Dopo aver seguito le polemiche molto aspre, per lo più da destra (!), contro l’appello al Papa da parte di un gruppo di cattolici sul pericolo che i media e certi settori progressisti del mondo cattolico utilizzino una nuova Assisi 1986 per rilanciare il relativismo religioso, condividendo l’appello stesso, ho pensato di indagare sul passato: cioè sulle reazioni che proprio la conduzione di Assisi 1986 destò in alcune personalità cattoliche.
E’ risaputo che quell’incontro trovò critici personaggi come mons. Alessandro Maggiolini, don Baget Bozzo, il cardinal Giacomo Biffi, il cardinal Ratzinger, don Divo Barsotti, “l’ultimo mistico del Novecento” e molti altri. Così ricorda Andrea Riccardi , tra i gestori dell’evento:
“…Nel 1986 ci sono state polemiche pretestuose sul sincretismo, perché in realtà le preghiere si svolgono in luoghi diversi. I tradizionalisti di monsignor Lefebvre denunciano la perversione della «vera religione». Don Divo Barsotti, figura spirituale italiana, scrive al Papa sul rischio di sincretismo. Giuseppe Dossetti è piuttosto preoccupato sugli aspetti sincretici. Il teologo valdese Ricca parla di «spettacolarità della preghiera». Gianni Baget Bozzo osserva come ad Assisi «l'unità e la divisione si sono manifestate contestualmente». Si chiede: «Un grande spettacolo o un evento storico?»….” http://www.santegidio.com/index.php?pageID=64&id=8009&idLng=1088
E’ risaputo che quell’incontro trovò critici personaggi come mons. Alessandro Maggiolini, don Baget Bozzo, il cardinal Giacomo Biffi, il cardinal Ratzinger, don Divo Barsotti, “l’ultimo mistico del Novecento” e molti altri. Così ricorda Andrea Riccardi , tra i gestori dell’evento:
“…Nel 1986 ci sono state polemiche pretestuose sul sincretismo, perché in realtà le preghiere si svolgono in luoghi diversi. I tradizionalisti di monsignor Lefebvre denunciano la perversione della «vera religione». Don Divo Barsotti, figura spirituale italiana, scrive al Papa sul rischio di sincretismo. Giuseppe Dossetti è piuttosto preoccupato sugli aspetti sincretici. Il teologo valdese Ricca parla di «spettacolarità della preghiera». Gianni Baget Bozzo osserva come ad Assisi «l'unità e la divisione si sono manifestate contestualmente». Si chiede: «Un grande spettacolo o un evento storico?»….” http://www.santegidio.com/index.php?pageID=64&id=8009&idLng=1088
Tra i critici si possono rammentare anche due osservatori speciali, come Vittorio Messori e Sandro Magister.
Riporto anzitutto due articoli.
.
1) QUESTO PONTEFICE COSì "GUERRIERO" È LO STESSO DI ASSISI
di Vittorio Messori (Dal "Corriere della Sera" del 4 febbraio 2002)
"Una fede debole e una morale forte, anzi fortissima? E´ questa la "cifra" del presente pontificato? No, non è così: una simile formula sarebbe del tutto abusiva. Eppure, va riconosciuto che - al di là delle intenzioni ecclesiali - potrebbe essere questo il messaggio che giunge a chi sbircia giornali e telegiornali, senza voglia né mezzi per analisi più approfondite. Tre, in effetti, le notizie che si sono succedute: l´incontro interreligioso di Assisi; il discorso per l´inaugurazione dei tribunali ecclesiastici, con il richiamo ad avvocati e giudici per una sorta di "obiezione di coscienza" in tema di separazioni; infine, l´appello di ieri per il riconoscimento giuridico dell´embrione. Ebbene: c'è il sospetto che, nell´impressione della gente, i due appelli papali - contro il divorzio e contro l´aborto - siano entrati in corto circuito con quella adunata assisana il cui programma era strutturato per farne un grande spettacolo televisivo.
Si è voluto, dunque, la maggiore platea, la folla indifferenziata, alla quale è però giunto un messaggio brutalmente semplificato. Che il rischio di una parvenza di sincretismo, cioè di una mescolanza tra diverse religioni, fosse reale l´ha mostrato Giovanni Paolo II stesso che, la domenica prima, ha ritenuto opportuno parlarne, naturalmente per escluderlo. Si sono ripetuti i giochi di parole del 1986, primo raduno di Assisi ("non pregare insieme ma insieme per pregare") e si sono precettati dei teologi per fare sottili distinguo che fugassero equivoci e malintesi. Non entreremo, qui, nelle loro argomentazioni. Qui restiamo, umilmente, sul piano dell´esperienza. Quella di chi conosce l´impossibilità, per il media system, di "far passare", a livello di massa, messaggi complessi e sfumati, che esigano impegno di riflessione. Ogni giornalista sa che, per la maggioranza dei suoi utenti, ogni notizia si riduce al titolo che, sbrigativamente, la riassume. Il mezzo televisivo, poi, è ancor più semplificatore.
E´ indubbio, dunque, che (al di là, com´è ovvio, delle generose e limpide intenzioni papali) ciò che è stato recepito è un messaggio del genere: Dio si manifesta in molti modi, così che ogni religione ha pari verità e dignità; ciascuno militi, al meglio, nella tradizione religiosa in cui si trova; la si smetta con apostolati e missioni che non rispettano le credenze degli altri e neppure il piano divino che non esige una sola Verità; ciò che conta non è il nome del Dio nei Cieli ma l´impegno sulla terra di tutti quelli che credono in Lui, quale che sia il suo volto; il bene supremo non è la salvezza eterna, ma una realtà terrena come la pace tra le nazioni.
Tutto questo è lontanissimo dal magistero di Giovanni Paolo II e sarebbe assurdo sospettare un simile Pastore di un penchant per una "fede debole", variante teologica del laico "pensiero debole". Eppure, com´era del tutto prevedibile, questo l´effetto concreto del grande raduno dove, tra l´altro, gli animisti africani, invocando pace dai loro Dei, hanno sacrificato un pollo sull´altare.
Ebbene: dopo avere dato l´impressione, seppure abusiva, che ogni idea del divino valga l´altra, ecco il richiamo agli irrinunciabili cardini morali della Chiesa.
di Vittorio Messori (Dal "Corriere della Sera" del 4 febbraio 2002)
"Una fede debole e una morale forte, anzi fortissima? E´ questa la "cifra" del presente pontificato? No, non è così: una simile formula sarebbe del tutto abusiva. Eppure, va riconosciuto che - al di là delle intenzioni ecclesiali - potrebbe essere questo il messaggio che giunge a chi sbircia giornali e telegiornali, senza voglia né mezzi per analisi più approfondite. Tre, in effetti, le notizie che si sono succedute: l´incontro interreligioso di Assisi; il discorso per l´inaugurazione dei tribunali ecclesiastici, con il richiamo ad avvocati e giudici per una sorta di "obiezione di coscienza" in tema di separazioni; infine, l´appello di ieri per il riconoscimento giuridico dell´embrione. Ebbene: c'è il sospetto che, nell´impressione della gente, i due appelli papali - contro il divorzio e contro l´aborto - siano entrati in corto circuito con quella adunata assisana il cui programma era strutturato per farne un grande spettacolo televisivo.
