Giustamente, come ci ricorda Papa Francesco strattonando il punto 2403 del Catechismo, "la proprietà non è un diritto intoccabile".
Quando metto assieme queste notizie, ho la semplice percezione che tutto rientri ordinariamente nel clima surreale a cui ci siamo abituati con questo pontificato. Un'epoca di destrutturazione e demolizione del pensiero cristiano e, nel nostro ambito, anche della dottrina sociale della Chiesa.
Eppure, il tema diventa ancora più grottesco quando, con mia moglie, decidiamo di partire in pellegrinaggio a Roma con i nostri tre figli. Parte il giro dei preventivi: viaggiando in cinque, le spese si fanno sentire, specialmente in un momento di inflazione come questo. E cosa scopriamo? Che le strutture religiose risultano significativamente più care rispetto agli alloggi su Airbnb! (il confronto, nelle tabelle in basso a destra)
Facciamo due conti: sotto i 100€ a notte (per lo stesso periodo e per cinque persone), Airbnb offre ben 473 alloggi completi. Sì, appartamenti, non semplici stanze. Noi, ad esempio, abbiamo trovato un appartamento a 143€ a notte in zona Colosseo. Oltretutto, anche il servizio si prospetta nettamente diverso dato che, ad esempio, l' "Istituto Piccole Suore Sacra Famiglia" anticipano da subito che condizionatore e riscaldamento "non funziona[no] h24" (quindi non si sa quando funzionino) in quanto "non siamo un centro commerciale e desideriamo rispettare sia le persone che l’ambiente".
A questo punto mi sorgono tre domande:
- La tanto decantata destinazione universale dei beni, di cui si riempie la bocca la new wave romana, vale solo per i laici privati cittadini? Oppure dovrebbe valere anche per i religiosi che offrono un servizio ai pellegrini?
- Nell'ipotesi che i religiosi siano in buona fede e che i prezzi più alti delle loro strutture fossero dovuti a una loro minore capacità di efficientare i costi, perché ostacolare gli affitti privati come fa monsignor Baldo Reina?
- Queste strutture pagano le medesime imposte di noi privati cittadini? Mi interrogo anche in relazione al recente post di Marco Allena (docente di Diritto tributario presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore), così zelante, su VaticanNews, nel denunciare l'esistenza di cittadini che decidono di pagare meno tasse nei paradisi fiscali.
Non è che i veri invitati alla giornata LGBT del Giubileo siamo noi privati cittadini spremuti dalle tasse e criminalizzati dalla gerarchia?
Gabriele
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I religiosi non hanno 8×1000 e vivono solo di offerte e loro lavoro di tipo agricolo/artigianato.
RispondiEliminaFate la differenza coi preti diocesani che percepiscono stipendio e contributi.
Nemmeno i privati hanno l’8x1000
EliminaMa i suoi genitori non l'hanno battezzato Baldassarre?
RispondiEliminaO Baldassare come si legge nella biografia di Wikipedia?
E se fra i suoi era detto Ciccino si faceva chiamare Ciccino?
È ovvio, per un papa comunista la proprietà privata non è un diritto, ma un privilegio da abbattere. Pensi invece alle migliaia di appartamenti (così dicono) detenuti dalla Santa Sede a Roma e non solo...
RispondiEliminaNon è che dietro a tutto ciò c'è Ilaria Salis?
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