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martedì 11 marzo 2025

Don Marko Ivan Rupnik e soci occupano un convento con la protezione del card. Angelo De Donatis

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1172 ter pubblicata da Paix Liturgique il 9 marzo, in cui, si riporta l’articolo di Maximilien Bernard, pubblicato il 3 marzo sul portale Riposte catholique (QUI).
L’autore mette in evidenza il rapporto ambiguo, quasi di soggezione, del card. Angelo De Donatis nei confronti di don Marko Ivan Rupnik, accusato di ripetute violenze psicologiche e sessuali nei confronti di donne anche consacrate, e del gruppo di ex Gesuiti che lo ha seguito, che, sembrebbe grazie allaiuto ed alla presunta protezione del Penitenziere Maggiore, hanno occupato il Convento delle Benedettine a Montefiolo, rendendo praticamente ostaggi le suore che vi abitano.

L.V.


Il sito La Nuova Bussola Quotidiana ha indagato sul Convento delle Benedettine di Priscilla a Montefiolo, nel comune di Casperia, un piccolo paese sulle colline della Sabina, in provincia di Rieti, dove il card. Angelo De Donatis, ex Vicario generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, si è costruito un comodo appartamento, e che diventa la nuova sede degli ex Gesuiti del Centro di studi e ricerche Ezio Aletti. Con la relativa espulsione delle suore che vi risiedono.

Da diverse settimane don Marko Ivan Rupnik, l’ex Gesuita espulso dalla Compagnia di Gesù e accusato di gravi abusi sessuali su donne e suore consacrate, insieme ad altri ex Gesuiti del Centro di studi e ricerche Ezio Aletti che, fino allo scoppio dello scandalo, era il quartier generale di don Rupnik e dei suoi seguaci, occupano questo monastero.

Questo convento, che in origine apparteneva all’Ordine dei frati minori cappuccini e che, dopo essere caduto in uno stato miserevole, fu acquistato e ristrutturato nel 1935 da mons. Giulio Belvederi, ex Segretario del Pontificio Istituto di archeologia cristiana, accolse un gruppo di donne desiderose di vivere la vita religiosa che, nel 1936 si stabilirono come oblate benedettine regolari di Priscilla, per poi entrare a far parte della Confederazione benedettina. Ma oggi passa nelle mani di un piccolo gruppo di ex Gesuiti, favoriti dalla posizione del convento che, circondato da un alto muro e da un bosco che lo separa dalla strada principale, lo rende un’ottima residenza per chi vuole vivere in segreto.

Oltre a don Marko Ivan Rupnik, c’è padre Milan Žust, che è stato per anni superiore di don Rupnik nella comunità gesuita del Centro di studi e ricerche Ezio Aletti, e dal 2018 al 2021 collaboratore di padre Johan Verschueren S.I., Delegato del Preposito generale della Compagnia di Gesù per le Case internazionali dei gesuiti a Roma, che ha lasciato che don Rupnik si scatenasse ovunque, nonostante fosse già stato colpito dalla famosa «scomunica lampo» e nonostante fossero già note voci di altri abusi.

Le poche religiose rimaste fanno le valigie per trasferirsi nella loro casa di San Felice Circeo e il convento rimane nelle mani di questo piccolo gruppo di ex Gesuiti che, nel frattempo, hanno invaso lo spazio delle suore, mangiando con loro, nel loro refettorio, e dettando legge.

In realtà, il Convento di Montefiolo era già una residenza conosciuta e frequentata dai membri del Centro di studi e ricerche Ezio Aletti, che vi organizzavano corsi di esercizi spirituali in un grande ala dell’enorme edificio, chiamata «Casa della Resurrezione». Ma – ed è questo il bello – è stato il card. Angelo De Donatis, già Vicario generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma e oggi Penitenziere maggiore, a manovrare il cambiamento. Non è un segreto che il Cardinale sia il grande protettore di don Marko Ivan Rupnik e che, in illo tempore, abbia respinto come calunnie le numerose e circostanziate accuse che emergevano contro l’ex Gesuita sloveno, arrivando persino a pubblicare una nota ridicola che lodava l’irreprensibile realtà del Centro di studi e ricerche Ezio Aletti, mentre le vittime di don Rupnik chiedevano verità e giustizia.

Il card. Angelo Donatis è di casa a Montefiolo, dove si è costruito un alloggio a due piani all’interno della proprietà delle suore («un bell’appartamento», dicono gli abitanti del paese che lo hanno visto), recuperando e ristrutturando una struttura che le suore utilizzavano per parcheggiare i loro veicoli, sul pendio che scende verso il Monte Soratte. E poi, nella vicina località di Poggio Catino, il Cardinale è anche proprietario di un antico casale con piscina, dove pare abbia fatto soggiornare don Marko Ivan Rupnik & C., in attesa di sistemarli a Montefiolo.