Si è voluto, dunque, la maggiore platea, la folla indifferenziata, alla quale è però giunto un messaggio brutalmente semplificato. Che il rischio di una parvenza di sincretismo, cioè di una mescolanza tra diverse religioni, fosse reale l´ha mostrato Giovanni Paolo II stesso che, la domenica prima, ha ritenuto opportuno parlarne, naturalmente per escluderlo. Si sono ripetuti i giochi di parole del 1986, primo raduno di Assisi ("non pregare insieme ma insieme per pregare") e si sono precettati dei teologi per fare sottili distinguo che fugassero equivoci e malintesi. Non entreremo, qui, nelle loro argomentazioni. Qui restiamo, umilmente, sul piano dell´esperienza. Quella di chi conosce l´impossibilità, per il media system, di "far passare", a livello di massa, messaggi complessi e sfumati, che esigano impegno di riflessione. Ogni giornalista sa che, per la maggioranza dei suoi utenti, ogni notizia si riduce al titolo che, sbrigativamente, la riassume. Il mezzo televisivo, poi, è ancor più semplificatore.
E´ indubbio, dunque, che (al di là, com´è ovvio, delle generose e limpide intenzioni papali) ciò che è stato recepito è un messaggio del genere: Dio si manifesta in molti modi, così che ogni religione ha pari verità e dignità; ciascuno militi, al meglio, nella tradizione religiosa in cui si trova; la si smetta con apostolati e missioni che non rispettano le credenze degli altri e neppure il piano divino che non esige una sola Verità; ciò che conta non è il nome del Dio nei Cieli ma l´impegno sulla terra di tutti quelli che credono in Lui, quale che sia il suo volto; il bene supremo non è la salvezza eterna, ma una realtà terrena come la pace tra le nazioni.
Tutto questo è lontanissimo dal magistero di Giovanni Paolo II e sarebbe assurdo sospettare un simile Pastore di un penchant per una "fede debole", variante teologica del laico "pensiero debole". Eppure, com´era del tutto prevedibile, questo l´effetto concreto del grande raduno dove, tra l´altro, gli animisti africani, invocando pace dai loro Dei, hanno sacrificato un pollo sull´altare.
Ebbene: dopo avere dato l´impressione, seppure abusiva, che ogni idea del divino valga l´altra, ecco il richiamo agli irrinunciabili cardini morali della Chiesa.
Ecco il ribadire l´indissolubilità del matrimonio e la sacralità della vita sin dal concepimento. Ma queste due convinzioni sono unicamente cattoliche: non solo per islamici ed ebrei, ma anche per tutte le altre confessioni cristiane il divorzio è, in qualche modo, ammesso. E la condanna così radicale dell´aborto non unisce di certo tutte le religioni.
Da qui, lo spuntare di inquietanti domande: se la dottrina di ogni religione è accetta a Dio, perché ostinarsi a seguire quella cattolica che, tra tutte, è la più severa e rigida? Perché debbo tormentarmi la coscienza e magari temere l´inferno se divorzio o abortisco, mentre tutti gli "altri" di Assisi no?
"Fare il cattolico" non è, per caso, inutilmente gravoso? Domande sbagliate, ovviamente. Ma che, forse, non circolerebbero tra la gente se non si fosse rischiato di dimenticare che la Prudenza è la prima tra le virtù cardinali cristiane.
*
2) MA AD ASSISI "SACRIFICAVANO" ANCHE I POLLI
Intervista a Vittorio Messori di GIACOMO GALEAZZI (La Stampa, intervista. 21 novembre 2005)
«La Chiesa ha la memoria lunga. E' dal meeting interreligioso del 1986 che Joseph Ratzinger aveva un conto da saldare con i frati di Assisi. Ora le cose sono a posto». Vittorio Messori, lo scrittore cattolico italiano più letto nel mondo (unico ad aver scritto un libro con gli ultimi due Papi) svela cosa c'è dietro il «commissariamento» pontificio del Sacro Convento e racconta di
quando il futuro Benedetto XVI si indignò per i sacrifici pagani compiuti sull'altare di Santa Chiara, a ridosso della cripta gotica che conserva i resti terreni della fondatrice dell'ordine delle
Clarisse.
Sacrifici pagani ad Assisi?
«Ratzinger non ha perdonato alla comunità francescana gli eccessi della prima giornata di preghiera dei leader religiosi con Karol Wojtyla. Una carnevalata, a detta di molti, che forzò la mano al Papa e furono proprio i frati ad andare molto aldilà degli accordi presi. Permisero addirittura agli animisti africani di uccidere due polli sull'altare di Santa Chiara e ai pellerossa americani di danzare in chiesa. Ratzinger aveva fortissime perplessità dall'inizio, non volle andare ad Assisi e le sue riserve limitarono i danni».
In che modo?
«La notte prima del meeting limò il testo del discorso frenando Giovanni Paolo II. E divenne nitido nella sua mente che l'enclave francescana, sganciata da ogni collegamento con il vescovo di Assisi, era un'anomalia da sanare. Andava limitata e riportata sotto il pieno controllo giuridico della Chiesa. Il conto per quelle basiliche cristiane cedute ai culti pagani è stato saldato 19 anni dopo».
Troppa autonomia?
«I frati hanno abusato del cosiddetto spirito di Assisi. In realtà loro venerano e diffondono illegittimamente un santino romantico e di derivazione protestante, ossia il San Francesco del mito, uno scemo del villaggio che parla con lupi e uccellini, dà pacche sulle spalle a tutti. Una vulgata falsa, che ne svilisce il messaggio. Il Francesco della storia, infatti, è il figlio più autentico della Chiesa delle crociate».
…
Ora, dunque, il Pontefice vuole ristabilire l'ortodossia?
«Certo. Anche a San Giovanni Rotondo i francescani avevano sfilato il santuario dal controllo della diocesi. Adesso sia lì che ad Assisi le iniziative dei frati andranno concordate con l'episcopato. Ed è un bene anche per il Sacro Convento, così la smetteranno con la demagogia del politicamente e teologicamente corretto. Stop all'artificio di pace, ecologia, ecumenismo e alle velleità pseudo- coraggiose che poi fanno stringere le mani dei dittatori e violare le chiese».
Intervista a Vittorio Messori di GIACOMO GALEAZZI (La Stampa, intervista. 21 novembre 2005)
«La Chiesa ha la memoria lunga. E' dal meeting interreligioso del 1986 che Joseph Ratzinger aveva un conto da saldare con i frati di Assisi. Ora le cose sono a posto». Vittorio Messori, lo scrittore cattolico italiano più letto nel mondo (unico ad aver scritto un libro con gli ultimi due Papi) svela cosa c'è dietro il «commissariamento» pontificio del Sacro Convento e racconta di
quando il futuro Benedetto XVI si indignò per i sacrifici pagani compiuti sull'altare di Santa Chiara, a ridosso della cripta gotica che conserva i resti terreni della fondatrice dell'ordine delle
Clarisse.
