Traduciamo e proponiamo in esclusiva per la rubrica 300 denari di Messa in Latino un intervento di François-Marie Tardo-Dino (in calce la breve biografia) sul ruolo della moneta nella società moderna. Si tratta di un tema caro a questa rubrica (qui, qui, qui, qui, qui, qui e qui) e che torna a porre in discussione la posizione centralista dello stato moderno.
Ringraziamo quindi l'autore per il suo post provocatorio e graffiante, nel quale ci propone una rilettura e una contestualizzazione del precetto: "Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare, e a Dio ciò che è di Dio".
Gabriele
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«Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare, e a Dio ciò che è di Dio.»
Cosa significa che il denaro appartiene a Cesare? Le sanzioni imposte dagli Stati Uniti alle società europee che utilizzano dollari americani hanno riacceso l'interesse per questa questione.
Una teoria suggerisce che il denaro sia emerso come soluzione al problema della "doppia coincidenza dei bisogni" intrinseco nei sistemi di baratto. Un produttore di fragole deve trovare qualcuno che abbia bisogno di fragole. Tuttavia, il produttore di fragole potrebbe non essere interessato a ciò che altri produttori offrono in quel momento. Se il produttore di fragole non riesce a trovare qualcosa che lo interessi, probabilmente ridurrà la sua produzione. Il commercio ne risentirebbe gravemente. I produttori si limiterebbero a produrre ciò che possono scambiare immediatamente e non lavorerebbero per il futuro.
In questo contesto, il denaro agisce come una merce che facilita le transazioni fornendo un mezzo di scambio comune. Il produttore di fragole scambia le sue fragole con denaro perché sa che potrà usare quel denaro in un momento successivo.
Secondo questa teoria, i governi svolgono un ruolo marginale: si limitano a coniare monete per certificare la quantità di metallo prezioso contenuta nelle monete. I governi e le banche possono anche accumulare oro per emettere banconote, rendendo più facile il trasporto.
Questa teoria trova la sua formalizzazione nella Teoria Quantitativa della Moneta. La creazione di un numero maggiore di unità di una determinata valuta comporta soltanto inflazione e svalutazione della valuta.
Tuttavia, se il governo si limita a certificare la quantità di metallo prezioso nelle monete, il valore delle monete non dovrebbe differire sostanzialmente dal valore del metallo prezioso contenuto. Tuttavia, l'idea stessa di signoraggio – cioè la differenza tra il potere d'acquisto di una moneta d'oro da 10 g e il valore di mercato di 10 g di oro – sfida questa teoria. Cosa può obbligare un venditore ad accettare una moneta d'oro da 10 g quando il valore del metallo prezioso di 10 g di oro è inferiore a quello delle fragole che sta vendendo?
La teoria di Warren Mosler (padre della Teoria della Moneta Moderna, MMT, post-keynesiano; 1949 - ) postula che i governi abbiano coniato valuta principalmente per raccogliere tasse. Il governo emette denaro (monete coniate) come pagamento per beni che acquisisce, invece di appropriarsene con la forza. L'obbligo di pagare le tasse con la valuta dello Stato crea la necessità di procurarsi quel conio. I venditori insistono per essere pagati con una valuta che sarà accettata dal governo. La domanda aggiuntiva spiega il valore del signoraggio. Il signoraggio riflette la paura della violenza: maggiore è la paura, maggiore è il valore del signoraggio.
L'accordo informale del 1974 tra gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita, secondo il quale l'Arabia Saudita si impegna a richiedere dollari come pagamento, supporta questa visione. Questo accordo ha avuto effetti a catena, poiché il petrolio era – ed è ancora – una merce vitale per tutte le economie. Pertanto, l'obbligo di procurarsi dollari per pagare le fatture petrolifere ha costretto i paesi a regolare le loro transazioni in dollari.
Questa teoria implica che i governi, in una situazione di fiat money, assumano un ruolo estorsivo. Allora, se gli emittenti di denaro esercitano questo ruolo opaco, perché Gesù avrebbe consigliato agli Apostoli di pagare le tasse? Una possibile differenza rispetto ad allora potrebbe risiedere nel fatto che all'epoca ci fosse una corrispondenza tra la moneta e un metallo come l'oro che, per definizione è finito e comunque di difficile estrazione. Nell'assenza odierna di tale restrizione, l'obbligo di ottenere la valuta governativa costringe famiglie e imprese a scambiare i proventi della loro attività contro una moneta il cui valore è ora deciso dalla paura ispirata dal governo. Il denaro non riflette più una ricompensa per il duro lavoro. Invece, divide il mondo in due categorie: coloro che hanno accesso al denaro gratuito (governi e banche) e coloro che devono lavorare per ottenerlo. Di conseguenza, i primi beneficiano gratuitamente di parte del lavoro dei secondi.
François-Marie Tardo-Dino, LLB, LLM
È laureato presso il University of London International Programme (ora University of London Worldwide) in Giurisprudenza (bachelor), all'Institut d'Études Politiques di Aix-en-Provence con una laurea in Economia e Finanza. Ha conseguito un MBA in Finanza di Mercato presso l'ESLSCA di Parigi e una Maîtrise in Diritto Francese presso l'Università Paris Panthéon-Assas.
Ha lavorato per 9 anni presso la Direzione Generale delle Finanze Pubbliche come Ispettore delle Finanze Pubbliche (principalmente in ambito fiscale). Da 5 anni insegna Economia in Cina.
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