S u p p l i c a
Al Santo Padre BENEDETTO XVI
Sommo Pontefice, felicemente regnante,
affinché voglia promuovere un approfondito esame del pastorale Concilio Ecumenico Vaticano II
Al Santo Padre BENEDETTO XVI
Sommo Pontefice, felicemente regnante,
affinché voglia promuovere un approfondito esame del pastorale Concilio Ecumenico Vaticano II
Santità,
Mons. Brunero Gherardini, sacerdote della diocesi di Prato e canonico della Basilica di S. Pietro, già Ordinario di Ecclesiologia nella Pontificia Università Lateranense e Decano dei teologi italiani, ha rivolto alla Santità Vostra nel 2009 una accorata quanto rispettosa Supplica, mirante ad ottenere l’autorizzazione all’inizio di un ponderato e pubblico discorso critico sui testi del Vaticano II. A questa Supplica si è idealmente associato nel 2010 il prof. Roberto de Mattei, docente di Storia della Chiesa e del Cristianesimo all’Università Europea di Roma, vice presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Nella sua Supplica, il prof. Gherardini ha scritto:
“Per il bene della Chiesa – e più specificamente per l’attuazione della ‘salus animarum’ che ne è la prima e ‘suprema lex’ – dopo decenni di libera creatività esegetica, teologica, liturgica, storiografica e “pastorale” in nome del Concilio Ecumenico Vaticano II, a me pare urgente che si faccia un po’ di chiarezza, rispondendo autorevolmente alla domanda sulla continuità di esso – non declamata, bensì dimostrata – con gli altri Concili e sulla sua fedeltà alla Tradizione da sempre in vigore nella Chiesa. Sembra, infatti, difficile, se non addirittura impossibile, metter mano all’auspicata ermeneutica della continuità [con tutto il Magistero precedente], se prima non si sia proceduto ad un’attenta e scientifica analisi dei singoli documenti, del loro insieme e d’ogni loro argomento, delle loro fonti immediate e remote, e si continui invece a parlarne solo ripetendone il contenuto e presentandolo come una novità assoluta.
Un esame di tale e tanta portata trascende di gran lunga le possibilità operative d’una singola persona, non solo perché un medesimo argomento esige trattazioni su piani diversi – storico, patristico, giuridico, filosofico, liturgico, teologico, esegetico, sociologico, scientifico – ma anche perché ogni documento conciliare tocca decine e decine d’argomenti che solo i rispettivi specialisti son in grado di signoreggiare.
A ciò ripensando, da tempo era nata in me l’idea – che oso ora sottoporre alla Santità Vostra – d’una grandiosa e possibilmente definitiva mess’a punto sull’ultimo Concilio in ognuno dei suoi aspetti e contenuti. Pare, infatti, logico e doveroso che ogni suo aspetto e contenuto venga studiato in sé e contestualmente a tutti gli altri, con l’occhio fisso a tutte le fonti, e sotto la specifica angolatura del precedente Magistero ecclesiastico, solenne ed ordinario. Da un così ampio ed ineccepibile lavoro scientifico, comparato con i risultati sicuri dell’attenzione critica al secolare Magistero della Chiesa, sarà poi possibile trarre argomento per una sicura ed obiettiva valutazione del Vaticano II in risposta alle seguenti – tra molte altre – domande:
1.Qual è la sua vera natura?
2.La sua pastoralità – di cui si dovrà autorevolmente precisare la nozione – in quale rapporto sta con il suo eventuale carattere dogmatico? Si concilia con esso? Lo presuppone? Lo contraddice? Lo ignora?
3.È proprio possibile definire dogmatico il Vaticano II? E quindi riferirsi ad esso come dogmatico? Fondare su di esso nuovi asserti teologici? In che senso? Con quali limiti?
4.È un “evento” nel senso dei professori bolognesi [del prof. Giuseppe Alberigo e della sua scuola], che rompe cioè i collegamenti col passato ed instaura un’era sotto ogni aspetto nuova? Oppure tutto il passato rivive in esso “eodem sensu eademque sententia”?
È evidente che l’ermeneutica della rottura e quella della continuità dipendono dalle risposte che si daranno a tali domande. Ma se la conclusione scientifica dell’esame porterà all’ermeneutica della continuità come l’unica doverosa e possibile, sarà allora necessario dimostrare – al di là di ogni declamatoria asseverazione – che la continuità è reale, e tale si manifesta, solo nell’identità dogmatica di fondo. Qualora questa, o in tutto o in parte, non risultasse scientificamente provata, sarebbe necessario dirlo con serenità e franchezza, in risposta all’esigenza di chiarezza sentita ed attesa da quasi mezzo secolo”(1).
Nella sua recente, documentatissima, innovatrice storia del Vaticano II, che ha finalmente offerto al pubblico un quadro preciso, realistico delle tormentate e drammatiche vicende di quel Concilio, il prof. de Mattei, così concludeva:
“Al termine di questo volume mi sia permesso rivolgermi con venerazione a Sua Santità Benedetto XVI, nel quale riconosco quel successore di Pietro a cui mi sento indissolubilmente vincolato, esprimendogli un profondo ringraziamento per aver aperto le porte a un serio dibattito sul Concilio Vaticano II. A questo dibattito ribadisco di aver voluto offrire il contributo non del teologo, ma dello storico, unendomi però alle suppliche di quei teologi che chiedono rispettosamente e filialmente al Vicario di Cristo in terra di promuovere un approfondito esame del Concilio Vaticano II, in tutta la sua complessità ed estensione, per verificare la sua continuità con i venti Concili precedenti e per dissipare le ombre e i dubbi che da quasi mezzo secolo rendono sofferente la Chiesa, pur nella certezza che mai le porte degli Inferi prevarranno su di Essa (Mt 16,18)” (2).
Noi sottoscritti, da semplici credenti quali siamo, ci associamo integralmente a queste autorevoli e rispettose richieste. Sicuri di non mancare al nostro filiale rispetto nei confronti di Vostra Santità, ci permettiamo di aggiungere ad esse, ad ulteriore se pur sintetica illustrazione della delicata materia, alcune tra “le molte altre domande” che a nostro umile avviso sicuramente meriterebbero una risposta finalmente chiarificatrice, così come risultano dalle analisi del prof. Gherardini e dei teologi ed intellettuali che, sin dall’inizio del Postconcilio, si sono battuti per ottenere chiarezza sul Vaticano II:
5. Qual è il significato esatto da attribuire al concetto di “tradizione vivente” comparso nella costituzione Dei Verbum sulla divina Rivelazione? Nella sua recente fondamentale monografia sul concetto di tradizione cattolica, il prof. Gherardini ha sostenuto che nel Vaticano II si sarebbe verificata addirittura una “Rivoluzione Copernicana” nel modo di concepire la Tradizione della Chiesa, poiché non vi è chiaramente definito il valore dogmatico della Tradizione (DV, 8); vi si opera un’inusitata reductio ad unum delle due fonti della Divina Rivelazione (Scrittura e Tradizione) da sempre ammesse nella Chiesa e confermate nei dogmatici Tridentino e Vaticano Primo (DV, 9); vi compare addirittura un attentato al dogma dell’inerranza dei Sacri Testi (DV, 11.2), perché “ dopo aver affermato che tutto ciò che gli agiografi asseriscono viene dallo Spirito Santo, la caratteristica dell’inerranza viene attribuita solamente alla ‘verità salutare’ o ‘salvifica’, ad una parte del tutto (“veritatem, quam Deus nostrae salutis causae Litteris Sacris consignari voluit”). Ma se lo Spirito Santo ha ispirato tutto ciò che gli agiografi hanno scritto, l’inerranza dovrebbe applicarsi a tutto, non alle sole verità salvifiche. Il testo appare perciò illogico”(3).
6. Qual è il significato esatto da attribuire alla nuova definizione della Chiesa Cattolica, contenuta nella costituzione dogmatica (che tuttavia non definisce dogmi) Lumen gentium sulla Chiesa? Se essa coincide con quella di sempre – che solo la Chiesa cattolica è l’unica e vera Chiesa di Cristo perché l’unica ad aver mantenuto intatto nei secoli il deposito della fede istituito da Nostro Signore e dagli Apostoli sotto la guida dello Spirito Santo – perché si è voluto cambiare, scrivendo, in modo non facilmente comprensibile al semplice credente e mai chiaramente spiegato (bisogna pur dirlo), che “l’unica” Chiesa di Cristo “sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui, ancorché al di fuori del suo organismo si trovino parecchi elementi di santificazione e di verità, che, appartenendo propriamente per dono di Dio alla Chiesa di Cristo, spingono verso l’unità cattolica”? In questa formulazione, non sembra che la Chiesa cattolica appaia come semplice parte della Chiesa di Cristo? Parte, poiché la Chiesa di Cristo, oltre alla Chiesa cattolica, ricomprenderebbe anche “parecchi elementi di santificazione e verità” posti “al di fuori” della Chiesa cattolica? Con la conseguenza che “l’unica vera religione che sussiste nella Chiesa cattolica” (Dichiarazione Dignitatis Humanae sulla libertà religiosa, 1.2) sarebbe quella di una “Chiesa di Cristo” che possiede “elementi” al di fuori della Chiesa cattolica. E chi vuole non può forse intendere, allora, che “l’unica vera religione” sussiste per il Concilio anche negli “elementi” non-cattolici della “Chiesa di Cristo”?(4)
7. Qual è l’effettivo significato da attribuire alla nozione di Chiesa intesa globalmente come “Popolo di Dio” (Lumen gentium, 9-17), nozione che in passato indicava solo una parte del tutto, rappresentato quest’ultimo, invece, dal “Corpo mistico di Cristo”?
8. Che significato bisogna attribuire all’omissione dei termini “sovrannaturale” e “transustanziazione” dai testi del Concilio? Quest’omissione coinvolge forse anche i relativi concetti, come sostengono alcuni?
9. Qual è il significato esatto del nuovo modo di intendere la collegialità? L’interpretazione che ne dà la Nota esplicativa previa posta in calce alla Lumen gentium (al fine di dirimere la controversia divampante in materia presso i Padri conciliari) come dobbiamo considerarla alla luce dell’insegnamento perenne della Chiesa? Ci riferiamo ai dubbi lucidamente esposti a suo tempo da Romano Amerio:
“La Nota praevia respinge della collegialità l’interpretazione classica, secondo la quale il soggetto della suprema potestà nella Chiesa è solo il Papa che la condivide, quando voglia, con l’universalità dei vescovi da lui chiamati a Concilio. La potestà somma è collegiale solo per comunicazione ad nutum [ad un cenno] del Papa. La Nota praevia respinge parimenti la dottrina neoterica [dei Novatori presenti in Concilio] secondo la quale il soggetto della suprema potestà nella Chiesa è il collegio unito col Papa e non senza il Papa che ne è il capo, ma in guisa tale che quando il Papa esercita, anche solo, la suprema potestà, la esercita in quanto capo appunto del collegio e quindi come rappresentante del collegio che egli ha l’obbligazione di consultare per esprimerne il senso. È la teorica improntata a quella dell’origine moltitudinaria [democratica] dell’autorità, difficilmente compatibile con la costituzione della Chiesa [che è gerarchica e di origine divina, non popolare]. Rifiutando l’una e l’altra di queste due teorie la Nota praevia tiene fermo che la potestà suprema è sì nel collegio dei vescovi unito al loro Capo [e questa è la gran novità], ma che il Capo può esercitarla indipendentemente dal Collegio, mentre il Collegio non può indipendentemente dal Capo [e questa sarebbe la concessione alla Tradizione]”(5).
Ed è esatto sostenere che l’attribuzione di poteri giuridici, quelli di un vero e proprio collegio, all’istituto della Conferenza Episcopale ha di fatto svilito e deformato la figura del vescovo? In effetti oggi i vescovi, uti singuli, non sembrano in pratica contare più niente, nella Chiesa (Vostra Santità ci perdoni la franchezza). Sul punto, ancora Amerio:
“La novità di maggior rilievo nella Chiesa postconciliare è di aver dato alla partecipazione di tutti i ceti della Chiesa organi giuridicamente definiti, quali il Sinodo permanente dei vescovi, le Conferenze episcopali, i Sinodi diocesani e nazionali, i Consigli pastorali e presbiterali e via dicendo […] La costituzione delle Conferenze episcopali ha prodotto due effetti: ha difformato la struttura organica della Chiesa e ha generato l’esautorazione dei vescovi. I vescovi, secondo il diritto preconciliare, sono successori degli Apostoli e reggono ciascuno la propria diocesi con potestà ordinaria, nello spirituale e nel temporale, esercitandovi potestà legislativa, giudiziaria e coattiva (can. 329 e 335 CIC 1917). L’autorità era precisa, individuale e, tranne che nell’istituto del vicario generale, indelegabile (il vicario generale era d’altronde ad nutum del vescovo) […] Il decreto Christus Dominus sull’ufficio pastorale dei vescovi attribuisce al corpo episcopale la collegialità, cioè “suprema e piena potestà sulla Chiesa universale” che sarebbe in tutto pari a quella del Pontefice Romano se potesse esercitarsi senza il consenso del Pontefice Romano. Questa suprema potestà fu sempre riconosciuta [solamente] all’assemblea dei vescovi adunati dal Papa in Concilio ecumenico. Ma si pone la questione se un’autorità che è messa in atto soltanto da un’istanza ad essa superiore si possa riguardare ancora come suprema e se non ricada in una mera virtualità e quasi in un ens rationis. Ma secondo la mente del Vaticano II l’esercizio della potestà vescovile in cui si concreta la collegialità è quello delle Conferenze episcopali.
Qui è singolare come il decreto Christus Dominus (al n. 37) trovi la ragione di questo nuovo istituto nella necessità per i vescovi di un medesimo paese di operare di conserva, e come non veda che questo vincolo di cooperazione ormai giuridicamente configurato altera l’ordinamento della Chiesa sostituendo al vescovo un corpo di vescovi e alla responsabilità personale una responsabilità collettiva, cioè una frazione di responsabilità […] Con l’istituzione delle Conferenze episcopali la Chiesa è ora un corpo policentrico […] La prima conseguenza del nuovo organamento è dunque un allentamento del vincolo di unità [con il Papa] che si è manifestato con ingenti dissensioni su punti gravissimi [ad esempio sulla dottrina dell’enciclica Humanae vitae, del 25.7.1968, che proibiva l’uso degli anticoncezionali]. La seconda conseguenza è l’esautorazione dei singoli vescovi come tali; essi non rispondono più né ai propri popoli né alla Santa Sede: alla responsabilità individua subentra infatti una responsabilità collegiale che, trovandosi nell’intero corpo, non si può collocare nei singoli componenti del corpo”(6).
10. Qual è il significato esatto da attribuire oggi alla figura del sacerdote, questa autentica colonna della Chiesa, ribattezzato “presbitero” per motivi che al fedele restano oscuri? È vero che già dal Concilio il prete, da “sacerdote di Dio” è stato abbassato a “sacerdote del Popolo di Dio” e ridotto principalmente alle funzioni di “animatore” e “presidente di assemblee” del “Popolo di Dio” e di “operatore sociale”? Vengono criticati, a questo proposito: Lumen Gentium, 10.2 che sembra voler porre sullo stesso piano il sacerdozio “ministeriale” o “gerarchico” e il cosiddetto sacerdozio “comune dei fedeli” – ritenuto in passato semplice titolo d’onore – con l’affermare che entrambi “sono tuttavia ordinati l’uno all’altro” (“ad invicem tamen ordinantur”) (vedi anche LG, 62.2); LG, 13.3 che sembra indicare il sacerdozio come semplice “funzione” del “Popolo di Dio”; il fatto che si ponga al primo posto della “funzione” sacerdotale la predicazione del Vangelo (decreto Presbyterorum Ordinis sul ministero e la vita sacerdotale, 4: “nella loro qualità di cooperatori dei vescovi, i presbiteri hanno anzitutto il dovere di annunciare a tutti il Vangelo di Dio”) quando invece il dogmatico Tridentino ha ribadito che ciò che caratterizza la missione del sacerdote è in primo luogo “il potere di consacrare, offrire, amministrare il corpo e il sangue del Signore” e in secondo quello “di perdonare o ritenere i peccati” (DS, 957/1764). Ed è vero che il Vaticano II svaluta di fatto il celibato ecclesiastico, con l’affermare che “la continenza perfetta e perpetua per il Regno dei Cieli, raccomandata da Cristo Signore […] è sempre stata considerata dalla Chiesa come particolarmente confacente alla vita sacerdotale [anche se] essa non è certamente richiesta dalla natura stessa del sacerdozio” (PO,16); affermazione, quest’ultima, giustificata con un’erronea interpretazione di 1 Tm 3, 2-5 e Tt 1,6?