Sacrifici pagani ad Assisi?
«Ratzinger non ha perdonato alla comunità francescana gli eccessi della prima giornata di preghiera dei leader religiosi con Karol Wojtyla. Una carnevalata, a detta di molti, che forzò la mano al Papa e furono proprio i frati ad andare molto aldilà degli accordi presi. Permisero addirittura agli animisti africani di uccidere due polli sull'altare di Santa Chiara e ai pellerossa americani di danzare in chiesa. Ratzinger aveva fortissime perplessità dall'inizio, non volle andare ad Assisi e le sue riserve limitarono i danni».
In che modo?
«La notte prima del meeting limò il testo del discorso frenando Giovanni Paolo II. E divenne nitido nella sua mente che l'enclave francescana, sganciata da ogni collegamento con il vescovo di Assisi, era un'anomalia da sanare. Andava limitata e riportata sotto il pieno controllo giuridico della Chiesa. Il conto per quelle basiliche cristiane cedute ai culti pagani è stato saldato 19 anni dopo».
Troppa autonomia?
«I frati hanno abusato del cosiddetto spirito di Assisi. In realtà loro venerano e diffondono illegittimamente un santino romantico e di derivazione protestante, ossia il San Francesco del mito, uno scemo del villaggio che parla con lupi e uccellini, dà pacche sulle spalle a tutti. Una vulgata falsa, che ne svilisce il messaggio. Il Francesco della storia, infatti, è il figlio più autentico della Chiesa delle crociate».
…
Ora, dunque, il Pontefice vuole ristabilire l'ortodossia?
«Certo. Anche a San Giovanni Rotondo i francescani avevano sfilato il santuario dal controllo della diocesi. Adesso sia lì che ad Assisi le iniziative dei frati andranno concordate con l'episcopato. Ed è un bene anche per il Sacro Convento, così la smetteranno con la demagogia del politicamente e teologicamente corretto. Stop all'artificio di pace, ecologia, ecumenismo e alle velleità pseudo- coraggiose che poi fanno stringere le mani dei dittatori e violare le chiese».
Il Pontefice «normalizza»?
«Lo spirito di Assisi non è come lo hanno inteso i frati del Sacro Convento e Joseph Ratzinger è pienamente consapevole di questo colossale errore dalla giornata mondiale di preghiera del 1986. Tanto che tre anni fa riuscì ad attenuare la deriva sincretista dell'ultimo meeting interreligioso di Assisi. Il tradimento della figura storica di Francesco andava corretto. Ed è sconcertante che finora il vescovo di Assisi sapesse delle iniziative dei frati solo dai giornali».
…
«Lo spirito di Assisi non è come lo hanno inteso i frati del Sacro Convento e Joseph Ratzinger è pienamente consapevole di questo colossale errore dalla giornata mondiale di preghiera del 1986. Tanto che tre anni fa riuscì ad attenuare la deriva sincretista dell'ultimo meeting interreligioso di Assisi. Il tradimento della figura storica di Francesco andava corretto. Ed è sconcertante che finora il vescovo di Assisi sapesse delle iniziative dei frati solo dai giornali».
…
*
Di seguito, invece, riporto alcune considerazioni di Sandro Magister:
GIOVANNI PAOLO II e LE RELIGIONI. Da Assisi alla “Dominus Iesus”
di Sandro Magister (Tokyo, 18 giugno 2003)
Ci sono eventi che Giovanni Paolo II ha voluto, e lui solo. Li ha voluti e li ha posti in essere, unico nella storia dei papi e contro molti della stessa Chiesa del suo tempo, cardinali, vescovi, preti, fedeli. È verosimile che dopo di lui nessun altro papa li riproporrà più. Almeno nel suo stesso modo.
Il primo di questi suoi atti specialissimi lo compì ad Assisi il 27 ottobre 1986. Chiamò attorno a sé rappresentanti delle più varie religioni del mondo e chiese loro di pregare per la pace. Ciascuno il proprio Dio. Potentemente simbolica era la visione, sulla piazza di san Francesco, di quella fila multicolore di uomini religiosi, con il papa biancovestito allineato tra loro.
Simbolo pericoloso, però. Anche se Giovanni Paolo II era lontanissimo dal volerlo, il messaggio che ne usciva per molti era quello di una Onu delle fedi. Di una coesistenza multireligiosa nella quale ciascuna fede valeva l’altra. E alla quale anche la Chiesa cattolica si iscriveva, alla pari.
Anni dopo, infatti, il 6 agosto del 2000, papa Karol Wojtyla e il cardinale Joseph Ratzinger si sentirono in dovere di emettere una dichiarazione che facesse da antidoto a questo veleno relativista. Era intitolata “Dominus Iesus” e richiamava un’elementare e fondante verità cristiana: quella secondo cui è solo in Gesù che tutti gli uomini hanno salvezza. La dichiarazione generò un terremoto. Da fuori, i paladini della laicità accusarono la Chiesa di intolleranza. E da dentro scattarono accuse di antiecumenicità. Segno che la “Dominus Iesus” aveva centrato un reale malessere della Chiesa. Che ad Assisi era stato portato allo scoperto. E che aveva il suo elemento scatenante in Asia, e ancor più nel subcontinente indiano. Ma andiamo per ordine.
Assisi, 1986
Il primo atto, dunque, di questo percorso accidentato va in scena nel 1986 nel borgo di san Francesco. Giovanni Paolo II ne diede l’annuncio il 25 gennaio e le reazioni critiche furono immediate, specie nella curia vaticana. Ma il papa non se ne fece imbrigliare, affidò la regia dell’evento a un cardinale di sua fiducia, uno dei pochissimi concordi su questo con lui, il francese Roger Etchegaray, presidente del pontificio consiglio per la giustizia e la pace. Della parte rituale si occupò il cardinale Virgilio Noé, già maestro delle cerimonie del papa. E per gli aspetti scenografici e organizzativi fu dato mandato alla comunità di Sant’Egidio e al movimento dei Focolari, l’una e l’altro sperimentati costruttori di eventi mediatici e già al centro di una rete internazionale di rapporti con esponenti di religioni non cristiane.
Il 27 ottobre, le televisioni trasmisero così in tutto il mondo le immagini di quell’evento fortemente voluto dal papa: pellegrinaggio, digiuno, preghiera, pace tra i popoli e le religioni. Giovanni Paolo II rinverdì anche una tradizione medievale invocando per quel giorno una “tregua di Dio”, un arresto nell’uso delle armi su tutti i fronti di guerra del globo. Risultò poi che quasi nessun combattente vi si attenne, ma il simbolo sovrastò la realtà e la visione del papa orante a fianco dei capi di tante religioni diverse si impose da quel giorno come uno dei marchi più forti dell’intero pontificato.
