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giovedì 5 dicembre 2024

LE MAGNIFFICHE CRONICHE DI ROMA di mons. Eleuterio Favella: sulla nuova papamobile elettrica in dono a Papa Francesco

Per tramite del suo segretario diacono Ambrogio Fidato abbiamo ricevuto la seguente segnalazione cronichistica da S.E.R. Mons. Eleuterio Favella.
La «magniffica cronica di Roma» si riferisce alla notizia secondo la quale la casa automobilistica Mercedes-Benz, nel pomeriggio di mercoledì 4 dicembre, ha regalato a papa Francesco una nuova auto scoperta Classe G dotata di moderne tecnologie, completamente elettrica e prodotta appositamente per lui. Nel pomeriggio, in Vaticano, l’amministratore delegato Ola Källenius e i membri del team coinvolto nella produzione hanno consegnato al Pontefice il veicolo unico fatto a mano e basato sulla nuova Classe G elettrica. «Grande attenzione è stata prestata alle emissioni zero: d’altronde il Vaticano si è posto l’obiettivo di rendere ogni suo veicolo completamente privo di emissioni entro il 2030» (QUI).
Grati a Sua Eccellenza Reverendissima per il rinnovato privilegio della sua considerazione nel volerci segnalare le «magniffiche croniche di Roma, de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario», ed inginocchiati al bacio dell’anello, ci professiamo imperituramente suoi servitori umilissimi.

L.V.

«Eravi quel mattino schierati nella corte carraia dell’appostolecho Palagio al Quirinale gli armati del sig. Papa colla guardia nobbele et bocche da foco et eravi congregati il Senator de Roma colla municippalità et Decurioni, l’Ambassadori del re cristianissimo et del rege catholico, del rege di Pollonia, il plenipotentiario della Maestà Cesarea et altri ministri delli Stati accreditati appresso la Santa Sedia, per assister nella papal pompa alla consegna della novella Chinea che all’Augustissimo Pontiffice fa annualmente il rege di Neapoli et Sicilia, che quest’anno obedisce alle novelle enciccliche et salutifere disposittioni del Beatissimo papa Francisco di talché il sovrano cum corteggio delli grandi nobbeli infra quali spiccava il prence di Torella don Diego Caracciolo e il prence di San Severo duca Serra di Cassano, una cum il ministro conte Sanfelice et baroni di Sicilia, eran anziosi ch’a Montecavallo la Santetà Sua arrivasse portato sull’appostolecha trainella et quando li multi forzati che recavan di peso l’augustissimo pondo comparver a piè del colle Quirinale la folla de poppolazzo & civili & istranieri che s’era aggreghata in attesa della faustissima cirimogna fea signal de gran festagione epperò nanti il corteggio apostolecho procedeva monsegnor Carlo Erba, crociphero dell’apostolecho oratorio di Santo Pellegrino, la qual cossa dovea far comprender che l’augusto stomacho, etiam pella longa scharpinata de Sancta Marta, dovea tener qualche languore ac consquenter l’apostolecho umore era sossopra, et il treno solennissimo intravit nella papal reggia coll’homaggio delli armati & svizzeri & guardia nobbile et dipoi ancho le complimentationi del Sovrano che s’accostò alla lettiga per omaggiar il Santo Anello, epperò vide il Beatissimo che non trattavasi di mula bianca, ond’egli l’anni passati avea fatto far salsicce & specciatino & cotenne & polpette pel desnare et coletioni mattinali, epperò di cocchio solennissimo, sibben aurato colli colori pontifficj, di novella teutonica fattura vistosi che la riggina del Napoli era elettrice di Sassonia alla nascita et il rege appunto facea rifferimento a tal degnatione dell’augusta mugliere nell’allocutione di saluto al Beatissimo il qual, di molto contrariato & rabbujato nel volto augustissimo alla vista del velocippede che sostituì la mula dette ordene de girar la trainella et tornar a sancta Martha laonde non saltare alimen la quarta coletione mattinale, conciossiaché mons. Secretario disse all’auguste oreglie ch’era proprio in obligatione alle nove disposittioni d’esso Papa pell’aria polita & la politia di cloaca & mitigatione delle calure & altre fregnacce appostoleche, ut comandato etiam al prence di Montenevoso sor Bepi de Longhi, camerario appostolecho, ma respuose quasi in sollio il sig. Papa che l’ordini suoi s’appicicavan ad altri et civili, et clerici et religgiosi ma che esso Pomtiffice, in gratia del brocardo “Prima sedes a nemine judicatur”, era et saria semper “legibus solutus”, et principalmente dalle norme sul magro et mezzo magro et imperocché non poteasi mangiar il teutonico carro, neppur per modo di brodi aut sughi aut infra diaccio, era accussì gran offensione pella Suprema Cathedra et etiam denuntia indegna dell’Appostolecha Legatia et dinanzi a tanta sapientia de canoni et de doctrina tucti s’inchinaron al passar dell’augusta trainella dicendo “Che gran papa tenemo!” aut “O quanta pomteffical sapientia!” aut “Che strucchion de’ pomtiffice!” et alia qui se ometton et pella degnittà della Sede apostolecha et pella riverentia del Sovrano ivi presente et pella bona fama di color che leggon etc.»

da «Le magniffiche croniche di Roma sotto l’augustissimo ponteficato del Ss.mo Signor Nostro papa Francesco» de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario, appresso la stamperia Medicea con privileggio - Libro VI


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