11. Qual è il significato esatto del principio della “creatività” nella S. Liturgia, che indubbiamente risulta dall’aver concesso alle Conferenze Episcopali un’ampia competenza in materia, comprensiva di un’articolata facoltà di sperimentare forme nuove di culto, per adattarlo all’indole e alle tradizioni dei popoli e per semplificarlo al massimo? Tutto ciò è proposto nella costituzione Sacrosanctum Concilium sulla sacra Liturgia : artt. 22.2 sulla nuova competenza delle Conferenze Episcopali; 37, 38, 39 e 40 sull’adattamento all’indole e alle tradizioni dei popoli e sui criteri dell’ adattamento liturgico in generale; artt. 21 e 34 sulla semplificazione liturgica. Simile facoltà di innovare in campo liturgico non fu in ogni tempo fermamente riprovata dal Magistero della Chiesa? È vero che la SC impone sempre il controllo della Santa Sede sulla liturgia e le sue innovazioni (SC 22.1, 40.1 e .2) ma questo controllo si è dimostrato incapace di impedire la capillare devastazione della liturgia, che ha allontanato tanti fedeli dalle chiese e che a tutt’oggi ancora imperversa, nonostante l’azione di disciplina ed eliminazione degli abusi inaugurata e fermamente mantenuta dalla Santità Vostra. Gli auspicati studi qualificati non potrebbero gettar luce sui motivi di questo fallimento?
Non possiamo per ovvie ragioni addentrarci in tutte le domande che i testi del Concilio provocano, in uno con la situazione attuale della Chiesa. Molte ce ne sarebbero ancora da porre, tra l’altro, sui temi fondamentali della libertà di coscienza e dell’ecumenismo. A questo proposito, ci permettiamo solamente di aggiungere quanto segue:
12. Il principio della libertà religiosa, proclamato dal Concilio per la prima volta nella storia della Chiesa, come “diritto umano” o “naturale” della persona, quale che sia la sua religione, prevalente quindi nei confronti del diritto dell’unica Verità Rivelata (la nostra religione cattolica) ad esser professata come vera religione a preferenza delle altre, non rivelate e quindi non provenienti da Dio; questo principio, che si fonda sul presupposto che tutte le religioni siano uguali, la cui applicazione ha pertanto sempre promosso l’indifferentismo, l’agnosticismo ed infine l’ateismo; come inteso dal Concilio, in che cosa si distingue effettivamente dalla laica libertà di coscienza, innalzata al posto d’onore tra “i diritti dell’Uomo” professati dall’ultralaica ed anticristiana Rivoluzione Francese?
13. Ad un risultato simile (indifferentismo e perdita della fede) non sembra condurre anche l’ecumenismo attuale, dato che il suo scopo effettivo sembra essere non tanto la conversione (per quanto possibile) del genere umano a Cristo quanto la sua unità e persino unificazione in una sorta di nuova Chiesa o religione mondiale, capace di inaugurare - si auspica - un’era messianica di pace e fratellanza tra tutti i popoli? Se queste sono le sue finalità, in parte già rinvenibili nella costituzione pastorale Gaudium et spes sulla Chiesa e il mondo contemporaneo, l’attuale dialogo ecumenico non sembra scivolare pericolosamente verso un qualche “accordo fra Cristo e Beliar”?(7) E tutta l’impostazione “dialogica” della Chiesa postconciliare con il mondo contemporaneo, non dovrebbe essere sottoposta a riesame?
Santità,
Le domande che abbiamo avuto l’ardire di rivolgerVi in questa umile Supplica, possono certamente dispiacere a quella parte della Gerarchia che ha già mostrato di non gradire la Supplica inoltrata due anni fa dal prof. Gherardini. Si tratta di quella parte della Gerarchia che non sembra aver ancora compreso – ci permettiamo di dire – la gravità eccezionale della crisi che affligge ormai da un cinquantennio la Santa Chiesa; crisi le cui avvisaglie preconciliari deflagrarono nel Concilio, come hanno dimostrato il libro del prof. de Mattei e prima ancora, più succintamente, quelli del P. Ralph M. Wiltgen S.V.D. e del prof. Romano Amerio.
Per quanto sta alla nostra coscienza di credenti, la richiesta manifestata con tutta la nostra deferenza in questa Supplica ci sembra perfettamente in armonia, osiamo dire, con l’opera di restaurazione, rinnovamento e pulizia della Chiesa militante, coraggiosamente intrapresa da Vostra Santità, nonostante resistenze e difficoltà di ogni genere, a tutti note. Non ci riferiamo solamente all’ inflessibile azione dispiegata da Vostra Santità contro la corruzione dei costumi penetrata in una parte del clero e all’operazione di bonifica iniziata nei confronti di certe ben note istituzioni cattoliche di carità ed assistenza, che di cattolico hanno conservato poco più che il nome, a quanto risulta. Ci riferiamo anche alla “liberalizzazione” della celebrazione della S. Messa di rito romano antico (impropriamente detta “tridentina” visto che il suo Canone risale, secondo una consolidata tradizione, ai tempi apostolici) e dell’amministrazione dei S. Sacramenti e del rito dell’Esorcismo secondo il rituale preconciliare. Ci riferiamo anche alla Vostra remissione delle scomuniche che gravavano (per i noti motivi disciplinari) sui vescovi della Fraternità Sacerdotale S. Pio X, fondata da S. E. Mons. Marcel Lefebvre, che quella “liberalizzazione” avevano rispettosamente ma tenacemente sollecitato dalla Santità Vostra, indicendo a questo scopo anche una ‘Crociata internazionale del S. Rosario’, che ha raccolto un’ampia adesione tra i fedeli.
In tutti questi provvedimenti, certamente di estrema importanza per la rinascita della Chiesa, presi Motu proprio, nella Vostra piena autorità di Sommo Pontefice, che deriva la Sua potestas iurisdictionis su tutta la Chiesa unicamente da Nostro Signore, il nostro sensus fidei di semplici cattolici vede l’opera manifesta dello Spirito Santo. Concludiamo pertanto la nostra umile Supplica invocando l’aiuto dello Spirito Santo affinché la Santità Vostra, nell’intrapresa opera di restaurazione volta a mettere di nuovo Cristo al centro della Cattolicità (Ef, 1, 10), possa includere anche l’ auspicato riesame del Concilio.
Con tutta la nostra filiale devozione e deferenza,
in Domino et in corde Mariae,
24 settembre 2011
Sottoscrivono la presente Supplica al Santo Padre, Benedetto XVI :
1. Prof. Paolo Pasqualucci, docente di filosofia
2. Mons. Brunero Gherardini, decano dei teologi italiani, docente di Ecclesiologia
3. Mons. Antonio Livi, professore emerito di Filosofia della conoscenza nell'Università Lateranense
4. Prof. Roberto de Mattei, Università Europea di Roma
5. Prof. Luigi Coda Nunziante, a titolo personale e in qualità di presidente della Associazione "Famiglia Domani"
6. Dott. Paolo Deotto, direttore di Riscossa Cristiana, www.riscossa cristiana.it
7. Prof. Piero Vassallo, docente di filosofia, condirettore di Riscossa Cristiana
8. Prof. Emilio Biagini
9. Prof. Paolo Mangiante
10. Prof. Primo Siena
11. Dott. Luciano Garibaldi
12. Dott. Mauro Faverzani
13. Dr.ssa Virginia Coda Nunziante
14. Dott. Pucci Cipriani
15. Dott. Normanno Malaguti
16. Dott. Giovanni Ceroni
17. Dott. Paolo Maggiolo
18. Maria Viscidi
19. Dr.ssa Carla D'Agostino Ungaretti - Roma
20. Alfredo Bazzani - Verona
21. Francesca Poluzzi
22. Diacono Don Roberto Donati - Firenze
23. Fabio Scaffardi - Firenze
24. Dott. Giovanni Catanzaro
25. Annarosa Berselli
26. Tommaso Lopatriello - Policoro (MT)
27. Francesco Dal Pozzo - Bologna
28. Don Marcello Stanzione e tutta la Milizia di San Michele Arcangelo
29. Prof. Dante Pastorelli - Governatore della Venerabile Confraternita di S. Girolamo e S. Francesco Poverino in S. Filippo Benizi, Firenze. Presidente di Una Voce, sez. di Firenze
30. Maria Eleonora Bagnoli - Prato
31. Cesaremaria Glori - Belluno
32. Maria Matilde
33. Calogero Cammarata - Presidente di Inter Multiplices Una Vox - Torino
34. Dr.ssa Cristina Siccardi - Castiglione Torinese (TO)
35. Dott. Carlo Manetti - Castiglione Torinese (TO)
36. Roberto Sgaramella - USA
NOTE
1 - B. GHERARDINI, Supplica al Santo Padre, in appendice a: ID., Concilio Ecumenico Vaticano II. Un discorso da fare, Casa Mariana Editrice, Frigento (AV), 2009, cm.editrice@immacolata.ws Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , pp. 254-256. Nei testi riportati nella presente Supplica, tutti i passi in parentesi quadre sono del Relatore, non dell’Autore citato.
2 - R. DE MATTEI, Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta, Lindau, Torino, 2010, p. 591.
3 - B. GHERARDINI, “Quod et tradidi vobis”. La Tradizione vita e giovinezza della Chiesa, in ‘Divinitas’, Nova Series, 2010 (53) nn. 1-2-3, pp. 165-186. Corsivi nostri.
4 - Per la traduzione italiana dei testi del Concilio ci siamo serviti di: I documenti del Concilio Vaticano II. Costituzioni Decreti Dichiarazioni, Ed. Paoline, 1980. Corsivi nostri. Per l’originale latino di: Concilii Oecumenici Vaticani II. Constitutiones-Decreta-Declarationes, curante F. Romita, Desclée ac Socii – Romae, 1967.
5 - R. AMERIO, Iota Unum. Studio delle variazioni della Chiesa cattolica nel secolo XX, Ricciardi, Milano-Napoli, 1986², pp. 79-80 (§ 44).
6 - Ivi, pp. 441-444 (§ 232 e 233).
7 - B. GHERARDINI, Quale accordo fra Cristo e Beliar? Osservazioni teologiche sui problemi, gli equivoci ed i compromessi del dialogo interreligioso, Fede & Cultura, Verona, 2009.
Mons. Brunero Gherardini, sacerdote della diocesi di Prato e canonico della Basilica di S. Pietro, già Ordinario di Ecclesiologia nella Pontificia Università Lateranense e Decano dei teologi italiani, ha rivolto alla Santità Vostra nel 2009 una accorata quanto rispettosa Supplica, mirante ad ottenere l’autorizzazione all’inizio di un ponderato e pubblico discorso critico sui testi del Vaticano II. A questa Supplica si è idealmente associato nel 2010 il prof. Roberto de Mattei, docente di Storia della Chiesa e del Cristianesimo all’Università Europea di Roma, vice presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Nella sua Supplica, il prof. Gherardini ha scritto:
“Per il bene della Chiesa – e più specificamente per l’attuazione della ‘salus animarum’ che ne è la prima e ‘suprema lex’ – dopo decenni di libera creatività esegetica, teologica, liturgica, storiografica e “pastorale” in nome del Concilio Ecumenico Vaticano II, a me pare urgente che si faccia un po’ di chiarezza, rispondendo autorevolmente alla domanda sulla continuità di esso – non declamata, bensì dimostrata – con gli altri Concili e sulla sua fedeltà alla Tradizione da sempre in vigore nella Chiesa. Sembra, infatti, difficile, se non addirittura impossibile, metter mano all’auspicata ermeneutica della continuità [con tutto il Magistero precedente], se prima non si sia proceduto ad un’attenta e scientifica analisi dei singoli documenti, del loro insieme e d’ogni loro argomento, delle loro fonti immediate e remote, e si continui invece a parlarne solo ripetendone il contenuto e presentandolo come una novità assoluta.
Un esame di tale e tanta portata trascende di gran lunga le possibilità operative d’una singola persona, non solo perché un medesimo argomento esige trattazioni su piani diversi – storico, patristico, giuridico, filosofico, liturgico, teologico, esegetico, sociologico, scientifico – ma anche perché ogni documento conciliare tocca decine e decine d’argomenti che solo i rispettivi specialisti son in grado di signoreggiare.
A ciò ripensando, da tempo era nata in me l’idea – che oso ora sottoporre alla Santità Vostra – d’una grandiosa e possibilmente definitiva mess’a punto sull’ultimo Concilio in ognuno dei suoi aspetti e contenuti. Pare, infatti, logico e doveroso che ogni suo aspetto e contenuto venga studiato in sé e contestualmente a tutti gli altri, con l’occhio fisso a tutte le fonti, e sotto la specifica angolatura del precedente Magistero ecclesiastico, solenne ed ordinario. Da un così ampio ed ineccepibile lavoro scientifico, comparato con i risultati sicuri dell’attenzione critica al secolare Magistero della Chiesa, sarà poi possibile trarre argomento per una sicura ed obiettiva valutazione del Vaticano II in risposta alle seguenti – tra molte altre – domande:
1.Qual è la sua vera natura?
2.La sua pastoralità – di cui si dovrà autorevolmente precisare la nozione – in quale rapporto sta con il suo eventuale carattere dogmatico? Si concilia con esso? Lo presuppone? Lo contraddice? Lo ignora?
3.È proprio possibile definire dogmatico il Vaticano II? E quindi riferirsi ad esso come dogmatico? Fondare su di esso nuovi asserti teologici? In che senso? Con quali limiti?
4.È un “evento” nel senso dei professori bolognesi [del prof. Giuseppe Alberigo e della sua scuola], che rompe cioè i collegamenti col passato ed instaura un’era sotto ogni aspetto nuova? Oppure tutto il passato rivive in esso “eodem sensu eademque sententia”?
È evidente che l’ermeneutica della rottura e quella della continuità dipendono dalle risposte che si daranno a tali domande. Ma se la conclusione scientifica dell’esame porterà all’ermeneutica della continuità come l’unica doverosa e possibile, sarà allora necessario dimostrare – al di là di ogni declamatoria asseverazione – che la continuità è reale, e tale si manifesta, solo nell’identità dogmatica di fondo. Qualora questa, o in tutto o in parte, non risultasse scientificamente provata, sarebbe necessario dirlo con serenità e franchezza, in risposta all’esigenza di chiarezza sentita ed attesa da quasi mezzo secolo”(1).
Nella sua recente, documentatissima, innovatrice storia del Vaticano II, che ha finalmente offerto al pubblico un quadro preciso, realistico delle tormentate e drammatiche vicende di quel Concilio, il prof. de Mattei, così concludeva:
“Al termine di questo volume mi sia permesso rivolgermi con venerazione a Sua Santità Benedetto XVI, nel quale riconosco quel successore di Pietro a cui mi sento indissolubilmente vincolato, esprimendogli un profondo ringraziamento per aver aperto le porte a un serio dibattito sul Concilio Vaticano II. A questo dibattito ribadisco di aver voluto offrire il contributo non del teologo, ma dello storico, unendomi però alle suppliche di quei teologi che chiedono rispettosamente e filialmente al Vicario di Cristo in terra di promuovere un approfondito esame del Concilio Vaticano II, in tutta la sua complessità ed estensione, per verificare la sua continuità con i venti Concili precedenti e per dissipare le ombre e i dubbi che da quasi mezzo secolo rendono sofferente la Chiesa, pur nella certezza che mai le porte degli Inferi prevarranno su di Essa (Mt 16,18)” (2).