Ma insieme presero corpo anche le riserve critiche, su quello stesso evento. La giornata di Assisi non mancò di darvi alimento, in alcuni suoi gesti eccessivi. A buddisti, a induisti, ad animisti africani furono concesse per le loro preghiere alcune chiese della città, come fossero involucri neutri, privi d’irrinunciabile valenza cristiana. E sull’altare della locale chiesa di San Pietro i buddisti sistemarono una reliquia di Buddha. L’assenza da Assisi del cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della congregazione vaticana per la dottrina della fede, fu interpretata non a torto come una presa di distanza del cardinale che per ufficio è il custode della retta dottrina cattolica. Lo stesso papa non sfuggì alle critiche. Vi fu chi ricordò che quel medesimo anno, in febbraio, durante un suo viaggio in India, aveva fatto discorsi di inaudita apertura verso le religioni del luogo e a Bombay s’era persino fatta ungere la fronte da una sacerdotessa di Shiva, con un segno di forte simbolismo sacro induista. A brontolare erano stati anche alcuni vescovi indiani. Uno di essi, dell’Andra Pradesh, disse: “Il papa conosce l’induismo dai libri, ma noi che ci viviamo dentro e vediamo i danni che produce nel buon popolo, non faremmo mai certi discorsi”. ..
“Redemptoris Missio”, 1990
Delle critiche Giovanni Paolo II era consapevole. Ma non solo. Di quelle di un Ratzinger o di altri della sua levatura coglieva e condivideva il senso profondo. La conferma è in un’enciclica che il papa mette in cantiere poco dopo l’incontro di Assisi e che vedrà la luce nel 1990: la “Redemptoris Missio”.. (http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/19632)
Messori ricorda un felicissimo episodio di inizio pontificato di Benedetto XVI, il motu proprio con cui (deo gratias) rimise dopo quasi quarant'anni gli indegni figli di San Francesco sotto la giurisdizione del Vescovo. Non ci scordiamo mai infatti quanto deve lo spirito di ecumenismo assisiate ai ribelli frati che occupano il Sacro Convento e connessi, i quali dal '68 predicano praticamente UN'ALTRA RELIGIONE! Bastava andare a uno dei loro mille e più incontri per verificare di persona. Non so quanto oggi sia migliorato, ma già sapere che i frati nel prossimo ottobre non conteranno nulla risolleva un pochino lo spirito.
RispondiEliminaMa dai....non balleranno piu' il Waka Waka?
RispondiEliminaMa dai....non balleranno piu' il Waka Waka?
RispondiEliminaMa dai....non balleranno piu' il Waka Waka?
RispondiEliminaPeccato però che il Vescovo di Assisi sia mons. Domenico Sorrentino, che da segretario della Congregazione per il Culto Divino, ed ancor prima da Delegato Pontificio per il Santuario di Pompei, ha dimostrato di essere alternativo almeno tanto quanto gli svolazzanti frati neri del Sacro Convento
RispondiEliminaCondivido in pieno il contenuto dell'intervista e dell'articolo, che centrano bene secondo me l'attenzione e danno spunti per riflettere seriamente su certi argomenti. Sono d'accordo anche con chi dice che è un bene che la gestione di una città-santuario come Assisi vada concordata e controllata dal vescovo che ivi risiede. Non vedo però come possa far problema che dei religiosi francescani ballino assieme a dei giovani durante un pellegrinaggio... Lo facessero in chiesa mi indignerei anch'io, ma su un piazzale e fuori da una liturgia non ci vedo problemi...
RispondiEliminaMi sono più volte chiesto perchè i sopracitati critici di Assisi 1 stavolta siano rimasti coperti e silenti. L'unico che, probabilmente già informato, ha lasciato intendere di non gradire è stato il Card Biffi che, come è bene che sia, lo ha fatto capire parlando d'altro. Provo a rispondermi così: perchè l'altra volta il card Ratzinger era della partita, mentre oggi non può esserlo perchè è Papa Benedetto XVI. Certo ci saremmo aspettati di vederlo depennare Assisi 2011 come fece qualche anno fa col 50% della Caritas in Veritate, coi suoi precedenti non può non averci pensato. ma evidentemente ha ritenuto (da Papa) di non poterlo fare. E allora taciamo e approviamo anche noi? No di certo! A noi tocca di continuare a tenere il punto. Non è peccato stare in allerta e credo che tutto sommato a BXVI non sarebbe dispiaciuto vedere anche i suoi vecchi compagni di cordata piantar la picozza mentre lui si sporge sul crepaccio. Invece molti sono rimasti in silenzio ed hanno parlato solo per tacciare di lesa autorità i pochi coraggiosi che hanno urlato attenzione! Noi invece siamo certi che Papa Benedetto già oggi stia apprezzando il chiodo con moschettone piantato in maniera zelante da nuovi amici coraggiosi. Lui sa che c'è e che probabilmente presto ne avrà bisogno.
RispondiEliminaNon solo c'è stato silenzio, ma c'è stata una strana manovra da parte di alcuni per cercare a tutti i costi di far passare come "contestatori" coloro che hanno semplicemente espresso una preoccupazione.
RispondiElimina"infatti, il 6 agosto del 2000, papa Karol Wojtyla e il cardinale Joseph Ratzinger si sentirono in dovere di emettere una dichiarazione .. la Dominus Jesus"
RispondiEliminavista la gravità dei fatti S.PioX avrebbe prodotto in meno di 14 ore una dichiarazione di smentita... non dopo 14 anni !!!!
intanto, 10 anni dopo la dominus jesus, si continua a dire che c'é lo spirito santo nelle preghiere dei buddhisti...
inoltre se é vero che la dominus jesus smentisce certi errori é anche vero che ne ribadisce altri altrettanto gravi!
RispondiEliminama, se Dominus Jesus smentisce certi errori perchè ci sarà un ASSISI 2011?
RispondiEliminaLa storia è storia, fa parte della storia, e non la si può cambiare....
RispondiEliminaciò che possiamo fare oggi è prenderne atto, con onestà, ma senza per questo azzardare dei tribunali e per di più trovare nel Pontefice il reo da condannare a morte.... lo fecero già altri Duemila anni fa....
Ciò che è importante per noi OGGI e nel presente, è prendere coscienza degli sbagli che si fecero e guardare con saperanza al fatto che certi eventi, pur ripetendosi, avverranno in modi diversi e sulla base della Dominus Jesu che in quel 1986 non c'era e che anzi, fu l'ispiratore di quel Documento....
Iddio che guida la Sua Chiesa, che ama la Sua Sposa e che si prende cura del Suo Corpo, non permetterà i medesimi errori, ne sono sicura, basta leggere senza pregiudizi l'insegnamento di Benedetto XVI, senza estrapolarlo in singoli frasi.... interpretandolo CON IL MAGISTERO BIMILLENARIO della Chiesa, per comprendere che il VENTO è davvero cambiato....
Le note stonate CI SARANNO SEMPRE....
;)
Aspettiamo di vedere cosa sarà assisi 2011...poi critichiamo. Non sappiamo cosa ha in mente il Papa...intanto preghiamo e fidiamoci di lui...
RispondiEliminaIl solito Riccardi e Sant'Egidio.... nell'ultima pagina di uno dei suoi ultimi libri (365 giorni con Gesù) il loro vescovo, Vincenzo Paglia, che è anche a capo della commissione biblica (!), afferma più o meno che la Bibbia non è Parola di Dio, ma che in essa è contenuto il pensiero di Dio. Più relativismo di così
RispondiEliminaCaro ospite , la mia non era una critica, ma bensi' una domanda chi mal pensa mal fa' !
