Catania. Alcuni Sacerdoti del capoluogo etneo ci hanno segnalato le foto di una pagina pubblica di un social che si riferiscono alla marcia della fratellanza cristiano-islamica di sabato 28 settembre guidata dall'Arcivescovo Mons.Salvatore Gristina, che vediamo nella prima foto, sfilare per le vie dello splendido centro storico dietro un vistoso cartellone che riporta il noioso slogan antistorico che vuole presentare il Serafico Padre San Francesco d'Assisi come l'iniziatore del "dialogo interreligioso" fra cristiani e musulmani.
Per le prime foto di rito sono stati utilizzati ( gli unici?) quattro giovani studenti presenti
Per le prime foto di rito sono stati utilizzati ( gli unici?) quattro giovani studenti presenti
alla manifestazione"cristiani e musulmani strumenti di pace" che a giudicare dal notevole numero dei fedeli cristiani, tutti felici e contenti, pare ben riuscita: andiamo con gioia incontro ad Allah!
Assenti i giovani: sicuramente impegnati altrove i molti fedeli che hanno sfilato sono stati poi accolti in piazza Cutelli da (Sua Eccellenza) l'Imam Kheit Abdelhafid che avrà ben a sperare che i cui successori forse saranni i supremi rappresentanti della religione maggioritaria a Catania, in Sicilia, in Italia e in Europa.
L'evento di Catania è stato enfatizzato anche dall'Agenzia SIR
“Sulle orme di Francesco… cristiani e musulmani strumenti di pace”. È questo il tema della Marcia per la pace in programma domani pomeriggio a Catania, con partenza alle 18 da piazza Duomo. L’iniziativa, promossa dalle fraternità della zona etnea “S. Elisabetta d’Ungheria” e dall’Ordine francescano secolare (Ofs) di Sicilia, sarà l’occasione per dare il via alla celebrazione dell’ottavo centenario dell’incontro tra san Francesco d’Assisi e Malik al Kamil, sultano d’Egitto, avvenuto a Damietta presumibilmente nel settembre del 1219, mentre infuriavala V crociata. (Sic! Infuriava la Quinta crociata: non infuriava semmai la sanguinosa persecuzione dei cristiani per mano degli islamici? Ci complimentiamo per questa "squisitezza storica" con l'Agenzia di stampa cattolica SIR che gode del sostegno della CEI N.d.R.)
“Anche in Sicilia, ed in special modo a Catania – spiega una nota dell’arcidiocesi -, si è voluto fare memoria dell’’incontro di Damietta sul modello di quella significativa esperienza di dialogo e collaborazione tra le massime autorità spirituali dei cristiani e dei musulmani avvenuta lo scorso 4 febbraio 2019, ad Abu Dhabi, dove Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb, sottoscrissero il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”.
La marcia di domani, che sarà guidata dall’arcivescovo di Catania, mons. Salvatore Gristina, farà tappa nella moschea della Misericordia. Prevista l’accoglienza dei partecipanti in piazza Cutelli da parte dell’imam Kheit Abdelhafid a nome della comunità islamica catanese.
In piazza verranno presentate esperienze e testimonianze di dialogo, amicizia e fraternità tra cristiani e musulmani.
Dopo i saluti del sindaco Salvo Pogliese, l’arcivescovo e l’imam leggeranno un Messaggio alla città. Come segno di pace verrà piantumato un ulivo prima dello svelamento della lapide commemorativa."
La marcia di domani, che sarà guidata dall’arcivescovo di Catania, mons. Salvatore Gristina, farà tappa nella moschea della Misericordia. Prevista l’accoglienza dei partecipanti in piazza Cutelli da parte dell’imam Kheit Abdelhafid a nome della comunità islamica catanese.
In piazza verranno presentate esperienze e testimonianze di dialogo, amicizia e fraternità tra cristiani e musulmani.
Dopo i saluti del sindaco Salvo Pogliese, l’arcivescovo e l’imam leggeranno un Messaggio alla città. Come segno di pace verrà piantumato un ulivo prima dello svelamento della lapide commemorativa."