Noi sottoscritti, da semplici credenti quali siamo, ci associamo integralmente a queste autorevoli e rispettose richieste. Sicuri di non mancare al nostro filiale rispetto nei confronti di Vostra Santità, ci permettiamo di aggiungere ad esse, ad ulteriore se pur sintetica illustrazione della delicata materia, alcune tra “le molte altre domande” che a nostro umile avviso sicuramente meriterebbero una risposta finalmente chiarificatrice, così come risultano dalle analisi del prof. Gherardini e dei teologi ed intellettuali che, sin dall’inizio del Postconcilio, si sono battuti per ottenere chiarezza sul Vaticano II:
5. Qual è il significato esatto da attribuire al concetto di “tradizione vivente” comparso nella costituzione Dei Verbum sulla divina Rivelazione? Nella sua recente fondamentale monografia sul concetto di tradizione cattolica, il prof. Gherardini ha sostenuto che nel Vaticano II si sarebbe verificata addirittura una “Rivoluzione Copernicana” nel modo di concepire la Tradizione della Chiesa, poiché non vi è chiaramente definito il valore dogmatico della Tradizione (DV, 8); vi si opera un’inusitata reductio ad unum delle due fonti della Divina Rivelazione (Scrittura e Tradizione) da sempre ammesse nella Chiesa e confermate nei dogmatici Tridentino e Vaticano Primo (DV, 9); vi compare addirittura un attentato al dogma dell’inerranza dei Sacri Testi (DV, 11.2), perché “ dopo aver affermato che tutto ciò che gli agiografi asseriscono viene dallo Spirito Santo, la caratteristica dell’inerranza viene attribuita solamente alla ‘verità salutare’ o ‘salvifica’, ad una parte del tutto (“veritatem, quam Deus nostrae salutis causae Litteris Sacris consignari voluit”). Ma se lo Spirito Santo ha ispirato tutto ciò che gli agiografi hanno scritto, l’inerranza dovrebbe applicarsi a tutto, non alle sole verità salvifiche. Il testo appare perciò illogico”(3).
6. Qual è il significato esatto da attribuire alla nuova definizione della Chiesa Cattolica, contenuta nella costituzione dogmatica (che tuttavia non definisce dogmi) Lumen gentium sulla Chiesa? Se essa coincide con quella di sempre – che solo la Chiesa cattolica è l’unica e vera Chiesa di Cristo perché l’unica ad aver mantenuto intatto nei secoli il deposito della fede istituito da Nostro Signore e dagli Apostoli sotto la guida dello Spirito Santo – perché si è voluto cambiare, scrivendo, in modo non facilmente comprensibile al semplice credente e mai chiaramente spiegato (bisogna pur dirlo), che “l’unica” Chiesa di Cristo “sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui, ancorché al di fuori del suo organismo si trovino parecchi elementi di santificazione e di verità, che, appartenendo propriamente per dono di Dio alla Chiesa di Cristo, spingono verso l’unità cattolica”? In questa formulazione, non sembra che la Chiesa cattolica appaia come semplice parte della Chiesa di Cristo? Parte, poiché la Chiesa di Cristo, oltre alla Chiesa cattolica, ricomprenderebbe anche “parecchi elementi di santificazione e verità” posti “al di fuori” della Chiesa cattolica? Con la conseguenza che “l’unica vera religione che sussiste nella Chiesa cattolica” (Dichiarazione Dignitatis Humanae sulla libertà religiosa, 1.2) sarebbe quella di una “Chiesa di Cristo” che possiede “elementi” al di fuori della Chiesa cattolica. E chi vuole non può forse intendere, allora, che “l’unica vera religione” sussiste per il Concilio anche negli “elementi” non-cattolici della “Chiesa di Cristo”?(4)
7. Qual è l’effettivo significato da attribuire alla nozione di Chiesa intesa globalmente come “Popolo di Dio” (Lumen gentium, 9-17), nozione che in passato indicava solo una parte del tutto, rappresentato quest’ultimo, invece, dal “Corpo mistico di Cristo”?
8. Che significato bisogna attribuire all’omissione dei termini “sovrannaturale” e “transustanziazione” dai testi del Concilio? Quest’omissione coinvolge forse anche i relativi concetti, come sostengono alcuni?
9. Qual è il significato esatto del nuovo modo di intendere la collegialità? L’interpretazione che ne dà la Nota esplicativa previa posta in calce alla Lumen gentium (al fine di dirimere la controversia divampante in materia presso i Padri conciliari) come dobbiamo considerarla alla luce dell’insegnamento perenne della Chiesa? Ci riferiamo ai dubbi lucidamente esposti a suo tempo da Romano Amerio:
“La Nota praevia respinge della collegialità l’interpretazione classica, secondo la quale il soggetto della suprema potestà nella Chiesa è solo il Papa che la condivide, quando voglia, con l’universalità dei vescovi da lui chiamati a Concilio. La potestà somma è collegiale solo per comunicazione ad nutum [ad un cenno] del Papa. La Nota praevia respinge parimenti la dottrina neoterica [dei Novatori presenti in Concilio] secondo la quale il soggetto della suprema potestà nella Chiesa è il collegio unito col Papa e non senza il Papa che ne è il capo, ma in guisa tale che quando il Papa esercita, anche solo, la suprema potestà, la esercita in quanto capo appunto del collegio e quindi come rappresentante del collegio che egli ha l’obbligazione di consultare per esprimerne il senso. È la teorica improntata a quella dell’origine moltitudinaria [democratica] dell’autorità, difficilmente compatibile con la costituzione della Chiesa [che è gerarchica e di origine divina, non popolare]. Rifiutando l’una e l’altra di queste due teorie la Nota praevia tiene fermo che la potestà suprema è sì nel collegio dei vescovi unito al loro Capo [e questa è la gran novità], ma che il Capo può esercitarla indipendentemente dal Collegio, mentre il Collegio non può indipendentemente dal Capo [e questa sarebbe la concessione alla Tradizione]”(5).
Ed è esatto sostenere che l’attribuzione di poteri giuridici, quelli di un vero e proprio collegio, all’istituto della Conferenza Episcopale ha di fatto svilito e deformato la figura del vescovo? In effetti oggi i vescovi, uti singuli, non sembrano in pratica contare più niente, nella Chiesa (Vostra Santità ci perdoni la franchezza). Sul punto, ancora Amerio:
“La novità di maggior rilievo nella Chiesa postconciliare è di aver dato alla partecipazione di tutti i ceti della Chiesa organi giuridicamente definiti, quali il Sinodo permanente dei vescovi, le Conferenze episcopali, i Sinodi diocesani e nazionali, i Consigli pastorali e presbiterali e via dicendo […] La costituzione delle Conferenze episcopali ha prodotto due effetti: ha difformato la struttura organica della Chiesa e ha generato l’esautorazione dei vescovi. I vescovi, secondo il diritto preconciliare, sono successori degli Apostoli e reggono ciascuno la propria diocesi con potestà ordinaria, nello spirituale e nel temporale, esercitandovi potestà legislativa, giudiziaria e coattiva (can. 329 e 335 CIC 1917). L’autorità era precisa, individuale e, tranne che nell’istituto del vicario generale, indelegabile (il vicario generale era d’altronde ad nutum del vescovo) […] Il decreto Christus Dominus sull’ufficio pastorale dei vescovi attribuisce al corpo episcopale la collegialità, cioè “suprema e piena potestà sulla Chiesa universale” che sarebbe in tutto pari a quella del Pontefice Romano se potesse esercitarsi senza il consenso del Pontefice Romano. Questa suprema potestà fu sempre riconosciuta [solamente] all’assemblea dei vescovi adunati dal Papa in Concilio ecumenico. Ma si pone la questione se un’autorità che è messa in atto soltanto da un’istanza ad essa superiore si possa riguardare ancora come suprema e se non ricada in una mera virtualità e quasi in un ens rationis. Ma secondo la mente del Vaticano II l’esercizio della potestà vescovile in cui si concreta la collegialità è quello delle Conferenze episcopali.
Qui è singolare come il decreto Christus Dominus (al n. 37) trovi la ragione di questo nuovo istituto nella necessità per i vescovi di un medesimo paese di operare di conserva, e come non veda che questo vincolo di cooperazione ormai giuridicamente configurato altera l’ordinamento della Chiesa sostituendo al vescovo un corpo di vescovi e alla responsabilità personale una responsabilità collettiva, cioè una frazione di responsabilità […] Con l’istituzione delle Conferenze episcopali la Chiesa è ora un corpo policentrico […] La prima conseguenza del nuovo organamento è dunque un allentamento del vincolo di unità [con il Papa] che si è manifestato con ingenti dissensioni su punti gravissimi [ad esempio sulla dottrina dell’enciclica Humanae vitae, del 25.7.1968, che proibiva l’uso degli anticoncezionali]. La seconda conseguenza è l’esautorazione dei singoli vescovi come tali; essi non rispondono più né ai propri popoli né alla Santa Sede: alla responsabilità individua subentra infatti una responsabilità collegiale che, trovandosi nell’intero corpo, non si può collocare nei singoli componenti del corpo”(6).
10. Qual è il significato esatto da attribuire oggi alla figura del sacerdote, questa autentica colonna della Chiesa, ribattezzato “presbitero” per motivi che al fedele restano oscuri? È vero che già dal Concilio il prete, da “sacerdote di Dio” è stato abbassato a “sacerdote del Popolo di Dio” e ridotto principalmente alle funzioni di “animatore” e “presidente di assemblee” del “Popolo di Dio” e di “operatore sociale”? Vengono criticati, a questo proposito: Lumen Gentium, 10.2 che sembra voler porre sullo stesso piano il sacerdozio “ministeriale” o “gerarchico” e il cosiddetto sacerdozio “comune dei fedeli” – ritenuto in passato semplice titolo d’onore – con l’affermare che entrambi “sono tuttavia ordinati l’uno all’altro” (“ad invicem tamen ordinantur”) (vedi anche LG, 62.2); LG, 13.3 che sembra indicare il sacerdozio come semplice “funzione” del “Popolo di Dio”; il fatto che si ponga al primo posto della “funzione” sacerdotale la predicazione del Vangelo (decreto Presbyterorum Ordinis sul ministero e la vita sacerdotale, 4: “nella loro qualità di cooperatori dei vescovi, i presbiteri hanno anzitutto il dovere di annunciare a tutti il Vangelo di Dio”) quando invece il dogmatico Tridentino ha ribadito che ciò che caratterizza la missione del sacerdote è in primo luogo “il potere di consacrare, offrire, amministrare il corpo e il sangue del Signore” e in secondo quello “di perdonare o ritenere i peccati” (DS, 957/1764). Ed è vero che il Vaticano II svaluta di fatto il celibato ecclesiastico, con l’affermare che “la continenza perfetta e perpetua per il Regno dei Cieli, raccomandata da Cristo Signore […] è sempre stata considerata dalla Chiesa come particolarmente confacente alla vita sacerdotale [anche se] essa non è certamente richiesta dalla natura stessa del sacerdozio” (PO,16); affermazione, quest’ultima, giustificata con un’erronea interpretazione di 1 Tm 3, 2-5 e Tt 1,6?
11. Qual è il significato esatto del principio della “creatività” nella S. Liturgia, che indubbiamente risulta dall’aver concesso alle Conferenze Episcopali un’ampia competenza in materia, comprensiva di un’articolata facoltà di sperimentare forme nuove di culto, per adattarlo all’indole e alle tradizioni dei popoli e per semplificarlo al massimo? Tutto ciò è proposto nella costituzione Sacrosanctum Concilium sulla sacra Liturgia : artt. 22.2 sulla nuova competenza delle Conferenze Episcopali; 37, 38, 39 e 40 sull’adattamento all’indole e alle tradizioni dei popoli e sui criteri dell’ adattamento liturgico in generale; artt. 21 e 34 sulla semplificazione liturgica. Simile facoltà di innovare in campo liturgico non fu in ogni tempo fermamente riprovata dal Magistero della Chiesa? È vero che la SC impone sempre il controllo della Santa Sede sulla liturgia e le sue innovazioni (SC 22.1, 40.1 e .2) ma questo controllo si è dimostrato incapace di impedire la capillare devastazione della liturgia, che ha allontanato tanti fedeli dalle chiese e che a tutt’oggi ancora imperversa, nonostante l’azione di disciplina ed eliminazione degli abusi inaugurata e fermamente mantenuta dalla Santità Vostra. Gli auspicati studi qualificati non potrebbero gettar luce sui motivi di questo fallimento?
Non possiamo per ovvie ragioni addentrarci in tutte le domande che i testi del Concilio provocano, in uno con la situazione attuale della Chiesa. Molte ce ne sarebbero ancora da porre, tra l’altro, sui temi fondamentali della libertà di coscienza e dell’ecumenismo. A questo proposito, ci permettiamo solamente di aggiungere quanto segue:
12. Il principio della libertà religiosa, proclamato dal Concilio per la prima volta nella storia della Chiesa, come “diritto umano” o “naturale” della persona, quale che sia la sua religione, prevalente quindi nei confronti del diritto dell’unica Verità Rivelata (la nostra religione cattolica) ad esser professata come vera religione a preferenza delle altre, non rivelate e quindi non provenienti da Dio; questo principio, che si fonda sul presupposto che tutte le religioni siano uguali, la cui applicazione ha pertanto sempre promosso l’indifferentismo, l’agnosticismo ed infine l’ateismo; come inteso dal Concilio, in che cosa si distingue effettivamente dalla laica libertà di coscienza, innalzata al posto d’onore tra “i diritti dell’Uomo” professati dall’ultralaica ed anticristiana Rivoluzione Francese?
13. Ad un risultato simile (indifferentismo e perdita della fede) non sembra condurre anche l’ecumenismo attuale, dato che il suo scopo effettivo sembra essere non tanto la conversione (per quanto possibile) del genere umano a Cristo quanto la sua unità e persino unificazione in una sorta di nuova Chiesa o religione mondiale, capace di inaugurare - si auspica - un’era messianica di pace e fratellanza tra tutti i popoli? Se queste sono le sue finalità, in parte già rinvenibili nella costituzione pastorale Gaudium et spes sulla Chiesa e il mondo contemporaneo, l’attuale dialogo ecumenico non sembra scivolare pericolosamente verso un qualche “accordo fra Cristo e Beliar”?(7) E tutta l’impostazione “dialogica” della Chiesa postconciliare con il mondo contemporaneo, non dovrebbe essere sottoposta a riesame?
Santità,
Le domande che abbiamo avuto l’ardire di rivolgerVi in questa umile Supplica, possono certamente dispiacere a quella parte della Gerarchia che ha già mostrato di non gradire la Supplica inoltrata due anni fa dal prof. Gherardini. Si tratta di quella parte della Gerarchia che non sembra aver ancora compreso – ci permettiamo di dire – la gravità eccezionale della crisi che affligge ormai da un cinquantennio la Santa Chiesa; crisi le cui avvisaglie preconciliari deflagrarono nel Concilio, come hanno dimostrato il libro del prof. de Mattei e prima ancora, più succintamente, quelli del P. Ralph M. Wiltgen S.V.D. e del prof. Romano Amerio.
Per quanto sta alla nostra coscienza di credenti, la richiesta manifestata con tutta la nostra deferenza in questa Supplica ci sembra perfettamente in armonia, osiamo dire, con l’opera di restaurazione, rinnovamento e pulizia della Chiesa militante, coraggiosamente intrapresa da Vostra Santità, nonostante resistenze e difficoltà di ogni genere, a tutti note. Non ci riferiamo solamente all’ inflessibile azione dispiegata da Vostra Santità contro la corruzione dei costumi penetrata in una parte del clero e all’operazione di bonifica iniziata nei confronti di certe ben note istituzioni cattoliche di carità ed assistenza, che di cattolico hanno conservato poco più che il nome, a quanto risulta. Ci riferiamo anche alla “liberalizzazione” della celebrazione della S. Messa di rito romano antico (impropriamente detta “tridentina” visto che il suo Canone risale, secondo una consolidata tradizione, ai tempi apostolici) e dell’amministrazione dei S. Sacramenti e del rito dell’Esorcismo secondo il rituale preconciliare. Ci riferiamo anche alla Vostra remissione delle scomuniche che gravavano (per i noti motivi disciplinari) sui vescovi della Fraternità Sacerdotale S. Pio X, fondata da S. E. Mons. Marcel Lefebvre, che quella “liberalizzazione” avevano rispettosamente ma tenacemente sollecitato dalla Santità Vostra, indicendo a questo scopo anche una ‘Crociata internazionale del S. Rosario’, che ha raccolto un’ampia adesione tra i fedeli.