RispondiEliminaNon mi preoccupa certo cio che ha in mente il Papa, ma quello che hanno in mente i proponenti. E cioè dove vogliono portarlo, dato che, ultimamente, tutti hanno capito di poterla fare da padroni con quegli imbranati che circondano il Papa.
RispondiEliminaNel 1986 l'episcopato internazionale e la Curia Romana, che appartenevano ancora alle generazioni pre-conciliari e più autenticamente cattoliche, erano logicamente contrarie o preplesse verso la politica ecumenica di Giovanni Paolo II e, in larga maggioranza, non approvarono Assisi 1. Oggi, la stragrande maggioranza dei vescovi e dei cardinali è di stampo simil-modernista, cresciuta ed educata nelle bizzarrie ecumeniche degli attuali pontefici.
RispondiEliminaE' per questo che l'annuncio di Assisi 3 è passato nell'indifferenza o, addirittura, nell'entusiasmo della Curia Romana e dell'episcopato mondiale. Contrariamente al passato, i vescovi di oggi non sono più garanzia di ortodossia e di retta dottrina come fino a qualche decennio fa.
Pertanto, anche il cossiddetto "commissariamento" dei frati di Assisi o di S. Giovanni Rotondo è del tutto inefficace, perchè i vescovi locali sono, teologicamente parlando, eterodossi quanto i frati stessi, se non di più. Fino a quando non si deciderà di selezionare accuratamente i candidati all'episcopato anche in base all'ortodossia della loro dottrina e alla fedeltà al magistero cattolico di sempre (che non comprende il dialogo ecumenico fine a se stesso e troppo appariscente) le cose non potranno mai cambiare e il relativismo e l'indifferentismo religioso impereranno sempre più nella Chiesa.
<span>A buddisti, a induisti, ad animisti africani furono concesse per le loro preghiere alcune chiese della città, come fossero involucri neutri, privi d’irrinunciabile valenza cristiana</span>
RispondiElimina...........................................
.....siamo ridicoli in tutti i sensi....vorrei vedere se tutte queste religioni accetterebbero' di mettere il Crocifisso nei loro templi??? Credo proprio di NO! Quindi...se vogliamo pregare per la pace....ognuno a casa propria....credo che Dio non ha bisogno di questo bordello...spettacolo!
RispondiElimina<span>
RispondiElimina<p><span>l'annuncio di Assisi 3 è passato nell'indifferenza o, addirittura, nell'entusiasmo ...</span>
</p><p>ecco: è il tremendo effetto della MITRIDATIZZAZIONE indotta nelle anime dal veleno modernista instillato in loro, capillarmente, sistematicamente, dal regime instaurato 45 anni fa, assorbito lentamente anno dopo, un'omelia o liturgia o catechesi dopo l'altra, sempre più in deriva, in allontanamento progressivo dalla Roccia della Verità eterna.....
</p><p>Ci siamo abituati a tutto, alle menzogne mescolate alle verità di sempre, in quel letale amalgama di cui parlava p. Konrad, che doveva sostituire alla Fede cattolica di sempre una "nuova" adulterata, dove i fondamenti sono irriconoscibili: e non ci si accorge più delle eresie gigantesche, laddove anni addietro si era capaci di percepire anche i minimi "scricchiolii" nell'ortodossia !
</p><p>si avvera così ancora una volta la Parola di Gesù, laddove dice:
"Chi mi è fedele nel poco, lo è anche nel molto".
</p></span>
<span>aveva fatto discorsi di inaudita apertura verso le religioni del luogo....</span>
RispondiElimina<span>poi con la sua benevola concessione di farsi segnare la fronte dalla sacerdotessa con lo sterco di vacca.... si attirò le le critiche dei vescovi indiani:</span>
<span>"A brontolare erano stati anche alcuni vescovi indiani. Uno di essi, dell’Andra Pradesh, disse:</span>
<span> “Il papa conosce l’induismo dai libri, ma noi che ci viviamo dentro e vediamo i danni che produce nel buon popolo, non faremmo mai certi discorsi”. ..</span>
chissà, forse cominciò allora quella corrente d'opinione che nella Chiesa oggi fa ripetere pervicacemente ad alcuni "Ubi Petrus ibi Ecclesia", senza distinzione dell'UBI, qualunque gesto si veda fare o sillaba si senta dire dal Papa....
Ma quei vescovi indiani, saggiamente, non erano d'accordo con tutti quei cedimenti a segni e parole di credenze pagane: e non lo era neanche il card. Ratzinger, a quel tempo.
<span><span>...aveva fatto discorsi di inaudita apertura verso le religioni del luogo....</span>
RispondiElimina<span>poi con la sua benevola concessione di farsi segnare la fronte dalla sacerdotessa con lo sterco di vacca</span><span>.... si attirò le critiche dei vescovi indiani:</span>
<span>"A brontolare erano stati anche alcuni vescovi indiani. Uno di essi, dell’Andra Pradesh, disse:</span>
<span>“Il papa conosce l’induismo dai libri, ma noi che ci viviamo dentro e vediamo i danni che produce nel buon popolo, non faremmo mai certi discorsi”. ..</span>
chissà, forse cominciò allora quella corrente d'opinione che nella Chiesa oggi fa ripetere pervicacemente ad alcuni "Ubi Petrus ibi Ecclesia", senza distinzione dell'UBI, qualunque gesto si veda fare o sillaba si senta dire dal Papa....
Ma quei vescovi indiani, saggiamente, non erano d'accordo con tutti quei cedimenti a segni e parole di credenze pagane: e non lo era neanche il card. Ratzinger, a quel tempo.</span>
Certo che Messori è approssimativo almeno tanto quelli che accusa! E non è la prima volta.
RispondiEliminaGli 'abomini' dell'altare di Santa Chiara sono ben lontani dalla giurisdizione del Sacro Convento di San Francesco (Minori Conventuali). La Basilica di S. Chiara dipende invece dalla giurisdizione del Provinciale dei Minori dell'Umbria, che ha sede alla Porziuncola. La badessa?? obbedirà anche lei per ciò che non avviene entro i confini della sua papale clausura.
I frati della Basilica di San Francesco sono molto più facilmente nell'occhio del ciclone per il maggior rilievo della Basilica che custodiscono. Hanno certo avuto fin troppo via vai di politici italiani e non (grazie alla petulanza di qualcuno non condivisa e appoggiata da tutti)... tanto che il motu proprio ha avuto come primo effetto un ridimensionamento dei pellegrinaggi 'politici', grazie a Dio. Ma si sono ben guardati dal dissacrare la tomba di san Francesco.
Nel lontano '86 non sapevo neppure che esistessero più religioni al mondo. Ma nell'incontro del 2001 la sicurezza non faceva avvicinare alla Basilica e alla piazza neppure i frati in tonaca, se non avevano un apposito pass.
Verifichiamo i fatti e le responsabilità prima di vomitare accuse.
Se tutti i vescovi eterodossi e modernisti promuovessero l'adorazione eucaristica come Sorrentino... forse la Chiesa sarebbe più santa.
