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mercoledì 11 gennaio 2023

Il Card. Sarah su Traditionis Custodes #traditioniscustodes #benedettoxvi

Pubblichiamo la traduzione di un articolo QUI, dal blog Secretum Meum Mihi, che propone la traduzione spagnola di una risposta del Cardinal Robert Sarah, all'interno di una più ampia intervista, QUI il rimando all'originale in francese su Valeurs Actuelles.
"Non dovremmo forse ammettere che molte celebrazioni li deludono, che non vi trovano ciò di cui la loro anima è profondamente assetata? Molte liturgie desacralizzate li lasciano affamati. [...] Regna nella Chiesa un profondo malessere e una vera sofferenza  riguardo alla liturgia".
Questa traduzione è stata realizzata grazie alle donazioni dei lettori di MiL.
Luigi

Il cardinale Sarah su Traditionis Custodes: "Regna nella Chiesa un profondo disagio e una vera sofferenza  riguardo alla liturgia"
Secretum Meum Mihi, venerdì 23/12/2022

Valeurs Actuelles, 22 dicembre 2022, presenta un'intervista al Cardinale Robert Sarah, prefetto emerito del Dicastero per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti. Traduzione di Secretum Meum Mihi di una delle risposte in cui gli viene chiesto specificamente del motu proprio Traditionis Custodes.

Il motu proprio Traditionis Custodes ha suscitato molte incomprensioni e scoraggiamento tra i cattolici legati al rito tradizionale: cosa dire ai sacerdoti che celebrano in latino e che sono scoraggiati dall'ostilità che subiscono? Come spiegare la discrepanza tra il successo di questa liturgia, soprattutto tra i giovani, e la diffidenza che suscita in una parte della Chiesa?

La liturgia non è un aspetto secondario, ma esprime e modella il nostro modo di entrare in relazione con Dio. La liturgia non è una vaga scelta opzionale, ma una fonte fondamentale dell'anima cristiana. È il riconoscimento, la venerazione e la celebrazione dei misteri cristiani e dell'azione divina. Le forme di culto danno forma alla nostra cultura cristiana. Infatti, nella liturgia, tutti i nostri gesti e tutte le nostre parole sono stati purificati e cesellati da secoli di esperienza cristiana. La liturgia obbedisce a schemi codificati, ereditati da mille generazioni.
Ogni anima cerca Dio, la sua grandezza, la sua maestà e la sua bellezza.
Ma dobbiamo avere il coraggio e la lucidità di renderci conto che la liturgia cattolica oggi è malata. Lo stesso Papa Francesco lo ha sottolineato. Perché tanti giovani sono affascinati dalla liturgia antica? Siamo onesti. Sarebbe troppo facile decretare consapevolmente che tutti hanno un bisogno psicologico sbagliato di identità. Non dovremmo forse ammettere che molte celebrazioni li deludono? Che non vi trovano ciò di cui la loro anima è profondamente assetata? Molte liturgie desacralizzate li lasciano affamati.

Ogni anima cerca Dio, la sua grandezza, la sua maestà e la sua bellezza. Ma ci si può avvicinare a Dio solo con soggezione, rispetto religioso e tremore filiale. Abbiamo bisogno di segni sacri per andare da Lui. Il nostro corpo deve inginocchiarsi perché la nostra anima possa essere abbracciata da Dio. Dobbiamo allontanarci dal profano di tutti i giorni, affinché Dio ci prenda per mano e ci conduca al Suo cuore sacro. A volte si pensa che la liturgia debba essere resa più accessibile con l'uso di musica profana, con atteggiamenti artificialmente rilassati, con la rimozione delle separazioni sacre e il livellamento architettonico delle chiese. È una tragica illusione. Tutte queste opzioni ci allontanano da Dio invece di avvicinarci.

Visto che mi chiedete del motu proprio Traditionis custodes, voglio essere esplicito. Regna nella Chiesa un profondo malessere e una vera sofferenza  riguardo alla liturgia. Questo dimostra che la riforma voluta dal Vaticano II non è completa. Non ha ancora trovato il suo punto di equilibrio.

Benedetto XVI, fedele lettore del Concilio Vaticano II, ci ha insegnato definitivamente che l'antica liturgia e la nuova liturgia non sono in contraddizione o in contrapposizione, che vanno pensate in organica continuità. Si tratta di un insegnamento ormai consolidato. Papa Francesco, da parte sua, ci ha ricordato che queste due liturgie non devono svilupparsi l'una accanto all'altra come due mondi estranei l'uno all'altro. Ha anche insegnato con forza che il Concilio Vaticano II dovrebbe guidare e illuminare la pratica di queste due liturgie. Troppo spesso, però, le liturgie parrocchiali non sono fedeli al Concilio. Per esempio, il canto gregoriano è al primo posto come quello [il Concilio n.d.t.] richiede?

D'ora in poi, per gli anni a venire, sarà compito di vescovi e papi trarre le conseguenze pratiche. È vero che la pratica liturgica attuale deve evolversi. Deve integrare i migliori elementi del antico alla luce del Concilio. La celebrazione orientata ad Deum o verso la Croce, l'ampio uso del latino, l'uso dell'antico offertorio o delle preghiere dette "ai piedi dell'altare", il posto importante dato al silenzio sono per me elementi che permetterebbero di raggiungere - finalmente - la pace liturgica e di realizzare la riforma che il Vaticano II voleva veramente e che non abbiamo ancora raggiunto.

2 commenti:

  1. S.E il Card. Sarah è pertinente e misurato, come sempre

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  2. “Il nostro corpo deve inginocchiarsi perché la nostra anima possa essere abbracciata da Dio”.
    Posizione personalissima e discutibile. In molte culture non esiste il concetto di inginocchiarsi per esprimere rispetto, eppure ci sono cattolici anche là.

    E la tiritera delle liturgie che non soddisfano o annoiano anche basta. Sembra che la Messa sia uno spettacolo e chi celebra male o con fare svogliato si trova tranquillamente anche tra i preti che celebrano la forma straordinaria. Sono uomini come tutti anche loro.

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La Redazione