In tutti questi provvedimenti, certamente di estrema importanza per la rinascita della Chiesa, presi Motu proprio, nella Vostra piena autorità di Sommo Pontefice, che deriva la Sua potestas iurisdictionis su tutta la Chiesa unicamente da Nostro Signore, il nostro sensus fidei di semplici cattolici vede l’opera manifesta dello Spirito Santo. Concludiamo pertanto la nostra umile Supplica invocando l’aiuto dello Spirito Santo affinché la Santità Vostra, nell’intrapresa opera di restaurazione volta a mettere di nuovo Cristo al centro della Cattolicità (Ef, 1, 10), possa includere anche l’ auspicato riesame del Concilio.
Con tutta la nostra filiale devozione e deferenza,
in Domino et in corde Mariae,
24 settembre 2011
Sottoscrivono la presente Supplica al Santo Padre, Benedetto XVI :
1. Prof. Paolo Pasqualucci, docente di filosofia
2. Mons. Brunero Gherardini, decano dei teologi italiani, docente di Ecclesiologia
3. Mons. Antonio Livi, professore emerito di Filosofia della conoscenza nell'Università Lateranense
4. Prof. Roberto de Mattei, Università Europea di Roma
5. Prof. Luigi Coda Nunziante, a titolo personale e in qualità di presidente della Associazione "Famiglia Domani"
6. Dott. Paolo Deotto, direttore di Riscossa Cristiana, www.riscossa cristiana.it
7. Prof. Piero Vassallo, docente di filosofia, condirettore di Riscossa Cristiana
8. Prof. Emilio Biagini
9. Prof. Paolo Mangiante
10. Prof. Primo Siena
11. Dott. Luciano Garibaldi
12. Dott. Mauro Faverzani
13. Dr.ssa Virginia Coda Nunziante
14. Dott. Pucci Cipriani
15. Dott. Normanno Malaguti
16. Dott. Giovanni Ceroni
17. Dott. Paolo Maggiolo
18. Maria Viscidi
19. Dr.ssa Carla D'Agostino Ungaretti - Roma
20. Alfredo Bazzani - Verona
21. Francesca Poluzzi
22. Diacono Don Roberto Donati - Firenze
23. Fabio Scaffardi - Firenze
24. Dott. Giovanni Catanzaro
25. Annarosa Berselli
26. Tommaso Lopatriello - Policoro (MT)
27. Francesco Dal Pozzo - Bologna
28. Don Marcello Stanzione e tutta la Milizia di San Michele Arcangelo
29. Prof. Dante Pastorelli - Governatore della Venerabile Confraternita di S. Girolamo e S. Francesco Poverino in S. Filippo Benizi, Firenze. Presidente di Una Voce, sez. di Firenze
30. Maria Eleonora Bagnoli - Prato
31. Cesaremaria Glori - Belluno
32. Maria Matilde
33. Calogero Cammarata - Presidente di Inter Multiplices Una Vox - Torino
34. Dr.ssa Cristina Siccardi - Castiglione Torinese (TO)
35. Dott. Carlo Manetti - Castiglione Torinese (TO)
36. Roberto Sgaramella - USA
NOTE
1 - B. GHERARDINI, Supplica al Santo Padre, in appendice a: ID., Concilio Ecumenico Vaticano II. Un discorso da fare, Casa Mariana Editrice, Frigento (AV), 2009, cm.editrice@immacolata.ws Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , pp. 254-256. Nei testi riportati nella presente Supplica, tutti i passi in parentesi quadre sono del Relatore, non dell’Autore citato.
2 - R. DE MATTEI, Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta, Lindau, Torino, 2010, p. 591.
3 - B. GHERARDINI, “Quod et tradidi vobis”. La Tradizione vita e giovinezza della Chiesa, in ‘Divinitas’, Nova Series, 2010 (53) nn. 1-2-3, pp. 165-186. Corsivi nostri.
4 - Per la traduzione italiana dei testi del Concilio ci siamo serviti di: I documenti del Concilio Vaticano II. Costituzioni Decreti Dichiarazioni, Ed. Paoline, 1980. Corsivi nostri. Per l’originale latino di: Concilii Oecumenici Vaticani II. Constitutiones-Decreta-Declarationes, curante F. Romita, Desclée ac Socii – Romae, 1967.
5 - R. AMERIO, Iota Unum. Studio delle variazioni della Chiesa cattolica nel secolo XX, Ricciardi, Milano-Napoli, 1986², pp. 79-80 (§ 44).
6 - Ivi, pp. 441-444 (§ 232 e 233).
7 - B. GHERARDINI, Quale accordo fra Cristo e Beliar? Osservazioni teologiche sui problemi, gli equivoci ed i compromessi del dialogo interreligioso, Fede & Cultura, Verona, 2009.
Se, Se ...
RispondiEliminatemo che tale lrettera farà la stessa fine che fece l'appello a Paolo VI per la liturgia antica. Comunque, meglio parlare di certi argomenti, piuttosto che non parlarne. Se i tempi non son maturi per la necessaria chiarificazione del Vaticano II e del postconcilio, prima o poi matureranno.
RispondiElimina<span><span><span>ma é finita: quando un papa loda la profonda FEDE di Lutero é finita !
RispondiEliminaLa fede é una virtu' teologale e un dono di Dio.
Una fede profonda DEVE conferire per forza una grande santità nelle opere (senza la quale é morta!).
</span></span><span><span>Quali opere avrebbe fatto il più grande eretico del secondo millennio dell'era dopo Cristo ?
</span></span><span><span>
Chiediamo al papa di spiegarci questa gravissima frase, una delle più gravi mai pronunciate da un papa. </span></span></span>
<span><span><span>Senza questa spiegazione il resto non serve...</span></span></span>
ripropongo i link di 4 conferenze (sottotitolate in italiano) di Mgr Lefebvre sulla fede
RispondiElimina(intesa secondo san Tommaso d'Aquino, di questi tempi meglio precisare)
da ascoltare in silenzio ... pensando alla fede+opere che avrebbe avuto san Lutero
http://it.gloria.tv/?media=187332
http://it.gloria.tv/?media=187334
http://it.gloria.tv/?media=187352
http://it.gloria.tv/?media=187355
la Somma Teologica E il papa di Erfurt sono INCOMPATIBILI !!!!!
LA FEDE SENZA LE OPERE E' MORTA
RispondiEliminaQuali sono allora le opere della profonda fede di Lutero ?
Dopo "umile" visita ad Erfurt, non oso immaginare cosa potrebbe dire ad Assisi3.
RispondiEliminaIntanto l'albero di ulivo piantato per ricordare l'"uomo di fede" nel giardino della Basilica Romana dove riposa l'Apostolo San Paolo e vegliano San Benedetto e San Gregorio Magno,
SI E' SECCATO
e alla chetichella è stato buttato e sostituito con un altro!... imbarazzante!
Chissà se "questi segni dei tempi" verranno recepiti?
RispondiEliminase non hanno recepito il terremoto...
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/v/FusuPoGuulQ" type="application/x-shockwave-flash" width="170" height="140
<span>la ControRiforma invece non la celebreremo </span><span></span>
RispondiElimina<span>al suo posto celebreremo nel 2017 l'Anniversario di LUTERO ...certamente </span><span> da noi, certamente con loro ma con funzioni ecumeniche comuni nelle nostre Chiese ! </span>
Abbiamo un papa talmente tradizionale che riesce a spiazzare a sinistra con magistrali mosse progressiste anche i nostri amici NEOCON (Redazione in primis).
<span>detto questo, i più incoerenti sono <span>quelli della la REDAZIONE di MiL<span> !!!</span></span>
RispondiEliminainfatti quando l'albero fu piantato (leggi qui http://blog.messainlatino.it/2011/01/lalbero-della-discordia-di-lutero.html) IL LORO l'articolo diceva :
"Comunque sia, noi siamo scettici. Eccome se siamo scettici. Quanti gesti e quante parole discordanti!
Ma non dobbiamo mollare! Siamo sempre più determinati a non cedere e a proseguire nei nostri intenti."
No, perchè, se dobbiamo partecipare, in casa nostra, alle loro ricorrenze protestanti e celebrare il loro eretico scisma (ma vi rendete conto??),
sicuramente dobbiamo offrir loro l'occasione di poter ricambiare la cortesia e dar loro modo di venire a trovarci
per celebrare con noi la nostra "resistenza" Cattolica e la ControRiforma. Sicuro! - FINE CITAZIONE.
QUANDO POI E' IL PAPA IN PERSONA (E NON IL CARD KOCH) A celebrare il loro eretico scisma ...
CON PAROLE PESANTISSIME CHE VANNO BEN OLTRE IL PIANTARE ULIVI ... TUTTO VA BENE PARLIAMO D'ALTRO.</span>
Domanda ma dall'elenco pare sia stato evitato il nodo principale quelle del testo conciliare per i rapporti tra cattolici ed ebrei.
RispondiEliminaInsomma proprio bisogna mantenere il concetto di duplice via di salvezza?
Ma cosi' facendo mi si dica allora che senso ha il cristianesimo.
E va bene, fra un po' avremo S. lutero......
RispondiElimina<span>Domanda ma dall'elenco a sinistra LA TRAHISON DES CLERCS non é che manca Benedetto XVI ??</span>
RispondiEliminaRedazione fatevi furbi, fate come Roma: al massimo mettete l'uomo e non il papa ...
ma almeno Joseph Ratzinger non fosse che per coerenza(*) mettetecelo!
Pensate ai titoloni che ci avreste propinato se il discorso di Erfurt ce lo avesse fatto il povero card. Barbarin...
(*) <span>COERENZA = </span> Conformità tra le proprie convinzioni e l'agire pratico. Connessione logica, mancanza di contraddittorietà.
<span>http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/C/coerenza.shtml
</span>
... e subito dopo San Caifa.
RispondiEliminaSempre nella continuità con la Tradizione, ovviamente...
Siete dei sedevacantisti vergognatevi!!!
RispondiEliminaegr. ospite, ci spieghi: che cos'è il sedevacantsimo ?
RispondiElimina<span><span><span>devono parteicpare al gran coro: "Che bei vestiti ha l'imperatore !"
RispondiEliminaConcilium docet et imperat.
I nuovi martiri cristiani si rifiutano oggi di sacrificare all'imperator-concilio; quelli che decideranno di sacrificare al regime, di adorare il dio-concilio, rinunceranno a testimoniare Cristo Signore per inginocchiarsi davanti all'Imperator-Concilio , che tutto decide e dice con sorriso beffardo: "VE LA DO' IO LA TRADIZIONE ! IO SOLO vi istruirò su che cosa significhi Tradizione, che cosa siano le nuove virtù Fede-Speranza-Carità...tutte da RIVEDERE E RIDEFINIRE IN CHIAVE ILLUMINISTA : cercare ciò che ci unisce !"..... e Cristo, la grande PIETRA ANGOLARE, sarà scartata da questo NUOVO ordine religioso che avanza: Cristo divide, DIVIDE TROPPO, con la spada fiammeggiante della sua Parola: </span></span>
<span><span> CHI NON è CON ME è CONTRO DI ME - NESSUNO VIENE AL PADRE SE NON PER ME
</span></span> </span><span><span><span> e soprattutto la Sua SS.ma Madre Maria Vergine Immacolata , ci divide dai protestanti, e perciò non è ben accetta nella universale civiltà dell'amore ! Ella, la Madre Immacolata del Signore Gesù, sarà bandita fuori dalla Nuova Strana Chiesa che avanza all'orizzonte di Assisi3 : e non sia nominata nè venerata dai fratelli della nuova religione che accomuna i diversamente credenti.... nè PIU' SI NOMINI LA COMUNIONE DEI SANTI: roba superata, finita nell'800 (o al massimo col Santo Pio da Pietrelcina, specchio di Nostro Signore al quale fu risparmiato questo crepuscolo orrendo della Fede cattolica, tempo di amnesia totale, per il quale Nostro Signore disse: "Quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la Fede sulla terra?."...)
e la storia si ripeterà: i nuovi martiri saranno dati in pasto alle belve, e crocifissi, per lo meno nelle arene mediatiche, nella compagine ecclesiale, nelle famiglie (....) trattati da appestati, ricoperti di insulti, considerati i "nemici dell'unità della Chiesa", messi alla gogna pubblica come nemici della Grande Religione Universale dell'amore e della comune umanità, quella che avrà per dio unico-comune quell'uomo, prossimo a venire, adorato da uomini che dimenticheranno il Cristo Salvatore, che fu Crocifisso per espiare i loro peccati e donar loro la figliolanza divina !
tutto TUTTO questo patrimonio di Fede fecondata dal sangue dei martiri, uniti nella Croce di Redenzione a Nostro Signore, e </span></span><span><span>che ha formato la COSCIENZA CATTOLICA DEI SANTI E MARTIRI DELLA FEDE DI 2011 anni (compresa la Madre Celeste Addolorata e trafitta, Corredentrice fin dal suo FIAT, ANNO 753 dalla fondazione di Roma) sarà dimenticato per il mitico dialogo ecumeni-conciliare che radunerà TUTTI I vario-credenti e atei di tutto il mondo in un grande abbraccio dal quale sarà bandito il SS.mo Sacrificio dell'altare, che è la vera pietra d'inciampo, già per la fratellanza "di fede" promossa e appena affermata-esaltata coi protestanti, e poi con tutti gli altri atei o adoratori di falsi dèi e demoni !</span></span></span>
l'ospite che inizia il suo lancio di pomodori dovrebbe annoverare tra i sedevacantisti anche la SS.ma Madre di Dio che a La Salette disse ai bambini Melania e Massimino:
RispondiEliminaRoma perderà la Fede e diventerà la sede dell'anticristo.
anche la SS.ma Vergine è sedevacantista e si deve vergognare , vero ?
<span>oio non avevo mai pensato ad un SAN Lutero pero' ora che lo suggerisci non è male come idea: in fondo hanno fatto beato anche papa Mastai Ferretti...e allora vai col liscio, forse papa Benedetto XVi sta dimostrabdo di avere più sapienza di tutti noi chiusi in un ghetto (e poi ci si permette di criticare ferocemente le comunità neocatecumenali...che a ma personalmente stanno on the rocks proprio perchè stanno dinventando un ghetto)</span>
RispondiElimina<span><span><span>E' IMPOSSIBILE ESSERE COERENTI E DIFENDERE IL CONCILIO ! </span> </span>
RispondiEliminaper un motivo semplicissimo:
che il CV2 ha costretto la Chiesa a staccarsi dal principio di IDENTITA' E DI NON CONTRADDIZIONE, perchè ha accettato dentro di sè il DIRITTO DELL'ERRORE, DIRITTO DEI FALSI DEI, diritto della menzogna a pari merito col diritto della Verità: ma in tal modo la Verità è stata detronizzata e CACCIATA via dalla Città Santa, dove da 50 anni regnano incontrastati Menzogna e Relativismo !
mescolanza nefasta di vero e falso che ha avvelenato le coscienze a tal punto che i veri significati delle parole sono PERDUTI : inquinati dapprima, poi sostituiti con ALTRI , infatti il 95% delle persone che usano le parole
cattolico - tradizione - fede - speranza - carità - carisma - sacramento ecc.
non SA AFFATTO che cosa significhino e tutti costoro le usano a FINI di parte, per sostenere un'idea bacata, inculcata loro dall'alto, come ad utili idioti !.....come il regime ha loro insegnato in 46 anni di lavaggio dei cervelli e attreaverso la persuasione subliminale attuata da canti profani-dissacranti durante la Messa e le stesse parole ripetute-ripetute migliaia di volte:
non son degno di venire alla tua mensa
facciamo MEMORIA del Signore morto e risorto....memoria (solo memoria) ecc....
ecc. ecc....
alla fine accettare il concilio21.mo significa PERDERE LA RAGIONE!</span>
I papi che si sono succeduti da CVII non hanno nulla in comune con i Papi pre.concilo! Anche il mondo del Cattolicesimo della Tradizione (unico e vero!) deve essere depurato dagli ipocriti che ammiccano alle eresie che arrivano da Roma. La verità in Cristo vince, sempre!