La realtà storica del famoso "incontro" di Damietta ci viene descritta anche dal punto di vista spirituale dalla storica Cristina Siccardi: "... in quell’anno, il 1219, frate Francesco organizzò un’ardita spedizione missionaria dei suoi frati fra gli islamici.
Per portare la Buona Novella furono scelti Berardo, Ottone, Pietro, Accursio, Adiuto, i primi tre erano sacerdoti, gli altri due fratelli laici. Umbri, originari del ternano, furono fra i primi ad abbracciare la vita minoritica, ma furono anche i protomartiri dell’Ordine francescano.
La loro opera di predicazione si svolse nelle moschee di Siviglia, in Spagna.
Vennero catturati, malmenati e condotti davanti al sultano Almohade Muhammad al-Nasir, detto Miramolino; in seguito furono trasferiti in Marocco con l’ordine di non predicare più in nome di Cristo.
Nonostante questo divieto i cinque missionari continuarono a diffondere la Verità e il Vangelo, e per tale ragione furono nuovamente imprigionati.
Dopo essere stati sottoposti più volte alla fustigazione, furono decapitati nelle terre della Mezzaluna il 16 gennaio 1220. Le loro salme vennero trasferite a Coimbra.
Fu allora che Fernando Martins de Bulhões, che aveva precedentemente conosciuto i martiri, durante il loro passaggio in Portogallo per essere diretti in Marocco, prese la decisione di entrare tra i Francescani. Divenne fra’Antonio, futuro sant’Antonio da Padova.
La menzogna di un san Francesco antesignano del dialogo ecumenico ed interreligioso è una fake-news.
Tutte le fonti storiche coeve a san Francesco, senza interpretazioni di sorta, parlano della volontà di frate Francesco di incontrare più volte gli islamici «per sete di martirio».
Anche Dante, vicino agli accadimenti, scrive così nella Divina Commedia: «Per la sete del martiro nella presenza del Soldan superba predicò Cristo e l’altri che ‘l seguiro» (Paradiso XI, 100-102).
La drammaticità di quell’evento, che non fu una passeggiata di chiacchiere stucchevoli, ma una spedizione missionaria, è mirabilmente rappresentata nella Prova del fuoco di Giotto, undicesima delle ventotto scene del ciclo di affreschi delle Storie di san Francesco della Basilica superiore di Assisi.
Qui si vede san Francesco invitare i capi musulmani, presenti alla corte del Sultano, entrare – ma essi scappano – con lui nel fuoco, per dimostrare che Cristo è vero Dio, mentre il dio islamico è un’impostura." (Cfr. Corrispondenza Romana QUI)
Francesco incontrò si il sultano di Egitto ma lo ammonì d convertirsi a Cristo altrimenti le guerre non sarebbero mai cessate. Ormai la Chiesa è invasa da truffatori, teologi, esegeti catechisti ordinati o no etc. , che fanno dire ai testi cose opposte a quelle scritte, Quei perdigiorno al servizio di ideologie, anticristiana, benedetti da Bergoglio manipolatore della dottrina cattolica e della storia, visto che sono così bene equipaggiati chi li paga ? Stanno facendo finta di leggere le Fonti francescane che però non hanno l' onestà di leggere al popolo al quale negano la verità.
RispondiElimina"Sulle orme di Francesco", cioè di Bergoglio.
RispondiEliminaDal sito Bastabugie: Non è un caso che anche Papa Francesco, nella sua visita ad Assisi qualche anno fa, abbia sentito proprio il bisogno, lui che di solito predilige forme espressive non troppo dure, di precisare con forza come fra la pace francescana ed il pacifismo corra letteralmente un abisso. «La pace francescana - ha detto il Santo Padre - non è un sentimento sdolcinato. Per favore: questo san Francesco non esiste! E neppure è una specie di armonia panteistica con le energie del cosmo... Anche questo non è francescano! Ma è un'idea che alcuni hanno costruito! La pace di san Francesco è quella di Cristo, e la trova chi "prende su di sé" il suo "giogo"». Peccato che tutto questo sarà definitivamente spazzato via dal sinodo amazzonico.
RispondiEliminaIn altri termini, predicare bene e razzolare male da parte di chi, per primo, dovrebbe testimoniare ciò che afferma !
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