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martedì 4 marzo 2025

L. Badilla. Al Papa mancano i soldi. Francesco crea una Commissione senza controlli per trovare donazioni

Grazie a Luis Badilla per la sua analisi sulla notizia riportata anche da MiL nei giorni scorsi (QUI).
Crollo delle offerte, l'ennesimo "effetto Francesco"?
"Da subito, leggendo il Chirografo, si ha una impressione precisa: un'altra burocrazia per raccogliere soldi utili a finanziare altre burocrazie. Ciò dimostra che la situazione delle finanze vaticane, che sembrerebbero non aver più il medesimo sostegno di una volta da parte di istituzioni come la Papal Fundation o i Cavalieri di Colombo, attraversano un momento critico. Creare questa Commissione vuol dire che alcuni meccanismi di garanzia si sono inciampati".
Monday Vatican – Andrea Gagliarducci: "Papa Francesco: le difficoltà finanziarie fanno parte della sua eredità: “…si stanno liquidando i beni immobiliari storici della Santa Sede, molte nunziature sono in vendita o in dismissione, le rappresentanze diplomatiche della Santa Sede stanno perdendo le loro sedi e sono costrette, invece, a soluzioni che, non essendo di proprietà, possono essere solo temporanee. Così è stato cancellato anche l'operato di Pio XI, che utilizzò i primi fondi della Conciliazione proprio per ristrutturare e dare nuovo vigore alle rappresentanze pontificie. Di fatto, è stato eroso un pezzo di storia, così come l'indipendenza della Santa Sede.(…) Ricostruire il sistema sarà difficile, così come sarà difficile individuare le responsabilità di coloro che hanno accettato e promosso questo cambiamento di mentalità.  Nel frattempo, il patrimonio sarà svenduto, pezzo per pezzo, per coprire i buchi di bilancio. Il ricavato di ogni pezzo andrà perso. portando a una sempre maggiore esposizione della Santa Sede”.
Luigi C.

Al Papa e alla Santa Sede mancano i soldi. Francesco crea una Commissione molto potente e senza controlli di legalità per trovare donazioni in tutto il mondo.


          Mercoledì 26 scorso la Sala Stampa vaticana pubblicò un Chirografo di Papa Francesco con il quale è stata istituita una Commissione (senza il minimo controllo di legalità) il cui compito è trovare soldi per la Santa Sede, meglio, per la missione del Santo Padre. Si chiama: Commissio de donationibus pro Sancta Sede. Il nuovo organismo deve "incentivare le donazioni con apposite campagne presso i fedeli, le Conferenze Episcopali e altri potenziali benefattori, sottolineandone l’importanza per la Missione e per le opere caritative della Sede Apostolica, nonché reperire finanziamenti da volenterosi donatori per specifici progetti presentati dalle Istituzioni della Curia Romana e dal Governatorato dello Stato Città del Vaticano" (Chirografo).

Ecco i responsabili della Commissione:

- Presidente Mons. Roberto Campisi, Assessore per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, Presidente

Membri:

- Mons. Flavio Pace, Segretario del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani

- Suor Alessandra Smerilli, Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale

- Suor Silvana Piro, Sotto-Segretario dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica,

- Giuseppe Puglisi-Alibrandi, Vice-Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano

Il Chirografo pubblica al contempo lo Statuto della Commissione. La Commissione stessa, fra tre mesi, dovrà pubblicare il suo Regolamento.


Alcune osservazioni critiche.

Da subito, leggendo il Chirografo, si ha una impressione precisa: un'altra burocrazia per raccogliere soldi utili a finanziare altre burocrazie. Ciò dimostra che la situazione delle finanze vaticane, che sembrerebbero non aver più il medesimo sostegno di una volta da parte di istituzioni come la Papal Fundation o i Cavalieri di Colombo, attraversano un momento critico. Creare questa Commissione vuol dire che alcuni meccanismi di garanzia si sono inciampati.

L'unico modo di superare la crisi sarebbe raccontando la verità sul come si spendono i soldi, chiarendo come si sprecano le risorse, come e perché si pagano stipendi spropositati, o si comprano prodotti che restano negli imballaggi oppure si pagano consulenze inutili, non necessarie, che spesso trasferiscono informazioni sensibili fuori dal Vaticano ad altre nazioni e/o stati.

Questa stessa Commissione apre le porte al moltiplicarsi di queste errori costosi e dannosi. Nello Statuto c’è l’immancabile articolo che c’è in tutti gli enti che ha creato Papa Bergoglio: “§ 5. La Commissione, qualora necessario, può avvalersi di collaboratori esterni”. Ecco in grande inghippo.

In pochi mesi il Papa ha parlato selle finanze vaticane con una certa preoccupazione. Ha chiesto con una lettera ai cardinali di far il possibile per raccogliere soldi. Ha annunciato una revisione del sistema pensionistico che potrebbe diventare insostenibile e perciò si è appellato alla buona disponibilità dei dipendenti vaticani, laici ed ecclesiastici, per risparmiare.

Perché il Papa e i suo collaboratori non affrontano la questione, prima con trasparenza totale, fuori e dentro le mura vaticane, con cifre vere alla mano, individuando sprechi, eccessi e corruzione. Senza questo passaggio sarà difficilissimo rimontare nelle donazioni. Basta vedere il caso dell’8 per mille in Italia per trarre una lezione utile ed efficace. In questo ambito andrebbe compiuta una severa revisione dei nuovi organismi (enti e sala stampe curiose) che sono stati creati durante questi quasi 12 anni e del corposo elenco dei nuovi contratti, in particolari dei cosiddetti “consulenti”.

1 commento:

  1. Forse qualcuno ha capito che una Chiesa povera non può fare molto per i poveri e che i "fan" non ritengono di dover dare il loro contributo ai suoi bisogni. I fan sono una cosa, i fedeli un'altra. Ma se la gestione non è trasparente, si sovviene ai bisogni donando direttamente dove si sa che fine fa la propria offerta, è normale, salvo il minimo indispensabile.

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