RispondiEliminaalla domanda 3 fu già risposto. Sulla collegialità purtroppo la mens del Papa è nota, mi pare manchi una richiesta circa la questione dell'origine della giurisdizione dei vescovi, altro punctum dolens,
RispondiEliminaAd ogni modo, il Magistero dogmatico di un tempo ha già risposto praticamente a tutto, ecco perché questo modo di procedere è cattivo in sé
unité, continuité, collegialité...
RispondiElimina<span>Eravamo quasi riusciti a far scomparire il cosiddetto "Spirito del Concilio" brandito dai modernisti, ed ecco che ora risorge dalla parte dei tradizionalisti. Come dire che il vecchio adagio che gli estremi si toccano non ha tutti i torti.
RispondiElimina</span>
<span>queste son chiacchiere da automa a-critico.
RispondiEliminaProvi a rispondere ad una domanda sospesa:
Se è vero che esistono secondo mons. Pozzo concilio e paraconcilio , secondo lei, l'evento Assisi3 compie, insegna e manifesta al mondo QUALE dei due ,
il CONCILIO O IL PARACONCILIO ?</span>
<span><span><span><span><span>La Vergine a La Salette non ha detto assolutamente questo. Ha usato parole forti contro la crisi della fede nelle nazioni cristiane, ha accennato all'Anticristo, ma non ha detto da nessuna parte che "Roma diventerà la sede dell'Anticristo".</span>
RispondiElimina<span>La frase "incriminata" fa parte di quella versione del segreto de La salette pubblicata con l'imprimatur di monsignor Zola, vescovo di Lecce, nel 1879. Tale scritto è un testo che Melania ha ampliato successivamente rispetto alla prima versione del segreto, redatta nel 1851 e consegnata a papa Pio IX. Questa versione originale è ampiamente disponibile , dopo la scoperta fatta dall'abbé Corteville negli archivi vaticani nel 1999. Si leggano e confrontino le due versioni, e si capiranno le differenze, pur nell'affinità di certe tematiche. Nel testo del 1851 non si legge proprio nulla riguardo a una Roma preda dell'Anticristo, nei temini in cui se ne parla nella versione Zola . L'idea che Roma (la Chiesa) venga occupata dall'Anticristo deriva con ogni probabilità dai contatti che Melania ebbe, direttamente o tramite la letteratura da loro prodotta, con gruppi apocalittici e millenaristi e, rispetto al messaggio originale conservato nel testo letto da Pio IX, la frase di cui si parla, insieme ad altre parti, costituisce quasi certamente un'aggiunta personale fatta da Melania. L'autorità ecclesiastica condannò il 9 maggio 1923 la versione Zola, pur se dotata di imprimatur vescovile - che come noto non garantisce in maniera assoluta sull'autenticità dei testi - opponendosi alla diffusione del segreto versione Zola. </span>
<span>L'idea che Roma diventi sede dell'Anticristo è stata recentemente condannata anche dalla Congregazione per la dottrina della Fede nell'ambito del caso Vassula Ryden, pseudomistica le cui "rivelazioni" contengono precisamente anche la convinzione di cui sopra. La Congregazione l'ha condannata esplicitamente nel 1995, inserendo fra gli errori dottrinali una frase di Vassula analoga a quella del "segreto" Zola, con queste precise parole: "<span>Si preannuncia in tali presunte rivelazioni un imminente periodo di predominio dell’Anticristo in seno alla Chiesa". </span></span></span></span></span></span>
E aspettare almeno di vedere cosa succederà ad Assisi?...
RispondiEliminaM
Nella mia perenne veste di apprendista ho sempre fatto fatica a conciliare le parole del Vangelo dalle quali si afferma che le porte degli inferi non prevarranno sulla Chiesa (quella fondata su Pietro, per intenderci), e le frequenti visioni apocalittiche che invece sembrano dare una visione completamente diversa, catastrofica. C'è qualcuno in grado - se possibile - di fare un pò chiarezza? Gracias.
RispondiEliminahpoirot, sono anni che abbiamo capito che B16 è modernista nel senso più autentico del termine (salvo poi considerare che la quasi totalità del collegio Cardinalizio e dell'Episcopato Mondiale lo supera quanto a eterodossia) credo non ci sia più da stupirsi di questo ne da scandalizzarci... ma io ti pongo la questione facendo riferimento a questa ulteriore opera intellettuale dell'ottimo e cattolicissimo Gherardini...
RispondiElimina...alla luce di <span>Erfurt ed io aggiungerei alla luce di ciò che disse il Papa nel Centro Culturale di Belém a Lisboa (verissimo manifesto del suo credo)...
Questo ci potrà impedire di rimanere in questo ovile santo?
e riferito alla FSSPX
Questo potrà impedire a chi ha mantenuto la Fede DI SEMPRE di rientrare visibilmente nello stesso ovile?</span>
Sedevacantisti e company sempre più scatenati.
RispondiEliminaLa prendo per l'unico verso positivo:
raccontano barzellette da far morire dal ridere :-D :-D :-D :-D :-D :-P
Una delle pagine di commenti più brutte e tristi mai apparse in questo blog.
RispondiElimina<span>La risposta alla prima domanda mi sembra un caso di coscienza difficile da dirimere... soprattutto quando é un laico come me a rispondere a un sacerdote.
RispondiEliminadon Sbicego per es. é uscito (sulla carta, si intende...) dall'ovile e lo ha fatto - ha spiegato - per conservare-salvare la propria fede... é grave! significa che pensava perderla dentro.
Quanto alla spx sceglierà MgrFellay, a noi il compito di pregare, la mia preferenza (che conta come il 2 di picche) é congelare per un annetto per prudenza e per evitare brutte soprese...
( cosa succederebbe se per esempio la SPX ottiene la prelatura personale direttamente sotto il papa e come prima cosa il papa le chiede di riconoscere la profonda fede di Lutero? )
E' un'ipotesi poi cosi' remota ? Chi si sente di garantire che é certamente da escudere ? Quale interesse si puo' avere dal fatto di dipendere direttamente da un papa che non la pensa per niente come san Pio X? <span>modernista nel senso più autentico del termine (sono d'accordissimo)</span> che sembra tradizionale solo perché gli altri sono molto peggio di lui ?
In questo senso preferisco dire almeno per il futuro prossimo "Il problema é a Roma la soluzione anche".</span>
Perchè sono sempre più sconvolti: tutte le loro teorie sono disfatte.
RispondiElimina<span> S. Lutero da Erfurt, festa il 3 gennaio.
RispondiElimina</span>
RispondiElimina"Siete dei sedevacantisti vergognatevi!!! "
Ma dai ! Va altrove a dar lezione di ortodosssia, di obbedienza, comincia a pulire la polvere che si sta accumulando davanti agli spessi muri dietro ai quali continuate nel segreto le vostre pratiche degne di un gruppo esoterico, e lo fate disobbedendo al Papa.
Obbedite al Papa o devo dire: siete dei neocatecumenali, vergognatevi, perchè disobbedite al Papa e tradite la fiducia che ha riposto in voi?
A chi ha promosso questa scempiata, dove ogni domanda contiene già la sua risposta così che si prende per i fondelli il Papa fingendo rispetto: chi ti passilli in su cu’ sa mmanu e ss’aggiustizia!
RispondiElimina...ah, mi mancava l'antica ossessione dei neocatecumenali (che non amo neanch'io, ma qui sono ben altri che stanno rovesciando disprezzo a badilate sul Santo Padre).
RispondiElimina...ah, mi mancava l'antica ossessione dei neocatecumenali (che non amo neanch'io, ma qui sono ben altri che stanno rovesciando disprezzo a badilate sul Santo Padre).
RispondiEliminaScempiata è il termine giusto. Scempiata ipocrita è ancora più preciso: dietro un'indirizzarsi al Santo Padre solo formalmente rispettoso, in realtà questa lettera è una presa in giro magistrale della Santa Chiesa, di chi ha il munus di governarLa e del Suo Magistero.
RispondiEliminaDomande tendenziose apposta mal poste; evidente lacuna di voler darsi la pena di applicare il Magistero pontificale degli ultimi 50 anni allo stesso Concilio; questioni mal poste e invenzione di categorie inapplicabili al contesto posto; mancanza di quell'ossequio della volontà, ancor prima che dell'intelligenza, che vero cattolico deve avere.
Certo, è normale, se si hanno domande, di porle a chi può, forse, rispondere: ma gli insegnamenti nella Chiesa sono anzitutto profetici ed è solo col tempo e coll'approfondimento della vita spirituale che certe risposte trovano la loro spiegazione.
Se questa lettera fosse stata scritta da persone veramente oneste nella loro domanda, soprattutto quand firmata da "sedicenti professoroni" avrebbero dovuto accompagnarla da uno studio di ogni porposizione del S.S. Conclio che pone loro problema con una pars construens e una destruens tenendoo conto degli studi fatti finora alfin di già circoscrire correttamente i loro veri problemi.
Questa lettera è, quindi, un pamphlet provocatorio che non merita particolare attenzione, a mio umile parere.
Ubi Petrus Ibi Ecclesia. I.P.
<span><span>Gentile Adso,</span></span>
RispondiElimina<span><span> </span></span>
<span><span>Se per "frequenti visioni apocalittiche” Lei intende le apparizioni della Vergine Maria riconosciute dalla Chiesa - che per altro non contengono sempre rivelazioni "apocalittiche”, almeno nel senso che comunemente si dà alla parola - e altre rivelazioni private di beati e santi ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa, in cui non c'è nulla di contrario a quanto la Chiesa crede e insegna da sempre, allora se ne può parlare. Sono le uniche che meritano attenzione nell'attuale marasma visionario, con l'accortezza di ricordare sempre che neanche in esse la Chiesa chiede comunque l'assenso di fede dei credenti. Certo, l'ignorare volutamente quanto la Vergine ha detto a La Salette o a Fatima - apparizioni tra le più "apocalittiche" degli ultimi tempi - significherebbe chiudere la mente e il cuore a quanto Dio vuole comunicare all'umanità nella storia, rendendosi sordi al richiamo divino. </span></span>
<span><span> </span></span>
<span><span>In realtà, per venire a quanto Lei dice, non c'è ovviamente contraddizione tra quanto il Vangelo dice e quanto si legge in quei messaggi "apocalittici" (nel senso di “rivelatori”) cui la Chiesa ha dato credito. Nel Vangelo si legge tra l’altro che l'iniquità dilagherà, la carità si raffredderà e la fede si spegnerà nel cuore dei credenti (Mt, 24 e Lc, 18,8). Tutte cose terribili di cui si parla anche nelle Rivelazioni private di cui sopra, e non di altro. Gli eventuali disastri “apocalittici” paventati in alcuni casi (vedi Akita o La Salette, tanto per citare) sono delle conseguenze tragiche dell’abbandono della Fede da parte dell’uomo, contro le quali il Cielo mette in guardia, specialmente nei nostri tempi. Il Vangelo dice questo sui destini ultimi dell’uomo, ed è severamente realista. Non presenta visioni edulcorate, parla di via stretta; e molte parole della Madre in tanti luoghi non fanno altro che confermare quanto detto già dal Figlio. Altrimenti la Chiesa non avrebbe dato credito a qualcosa di diverso da quanto contenuto in nuce nel Vangelo. Al più, in alcuni casi approfondisce quanto già contenuto nelle Scritture in virtù dell’urgenza dei tempi, sviluppando cose già presenti implicitamente nei Vangeli, come ad esempio la devozione al Cuore Immacolato di Maria di cui la Vergine ha parlato a Fatima. Il cuor della Madre unito a quello del Figlio nella sofferenza, vedendo l’uomo precipitare nella catastrofe (perdizione eterna e apostasia). <span> </span><span> </span><span> </span><span> </span></span></span>
Aspetta e spera che già l'ora s'avvicina ..... ( da fischiettare sull'aria di Faccetta nera)
RispondiEliminabenvenuto padre Simon, oggi non ci benedice ?
RispondiElimina<span><span><span>L'autorità ecclesiastica condannò il 9 maggio 1923 la versione Zola, pur se dotata di imprimatur vescovile - che come noto non garantisce in maniera assoluta sull'autenticità dei testi - opponendosi alla diffusione del segreto versione Zola. </span>
RispondiElimina<span>L'idea che Roma diventi sede dell'Anticristo è stata recentemente condannata anche dalla Congregazione per la dottrina della Fede nell'ambito del caso Vassula Ryden, pseudomistica le cui "rivelazioni" contengono precisamente anche l'affermazione di cui sopra. La Congregazione l'ha condannata esplicitamente.</span></span></span>
In effetti il fatto che 'Roma' condanni prima e successivamente riaffermi la condanna dell' "idea" che 'Roma' diventi sede dell'anticristo... taglia la testa al toro.
La supplica di per sé non fa una piega, anzi direi che è ottima. E' il destinatario della stessa ad essere sbagliato. Si chiede di aprire una riflessione sul CV2 a chi vi ha partecipato come perito, e per tutta la vita lo ha sempre difeso e messo in pratica con opere e parole (fatto salvo qualche frasettina ad effetto nelle interviste con Messori e un po' di latinorum da usare come oppiaceo per gli allocchi).
RispondiEliminaSe si confida nell'attuale e felicemente regnante pontefice per aprire una riflessione (seria) sul Concilio Vaticano II, siamo a posto.
<span>benvenuto padre, oggi non ci benedice ?</span>
RispondiEliminaIn che senso, taglia la testa al toro?
RispondiElimina<span>non siamo sedevacansiti, siamo cattolici scandalizzati dalla quasi-riabilitazione (manca solo il bollo ufficiale) di un eretico patentato.
RispondiElimina</span>
dopo la scomunica ingiusta di un santo, lo spettro della revoca di una scomunica sacrosanta.
allora <span>é vero. dopo Erfurt </span><span>é chiaro che </span><span>siamo sempre più sconvolti... </span>
<span>ma non sono le nostre teorie a essere disfatte, solo le nostre speranze.</span>
L`ossessione l`ha forse lei, semplicemente un neocatecumenale è l`ultimo a poter dar lezioni di ortodossia, di obbedienza e di fedeltà al Papa, di motivi per vergognarsi ne hanno da rivendere, sopratutto i responsabili, la base segue e obbedisce ciecamente, dunque l`ospite neocat farebbe meglio di astenersi, tutto qui.
RispondiEliminaGentile Ospite delle 14:42, innanzitutto grazie per la chiara e cortese risposta. Ciò a cui mi riferivo in particolare era proprio la frase di memory che, ad una prima analisi, sembrerebbe contraddire il Vangelo citato. Come si possono conciliare la promessa di Nostro Signore 'le porte del inferi non prevarranno' con "Roma perderà la Fede e diventerà la sede dell'anticristo"? Oltre a questo, la fedeltà al Papa e alla Chiesa sembra (è) una garanzia 'senza se e senza ma', come si usa dire, indipendentemente quindi da quanto tragicamente si manifesteranno gli eventi degli ultimi giorni - con tutti i dubbi relativi alla Fede compresi. O mi sfugge qualcosa?
RispondiElimina<span>Gentile Ospite delle 14:42, innanzitutto grazie per la chiara e cortese risposta. Ciò a cui mi riferivo in particolare era proprio la frase di memory che, ad una prima analisi, sembrerebbe contraddire il Vangelo citato. Come si può conciliare la promessa di Nostro Signore 'le porte del inferi non prevarranno' con "Roma perderà la Fede e diventerà la sede dell'anticristo"? La fedeltà al Papa e alla Chiesa sembra (è) una garanzia 'senza se e senza ma', come si usa dire, indipendentemente quindi da quanto tragicamente si manifesteranno gli eventi degli ultimi giorni - con tutti i dubbi relativi alla Fede compresi. O mi sfugge qualcosa?</span>
RispondiEliminaCari ospiti delle 11:45 e 13:09
RispondiEliminail loro nervosismo aumenta coll'avvicinarsi della data del 7/9 ottobre quando la FSSPX a Albano dovrà ben decidersi di smetterla con il suo usuale doppiogiochismo e decidersi se veramente vuole rientrare nel cattolicesimo accettando il Preambolo Dottrinale oppure rimanere un'organizzazione cristiana non cattolica come ora.