RispondiEliminaPeccato che i frati del Sacro Convento non abbiamo fatto mai niente in nome dello 'spirito di Assisi' fino al 2001 - seconda visita di GPII - se non accogliere e accompagnare alla tomba di S. Francesco, oltre ai quotidiani pellegrini cattolici, qualche pastore protestante o metropolita ortodosso o qualche monaco buddista.
RispondiEliminaUna fraterna accoglienza a chiunque forse non è - nella dottrina tradizionalista - una buona 'preparatio evangelica' all'evangelizzazione.
Ricordo che all'apoca, 1986, ero stato favorevole ad Assisi perche' lo ritenevo espressione e manifestazione del "potere" della Chiesa, senza rendermi conto dei pericoli per la Fede, che allora non potevo vedere.
RispondiElimina"il bene supremo non è la salvezza eterna, ma una realtà terrena come la pace tra le nazioni.", osserva Messori.
Ma per contrastare lo "spirito di Assisi", che rientra tra gli scopi supremi e indefettibili di alcuni circoli, occorrerebbe non solo un Papa "teologo" o "mediatico", ma un Papa "guerriero".
FdS
Dovremo essere fiduciosi sullo spirito dei Assisi 2011. Non c'è karol( grande mistico, che tutto poteva permettersi come i grandi della Chiesa) Ratzinger è più teologo, ogni parola sarà misurata, ogni gesto sarà contenuto...... ma la mina vagante del francescanesimo sessantottino, lontano dalle idee del suo fondatore , potrebbe essere sminata in tempo se il papa avrà validi collaboratori . Non cercate Sorrentino, e nemmeno qualche animella della CEi , e paglia, cercheranno in tuti i modi di far sgozzare qualche altro pollo .
RispondiEliminaguardi che karol "il mistico" (?!!?!!) 2 mesi dopo Assisi1 commentava cosi' l'evento:
RispondiEliminaAssisi (1986) é un'illustrazione visibile, una lezione, una catechesi chiara sull'ecumenismo voluto dal CVII che in inscrive IN PIENO nella Nostra Aetate
si legga tutto il discorso qui... http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/1986/december/documents/hf_jp-ii_spe_19861222_curia-romana_it.html
per GPII andava tutto bene, non c'era nessun francescanesimo sessantottino, ne alcun altro problema !
Infatti da quel momento tutti hanno pensato che il catechismo bisognava adesso farlo dialogando con le altre religioni !
GPII é morto, Dio l'abbia in gloria, ma finiamola con questo buonismo ... é stato un papa disastroso!!!
il suo pontificato ha coinciso con gravi errori insegnati ufficialmente (immanenza religiosa, salvezza universale, chiesa come sacramento...)
e di logica conseguenza con una crisi mai vista prima.
Mi risulta che Giovanni paolo II è stato una mina contro il dilagare del comunismo (pensiamo cos'era l'URSS nel 1978e in particolare il PCi in Italia in quegli anni). Dovremmo prendercela con la montinana memoria che svendette la Chiesa per soli 30 denarii in nome di un paese laico e di una democrazia cristiana a volte più a sinistra dello steesso PCI. Pensiamo a ciò che fece GPII nell'America latina, facendo guerra alla teologia della liberazione che tanta confusione ha messo nella Chiesa. pensiamo alla sua lotta contro il nichilismo, al capitalismo, al liberismo sfrenato di cui oggi piangiamo le conseguenze. Wojtila aveva l'animo di un cavaliere medievale, la forza di un crociato ( quanta emozione quando brandì la croce come un vero vessillo) e ricordiamo dei tentennamenti di paolo VI, che quasi doveva pensarci a cosa tenere in mano . per Karol non c'erano dubbi, aveva la forza dei martiri nel gridare ai quattro venti la liberazione della schiavitù del peccato: per Karol tutte le strade potevano essere percorse, se si aveva la fede forte e robusta....... poichè non svendette mai il suo credere a Gesù quale unico Signore e Salvatore. Piuttosto è stata la lettura distorita dei suoi uomini, della curia romana, dei vescovi a rivestire GPII di idee da lui mai pensate.
RispondiEliminaE poi il grnade ritorno della devozione Mariana...lo si deve a Lui se Maria è "ritornata" nel cuore dei sacerdoti. Ricordiamoci cosa era successo dopo la marialis Cultus di Paolo VI. e come maria era stata relelgata in un cantuccio.
Assis, creò confusione...è vero ma non per colpa di Karol Wojtila.Ma per colpa di tanti imbecilli che svndettero le gesta di un papa che corse ai ripari con l'amico J. Ratzinger con la Dominus Juesus , anche questa volta il karol si prese le ire degli episcopati progressisti...... compresi taluni vescovi italiani anocra purtroppo in sella se non addirittura promossi. ( è questa la gravità)
Cara caterina, non si offenda ho già avuto modo di dirle che mi sembra che lei giudichi senza troppe conoscenze teologiche...
RispondiEliminaNon é perché la Dominus Jesus, rimette certe cose a posto che tutto va bene!
Anche presa da sola la Dominus Jesus sarebbe condannata da SPioX e TUTTI glia altri papi perché é gravemente contraria al magistero di sempre!
Il CVII attacca il dogma « fuori dalla Chiesa non c'é salvezza » affermando che c'é una distinzione tra la Chiesa di Cristo e la Chiesa Cattolica tramite due concetti che sono ribadite nella Dominus Iesus :
1) la Chiesa é il sacramento universale dell'unità»
2) la Chiesa di Cristo SUSSISTE nellla Chiesa Cattolica.
Queste due nozioni (assolutamente inesistenti prima del CVII) contraddicono tantissimi passaggi del Magistero, dei Dottori e Padri della Chiesa, che dicono l'esatto contrario
e che sarebbe troppo lungo elencare.
La Chiesa CVII é presentata come « sacramento dell'unità» nei primi paragrafi della Lumen Gentium :
« La Chiesa é nel Cristo in qualche modo il sacramento, cioé il segno e il mezzo dell'unione intima con Dio e dell'unità di tutto il genere umano »
Questo nuovo sacramento conciliare rimpiazza spesso il battesimo, soprattutto quandi si parla non cristiani.
E' come se trovando a tutti i costi l'unità tra noi si applicasse questo sacramanto all'umanità !!!!!
Ecco perché si ha ormai l'ossessione dell'unità ! Cercare l'unità non é un errore, un ECCESSO , un debordare il concilio, e' applicarlo pienamente !
Ed accessoirement é anche un eresia...
Parlando di sacramento <span>universale</span> dell'unità la nozione di Chiesa-Sacramento diventa ancora più pericolosa perché cio' riduce la Chiesa (realtà sovrannaturale) a un fine naturale, umanista !
RispondiEliminaPer il Magistero é vero il contrario. I Padri della Chiesa dicono chiaramente che da dopo il peccato originale NON CI SARA' MAI PIU' UNITA' nel genere umano.
Dal principio la Scrittura parla di divisione
1) la discendenza del serpente contro la discendenza di Maria,
2) Caino e Abele...
