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giovedì 27 febbraio 2020

Caltanissetta, tutti in processione per la pioggia

Qualche vescovo e sacerdote che ci credono ancora.
Luigi

L’Isola nella morsa della siccità, sfilano a centinaia. 
I riti antichi ai tempi delle app. «Ma non è magia»
di Salvo Toscano

In Sicilia non piove, i terreni rischiano di andare in malora e allora si torna a chiedere, come si faceva una volta, aiuto al Padreterno. Succede ancora, ai tempi delle app e dei modelli matematici che sezionano il meteo fino all’ultimo dettaglio, nella Sicilia profonda, dove in questi giorni si moltiplicano le processioni di penitenza per chiedere la pioggia. Una prassi che certamente parla della disperazione degli agricoltori isolani alle prese con una siccità e un caldo fuori stagione che minacciano effetti disastrosi; ma che squarcia il tempo e riporta a epoche lontane.

Antica tradizione

Domenica in seicento si sono raccolti in preghiera nel Nisseno, vicino a Marianopoli (CL), in quello che è tradizionalmente il granaio della Sicilia. Dove si è organizzata una processione per «invocare» la pioggia, con la partecipazione della Diocesi, rinnovando l’antica tradizione delle rogazioni, preghiere, atti di penitenza e processioni propiziatorie. La processione è partita dal Santuario del Signore di Bilici (che è meta di pellegrini durante tutto l’anno), dopo la messa ad petenda pluviam («per chiedere la pioggia») celebrata dal vicario generale, monsignor Giuseppe La Placa. I fedeli, accorsi anche dai comuni vicini, hanno portato in processione il Crocifisso di Bilici e il protettore degli agricoltori Sant’Antonio Abate, per implorare la fine della siccità. «Durante l’omelia ho detto che non è un rito magico o una superstizione — spiega al Corriere il monsignore —. Per prima cosa chiediamo al Signore che ammorbidisca il nostro cuore con la pioggia della sua grazia. Tutto si rifà sempre a una catechesi che mira soprattutto a far crescere la fede delle persone». Nel Vallone in provincia di Caltanissetta l’attività principale è l’agricoltura e il rischio di un raccolto magrissimo spaventa i contadini. «Sono preoccupatissimi, per la semina del grano serve la pioggia», dice monsignor La Placa, che ricorda come per secoli la Chiesa abbia celebrato regolarmente questo tipo di momenti di preghiera. Iniziative analoghe si sono svolte in questi giorni anche in altre parti della Sicilia. Una processione penitenziale è partita nei giorni scorsi dalla chiesa degli Agonizzanti di Carini e si è snodata per le vie del paese in provincia di Palermo per chiedere la pioggia. Si è pregato in processione anche nel Trapanese, a Gibellina e a Poggioreale, con invocazioni a Sant’Antonio da Padova [probabilmente, almeno dalla foto, è S. Antonio Abate).
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3 commenti:

  1. Peccato che i vescovi di Puglia non abbiano ritenuto di seguire l'esempio per scongiurare i disastri provocati dalla Xilella.

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  2. Ricordatemi quale fu il santo parroco, forse proprio santo canonizzato, che ai contadini accorsi per la processione ad petendam pluviam rimproverò: Gente di poca fede, siete tutti venuti senza ombrello !

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  3. Ma se la meritano la pioggia ?

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