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mercoledì 23 aprile 2025

Luis Badilla. "Decreto sugli ingressi illeciti nel territorio dello Stato Città del Vaticano. Ma chi scrive le leggi? "

Grazie a Luis Badilla per questa analisi sugli ingressi illeciti in Vaticano.
E la "chiesa in uscita"?.
Luigi C.

Decreto sugli ingressi illeciti nel territorio dello Stato Città del Vaticano. Ma chi scrive le leggi?  Da tempo la legislazione vaticana sembra improvvisata e confusa.

Giorni fa è stata pubblicata la Legge di conversione del Decreto N° DCCX della Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano (SCV) in materia di ingressi illeciti nel territorio dello SCV. La legge in questione (10 articoli) , promulgata il 15 marzo 2025, con alcune modifiche significative, era stata sancita per essere promulgata il 19 dicembre 2024. In questo periodo di attesa il decreto è stato ancora modificato in tre punti importanti. Tra questi ce n’è uno che riguarda specificamente il fatto che la nuova Presidente dallo scorso 1° marzo scorso, suor Raffaella Petrini, non è cardinale seppure lo esigono tutte le attuali leggi vaticane su questa materia.

Il pasticcio giuridico incomprensibile, senza ratio.

La firma della religiosa sorprende ancora di più proprio perché la nuova legge sottolinea in un’ultima modifica prima della sua promulgazione: quando nel testo c'è scritto “Cardinale Presidente del Governatorato” si deve leggere invece  solo “Presidente del Governatorato”.

Ecco la singolare modifica introdotta in questa legge:

All’art. 9, al comma 3, le parole “Cardinale Presidente del Governatorato” sono sostituite dalle seguenti: “Presidente del Governatorato”.

Non si capisce il perché – la ratio – di questo pasticcio giuridico che toglie serietà al modo di legiferare vaticano. Se il Pontefice voleva sr. Petrini a capo della Commissione per lo Stato Città del Vaticano, con i suoi poteri sovrani assoluti bastava cambiare la Legge Fondamentale e le Leggi sul Governatorato ed eliminare la parola “cardinale”.

Ma il Papa non ha fatto nulla di tutto ciò. Il Pontefice ha scelto la via della confusione

e del caos al punto di arrivare a fare questa modifica all’articolo 9 di questa nuova legge che francamente sorprende l’intelligenza di chiunque.

Domanda. Questa modifica vale solo nel caso di questa legge sull’ingresso illecito al territorio vaticano? O può essere estesa all’intera legislazione vaticana ove si parla del “cardinale Presidente del Governatorato”?

Altre incoerenze che sorprendono

Su questa legge la stampa ha parlato molto soffermandosi soprattutto su ciò che si ritiene una contraddizione grave tra "il dire" (e tanto) e "il fare" (così poco) di Papa Francesco. La questione è talmente ingarbugliata e farraginosa, così come lo è lo stesso decreto diventato legge, che non è per niente facile da raccontare. Vediamo alcune osservazioni che saltano subito alla vista.

          Su questa legge sono stati proposti già diversi commenti e analisi, in particolare nel caso di alcuni passaggi difficili da leggere perché o incomprensibili o confusi se si applica il buon senso. Per certi versi sembra una legge improvvisata e fatta leggendo la cronaca quotidiana e immaginando che ciò che accade a Parigi, Roma o Londra in materia di occupazioni illecite di appartamenti possa accadere in Vaticano domattina. Le multe salate previste per i presunti colpevoli di ipotetiche occupazioni oltre le Mura appaiono insensate, quasi si volesse atterrire qualche malintenzionato.

Bergoglio mandava la polizia per sgomberare occupazioni

          Nel contesto della questione, oltre a ricordare curiosamente che Papa Francesco, dal giorno della sua elezione, ha avuto sempre una preoccupazione quasi ossessiva sul come si usano e assegnano le abitazioni all'interno del Vaticano. Lui stesso usa la possibilità e il diritto a vivere in Vaticano come uno strumento di governo. Quando una persona perde questo diritto, il Papa è attento e severo nel fare sloggiare l'abitazione il prima possibile e non sono poche le ingiunzioni della Gendarmeria per accelerare lo sgombero degli appartamenti una volta scaduto il diritto al loro uso per ragioni di lavoro.

          Quando il Papa era ancora arcivescovo di Buenos Aires, in occasione di un'occupazione illegale di una proprietà della Chiesa greco-cattolica ucraina, mons. Bergoglio nel giro di poco tempo riuscì a far sgomberare con la Polizia l'occupazione appellandosi al Ministro degli Interni. La sua posizione contraria alle occupazioni, severa e intransigente, in passato fu una nota distintiva del suo rapporto con la grande capitale argentina.