Tutto L'AT fino al Vangelo (Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra; non la pace, ma una spada. Sono venuto a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera, e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa) parla di DIVISIONI A CAUSA DI GESU! Ci sarà SEMPRE questa opposizione tra bene e male. E' un'inimicizia posta da Dio stesso.
Cercare l'unità del genere umano a tutti i costi é voler fare una nuova torre di babele, é un'utopia filantropica, tipica delle correnti umaniste. E la Chiesa ne ha fatto un nuovo sacramento !!!
Col CVII la Santa Chiesa é diventata talmente umana ...
1) quanta emozione quando brandì Croce... questo passaggio é rivelatore: altro frutto del CVII, la Chiesa non é sentimento, non é un film di Julias Roberts !
RispondiEliminasi puo' sentire nel cuore un'unione a Dio fortissima e essere in pecato mortale come anche vivere la notte mistica dell'anima (come fecero san Giovanni della Croce, santa Teresa di Lisieux...)
e essere grandi santi pur non sentendo che disgusto per le cose sante... mi raccomando Anselmo non faccia confusione!
2) il grande ritorno della devozione Mariana (?!!??) guardi che GPII ha detto
> Gesu sulla croce NON HA proclamanto formalmente la maternità universale di Maria (Osserv.Romano 24/4/97)
> Gli esegeti sono ormai unanimi, la Genesi attribuisce l'azione contro il serpente non direttamente a Maria (Osserv.Romano 25/1/96)
> nella Donna rivestita di sole dell'Apocalisse l'esegesi odierna vede ormai la comunità del popolo di Dio (Osserv.Romano 30/5/96)
3) La Dominus Jesus presa da sola é in certi punti 100% a-cattolica (veda mio post sopra)
Caro Anselmo mi permetta di smussare ancora gli angoli...
RispondiElimina1) GPII ha partecipato a un rito animista al Togo nel 1895
2) A Madras, il 5 febbraio 1986, gli hanno portato una canna da zucchero intrecciata (l'offerta indu' al dio del sesso), poi delle noci di cocco (offerta tipica agli dei indu) che ha utilizzzato durante l'offertorio dellla messa!
3) si infine é fatto segnare con ceneri sacre da una donna indu che gliele he imposte sulla fronte
No so lei ma non mi sorprende per niente, visto che diceva: "Il missionario deve invitare le religioni non cristiane a scoprire il Cristo, ma é anche chiamato
discorso del 13/05/89 alle Missioni Africane
dai segni della presenza di Dio in queste religioni a ricevere illuminazioni nuove sui diversi modi di vivere ...con Dio"
Caro Anselmo mi permetta di smussare ancora gli angoli...
RispondiElimina1) GPII ha partecipato a un rito animista al Togo nel 1895
2) A Madras, nel febbraio '86, gli hanno portato una canna da zucchero intrecciata (offerta indu' al dio del sesso), poi delle noci di cocco (offerta tipica agli dei indu) che ha utilizzato durante l'offertorio dellla messa!
3) si infine é fatto imporre delle ceneri sacre da una donna indu
No so lei ma non mi sorprende per niente, visto che diceva: "Il missionario deve invitare le religioni non cristiane a scoprire il Cristo, ma é anche chiamato
dai segni della presenza di Dio in queste religioni a ricevere illuminazioni nuove sui diversi modi di vivere ...con Dio"
discorso del 13/05/89 alle Missioni Africane
perché Dominus Jesus ribadisce certi altri errori
RispondiEliminaquando quel sacerdote milanese diceva che bisogna andare dai buddhisti per ricevere illuminazioni sullo Spirito Santo non faceva altro che applicare gli ordini del capo...
RispondiEliminaNon sono d'accordo ..caro hpoirot..... domanderemo direttamente a Karol Wojtila sullo spirito di questi gedti.....maturalmente un papa ha poco tempo per pensare a certe cose....ma i suoi cerimonieri il buon Piero Marini, fautore di tante scelleratezze, poteva ben prevenire certi unguenti e doni nell'offertorio. Piero marini è stato sempre cattivo nei confronti dei cattolici....ma blando per i riti non cattolici. RICORDA L'APERTURA DELLA PORTA SANTA....FU UNA VERA TRAGEDIA......... il sud del mondo...... ebbe un posto di gran rilievo e farci le spese fu la tradizione romana dell'apertura della porta...... Giovanni paolo II faceva fare, delegava....con quei risultati che giustamente lei conosce. Con ratzinger le cose sono cambiate.....ratzinger sapeva benechi fosse la serpe di marini e lo ha defenestrato. Ma il danno purtroppo continua a farlo. Un risultato? La sua scuola di pensiero oggi imperante in tutti gli uffici della CEI. e nelle diocesi. Pioù danno di questo
RispondiEliminaquando quel sacerdote milanese diceva che bisogna andare dai buddhisti per ricevere illuminazioni sullo Spirito Santo non faceva altro che applicare gli ordini del capo...
RispondiEliminail poveraccio non é un pericoloso progressista, ma un soldato ligio agli ordini del CVII
domanderemo direttamente a Karol Wojtila ...quando?
RispondiEliminamscusi ma ...domanderemo direttamente a Karol Wojtila, quando?
RispondiEliminaInfatti, San Subito Papa ha devastato la Chiesa, soprattutto nell'immaginario collettivo, con risultati: distruzione della liturgia, proliferazione degli errori, sacandaloi dei fedeli, persecuzioni non ostacolate dei cattlolici fedeli alla dottrina, riduzione della figura delmsommo pontefice a figura carismatica a prescindere dala dignità intrinseca del ruolo che ricopre, sincretismo come ideologia assolutamente coumne nella comunità cristiana, eresie di ogni tipo diffuse dai catechisti e dai teologi, parrochi che insegnano comuniemente che probabilmente l'inferno non è eterno: risultato Chiesa a catafascio vocazioni ridotte al lumicino e anime a precipizio nell'inferno. MA davvero crediamo che fenomeni in crescita cone i FI siano avvenuti grazie a San Subito e non malgrado San Subito? Però, se un Papa non santo come Alessandro VI ha guidat egregiamente la CHiesa, un papa cone San Subito può averla quiasi distrutto, e con tutto ciò rimanere personalmente un santo... Certo che la virtù della prudenza e della umiltà non so se la ha esercitata in grado eroico... comunque.. buona Assisi e buon divertimento poi a spiegare ai vostri interlocutori che non è vero che tutte le religioni sono uguali!!!
RispondiEliminainfatti chissà perché quando penso a GPII la prima cosa che mi viene in mente non é per niente la scomparsa del comunismo ma il numero di anime che si sono dannate sotto il suo pontificato...
RispondiElimina...poi sconfiggere il comunismo era facile: bastava consacrare la Russia al Cuore Immacolato in unione a tutti i Vescovi del mondo.
G.P. II ci ha lasciato i Sodano, i Sepe al potere, i preti pedofili, su cui non ha mai fatto nulla, e Assisi 1986, negazione del I comandamento.... pace alla sua anima
RispondiEliminainfatti chissà perché quando penso a GPII la prima cosa che mi viene in mente non é per niente la scomparsa del comunismo ma il numero di anime che si sono dannate sotto il suo pontificato...