Visto che speriamo e preghiamo tutti affinché quest'atto di conversione avvenga è logico che il tradiprotestante e il sedevacantista diventa sempre più agressivo e bilioso.
A noi rimane solo da pregare affinchè le intenzioni di S.S. Benedetto XVI si realizzino. Ubi Petrus Ibi Ecclesia. I.P.
Il destinatario della supplica e' il Papa - qualsiasi Papa. Oggi e' Benedetto XVI, che non sembra intenzionato a prender la supplica in considerazione; ma Benedetto XVI non e' eterno, e dopo di lui vi sara' un altro Papa, che sara' lui pure destinatario della supplica;e cosi' via fino alla fine del mondo.
RispondiEliminadall' articolo di Angela Pellicciari su Il Timone http://arcsanmichele.altervista.org/index.php/it/il-metodo/226-e-ora-che-lutero-passi-le-alpi-.html
RispondiElimina<span>"Vi fu un connubio evidente tra protestantesimo e Risorgimento italiano. Entrambi miravamo alla distruzione della Chiesa e a strappare
dal cuore della nostra gente la fede cattolica. Per portarlo ad abbracciare il credo di Lutero.
</span>
Per capire la stretta alleanza che si realizza in Italia durante il Risorgimento fra mondo protestante ed élite liberale, conviene partire
da una lapidaria affermazione comparsa sulla Civiltà Cattolica nel 1856: «il protestantesimo non è altro che la molla della rivoluzione».
Che cosa intendeva dire la rivista dei gesuiti? Intendeva dire che da quando Lutero comincia la sua violenta opposizione contro Roma,
i protestanti di tutto il mondo non fanno che combattere in ogni possibile modo, onesto e disonesto, la cultura e la civilta cattoliche.
Su tutti i fronti: politico, economico e sociale oltre che, ovviamente, religioso.
I protestanti costituiscono, ha ragione la Civilta Cattolica, la vera molla della rivoluzione.
L'odio diffuso a piene mani dalla Riforma contra la "rossa prostituta di Babilonia" (appellativo da Lutero rivolto a Roma)
fa si che i Savoia, trasformatisi in persecutori della Chiesa, trovino i più fedeli alleati fra anglicani, calvinisti e luterani, d'Eutopa e d'America... "
Se questa lettera fossebstata scritta da persone veramente oneste nella loro domanda [...] avrebbero dovuto accompagnarla da uno studio di ogni proposizione del S.S. Concilio che pone loro problema".
RispondiEliminaIl prof. De Mattei ha gia' presentato uno studio storico sul Concilio Vaticano II e Mons. Gherardini ha gia' pubblicato due studi teologici sullo stesso Concilio ("Un discorso da fare" e "Il discorso mancato"). Il terzo volume della trilogia di Brunero Gherardini sul Concilio Vaticano II uscira' a marzo 2012 da Lindau. Il titolo e': Alle radici d'un equivoco.
Gvardi, ha pvopvio vagione: una congvega di vozzi e volgavi tvadipvotestanti!
RispondiEliminaVeramente il destinatario della supplica è l'attuale pontefice Benedetto XVI, anzi come si può notare nella parte finale della supplica stessa i promotori pensano proprio che da lui possa arrivare l'aiuto sperato: gli si riconosce infatti "l’opera di restaurazione, rinnovamento e pulizia della Chiesa militante".
RispondiEliminaDove sarebbe la restaurazione? A Erfurt? In sinagoga? Ad Assisi?
<span>"oppure rimanere un'organizzazione cristiana non cattolica come ora"</span>
RispondiElimina<span> </span> =-O <span> </span> :) :) :) 8-)
L`insistenza di questo blogger a debitare le sue c......sulla FSSPX, e il modo con cui lo fa, rende sempre più plausibile l`ipotesi che sia un ex della Fraternità, spero solo che sia un laico e non un sacerdote che sarebbe ad esempio passato alla FSSP.
Rombo di tuono: non gioca il Cagliari quest'oggi?
RispondiElimina* né il papa né i Concili sono infallibili
RispondiElimina* é la Bibbia che deve fare autorità e non le costruzioni intellettuali di questi savi che chiamiamo dottori o scolastici
* OGNI LAICO E' UN CERTO SENSO PRETE - IO CREDO NEL SACERDOZIO UNIVERSALE
* il cristiano é un uomo libero "sottomesso a nessuno" ma allo stesso tempo servo di Dio e del prossimo
(Martin Lutero)
Questo lo sappiamo tutti Sra Cuppo. Ma sono solo studi "a carica": questo non è possibile soprattutto da parte del teologo Gherardini il quale dovrebbe sistematicamente analizzare "a carica " e "a discarica" come impara chi studia filosofia /teologia se si vuol avere un approccio serio. Ci sono altri studi e anche insegnamento Magisteriale al più alto livello che sempre hanno messo in luce la connessione del Magistero conciliare con quello precedente e queste proposizioni vanno da essere studiate onestamente per vedere dove si trova il punto che davvero pone potenzialmente problema.
RispondiEliminaLa "supplica" (sic) qui sopra è semplicemente tendenziosa e non manofesta une vera ricerca della verità: accettabile se fossero stati dei pinco pallini qualunque a firmarlo, ma non quando ci si fregia di titoli professorali.
In realtà, chi riceve questa "supplica" capisce benissimo che qualunque saranno le sue risposte esse non saranno mai buone per i mittenti, perchè quel che cercano di fare è solo un discorso ideologico per marcare il loro punto di vista poco cattolico, purtroppo. I.P.
Ahimé, siamo fuori dalle Coppe europee. Ma mi sa che quest'anno...
RispondiEliminaé incredibile che tanta gente qui (come padre Simon de Cyrène) sia
RispondiElimina* tollerante fino alla nausea verso le lodi papali a Martin Lutero anche se questi negava (senza altri argomenti che le sue convinzioni) <span>la validità di tutte le righe di tutti i Concili</span>
* intollerante fino al ridicolo verso Mons Lefebvre che dopotutto critica un solo Concilio (quello che ha dato i frutti più catastrofici) al fine di difendere tutti gli altri proprio perché infallibili
RISPOSTA DEL PAPA?????
RispondiElimina<span> "Ma sono solo studi "a carica": questo non è possibile soprattutto da parte del teologo Gherardini il quale dovrebbe sistematicamente analizzare "a carica " e "a discarica" come impara chi studia filosofia /teologia se si vuol avere un approccio serio"</span>
RispondiEliminaMa un pò di umiltà, proprio no?
Monsignor Gheradini, come già detto, se dovesse leggere certe prestazioni su questo blog, sorriderebbe davanti all`ignoranza unita come si deve ad un`arroganza senza limiti di taluni...., comunque ricordo, ove ve ne fosse ancora bisogno, che Mons. Gherardini è non solo Consultore della Congregazione delle Cause dei Santi, Canonico nella Basilica Papale San Pietro in Vaticano, ma che è stato Professore presso la Pontificia Università Lateranense e membro e responsabile della Pontificia Accademia Teologica Romana e della Pontificia Accademia di S. Tommaso.
Vassula Ryden è un caso non riconosciuto, che non ha alcun nesso con le apparizioni di altri luoghi, AUTENTICHE, come Fatima, dove la Madonna disse:
RispondiElimina"Satana si introdurrà ai vertici della Chiesa", nel messaggio, ovviamente occultato dal Vaticano, per tutto il 20.mo secolo, perchè i papi non hanno mai voluto eseguire le volontà della Madonna , che sono quelle di Dio stesso, e dove si parlava della grande apostasia che sarebbe iniziata "dai vertici" della Chiesa. In-fatti.
dice Pastorelli nell'intervista a mons. Gherardini:
RispondiElimina<span><span>Il proceder del Concilio nel solco della Tradizione va dimostrato.
Logica esigenza. Ma come si fa a pretendere questa dimostrazione, se il Papa in realtà si sta preparando ad Assisi3, che è semplicemente l'estrema applicazione del concilio-cosìcom'è, cioè una cosa oscura ma CHIARAMENTE onniecumenica, SENZA CONFINI DI RELIGIONE NE' DI IDEE PSEUDO-RELIGIOSE QUALSIVOGLIA ?
se il Papa, organizzando Assisi3 non terrà alcun conto nè della Mortalium animos, nè della frase di S. Paolo: "Che c'è in comune tra Cristo e Belial?", come si può ancora pensare che voglia dimostrare la continuità dichiarata tra concilio e Tradizione ?
Egli continuerà ad applicare i contenuti del concilio, senza spiegarli: farà vedere con la PRASSI, come concretamente il concilio CONTINUA ad essere applicato, senza essere chiarito. </span>
<span>Ecumenismo con tutti, a 360°, senza distinzioni di credenze o non-credenze. </span>
<span>La prassi ecumenica sicuramente continua, INDISCUSSA, nonostante il Magistero di sempre, scritto e sempre accettato fino al 1960 sia contrario a simili prassi, come Pio XI insegna e ormai, nell'evento di ottobre si imporrà a tutto l'orbe cattolico con risonanza planetaria.</span></span>
il concilio stesso dimostra di aver introdotto questi contenuti neo-protestanti nella Chiesa, ottimamente applicati dai laici di tutti i mitici movimenti, dal RnS al CNC, dove i laici hanno soppiantato il sacerdote e lo comandano a bacchetta, dopo averlo riformato al vangelo-secondo-kiko.
RispondiEliminaCaro hpoirot, penso che abbiamo capito quanto e come sei stato scioccato e sconvolto da ciò che è successo a Erfurt. Non sei il solo.
RispondiEliminaMolti non hanno capito, tanti sono stati sconcertati da quella forma di omaggio a Lutero, una mia cara amica tedesca, cattolica molto impegnata e fedelissima al Papa, era inquieta prima dell`arrivo del Papa da ciò che sentiva e cioè che il Papa andava in pellegrinaggio sui passi di Lutero e che lo avrebbe rivalutato, non voleva crederci, oggi è molto confusa e sconcertata.
Anch`io non capisco che cosa ci sarà da celebrare nel 2017, eppure è ciò che Benedetto XVI ha preannunciato.
Quando la ragione non segue più, nel senso che non può capire e accettare come giusto e saggio ciò che la coscienza gli indica come problematico e contrario a ciò che la Chiesa le ha insegnato e non da oggi, quando mi sento "dépassée" da ciò che succede, consapevole dei miei limiti e della mia totale impotenza a cambiare la benchè minima cosa, osservo e prego. Solo la preghiera mi aiuta a non sprofondare nel più totale scoraggiamento e disorientamento.
Detto questo ringrazio di tutto cuore i firmatari di quella supplica al Santo Padre, nella speranza che arrivi sulla sua scrivania e che ricevino una risposta....risposta che non sarebbe rivolta solo a loro ma a tutti i cattolici che condividono le stesse domande e attese.
Esattocara Luisa: a quel livello non ci si può permettere di scrivere una "supplica" di tal fatta.
RispondiEliminaQuesto ci riporta alla sua ottima domanda: Mgr Gherardini "<span>Ma un pò di umiltà, proprio no? "</span>
Grazie per questo suo intervento finalmente con qualche sostanza. I.P.
Quanta chiaroveggenza, Simon de Cyrene. Il terzo volume della trilogia di Brunero Gherardini sul CVII uscira' a marzo 2012 e lei gia' sa che e' uno studio "a carica"?
RispondiEliminaIl suo humour da quattro soldi è veramente all`altezza della sua pochezza, mi scuso se passo al francese "vous n`arrivez pas à la cheville de Mons. Gherardini", abbassi la sua cresta, scenda dal suo ridicolo scranno, ci dica un pò che cosa ha dato alla Chiesa in termine di scritti, quelli di mons. Gherardini passeranno alla posterità, in quale cattedra ha insegnato, Mons. Gherardini ha insegnato alla Lateranense, quali sono i suoi titoli, le sue competenze, ci dica un pò, sono curiosa.
RispondiElimina<span>Gentile Adso, l'autorità ecclesiastica ha posto il veto sulla divulgazione del "segreto versione Zola" anche e soprattutto a causa di quella frase: "Roma perderà la Fede e diventerà la sede dell'anticristo". </span>
RispondiElimina<span>Una frase che, innanzitutto, non risulta sia stata con certezza pronunciata dalla Vergine, come detto sopra, risultando piuttosto un'aggiunta di Melania, che ha voluto così arricchire il testo del 1851, in cui essa è assente. Quindi già questo dovrebbe far considerare le cose su una luce diversa. E’ difficile discutere su porte degli Inferi e contraddizioni con il Vangelo, visto che non si sa se la Madonna abbia pronunciato esattamente quelle precise parole. </span>
<span>In base a cosa Melania ha inserito poi questa frase? Faceva parte del segreto originale che, per comodità, la pastorella ha riassunto in una prima versione, omettendo la frase prima, poi reinserendola in un secondo tempo? Non si sa. Ma tutto invita alla prudenza.</span>
<span>In effetti, il San'Uffizio ha censurato la versione proprio perché quella frase dava adito a fraintendimenti, favorendo la critica dei nemici della Chiesa e la polemica antigerachica anche interna, costituita soprattutto da un certo tradizionalismo radicale. Di fatto, quella frase è stata usata da molti per operare critiche alla gerarchia ecclesiastica, con toni che spesso hanno rasentato il protestantesimo più puro (Roma come la grande Babilonia e prostituta). I testi di condanna specificano anche il pericolo di fraintendimento per le menti deboli e poco avvezze alle sottigliezze, o estremamente ideologizzate. </span>
<span>In realtà, il termine “Roma” non va assolutamente inteso come sinonimo della Chiesa di Cristo fondata su Pietro e assistita dallo Spirito Santo . Ad essa, come Lei giustamente ricorda, è stata garantita l’indefettibilità da Gesù stesso. Il ministero del Papa e la Fede cattolica non sono in discussione e, del resto, Melania e Massimino sono sempre stati fedelissimi, figli obbedienti della Chiesa <span> </span>negli atti e nella vita concreta. La Chiesa non può mai essere preda totale dell’anticristo, e il fatto che il suo Magistero non sia mai venuto meno, anche in questi ultimi travagliatissimi tempi, checché se ne dica, lo dimostra.</span>
<span>Qui l’unico modo di intendere rettamente la parola“Roma”, è nel senso della città eterna come sede storica della cattolicità la quale, a seguito di un’apostasia delle nazioni, prevista anche da San Paolo, potrà ritornare pagana, così come ritornerà pagano quel mondo cristiano che l’Urbe, sede di Pietro, sostanzialmente rappresenta. In qualche modo Roma, nel linguaggio di Melania che ricalca molto alcuni toni profetici dell’Antico Testamento, simboleggia anche la cristianità universale la cui fede, a seguito di una tremenda crisi, si offuscherà su gran parte della terra. Ciò del resto è anche quanto dice suor Lucia di Fatima (il dogma della fede che si offusca tra le nazioni). Un indebolimento fortissimo e una crisi della Chiesa, anche epocale, non implicano però che la promessa di Cristo sull’integrità della dottrina e della fede venga meno. Roma e Pietro, nella frase, non debbono essere identificati. </span>
<span><span><span> </span><span> </span></span></span>
<p><span> </span>
</p>
Il nesso, gentile sn, non sta nella contrapposizione caso riconosciuto- caso non riconosciuto. Questa sua osservazione non ha una logica, è buttata là per polemica, senza capire bene il senso del discorso che si sta facendo. Il collegamento con Vassula, che si cita solo a mo'di esempio di una linea coerente della Chiesa su un tema specifico a prescindere dai singoli casi, sta solo nel tema in questione: quello della Roma sede dell'anticristo, e nella condanna che ne segue da parte della Chiesa di sempre.
