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S. E. il Card. Nzapalainga (foto: La Croix) |
Qui una breve biografia del Cardinal Nzapalainga, il più giovane del Sacro Collegio, dal sito dalla S. Sede. Roberto
Questo articolo è apparso
sulla rivista Cardinalis.
Cardinale Dieudonné Nzapalainga -- BIOGRAFIA
Quando
nel 2016, a soli 49 anni,
venne nominato cardinale da Papa Francesco, Dieudonné Nzapalaing era il membro
più
giovane che
faceva ingresso nel Collegio cardinalizio. Era anche il primo prelato della Repubblica
Centrafricana che riceveva il galero rosso.
Conosciuto come instancabile pacificatore in un Paese lacerato da
conflitti interni, Papa Francesco scelse l'arcivescovo
centrafricano dopo aver visitato la RCA al culmine della guerra
civile che la dilaniava, nel 2015. È il primo ecclesiastico nato dopo il Concilio
Vaticano II ad essere elevato al Collegio Cardinalizio.
“Questa nomina dimostra che Dio non
dimentica i piccoli e i poveri che hanno fiducia in Lui”, disse il cardinal Nzapalainga quando
conobbe la notizia.
“Attesta l’impegno della nostra Chiesa per il dialogo finalizzato al servizio,
alla riconciliazione e alla pace”.
Nato il 14 marzo 1967 a Mbomou, nella diocesi Centrafricana di Banhassou, Dieudonné Nzapalainga
ha
partecipato ai seminari di
diverse nazioni francofone: prima al seminario minore della sua diocesi,
poi al seminario maggiore in Camerun e infine al seminario maggiore Spiritano a Libreville, in Gabon. Ha professato i voti perpetui nella Congregazione dei Padri Spiritani
nel 1997 ed è stato ordinato sacerdote nel 1998.
Dopo aver conseguito la laurea in teologia
presso il Jesuit Centre Sèvres in Francia, padre Nzapalainga ha trascorso sette
anni a Marsiglia come cappellano di un orfanotrofio e come viceparroco. Nel 2005 è stato richiamato in RCA per prestare servizio come superiore regionale, dove ha rapidamente fatto
carriera diventando presidente della
Conferenza dei Superiori Maggiori dell’Africa Centrale dal
2008-2009. Viene
nominato arcivescovo metropolita di Bangui nel
2012 da Benedetto XVI.
Il cardinale Nzapalainga è presidente della conferenza
episcopale del suo Paese dal 2013 ed è stato padre sinodale sia nell'Assemblea Generale del Sinodo Straordinario dei Vescovi sulla Famiglia nel 2014 che nel Sinodo dei giovani del 2018.
Impegnato personalmente nel processo
di pace nel suo Paese, ha preso parte a numerose iniziative interreligiose. Come Papa Francesco, considera che sia il conflitto della Repubblica
centrafricana che altri conflitti simili, sono conflitti politici e legati al traffico di armi e non motivati dalla religione. Egli tenta, dice, “di disarmare i cuori e le
menti”.
“Ho sempre affermato che questo non è un conflitto
religioso tra musulmani e cristiani”, disse alla stampa nel 2017. “È un conflitto
politico-militare. Da una parte ci sono persone armate e dall'altra
la fede e la religione che vengono utilizzate e manipolate a scopo politico. Vogliamo che tutti i fronti chiedano ai guerrafondai di
deporre le armi, instaurare un
dialogo e creare la pace nel Paese”.
In un libro del 2021 intitolato Je
suis venu vous apporter la Paix (Sono venuto a portarvi la pace), il cardinale riflette sulla sua vita di sacerdote Spiritano. Afferma anche che la mancanza
di sicurezza
della sua nazione è stata “alimentata da attori locali e internazionali” e da gruppi armati
che controllano le aree del paese ricche di minerali. Ha ricordato la
sua collaborazione con il capo della Comunità Islamica Centrafricana e con il leader dell'Alleanza evangelica del
Paese. La guarigione, scrive il cardinale Nzapalainga, “dovrebbe partire dal cuore
delle persone comuni e nelle comunità in cui vivono”.
Vatican News afferma che il cardinale è “una delle
persone più ascoltate su questioni che riguardano la Repubblica Centrafricana” e anche che la visita di Francesco nella Repubblica Centrafricana, nel 2015, è stata “come una luce che entra
nell'oscurità” poiché “eravamo prigionieri della violenza, prigionieri della
disperazione, dell'angoscia”. La visita del Papa, ha aggiunto, “ci ha unito, ci
ha portato la pace, ci ha portato la speranza”.
Durante il sinodo dei giovani del 2018
il cardinale Nzapalainga disse che una delle questioni chiave era: “Cosa cerca di dirci Dio tramite i giovani?” e che era cruciale
incoraggiare i fedeli a trasmettere la fede alle generazioni più giovani e far sì che queste la condividano.
Il cardinale Nzapalainga, che è stato
anche presidente della Caritas nella Repubblica Centrafricana, ha ripetuto
quanto detto
dal Papa sulle migrazioni, raccontando
al sinodo dei giovani che a volte gli immigrati sono “trattati come
animali”
o accolti solo se utili, ma ha sottolineato “sono esseri umani e come tali
dovrebbero essere trattati”.
Nel 2017 e durante il periodo in cui è
stato responsabile della Caritas, al cardinale venne segnalato che padre Luk Delft, belga da lui
nominato capo della
Caritas nonostante una condanna del 2012, era un sacerdote abusatore.
L'Associated Press riferisce che il cardinale rimosse il sacerdote su suggerimento di una commissione per le denunce,
anche se Andre Azzopardi, dal 2018 responsabile della salvaguardia e
dell'integrità di Caritas Internationalis, assicura che “nel 2017 non è stato fatto
abbastanza”. Azzopardi ha anche affermato che una persona con il passato di padre Delft “non sarebbe mai dovuto entrare nella famiglia
della Caritas, figuriamoci diventarne direttore”.
I cittadini della Repubblica Centrafricana si sono rallegrati alla notizia della scelta del loro cardinale. Il cardinale
Nzapalainga, sorridente e gioioso, parla sanhgo e francese ma non
inglese.
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