
Cerchiamo sempre di essere "contemplativi in azione".
Luigi C.
Il Cammino dei Tre Sentieri, 20 Febbraio 2025
1.Robert Louis Stevenson (1850-1894) nel Virginibus Puerisque scrive: “L’essere estremamente affaccendati, a scuola o all’università, in chiesa o al mercato, è il sintomo d’una deficienza di vitalità.” Parole strane, eppure verissime. Dobbiamo, infatti, chiederci se sia proprio vero che la vita autentica sia l’agire. Se l’uomo fosse un animale, sarebbe indubbiamente così. Ma l’uomo è ben altro rispetto ad un animale.
2.L’uomo vive nella dimensione dell’esistenza, ovvero in quella dimensione in cui sa di vivere e riflette sulla sua vita, ponendosi le domande fondamentali dell’esistere. E qui, proprio qui, si apre l’esigenza della vita interiore. Sono proprio le domande di senso, le quali sfuggono a qualsiasi impostazione pragmatica ed utilitaristica, a confermarci la decisività della vita interiore. La risposta al perché dell’esistere non si può trovare nel fare, quanto nella ricerca della propria posizione nel mondo. Ed è questa una riflessione che parte dal e nel profondo. Il poeta Rainer Maria Rilke (1875-1926) scrive: “La vera vita è quella che si vive dentro.”
3.Sant’Agostino di Ippona (350-430) dà inizio alla sua speculazione invitando l’uomo ad entrare in se stesso. Anzi, addirittura dice che è proprio nel profondo di sé che l’uomo deve trovare la verità. Si potrebbe pensare che sant’Agostino inviti ad una sorta di relativismo conoscitivo: se la verità è nell’uomo, ciò significa che ognuno potrebbe partire una verità soggettiva? No, niente di tutto questo. Sant’Agostino dice che, se l’uomo non vuole ingannarsi e stoltamente credere di aver bisogno degli idoli, deve entrare dentro di sé (vita interiore) perché è lì, e solo lì, che può scoprire i suoi reali bisogni. Fin quando, invece, disconosce la vita interiore, allora può continuare ad illudersi di trovare appagamento nelle cose, nel potere, nei piaceri vari. Leggiamo cosa precisamente scrive sant’Agostino nel De vera religione: “Non uscire fuori di te, rientra in te stesso; la verità sta nell’intimo dell’anima umana; e, se troverai mutevole la tua natura, trascendi anche te stesso. Bada però che quando trascendi te stesso, tu trascendi l’anima raziocinante, sicché il termine del trascendimento ha da essere il principio donde s’accende il lume stesso del raziocinio. Dove, infatti, arriva ogni buon ragionatore se non alla verità? La verità è un termine prefisso, una mèta a cui si ferma dopo aver ragionato. Persuaditi di non essere ciò che è la verità: essa non ricerca se stessa; bensì sei tu, distinto da lei, he la cerchi: eccoti giunto a lei, affinché l’uomo interiore si unisca con il proprio ospite interno in un trasporto di felicità somma e spirituale immensamente lontano da ogni misero piacere dei sensi“.