RispondiEliminaMa per capire la Sua competenza in campo di Rivelazioni private basta l'assunto sul messaggio occultato dal Vaticano: una frase degna del miglior Dan Brown, condita di un'espressione ripresa da alcuni commenti apocrifi ad alcune osservazioni di Suor Lucia. Sembra di sentire qualcuno tra i più accaniti pastori evangelici della Bible Belt. Così si serve la Chiesa e il suo Supremo Pastore? Mah...
Cissà se il pontefice felicemente regnante approva anche il simpatico libello di Lutero intitolato "Von der Juden und ihren Luegen".
RispondiElimina<p><span><span><span>Il nesso, gentile sn, non sta nella contrapposizione caso riconosciuto- caso non riconosciuto. Questa sua osservazione non ha una logica ed è buttata là solo per polemica, senza capire bene il senso del discorso che si sta facendo. Il collegamento con Vassula, che si cita solo a mo'di esempio di una linea coerente della Chiesa su un tema specifico a prescindere dai singoli casi, sta solo nel tema in questione: quello della Roma sede dell'anticristo, e nella condanna che ne segue da parte della Chiesa di sempre. </span></span><span>
RispondiElimina<span>Piuttosto, farei attenzione al linguaggio e alle espressioni usate. L'assunto sul messaggio occultato dal Vaticano è una frase degna del miglior Dan Brown, e la frase su Satana e tutto il resto, non ha assolutamente nulla a che fare con Fatima e il suo messaggio, e questo la dice lunga su certe citazioni sprovvedute. La frase si trova nelle “rivelazioni” di don Romolo Gobbi, del Movimento Sacerdotale Mariano, la cui ortodossia è ben lungi dall’essere riconosciuta dalla Chiesa. La frase si dice ispirata al Segreto di Fatima, allora (1994) non rivelato, ma assente ovviamente anche nella parte rivelata nel 2000 e nelle altre, nonché nelle parole di suor Lucia. L’espressione rientra comunque nelle tendenze protestanteggianti di cui sopra, la contiguità del movimento di gobbi con certe forme carismatiche dubbie non fa che confermare le perplessità. Non rientra quindi assolutamente in nessuna parte riconosciuta del messaggio di Fatima, e riecheggia il linguaggio dei più accaniti pastori evangelici della Bible Belt . </span></span><span></span></span></p>
E chi parla del terzo volume? Ben venga che ne faccia uno emno ideologico e più oggettivo nell'analisi del Magistero con chiare parti "construens" e non solo "destruens". I.P.
RispondiElimina<span>
RispondiElimina<span><span><span>Il nesso, gentile sn, non sta nella contrapposizione caso riconosciuto- caso non riconosciuto. Questa sua osservazione non ha una logica ed è buttata là solo per polemica, senza capire bene il senso del discorso che si sta facendo. Il collegamento con Vassula, che si cita solo a mo'di esempio di una linea coerente della Chiesa su un tema specifico a prescindere dai singoli casi, sta solo nel tema in questione: quello della Roma sede dell'anticristo, e nella condanna che ne segue da parte della Chiesa di sempre. </span></span><span>
<span>Piuttosto, farei attenzione al linguaggio e alle espressioni usate. L'assunto sul messaggio occultato dal Vaticano è degno del miglior Dan Brown, e la frase su Satana e tutto il resto, non ha assolutamente nulla a che fare con Fatima e il suo messaggio, e questo la dice lunga su certe citazioni sprovvedute. La frase si trova nelle “rivelazioni” di don Stefano Gobbi, del Movimento Sacerdotale Mariano. La frase si dice ispirata al Segreto di Fatima, allora (1994) non rivelato, ma è assente ovviamente nel testo reso noto nel 2000 e nelle altre parti del segreto unico, nonché nelle parole di suor Lucia. Il movimento di don Gobbi, legato anche alle forme carismatiche di Medjugorie - che un certo tradizionalismo non dovrebbe apprezzare troppo - alimenta qualche seria perplessità, e su di esso il giudizio della Chiesa è sospeso. Comunque, la frase non rientra assolutamente in nessuna parte riconosciuta del messaggio di Fatima o degli scritti di Suor Lucia, e riecheggia il linguaggio dei più accaniti pastori evangelici della Bible Belt. </span></span><span></span></span>
</span>
[" *Il veleno delle sue perversioni, come
RispondiEliminaun immenso fiume d'immondizia, cola da questo dragone malefico e si
trasfonde in uomini di mente e spirito depravato e dal cuore corrotto; egli
versa su di loro il suo spirito di menzogna, d'empieta' e di bestemmia ed
invia loro il mortifero alito di lussuria, di tutti i vizi e di tutte le
iniquità, la Chiesa, questa Sposa dell'Agnello Immacolato, è ubriacata da
nemici scaltrissimi che la colmano d'amarezze e che posano le loro
sacrileghe mani su tutte le sue cose più desiderabili. Laddove c'è la sede
del beatissimo Pietro posta a cattedra di verità per illuminare i popoli, lì
hanno stabilito il trono abominevole della loro empietà, <span>affinché colpendo
il pastore, si disperda il gregge</span><span>" *.]</span>
Questo testo è preso dalla versione ORIGINALE dell'Esorcismo privato di Leone XIII. Il testo è stato espunto nelle edizoni successive alla morte di San Pio X.
Io ci vedo una chiara eco di LA Salette, in particolare della parte controversa del segreto.
Leggendo quest'altra citazione buttata là così, priva di contesto e pescata dal mazzo delle tante possibili apparentemente solo per la presenza di quella frase sottolineata, vagamente affine ai temi della Salette, si vorrebbe corroborare l'idea che Roma sarà preda dell'anticristo? Ma la frase dice precisamente che la sede del beatissimo Pietro, la Roma cattolica, salda e indefettibile nella fede, è minacciata da empi - forse papa Leone pensava ai massoni - che mirano a sconfiggere la Fede colpendo il Papa e magari cacciandolo da Roma, come accadde per Pio IX. Non è una novità, e c'entra poco con la perdita della fede interna alla Chiesa. Nell'esorcismo si paventa l'azione nefasta dei nemici esterni.
RispondiEliminaBen detto!
RispondiEliminaE chi parla del terzo volume?
RispondiEliminaNe ha parlato Lei, Simon. Quando io ho segnalato i due volumi pubblicati ed il terzo di prossima pubblicazione, Lei li ha definiti tutti (primo, secondo e terzo) studi "a carica."
Leone XIII sta con ogni evidenza parlando dell'azione specifica della massoneria a Roma, in un periodo criticissimo alla fine del '900. Per altro, il tutto si può allargare a una situazione più generale, che non coinvolge solo Roma ma più genericamente l'assalto del male contro Cristo e la Chiesa. Più che La Salette, qui si riecheggia il 12 capitolo dell'Apocalisse (il drago che vomita un fiume immondo contro la Chiesa). Il richiamo alla Salette nell'esorcismo sembra piuttosto generico, e comunque Melania a sua volta riecheggia nelle sue aggiunte gli scritti apocalittici e profetici. Quella è la fonte primaria.
RispondiEliminaAl limite, più strettamente "salettina" appare la famosa visione a seguito della quale papa Leone scrisse la preghiera a San Michele Arcangelo, la cui lettura oggi fortunamente è ancora effettuata nel Rito antico (anche se non sempre, come mi è capitato di constatare).
Molte grazie.
RispondiEliminaMartelli qui non siamo al gay pride. La tua evve non serve.
RispondiEliminaIo proporrerei di canonizzarlo proprio perché ha sposato una ex suora...
RispondiEliminaUna volta chi attentava al corpo di una consacrata non commetteva ipso facto sacrilegio?
Capisco il vostro sconcerto (per usare un eufemismo), ma credo che il Santo Padre ha parlato dicendo cose che non pensa.
RispondiEliminaNon lo sto giustificando: semplicemente dico che la Santa Sede, dai tempi di Paolo VI, preferisce parlare in modo politico (e politically correct) al parlare in modo cattolico.
Non avete fatto caso che pure al di fuori del settore religioso le alte sfere non criticano più nessuno? Per essere più precisi, non c'è più la ferma condanna degli errori, ma una serqua di parole fumose che in fondo sono una velata critica, ma si ha paura, la paura di lancio dei pomodori, la paura del martirio.
egr. Ospite, lei sta trascurando che
RispondiEliminal'intero segreto di Fatima non è stato rivelato al mondo, come la Madonna chiedeva per mezzo di suor Lucia
- nè da Papa Giovanni XXIII che lo fece occultare nel 1960, dopo averlo letto, dicendo che non riguardava il suo pontificato: - la Chiesa Docente ci deve ancora spiegare il perchè di tale occultamento, nonchè delle persecuzioni attuate tenacemente contro p. Gruner e coloro che volessero divulgare ilVERO segreto, v. aggressione nel 2007 a Socci e Paolini da parte di gendarmi del Vaticano, alla conferenza di Bertone, che nel libro L'ultima veggente di Faima, dava una versione manipolata del terzo segreto, quella ufficiale, PARZIALE, con una inefficace confutazione di Socci che nel suo libro, il "Quarto segreto di Fatima" spiega l'esistenza di quella parte occultata. Legga qui i motivi dell'aggressione a Socci, poi provi a spiegarmi lei il perchè di tanto accanimento da parte del Vaticano contro chi vuol fare luce su quella parte mai svelata al mondo(....si affidano all'uso della forza perchè non hanno altre risposte ...)
- nè dai papi successivi, compreso Papa GPII nel 2000 che NON LO divulgò nè spiegò affatto, come egli stesso disse in un'intervista, per non spaventare la gente, dato il tenore di estrema severità dei castighi che la Madonna annunciava al mondo per il prosieguo del 20.mo secolo (e badi bene alla parola castigo, che significa purificazione )
- nè dall'attuale Papa, che pur dopo aver minimizzato sui suoi contenuti, (in passato attribuiti da lui alla soggettività della psiche dei Pastorelli), l'anno scorso a Fatima stranamente contraddisse la falsa spiegazione del card, Bertone, dicendo chiaramente: "Si illuderebbe chi pensasse che il segreto di Fatima fosse già concluso" ed accennò<span> molto</span> velatamente al compiersi necessario di una Passione della Chiesa, particolarmente riguardante il Papa, cioè i papi, (ancora da venire oltre a lui stesso !...)
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<span>egr. Ospite, lei sta trascurando che
RispondiEliminal'intero segreto di Fatima non è stato rivelato al mondo, come la Madonna chiedeva per mezzo di suor Lucia
- nè da Papa Giovanni XXIII che lo fece occultare nel 1960, dopo averlo letto, dicendo che non riguardava il suo pontificato: la Chiesa Docente ci deve ancora spiegare il perchè di tale occultamento, nonchè delle persecuzioni attuate tenacemente contro p. Gruner e coloro che volessero divulgare il VERO segreto, v. aggressione nel 2007 a Socci e Paolini da parte di gendarmi del Vaticano, alla conferenza di Bertone, che nel libro L'ultima veggente di Fatima, dava una versione manipolata del terzo segreto, quella ufficiale, PARZIALE, con una inefficace confutazione di Socci che nel suo libro, il "Quarto segreto di Fatima" spiega l'esistenza di quella parte occultata. Legga qui i motivi dell'aggressione a Socci, poi provi a spiegarmi lei il perchè di tanto accanimento da parte del Vaticano contro chi vuol fare luce su quella parte mai svelata al mondo(....si affidano all'uso della forza perchè non hanno altre risposte ...)
- nè dai papi successivi, compreso Papa GPII nel 2000 che NON LO divulgò nè spiegò affatto, come egli stesso disse in un'intervista, per non spaventare la gente, dato il tenore di estrema severità dei castighi che la Madonna annunciava al mondo per il prosieguo del 20.mo secolo (e badi bene alla parola castigo, che significa purificazione )
- nè dall'attuale Papa, che pur dopo aver minimizzato sui suoi contenuti, (in passato attribuiti da lui alla soggettività della psiche dei Pastorelli), l'anno scorso a Fatima stranamente contraddisse la falsa spiegazione del card, Bertone, dicendo chiaramente: "Si illuderebbe chi pensasse che il segreto di Fatima fosse già concluso" ed accennò<span> molto</span> velatamente al <span>compiersi necessario e inevitabile, in FIERI , di una Passione della Chiesa, </span>particolarmente riguardante il Papa, cioè i papi, (ancora da venire oltre a lui stesso !...) </span>
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- la spiegazione della visione raccontata dai pastorelli , divulgata dal Vaticano al mondo nel 2000, come fosse riferibile al passato, cioè all'evento dell'attentato a GPII, è evidentemente falsa, e serviva a stornare l'attenzione del mondo cattolico dall'effettivo compiersi della profezia centrale che la Madonna faceva, riguardante l'apostasia di gran parte delle gerarchie ecclesiastiche e del mondo cattolico da esse guidato nella confusione dottrinale, come vediamo accadere di fatto, da mezzo secolo, quindi la profezia della Madonna aveva come contenuto principale QUESTO TRAGICO degradarsi della Fede a cui assistiamo impotenti, e che iniziava da quella frase: "In Portogallo si conserverà il dogma della Fede ecc...."; da lì in poi il segreto è stato occultato e falsificato, ad arte, dopo di che si è fatto in modo di far credere che esso si fosse già avverato nel 1981;
RispondiElimina- la consacrazione della RUSSIA al Cuore Immacolato di Maria, nel modo che la Madonna stessa chiedeva, spiegando A CHIARE PAROLE che era la precisa volontà del Padre Celeste, con le implicazioni che la stessa suor Lucia spiegò più volte al suo Padre spirituale e al Vescovo locale, NON E' MAI STATA eseguita da alcun papa, con tutte le conseguenze negative che può portare un tale pertinace rifiuto di aderire ad una volontà espressa da Dio stesso per mezzo della sua Madre Immacolata a persone da Lui scelte come messaggeri;
- più volte la Madonna in persona si è lamentata con suor Lucia per la negligenza dei papi a questo riguardo, ( e non mi dica ora che suor Lucia era una folle visionaria, o che lo erano i sacerdoti che misero per iscritto o riferirono alla stampa le sue visioni o i colloqui da lei avuti con Nostro Signore in Persona);
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<span>- la spiegazione della visione raccontata dai pastorelli , divulgata dal Vaticano al mondo nel 2000, come fosse riferibile al passato, cioè all'evento dell'attentato a GPII, è evidentemente falsa, e serviva a stornare l'attenzione del mondo cattolico dall'effettivo compiersi della profezia centrale che la Madonna faceva, riguardante l'apostasia di gran parte delle gerarchie ecclesiastiche e del mondo cattolico da esse guidato nella confusione dottrinale, come vediamo accadere di fatto, da mezzo secolo, quindi la profezia della Madonna aveva come contenuto principale QUESTO TRAGICO degradarsi della Fede a cui assistiamo impotenti, e che iniziava da quella frase: "In Portogallo si conserverà il dogma della Fede ecc...."; da lì in poi il segreto è stato occultato e falsificato, ad arte, dopo di che si è fatto in modo di far credere che esso si fosse già avverato nel 1981;
RispondiElimina- la consacrazione della RUSSIA al Cuore Immacolato di Maria, nel modo che la Madonna stessa chiedeva, spiegando A CHIARE PAROLE che era la precisa volontà del Padre Celeste, con le implicazioni che la stessa suor Lucia spiegò più volte al suo Padre spirituale e al Vescovo locale, NON E' MAI STATA eseguita da alcun papa, con tutte le conseguenze negative che può portare un tale pertinace rifiuto di aderire ad una volontà espressa da Dio stesso per mezzo della sua Madre Immacolata a persone da Lui scelte come messaggeri;
- più volte la Madonna in persona si è lamentata con suor Lucia per la negligenza dei papi a questo riguardo, ( e non mi dica ora che suor Lucia era una folle visionaria, o che lo erano i sacerdoti che misero per iscritto o riferirono alla stampa le sue visioni o i colloqui da lei avuti con Nostro Signore in Persona); </span>
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- Ella era apparsa di nuovo a suor Lucia nel 1929, a Tuy in Spagna, come aveva promesso nel 1917, (come si legge qui) : Quindi la Madonna mi disse:
RispondiElimina"E giunto il momento in cui Dio chiede che il Santo Padre faccia, in unione con tutti i vescovi del mondo, la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato, promettendo in questo modo di salvarla. Sono tante le anime che la Giustizia di Dio condanna per peccati commessi contro di Me, e perciò vengo a chiedere riparazione: sacrificati con questa intenzione e prega”.
