Giuriamo, non è un falso (grazie all'amico Giovanni per la segnalazione).
Leggere per capire a che punto siamo arrivati sui nuovi "contro valori non negoziabili"; questa volta in tema ecologico
Tutto questo, la “pace”, la “giustizia”, la “salvaguardia del creato”, i valori del “regno” sui quali si dovrebbe realizzare il consenso universale e la relativizzazione (consenso comune) delle religioni e delle dottrine –«si rivela un insieme di chiacchiere utopistiche prive di contenuto reale» (Joseph Ratzinger-Benedetto XVI,Gesù di Nazaret,I, trad. it, Rizzoli, Milano 2007, p. 78).
Riproduciamo alcuni stralci del Messaggio.
L
Messaggio Cei. Sul Creato agire subito. E mai rassegnarsi
martedì 5 giugno 2018
Nel Messaggio per la 13ª Giornata nazionale per la Custodia del Creato focus sulla campagna di disinvestimento dalle fonti fossili e la promozione del lavoro dignitoso in ottica ambientale
Pubblichiamo il Messaggio per la 13ª Giornata nazionale per la Custodia del Creato che sarà celebrata il prossimo 1° settembre 2018. Titolo del Messaggio è “Coltivare l’alleanza con la terra”.
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Contro la rassegnazione
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Così talvolta si fa strada un senso di impotenza e di disperazione, come fossimo di fronte ad un degrado inevitabile della nostra terra. Papa Francesco nell’Enciclica Laudato si ’invita però a non cedere alla rassegnazione. Proprio quei nn. 23-26, che testimoniano della gravità del mutamento climatico in atto, mettendo in guardia contro forme di negazionismo antiscientifico,evidenziano anche come esso sia legato in gran parte a comportamenti umani, che possiamo modificare. Il II capitolo della stessa Enciclica sottolinea, d’altra parte come quel mondo creato, che ci è dato come dono buono, sia anche affidato alla cura delle nostre mani, per custodirne l’abitabilità preziosa. E c’è negli esseri umani «una capacità di reagire, che Dio continua ad incoraggiare dal profondo dei nostri cuori» (Enciclica Laudato si’, n. 205).
Operare in forme attive e lungimiranti
Ecco, allora, che lo sguardo preoccupato per la devastazione del territorio a seguito del riscaldamento globale dovrà farsi attiva opera di prevenzione. Si tratterà, da un lato, di proteggere città e campagne con serie misure di adattamento, in grado di favorire la resilienza di fronte ad eventi estremi. Si tratterà, però, soprattutto, di promuovere un’azione di mitigazione, che contribuisca a contenere i fattori che li determinano. Particolare rilievo avrà in tal senso la Conferenza internazionale Cop 24, che si terrà a Katowicze in Polonia nel dicembre 2018: l’occasione per ripensare ed approfondire le iniziative contro il mutamento climatico avviate tre anni fa dalla precedente Cop 21 svoltasi a Parigi. Sarà importante che l’Italia svolga un ruolo attivo e lungimirante in tale contesto, proponendo impegni realistici ed ambiziosi per l’azione della comunità internazionale. Il criterio sarà quello di un bene comune inteso in prospettiva ampia, ad includere le generazioni future e tutte le creature.
Nella stessa direzione - della costruzione di una società decarbonizzata - dovranno pure andare scelte efficaci da parte del nostro paese nel campo della politica e dell’economia ambientale. Sarà così possibile collegare la promozione di un lavoro dignitoso con una attenzione forte per l’ambiente, riprendendo ed approfondendo le indicazioni della Settimana Sociale svoltasi a Cagliari nel 2017. La vocazione umana a coltivare la terra non può che andare di pari passo con quella a custodirla.
Una prospettiva pastorale
Ma la sfida non interessa solo l’economia e la politica: c’è anche una prospettiva pastorale da ritrovare, nella presa in carico solidale delle fragilità ambientali di fronte agli impatti del mutamento, in una prospettiva di cura integrale. Occorre ritrovare il legame tra la cura dei territori e quella del popolo, anche per orientare a nuovi stili di vita e di consumo responsabile, così come a scelte lungimiranti da parte delle comunità.Molte le iniziative prese in tal senso da diocesi ed associazioni; si pensi alla rilevanza della campagna per il disinvestimento da fonti energetiche non rinnovabili o alle molte altre indicazioni per vivere in forma comunitaria la conversione ecologica(Laudato si’, n.217). Ma c’è anche una prospettiva spirituale da coltivare: papa Francesco ricorda che «la pace interiore delle persone è molto legata alla cura dell’ecologia e al bene comune, perché, autenticamente vissuta, si riflette in uno stile di vita equilibrato unito a una capacità di stupore che conduce alla profondità della vita» (Laudato si’, n.225). Ed occorre anche dar fondamento a tale attenzione, inserendola sistematicamente nei corsi di formazione per tutti coloro che esercitano responsabilità nella comunità ecclesiale.
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La Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro la giustizia e la pace
La Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo
https://www.avvenire.it/economia/pagine/i-vescovi-coltivare-l-alleanza-con-la-terra
La CEI e il suo presidente si occupino, prima di ogni altra cosa, di promuovere una vera evangelizzazione, e non solo di equivoci proclami socio-ecologici che tutti sono capaci di strillare, che riporti alla fede nel Creatore come lo professa il cristianesimo, senza la quale non si avrà mai il rispetto della Sua opera e di quel patto divino stabilito con Noé, perché fu il solo uomo a conservare la fede in Lui.
RispondiEliminaSenti chi parla di "non rassegnazione"... Ci hanno convinto che queste invasioni di stranieri sono ineluttabili e parlano ancora? Certo clero doveva impegnarsi direttamente in partiti politici di estrema sinistra, anziché rovinare la Chiesa e l'Italia! Questi preti non c'entrano nulla con il Vangelo, sono solo dei moralisti drogati di potere.
RispondiEliminaIl fatto è che il "Laudato si'" di san Francesco di Assisi si colloca su di un livello ormai incomprensibile per questi inqualificabili CEInomani.
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