Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’articolo di David Cyr pubblicato il 24 gennaio sul sito della American Society for the defense of Tradition, Family and Property, in cui si racconta l’entusiasmante esperienza della 52th March for Life, svoltasi a Washington D.C. per testimoniare, anche quest’anno, la dignità ed il valore intrinseci di ogni singola vita umana, in particolare quelle messe in pericolo dall’aborto.
Di eccezionale rilievo è stato l’intervento di James David Vance, neoeletto Vicepresidente (cattolico) degli Stati Uniti d’America, alla sua prima uscita pubblica dopo il giuramento avvenuto quattro giorni prima.
L.V.
Il 24 gennaio 2025, centinaia di migliaia di persone hanno marciato a Washington per la 52th March for Life, per protestare e riparare al peccato dell’aborto. Con rinnovato vigore dopo le recenti vittorie, i pro-vita hanno marciato con energia ed entusiasmo.
I membri della American Society for the defense of Tradition, Family and Property, insieme alla sua Holy Choirs of Angels Marching Band che suona cornamuse, ottoni, pifferi e tamburi, si sono uniti ai marciatori. La musica era allegra e decisa, incoraggiando i marciatori a rafforzare la loro determinazione a sconfiggere l’aborto.
I membri della campagna America needs Fatima della TFP hanno portato una statua di Nostra Signora di Fatima, implorando un aiuto soprannaturale in questa battaglia. Anche la St. Louis de Montfort Academy, che fa capo alla TFP, era presente in forze.
Lo striscione della TFP recitava: «Fight for an America united under God, admiring purity and morality and freed from the sin of abortion!» [Lotta per un’America unita sotto Dio, ammirando la purezza e la moralità e liberata dal peccato dell’aborto!: N.d.T.].
Il Vicepresidente J.D. Vance parla
Il Vicepresidente J.D. Vance ha parlato alla Marcia, aumentando notevolmente l’entusiasmo dei pro-vita. Per loro è stato un segno che la loro voce è presente nell’attuale amministrazione.
«Marciamo per proteggere i non nati; marciamo per proclamare e vivere la sacra verità che ogni singolo bambino è un miracolo e un dono di Dio», ha dichiarato il Vicepresidente J.D. Vance.
«Grazie per essere qui e grazie per aver marciato qui oggi; e soprattutto, nelle vostre opere, ci ricordate che la March for Life non è solo un singolo evento che si svolge in una gelida giornata di gennaio. La March for Life è il lavoro del movimento pro-vita ogni singolo giorno da questo momento in poi».
E ha concluso: «È una gioia e una benedizione lottare per i non nati, lavorare per i non nati e marciare per la vita! Dio vi benedica tutti e grazie per avermi invitato. È un onore essere con voi».
I pro-vita hanno anche avuto il piacere di ascoltare il Presidente della Camera Mike Johnson e un video messaggio del Presidente Donald Trump.
È tempo di verificare la realtà della causa pro-vita
I volontari della TFP americana hanno distribuito un volantino intitolato «Time for a reality check in the pro-life cause» [È ora di verificare la realtà della causa pro-vita: N.d.T.]. L’accattivante volantino indica quattro nuove realtà di cui il movimento pro-vita deve essere consapevole per la battaglia futura.
Le quattro realtà che il movimento pro-life deve vedere sono che:
- non ci sono moderati nella causa pro-aborto;
- la posizione pro-aborto non è invincibile;
- le dinamiche della battaglia pro-vita sono cambiate;
- non possiamo evitare la necessità di cambiare la cultura.
Questa dichiarazione della TFP sottolinea che senza affrontare la radice del problema – la rivoluzione sessuale – non ci sarà un’America veramente pro-vita.
«La morale non è negoziabile. Dobbiamo mantenere la rotta come abbiamo fatto negli anni. Non ci stancheremo in questo senso. Saremo soddisfatti solo di una vittoria completa».
La battaglia non è finita
Questo ciclo elettorale ha visto molte vittorie per il movimento pro-vita, ma deve ancora insistere nell’attacco per creare una cultura della virtù e rendere impensabile il peccato dell'aborto e della promiscuità.
Con la grazia di Dio e la perseveranza di migliaia di pro-vita che offrono ore di preghiera e sacrifici al freddo, sotto la pioggia e talvolta anche in prigione, questa battaglia sarà vinta.
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