La richiesta per la solenne consacrazione pubblica della Russia, da parte del Papa e di tutti i vescovi Cattolici, espressa dalla Madonna a Suor Lucia, è una richiesta che proviene da Dio stesso. A Tuy, la Madonna disse a Lucia: “E’ giunto il momento in cui Dio chiede che il Santo Padre faccia…”
- la richiesta, dunque, fu sempre disattesa dai papi successivi, fino ado oggi: la chiave per comprendere e risolvere il dramma della Chiesa attuale, e di tutto il mondo in rovina morale, causato da questa NON-VOLONTA' di aderire alle richieste di Dio attraverso la SS.ma Madre è spiegata qui :
<p>Esprimendo le richieste del Cielo il più precisamente possibile, La Madonna pone un unica condizione di salvezza, un unico rimedio contro tutti i terribili mali menzionati del testo, ed esso viene ancora una volta affermato con vigore: “Per impedire tutto questo, tornerò a chiedere la Consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati”.....
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- Ella era apparsa di nuovo a suor Lucia nel 1929, a Tuy in Spagna, come aveva promesso nel 1917, (come si legge qui) : Quindi la Madonna mi disse:
RispondiElimina"E giunto il momento in cui Dio chiede che il Santo Padre faccia, in unione con tutti i vescovi del mondo, la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato, promettendo in questo modo di salvarla. Sono tante le anime che la Giustizia di Dio condanna per peccati commessi contro di Me, e perciò vengo a chiedere riparazione: sacrificati con questa intenzione e prega”.
La richiesta per la solenne consacrazione pubblica della Russia, da parte del Papa e di tutti i vescovi Cattolici, espressa dalla Madonna a Suor Lucia, è una richiesta che proviene da Dio stesso. A Tuy, la Madonna disse a Lucia: “E’ giunto il momento in cui Dio chiede che il Santo Padre faccia…”
- la richiesta, dunque, fu sempre disattesa dai papi successivi, fino ado oggi: la chiave per comprendere e risolvere il dramma della Chiesa attuale, e di tutto il mondo in rovina morale, causato da questa NON-VOLONTA' di aderire alle richieste di Dio attraverso la SS.ma Madre è spiegata qui :
Esprimendo le richieste del Cielo il più precisamente possibile, La Madonna pone un unica condizione di salvezza, un unico rimedio contro tutti i terribili mali menzionati del testo, ed esso viene ancora una volta affermato con vigore: “Per impedire tutto questo, tornerò a chiedere la Consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati”.....
legga infine questa cronologia di una mistificazione, in cui si ricorda il colloquio di suor Lucia con Gesù stesso, avvenuto nell'
RispondiEliminaAgosto 1931 in Spagna:
Nostro Signore Gesù Cristo parla a Suor Lucia e, in riferimento alla consacrazione della Russia, le dice :
Fa sapere ai Miei ministri che, dal momento che seguono l'esempio del re di Francia nel ritardare l'esecuzione di quanto ho chiesto loro, lo seguiranno nella sventura.”
<span><span>Forse è meglio chiudere qui il discorso, lasciandole volentieri l’eventuale ultima parola che, intuisco, chi “argomenta” come Lei di solito cerca a tutti i costi. Memory, crede che io non conosca tutte queste cose da Lei elencate? Pensa che non sia al corrente di quanto si dice o scrive su Fatima, e nel mio piccolo non sia consapevole della grave situazione del mondo e della Chiesa, solo perché non sparo subito a zero su Papi e rifletto criticamente, senza bollori ideologici, sulla natura di certe frasi? </span></span>
RispondiElimina<span><span>Il problema è che tutto quello che Lei dice non c'entra nulla con quanto scrivevo sopra, è del tutto fuori contesto rispetto alla conversazione con Adso, tutta incentrata su una frase di Melania e sulla Salette. Lei mi scrive lenzuolate copia e incolla su Fatima (ha per caso letto i mai pubblicati 20 libri di padre Alonso su Fatima? Questo sì che è il vero testo capitale ancora da leggere, certamente e colpevolmente occultato per volontà di non si sa chi: altro che presunti scritti segreti nascosti da qualche parte). Ma che ci azzeccano qui <span> </span>tre post su Fatima? A Fatima io accennavo solo en passant, poco più di una riga, per altro citando la frase sul “doguema de fe”. Dunque, da dove intuirebbe Lei che io non sappia o non mi renda conto del pericoloso oscurarsi della fede e della negligenza di vari uomini di Chiesa? In realtà, quando si ha una tesi pregiudiziale da affermare per forza, che coincide con certe posizioni di un gruppo cattolico per alcuni versi ammirabile e prezioso come la FSSPX - in questo caso il voler calcare per forza la mano su presunte infedeltà dei Papi, sulla Roma modernista priva di fede e tutto il resto- si perdono di vista i termini della discussione e si parte per la tangente, come lei evidentemente ha fatto. Si appiccicano paginate magari contenenti molte cose vere - e alcune opinabili - ma fuori contesto. “Bene curri sed extra viam”, diceva S. Agostino. E’ il metodo che manca.</span></span>
<span><span>Quando prevalgono ideologia e voglia di polemizzare a tutti i costi, invece che cercare di capire, farsi capire e porsi pacatamente domande adeguate, la logica salta. Bisognerebbe reintrodurre nelle scuole l'arte della dialettica socratica e il saper argomentare inquadrando prima i contesti giusti; insomma, capire prima di cosa si sta parlando. Altro che. </span></span>
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<span><span>Forse è meglio chiudere qui il discorso, lasciandole volentieri l’eventuale ultima parola che, intuisco, chi “argomenta” come Lei di solito cerca a tutti i costi. Memory, crede che io non conosca tutte queste cose da Lei elencate? Pensa che non sia al corrente di quanto si dice o scrive su Fatima, e nel mio piccolo non sia consapevole della grave situazione del mondo e della Chiesa, solo perché non sparo subito a zero su Papi e rifletto criticamente, senza bollori ideologici, sulla natura di certe frasi? </span></span>
RispondiElimina<span><span>Il problema è che tutto quello che Lei dice non c'entra nulla con quanto scrivevo sopra, è del tutto fuori contesto rispetto alla conversazione con Adso, tutta incentrata su una frase di Melania e sulla Salette. Lei mi scrive lenzuolate copia e incolla su Fatima (ha per caso letto i mai pubblicati 20 libri di padre Alonso su Fatima? Questo sì che è il vero testo capitale ancora da leggere, certamente e colpevolmente occultato per volontà di non si sa chi: altro che presunti scritti segreti nascosti da qualche parte). Ma che ci azzeccano qui <span> </span>tre post su Fatima? A Fatima io accennavo solo en passant, poco più di qualche riga, per altro citando la frase sul “doguema de fe” e la devozione al Cuore Immacolato di Maria. Dunque, da dove intuirebbe Lei che io non sappia o non mi renda conto del pericoloso oscurarsi della fede e della negligenza di vari uomini di Chiesa? In realtà, quando si ha una tesi pregiudiziale da affermare per forza, che coincide con certe posizioni di un gruppo cattolico per alcuni versi ammirabile e prezioso come la FSSPX - in questo caso il voler calcare per forza la mano su presunte infedeltà dei Papi, sulla Roma modernista priva di fede e tutto il resto- si perdono di vista i termini della discussione e si parte per la tangente, come lei evidentemente ha fatto. Si appiccicano paginate magari contenenti molte cose vere - e alcune opinabili - ma fuori contesto. “Bene curri sed extra viam”, diceva S. Agostino. E’ il metodo che manca.</span></span>
<span><span>Quando prevalgono ideologia e voglia di polemizzare a tutti i costi, invece che cercare di capire, farsi capire e porsi pacatamente domande adeguate, la logica salta. Bisognerebbe reintrodurre nelle scuole l'arte della dialettica socratica e il saper argomentare inquadrando prima i contesti giusti; insomma, capire prima di cosa si sta parlando. Altro che. </span></span>
<span><span>Forse è meglio chiudere qui il discorso, lasciandole volentieri l’eventuale ultima parola che, intuisco, chi “argomenta” come Lei di solito cerca a tutti i costi. Memory, crede che io non conosca tutte queste cose da Lei elencate? Pensa che non sia al corrente di quanto si dice o scrive su Fatima, e nel mio piccolo non sia consapevole della grave situazione del mondo e della Chiesa, solo perché non sparo subito a zero su Papi e rifletto criticamente, senza bollori ideologici, sulla natura di certe frasi? </span></span>
RispondiElimina<span><span>Il problema è che tutto quello che Lei dice non c'entra nulla con quanto scrivevo sopra, è del tutto fuori contesto rispetto alla conversazione con Adso, tutta incentrata su una frase di Melania e sulla Salette. Lei mi scrive lenzuolate copia e incolla su Fatima (ha per caso letto i mai pubblicati 20 libri di padre Alonso su Fatima? Questo sì che è il vero testo capitale ancora da leggere, certamente e colpevolmente occultato per volontà di non si sa chi: altro che presunti scritti segreti nascosti da qualche parte). Ma che ci azzeccano qui quattro post su Fatima? A Fatima io accennavo solo en passant, poco più di qualche riga, per altro citando la frase sul “doguema de fe” e la devozione al Cuore Immacolato di Maria. Dunque, da dove intuirebbe Lei che io non sappia o non mi renda conto del pericoloso oscurarsi della fede e della negligenza di vari uomini di Chiesa? In realtà, quando si ha una tesi pregiudiziale da affermare per forza, che coincide con certe posizioni di un gruppo cattolico per alcuni versi ammirabile e prezioso come la FSSPX - in questo caso il voler calcare per forza la mano su presunte infedeltà dei Papi, sulla Roma modernista priva di fede e tutto il resto- si perdono di vista i termini della discussione e si parte per la tangente, come lei evidentemente ha fatto. Si appiccicano paginate magari contenenti molte cose vere - e alcune opinabili - ma fuori contesto. “Bene curri sed extra viam”, diceva S. Agostino. E’ il metodo che manca.</span></span>
<span><span>Quando prevalgono ideologia e voglia di polemizzare a tutti i costi, invece che cercare di capire, farsi capire e porsi pacatamente domande adeguate, la logica salta. Bisognerebbe reintrodurre nelle scuole l'arte della dialettica socratica e il saper argomentare inquadrando prima i contesti giusti; insomma, capire prima di cosa si sta parlando. Altro che. </span></span>
<p><span><span> </span></span></p>
<span>due precisazioni:
RispondiElimina- non sto sparando a zero sui papi, ma da tanti anni mi pongo domande su eventi oscuri della Chiesa, che ora di anno in anno, si stanno svelando
- <span>non ho alcun rapporto con la FSSPX,</span> (sarà almeno la 5a volta che lo ripeto....), ma provo ogni giorno che passa una ammirazione crescente per mons. Lefebvre, che diventa ora venerazione, causata dalla lettura di documenti su di lui, sulla sua opera di umile e fedelissimo custode del Depositum Fidei, nonostante l'ienvitabile scomunica legata alla sua decisione nello stato di emergenza, alla sua salvaguardia del sacerdozio cattolico e della SANTA MESSA DI sempre, e nonostante il fango rovesciato su di lui dalla vulgata di regime con cui hanno per 46 anni silenziato totalmente nelle parrocchie l'argomento "Tradizione" e Messa di sempre, che TUTTI abbiamo creduto abolita per sempre dopo la riforma di Paolo VI.
A chi vuol aprire gli opcchi, il funesto disegno di demolizione della Chiesa, mediante l'alterazione della Liturgia, come disse il card. Pacelli, voluta dal massonismo e protestantesimo insinuatisi nelle pieghe del tessuto ecclesiale, certo da più di mezzo secolo, si va chiarendo, grazie a Dio . E nessuno vorrà ritornare sotto narcosi, egr. ospite, da quel 7-07-2007 in cui, grazie al MP, il poopolo-di-Dio ritenuto e trattato da bue dal regime modernista, si è svegliato e ha cominciato a porsi DOMANDE !
Ecco: sono una persona che si pone domande e cerca risposte, cerca il vero perchè di tutto quello che accade, la Verità dietro le mezze o finte-verità e le MILLE cose NON-DETTE e non chiarite, che ci propinano dall'alto; cerco risposte alla luce della ragione e della Fede, quella di sempre, non quella adulterata della nuova chiesa che avanza, tra chitarre e blasfemie, coi suoi inquinamenti pentecostal-carismatici di varia specie, e che ci porterà, fatalmente come il Vangelo avverte (Gesù Cristo riferendosi a Daniele) e come Assisi1-2-3 fatalmente mostra e mostrerà, prima all'INDIFFERENTISMO, visto che il relativismo già regna, poi all'apostasia definitiva, generalizzata (cercare ciò che unisce, tralasciando il SANTO NOME DI GESU che divide dalle false religioni, e il SS.mo Sacramento dell'altare) per approdare alla religione INDIFFERENZIATA del "dio comune".
Credo che i Santi di tutti i tempi abbiano qualcosa da dirci, anche con le loro esperienze mistiche, se autentiche, e che l'aver voluto nascondere e falsificare la volontà di Dio espressa a Fatima non sarà senza conseguenze per la Chiesa e per tutta l'umanità, che ha imparato dagli uomini di Chiesa -talvolta- a prendere sotto gamba gli avvisi del Cielo: questo è il succo della complessa e sconcertante vicenda di Fatima, ancora travisata e occultata, dopo quasi UN SECOLO, e non certo in omaggio alla Madonna e alle sue richieste, ma in palese noncuranza e disprezzo di esse. Mi spieghi lei i motivi di questa noncuranza e anche mi dica perchè a lei dà tanto fastidio che se ne parli ; capisco che qui sia un OT, ma vedo che tutto il DRAMMA attuale e futuro della Chiesa offuscata e disorientata ruota intorno a Fatima , e alla volontà della Madonna e di Nostro Signore NON ESAUDITE: questi sono i fatti osservabili, dal 1917 ad oggi; io non sto sparando, come lei senza motivo afferma, ma continuerò semplicemente a farmi domande, usando la retta ragione.
PS : c'è da considerare anche il sommo oltraggio che sarà recato alla Madre Celeste quando, nel 2017, INVECE di commemorare le apparizioni di Fatima e procedere, -meglio tardi che mai- alla consacrazione della Russia, come richiesto da Lei e da [...]
ma la paura del martirio equivale al rifiuto della testimonianza: significa fare come Pietro quella notte del Giovedì Santo.
RispondiEliminaE se il vicario di Cristo, dalla Cattedra di Pietro , che è Cattedra di verità eterna, non la riafferma con FORZA E CHHIAREZZA, e non riconferma i figli di Dio nella Vera Fede, chi dovrà farlo al posto suo ?
<span>ma la paura del martirio equivale al rifiuto della testimonianza: significa fare come Pietro quella notte del Giovedì Santo.
RispondiEliminaE se il Vicario di Cristo, dalla Cattedra di Pietro , non riafferma la Verità eterna con FORZA E CHIAREZZA infallibile, e non riconferma i figli di Dio nella Vera Fede, chi dovrà farlo al posto suo ?</span>
So ya like rough speakin', fuckin' bastard?!
RispondiEliminaGuardi, che vuole che succederà ad Assisi?
RispondiEliminaChe il Santo Padre troverà il coraggio che non ha avuto a Erfurt...?
Tutto terminerà con un volemose bbene.
Speriamo che la supplica venga esaudita dal servo-vicario, prima che torni il Padrone...
RispondiEliminahpoirot non hai capito un'acca di quello che ha detto il papa! prima de scrivare leggi e studia!!!
RispondiEliminan'altro che non ci capisce un'acca! ma lo hai letto bene il discorso del papa? da quello che scrivi non l'hai nemmeno cercato i ltesto!
RispondiEliminaSolo in Pietro è salda la Chiesa di Cristo! W Benedetto XVI
RispondiEliminaabbasso satana e il diavolo della discordia VADE RETRO!