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martedì 4 febbraio 2025

Per la 176ª settimana, le sentinelle continuano la loro preghiera in difesa della Santa Messa tradizionale davanti all’Arcidiocesi di Parigi

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1157 pubblicata da Paix Liturgique il 3 febbraio, in cui Christian Marquant, Presidente dell’associazione Oremus-Paix Liturgique (contact@veilleurs-paris.fr), si sofferma su alcune relazioni del 14º convegno del Centre International d’Études Liturgiques «Il Canone romano e le Preghiere eucaristiche», svoltosi a Roma il 30 gennaio, sul quale la redazione di MiL-Messainlatino vi ha tenuti aggiornati pressoché in diretta (QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI e QUI su MiL).
In particolare si riflette sull’introduzione delle nuove Preghiere eucaristiche con la riforma liturgica di San Paolo VI.

L.V.


La scorsa settimana si è tenuto a Roma il 14º convegno del Centre International d’Études Liturgiques presso l’Istituto Maria Santissima Bambina, dietro il colonnato del Bernini in piazza San Pietro.

Questi incontri accademici hanno trattato con competenza il Canone romano e le Preghiere eucaristiche. Don Ryan T. Ruiz S.L.D., sacerdote dell’Arcidiocesi di Cincinnati negli Stati Uniti, Preside della Facoltà di Teologia e professore di Liturgia del Mount Saint Marys Seminary, ha parlato dell’identità e dell’importanza del misterioso Angelo Mediatore a cui si allude nella preghiera Supplices te rogamus [QUI su MiL: N.d.T.]. Padre Jean-Christophe de Nadaï O.P., domenicano del Couvent Saint-Jacques a Parigi e membro della Commissio Leonina responsabile dell’edizione critica delle opere complete di San Tommaso d’Aquino, ha tenuto una conferenza sul latino del Canone romano [QUI su MiL: N.d.T.].

Padre Taras Khomych, della Hope University di Liverpool, ha fatto un confronto teologico tra l’Anafora di San Giovanni Crisostomo, la più famosa e rappresentativa del rito bizantino, e il Canone romano. Don Gabriel Díaz Patri, di Londra, ha fornito una descrizione comparativa molto erudita delle Anafore del primo millennio [QUI su MiL: N.d.T.].

Don Claude Barthe di Parigi ha parlato delle nuove Preghiere eucaristiche della riforma liturgica di San Paolo VI [QUI su MiL: N.d.T.]. Tutte queste presentazioni saranno disponibili negli Atti, che saranno pubblicati dal Centre International d’Études Liturgiques, ma vorrei spendere una parola su quest’ultimo convegno sulla nuova liturgia, che pretende di sostituire la vecchia.

Don Claude Barthe ha fatto notare che l’imposizione di queste nuove Anafore è stata un’innovazione considerevole per la liturgia romana, dal momento che fino a quando si possono rintracciare i documenti, cioè fino al IV secolo, Roma conosceva solo l’unica Preghiera eucaristica nota come Canone romano. Si dà il caso che questa esplosione del centro vitale della liturgia romana sia avvenuta nel maggio 1968! Una «Messa normativa» era stata provata il 24 ottobre 1967 nella Cappella Sistina, alla presenza dei Vescovi giunti a Roma per un’assemblea sinodale. Non furono esattamente entusiasti: alla domanda se la Messa fosse piaciuta, solo 71 su 176 risposero di sì. San Paolo VI ignorò la domanda. Il Canone romano divenne la Preghiera eucaristica I, con alcune modifiche al racconto dell’Istituzione, e furono aggiunte altre tre preghiere inventate dai riformatori: la Preghiera II era vagamente simile alla ricostruzione approssimativa che era stata fatta dell’Anafora di Ippolito, e le Preghiere III e IV erano pure e semplici creazioni. Per quanto riguarda la Preghiera II, Louis Bouyer ammise addirittura di averla terminata con la benedizione di dom Bernard Botte O.S.B. sulla terrazza di un bistrot di Trastevere, prima della riunione del Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia che avrebbe dovuto approvarla…

Ma non è finita qui, e oggi ci sono quattordici preghiere eucaristiche ufficiali, tra cui due per la riconciliazione, tre per le Messe dei bambini, una per le riunioni e quattro per circostanze speciali.

Per non parlare delle preghiere approvate per alcuni Paesi, come l’anafora conosciuta come Preghiera Eucaristica di Manaus, in Brasile, che ha la strana particolarità di essere un’anafora dialogica. Senza contare le preghiere «selvagge», sia quelle eucaristiche ufficiali, più o meno assemblate dai celebranti secondo la loro ispirazione del momento, cosa molto comune, sia quelle eucaristiche puramente e semplicemente inventate. Don Claude Barthe ha parlato delle Preghiere eucaristiche che sono state utilizzate per molto tempo nelle parrocchie «avanzate» di Parigi.

Tale è diventata la liturgia che a stento osiamo continuare a chiamare «romana», completamente frantumata nei suoi riti e nelle sue preghiere, dove l’immaginazione ha il sopravvento, e per di più frantumata nel cuore del suo cuore, la Preghiera eucaristica. Oggi i responsabili di questa liturgia in evoluzione si sforzano di bandire l’antico culto romano, il cui Canone risale almeno al IV secolo e la cui forma completa, come la conosciamo noi, con le preghiere di Offertorio e di Comunione, è stata stabilita nell’XI secolo.

Difendiamo e difenderemo questa liturgia, questo Canone romano, ad oltranza. Questo è il significato delle nostre instancabili «veglie» parigine davanti all’Arcivescovado (10 rue du Cloître-Notre-Dame), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, nell’Église Saint-Georges di La Villette (114 avenue Simon Bolivar, XIXe), il mercoledì alle ore 17:00, e davanti all’Église Notre-Dame-du-Travail (59 rue Vercingétorix, XIVe), la domenica alle ore 18:15, dove recitiamo i nostri Santi Rosari alla Vergine senza stancarci.

Echi della Veglia: un uomo anziano si ferma davanti a noi: «Lei ha ragione, io e la mia defunta moglie eravamo entusiasti del Concilio Vaticano II. Per più di vent’anni ci siamo dedicati nella nostra Parrocchia alla causa delle sue riforme, al punto che non abbiamo fatto battezzare i nostri due figli… e poi ci siamo resi conto che eravamo stati manipolati e che la nostra fede e la nostra Chiesa erano state cambiate… Non so se si riprenderà, ma vi prego di continuare!».

In unione di preghiera e amicizia.

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