Post in evidenza

Papa Francesco: chi è Juan Cruz Villalón, segretario e "stampella" di Bergoglio

Francesco è famoso per cambiare sempre i suoi segretari (alcuni " chiacchierati "), ora sembra averne scelto uno di " potere ...

mercoledì 5 marzo 2025

L’ingiustizia della persecuzione liturgica presto rivelata alla luce del sole

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1170 pubblicata da Paix Liturgique il 3 marzo, in cui Christian Marquant, Presidente dell’associazione Oremus-Paix Liturgique (contact@veilleurs-paris.fr), riflette sul necessario cambio di approccio verso la liturgia tradizionale nel prossimo Pontificato e si sofferma sul pensiero del card. Gerhard Ludwig Müller, uno dei «tre moschettieri» – così definiti in una precedente lettera – che stanno difendendo la libertà della liturgia tradizionale, assieme al card. Sarah ed al card. Burke.

L.V.


Le sentinelle continuano per la 180ª settimana le loro preghiere per la difesa della Santa Messa tradizionale davanti all’Arcivescovado di Parigi (rue du Cloître-Notre-Dame 10) dal lunedì al venerdì dalle ore 13:00 alle ore 13:30

Cari amici, nelle nostre «veglie» parigine, davanti agli uffici dell’Arcivescovado di Parigi (rue du Cloître-Notre-Dame 10), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, nell’Église Saint-Georges di La Villette (avenue Simon Bolivar 114, nel XIX arrondissement), il mercoledì alle ore 17:00, davanti all’Église Notre-Dame-du-Travail (rue Vercingétorix 59, nel XIV arrondissement), la domenica alle ore 18:15, in questo periodo di grave malattia di papa Francesco, continuiamo a pregare, per lui ovviamente, ma prima di tutto per nostra Madre la Chiesa.

Le nostre «veglie» parigine sono motivate dalla grande ingiustizia rappresentata dalla lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970. Mentre scrivo, nessuno può dire se papa Francesco si riprenderà dalla sua malattia e se lo farà in quale capacità di agire e governare. Ma è innegabile che la fine del pontificato si stia avvicinando. E con la fine di questo pontificato, si girerà pagina. Non sarà più possibile mantenere questa riforma della Chiesa a marcia forzata imposta da papa Francesco. Questo varrà in tutti i campi, e in particolare in quello della liturgia. E con un allentamento della pressione, osiamo dirlo, dittatoriale, si svilupperà una libertà di parola molto più grande: «Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti» (Lc 12, 2-3).

Già si sentono pubblicamente cose molto forti. In una precedente Lettre [QUI; QUI su MiL: N.d.T.] avevo accennato alle critiche frontali alla politica liturgica di papa Francesco da parte del card. Robert Sarah, Prefetto emerito della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, a Milano, il 20 gennaio, in una conferenza organizzata dal sito La Nuova Bussola Quotidiana per la presentazione del suo ultimo libro Dio esiste?, pubblicato nel 2024 da Edizioni Cantagalli [QUI: N.d.T.]:

Per questo, anche il fatto di progettare di cancellare definitivamente la Santa Messa tradizionale, e cioè un rito che risale a San Gregorio Magno, una liturgia che ha milleseicento anni, una Messa che ha fatto tanti Santi e che è stata celebrata da tanti Santi: San Pio da Pietralcina, San Filippo Neri, San Jean-Marie Vianney (il Curato d’Ars), San Francesco di Sales, San Josemaría Escrivá de Balaguer ecc. E tornando indietro fino a San Gregorio Magno (590-604) e anche fino a San Damaso (366-384). Questo progetto, se è reale, mi sembra un insulto alla storia della Chiesa e alla Santa Tradizione, un progetto diabolico che vorrebbe rompere con la Chiesa di Cristo, degli Apostoli e dei Santi.

Ed ecco che a Napoli, il card. Gerhard Ludwig Müller, Prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede, ha ripreso queste accuse contro l’ingiusta persecuzione della messa tradizionale, in occasione di una conferenza organizzata dalla sezione di Napoli dell’associazione Una Voce Italia il 22 febbraio dal titolo Nessuna novità è possibile senza la Tradizione.

Nel corso della conferenza, il Cardinale ha dichiarato [QUI: N.d.T.]:

Lo scopo dell’unità della Chiesa non è raggiungere l’uniformità. Non siamo una caserma dove si richiede obbedienza militare. Nella Chiesa l’obbedienza va intesa nella dimensione spirituale: come l’obbedienza a Cristo. E i Vescovi, i presbiteri devono occuparsi di attirare anime, insegnare e somministrare i sacramenti, non sopprimerli.

E parallelamente, in un’intervista al quotidiano Roma, ha precisato il suo pensiero [QUI: N.d.T.]:

Sulla celebrazione della Messa in latino da parte dei Vescovi occorre maggiore liberalità: non si tratta di sopprimere i sacramenti, ma di aprirli alla gente. Nessuna novità è possibile senza la Tradizione.
Ricevere i sacramenti e celebrarli è più importante che unificare i riti della Chiesa, che sono più di venti. […]
Non è giusto per un pastore sopprimere la Messa in rito antico perché ci si vuole presentare come esecutori di un ordine che viene dall’alto. L’obbedienza e la disciplina hanno per scopo la purezza della Chiesa, non l’uniformità. La Chiesa non è una caserma con obbedienza militare, ha una dimensione spirituale. L’unificazione dei riti non favorisce la vita religiosa e sopprimere un’attività religiosa non è nello spirito cattolico.

Parole di buon senso, che d’ora in poi verranno ripetute. Si vede la politica vivere una sorta di rivoluzione della trasparenza: le cose non migliorano necessariamente, ma appaiono per quello che sono. I cambiamenti avvenuti negli Stati Uniti d’America hanno la loro parte, ma si tratta di un movimento di fondo testimoniato in particolare dalla potenza dei social network. La Chiesa sta per essere conquistata da questo fenomeno della trasparenza di tutto per tutti, che non è privo di pericoli, ma può avere aspetti provvidenziali.

E questo vale soprattutto per la guerra liturgica: il tema della necessaria libertà del rito tradizionale, che sviluppiamo instancabilmente nelle Lettre di Paix Liturgique da decenni, diventerà un’evidenza portata alla luce. Pazienza, amici miei!

Echi delle Veglie: ecco che passa davanti a noi una madre di famiglia e una miriade di bambini… È uno di loro che, vedendoci, interpella la mamma accompagnatrice dicendole: «Guardate, gente che parla della Santa Messa tradizionale». La signora allora ci scopre: «È fantastico! Sono venuta a far visitare la Cathédrale Notre-Dame di Parigi ai bambini del mio gruppo di catechismo. Siamo di Rouen, dove la situazione non è buona al punto che ci si può chiedere se ci saranno ancora Cattolici praticanti tra vent’anni! Grazie per aver pregato per noi; pregherò per voi più tardi sul treno di ritorno con i bambini».

In unione di preghiera e amicizia.

Nessun commento:

Posta un commento