niente con la musica. Già i primi esperimenti ci furono prima del Concilio.
Provate ad ascoltare la Missa Luba (bellissima!).
Peccato che Augias, da sempre stimato come molto colto, cada in questa trappola.
RispondiEliminaLa musica liturgica si è sempre ispirata alla musica secolare. Dalle prime polifonie con il testo sacro giustapposto al testo profano, a composizioni sui temi delle canzoni più in voga, come la celeberrima Missa “L’homme armé”. Più tardi ci fu lo sposalizio coi compositori più famosi del momento, da Bach a Beethoven, da Mozart a Cimarosa. Poi si sfociò nello stile operistico legato al bel canto italiano, con le messe di Rossini o il Requiem di Verdi contenenti arie, duetti e concertati.
Il fatto che adesso la musica liturgica si adegui ai gusti musicali correnti non è nulla di scandaloso. Forse, ciò che vi turba di più, alla fine della fiera, è sempre e solo la Messa di Paolo VI, da voi considerata come origine di tutti i mali.
Non è affatto vero: noi riteniamo che le opere di due grandi compositori (formati e preparati) come Mons. Frisina e di don Massimillo, ad esempio, siano bellissimi canti sacri contemporanei ieratici, oranti, col senso del trascendentale.
EliminaNon c'entra nulla la Messa di Paolo VI. Tant'è che durante la Messa di Paolo VI si può benissimo suonare la Messa "de angelis" o la messa "cum jubilo" (per le solennità o la festa della BMVergine).
Il problema è che negli ultimi decenni si è voluto perdere il senso del sacro (dalla liturgia, alle prediche, alla musica sacra) e questo è stato possibile (e conseguenza) di un lassismo nella preparazione dei preti, in un creativismo eccessivo nei riti (ognuno fa la messa un po' come gli pare) e con l'intromissione di melodie e strumenti che di per sè non hanno nulla di sacro.
E se se n'è
Una volta, entrato in una chiesa cattolica di Merano, negli anni settanta, ascoltai un gruppo musicale che cantava "Una paloma blanca"; dopo l'esecuzione del pezzo, mi avvicinai ai musicisti e chiesi: "Vi sembra che questo canto abbia un'ispirazione sacra, adatta ad una chiesa?" Lealmente uno di loro mi rispose: "No, non è sacro".
RispondiEliminaEcco, mentre il direttore Muti avverte l'esigenza di trascendere la sfera del sensibile per attingere al sacro, la maggior parte della gente è così intrisa delle quattro dimensioni elencate da Papa Leone nella Messa del 9 maggio scorso nella Sistina (la tecnologia, il denaro, il potere, il piacere) da non comprendere neppure che cos'è il soprannaturale. Questa è l'opera della Chiesa: far riscoprire agli umani (e anche a tanti cristiani) la guida di Dio nel mondo, perché ne vale la pena. Angelo
Ma qualcuno ha mai assistito ad una messa beat? A me piacerebbe, ma dove le fanno?
RispondiEliminaBoh, chieda all’eminentissimo cardinal Tagle, lui lo saprà di certo…
EliminaVorrei far notare che molte delle “messe” citate per dimostrare che anche in passato si faceva teatro in chiesa non hanno in realtà mai avuto una destinazione liturgica. Si trattava spesso di composizioni a ispirazione sacra ma non destinate affatto a essere eseguite durante la messa. Le cantate di Bach sono un caso a parte, inserendosi nella “liturgia” luterana.
RispondiEliminaE comunque queste composizioni, seppur spesso di sapore teatrale, hanno una bellezza che le schitarrate attuali (le schitarrate, cosa ben diversa dal suonare sul serio la chitarra classica) possono solo sognarsi.
Spero che stia scherzando! Si legga il motu proprio di Pio X che proibisce proprio quello! Se le proibisce, vuol dire che si facevano. O no?
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