Le povere suore non sembrano stare bene, sono praticamente ostaggi del card. Angelo De Donatis e del gruppo di don Marko Ivan Rupnik, e viene loro impedito di aprire il convento agli estranei.

Morale della favola, il Cardinale è il direttore di don Marko Ivan Rupnik e del gruppetto che ha lasciato la Compagnia di Gesù in una proprietà che non è sua, ma in cui ha eletto domicilio e che gestisce come se fosse sua. Non potendo incardinare lui stesso don Rupnik nella Diocesi di Roma, decisamente troppo sotto i riflettori dopo lo scandalo mediatico, si cercò e trovò un Vescovo disposto a procedere a una incardinazione puramente formale nella persona di mons. Jurij Bizjak, Vescovo emerito di Capodistria (sostituito da mons. Peter Štumpf S.D.B. il 1º febbraio scorso), lasciando poi a don Rupnik la libertà di formare una nuova comunità e di proseguire le sue attività artistiche. Il card. Angelo De Donatis non aveva nulla in contrario a rimettere don Rupnik, dopo tutto quello che era successo, in contatto diretto con le suore.

Non è difficile capire che le suore hanno dovuto accettare la situazione, volenti o nolenti, dato che il card. Angelo De Donatis deteneva l’amministrazione dei loro beni mobili e immobili. Sfidare il Cardinale avrebbe potuto anche causare disagi che le suore anziane, alcune delle quali su una sedia a rotelle, non potevano sopportare.

9 commenti:

  1. Hanno frainteso la chiamata :"Vi faro' pescatori di.."?
    Affidiamoli all'intercessione di S.Giuseppe xche' si compia in loro la Volonta' di Dio.

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  2. E chi gli fa da 'modello' qui per le sue opere, il cardinale?

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  3. Cardinali, vescovi e preti come Rupnik... Pastori del gregge o lupi?

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  4. Tutto uno schifo! Se il papa Francesco sta meglio, dovrebbe far togliere subito il quadro di Rupnik dalla sua dimora a Santa Marta (se non lo ha già fatto) e far accampare quest'uomo insieme a tutte le 'sue perle preziose' in luogo da scegliere, ma il luogo è delle suore ed è a loro che va restituito, previa buona pulizia (che non spetta alle suore).
    Grazie al vescovo di Lourdes che i 'pannelli' gli ha ricoperti, anche qui si potrebbe procedere, dando un martello ad ogni suora che ha subito degli abusi, così loro stesse s'incaricano a buttarlo giù, almeno fin dove arrivano.

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  5. Si parla di accuse e si considera già condannato. Non c'è un processo, non c'è una sentenza
    Quando un giorno qualcuno vi accuserà e la vostra parola sarà solo la vostra contro una shitstorm che vi si abbatterà sopra, proprio in quel momento capirete come ci si sente.

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    1. Mah... cosa sta dicendo??? La nostra parola??? Ci sono tantissimi di documenti!
      In primis: ci fu un processo con tanto di conferma della scomunica (poi "revocata").
      Inoltre i Gesuiti (e non noi) ne hanno disposto la esclaustrazione: ci sarà pur un motivo... no?
      Per un periodo gli fu pure imposto di non predicare o celebrare messa a Roma...( https://blog.messainlatino.it/2023/03/rupnik-se-ne-frega-dei-divieti-e.html) (anche se lui se ne fregava...
      Il papa poi ha revocato la prescrizione per far ricominciare un secondo processo a seguito di altre denunce.
      Forse non ha letto i vari articoli su questo scandalo: https://blog.messainlatino.it/2022/12/breaking-news-papa-francesco-blocca-la.html
      Quindi diciamo che persone ben più titolate di noi per giudicarlo, hanno ritenuto fondate le accuse tanto da prendere seri provvedimenti e da cacciarlo dalla Compagnia di Gesù...
      Quindi altro che bufera mediatica (per non usare il termine elegantissimo usato da lei): ci sono fatti e documenti.
      Forse prima di scrivere certi commenti bisognerebbe se non altro leggere il post e informarsi meglio...

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  6. Tempi incerti o addirittura drammatici si profilano per molte di queste figure borderline .Quando il Signore vorrà verranno giù una dopo l'altra come un castello di carte.

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  7. "In realtà, il Convento di Montefiolo era già una residenza conosciuta e frequentata dai membri del Centro di studi e ricerche Ezio Aletti, che vi organizzavano corsi di esercizi spirituali in un grande ala dell’enorme edificio, chiamata «Casa della Resurrezione»."

    Che rapaci... Dall'affittare una ala per gli esercizi spirituali ad impossessarsi di tutto, con la sopraffazione. Bravi, bravissimi. Quando vi presenterete al Giudice supremo, saranno le povere suore ad accusarvi. Cosa risponderete loro?

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  8. Prego alla Redazione di evitare di mettere il volto di quest'uomo sugli articoli, che nel scorrere e dover vederlo apparire sempre, fa venire la pelle d'oca! Mi riferisco all'articolo precedente a questo.

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