RispondiElimina...poi sconfiggere il comunismo era facile: bastava consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria in unione a tutti i Vescovi del mondo.
Invece GPII (che ne sapera di certo + di Nostra Signora) ha fatto a modo suo modo: diplomaticamente, umanamente quando aveva su un piatto d'oro, dal 1929 , la soluzione che la Provvidenza aveva scelto.
"Dio chiede che il Santo Padre faccia, in unione con tutti i vescovi del mondo, la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato, promettendo in questo modo di salvarla.”.
La madonna di Fatima a suor Lucia (Tuy 1929)
Se è stato cosi disastroso, come fa allora Dio ad averlo in gloria?
RispondiEliminaEssere papa non significa automaticamante essere santi.
ho usato un'espressione fatta, ma ho personalmente molti dubbi sul fatto che Dio l'abbia in gloria...
RispondiEliminaA chi molto é stato dato, molto sarà chiesto. Quando si pensa che il parroco di un villaggio é responsabile di <span>tutte</span> le anime della sua parrocchia!
Pensando alla responsabilità del papa vengono di quei giramenti di testa! Il giorno del giudizio é già duro per un bambino che non ha avuto alcuna responsabilità in vita...
Quel giorno i papi saranno tra gli uomini giudicati con più severità. "...lavorate alla vostra salvezza con timore e tremore " Filipp. 1.12
ho usato un'espressione fatta, ... Dio solo sa se GPII é salvo.
RispondiEliminaA chi molto é stato dato, molto sarà chiesto. Quando si pensa che il parroco di un villaggio é responsabile di tutte le anime della sua parrocchia!
Pensando alla responsabilità del papa vengono di quei giramenti di testa! Il giorno del giudizio é già duro per un bambino che non ha avuto alcuna responsabilità in vita...
E' di fede che quel giorno i papi saranno tra gli uomini giudicati con più severità. "...lavorate alla vostra salvezza con timore e tremore " Filipp. 1.12
Come dice un teologo: "Tutti c'hanno la rogna! Anche se non si vede. Anche i santi! E' normale, ce l'hanno tutti! Anche san Francesco. Anche madre Teresa. Anche un papa 'santo subito' come GPII ce l'ha. Sapete come si chiama la rogna di Wojtila? Marciel Dellgado. ecc...".
RispondiEliminaPS: Leggi: rogna=conseguenze del peccato originale.
Ce l'abbiamo anche noi tutti: lo dimostrano le molte corbellerie che scriviamo in queste pagine.
La storia giudicherò il pontificato di Karol Wojtila. Adesso...... mi pare che la Chiesa, a cui tutti noi apparteniamo, per mezzo del Pontefice eleverà il karol agli onori degli altari. Che poi il suo segretario ( che tanta confusione arrecò) o i suoi stretti collaboratori abbiano agito come tutti sappiamo questo conto lo dovranno rendere solamente a Dio e naturalmente alla Chiesa. Cìè tempo per tutto.
RispondiEliminaA noi tocca, pregare, pregare, pregare....affinchè questo pap, porti a compimento un opera di rinnovamneto che da più parti , dentro la Chiesa purtroppo , è ostacolata. Non si tratta di "restaurazione" come Melloni e la scuola di Bologna vogliono farci credere, ma di una lettura sapiente e saggia , alla luce della migliore Tradizione (T maiuscola) della Chiesa del CVII, che si pone in continuità del Concilio di Trento, e del CVI.Poi che Sodano non abbia voluto testimoniare al processo per la beatificazione di Wojtila....la dice lunga su questi bei personaggi, (Sepe, Re, Sorrentino, Martini, etc....) cresciuti nell'era wojtiliana).
non é che uno si diverte a giudicare il pontificato di Karol Wojtila, é vero che cio' puo' dare origine a guidizi temerari non sapendo noi tutto
RispondiEliminapero' non credo si possa sbroglaire la matassa cvii senza rimettere in discussione l'operato di GPII.
E' troppo undirezionalmente CVII per farne astrazione...
GPII se è salvo, per la grande Misericordia di Dio, che ognuno auspica per se essendo noi tutti peccatori, non significa che debba per forza salire agli altari. Nel senso che probabilmente GPII è in Paradiso, può esserlo anche il più tremendo persecutore della Chiesa, perchè Dio salva anche nell'ultimo istante se vuole, ma con questo non significa che il più grande persecutore della Chiesa possa essere aditato come esempio da seguire e così penso anche per GPII: non mi pare che sia un esempio di ortodossia da poter proporre come faro sicuro. Il Paradiso è pieno di Santi non beatificati, santi sconosciuti, il beatificare GPII con tanta fretta non è utile nè per lui che se è in Paradiso sta bene comunque e nè per noi che viviamo ancora in questa valle di lacrime, e abbiamo bisogno di guide sicure.
RispondiEliminacerto, solo per sana prudenza cristiana (visto certe frasi storiche anti-magistero che ha pronunciato) si dovrebbero aspettare secoli prima di canonizzarlo...
RispondiEliminaAnnarita, Ella ovviamente ritiene Giovanni Paolo II indegno della salvezza (<span>perchè Dio salva anche nell'ultimo istante se vuole). Bene, si vede che avrà istruito il processo canonico, giudicandolo "non venerabile" e tra qualche mese lo proclamerà "non beato". La ringraziamo per avercelo comunicato, Beatitudine Vostra!
RispondiElimina</span>
Nel 1895? Allora lo dite anche voi che ha operato miracoli!
RispondiElimina.......sara' onorato..per fare quattrini......!!!!
RispondiEliminaRutilio, quello che posso dirle é che GPII é sPioX non avevano la stessa fede ... non so se le basta...
RispondiElimina<span>Cara Caterina, non capisco perchè non risponde mai ai miei post, comunque non per essere polemico ecco quel che diceva Mons. Marcel Lefebvre nel 1987. La situazione su questi argomenti non è cambiata.</span>
RispondiElimina<span><span></span></span>
<span><span>La verità evolverebbe col tempo!</span></span>
<span>Non è solo il Papa ad essere in questione. Il cardinale Ratzinger, che la stampa considera più o meno tradizionale, in effetti è un modernista. Per convincersene basta leggere il suo libro “<span>I principi della teologia cattolica</span>” per conoscere il suo pensiero, quando prova una certa stima per la teoria di Hegel quando scrive: «A partire da lui, essere e tempo si compenetrano sempre più nel pensiero filosofico. L’essere stesso risponde ormai alla nozione di tempo…la verità diventa funzione del tempo; il vero non è puramente e semplicemente, e lo è per un tempo, perché appartiene al divenire della verità, la quale è in quanto diviene». Che cosa volete che facciamo? Come discutere con chi sostiene un simile ragionamento? Così la sua reazione non è sorprendente quando gli ho chiesto: «Ma infine, Eminenza, vi è nondimeno contraddizione tra la libertà religiosa e ciò che dice il Sillabo.» «Ma Monsignore, - mi ha risposto - non siamo più ai tempi del Sillabo!» Ogni discussione diventa impossibile. Ecco ciò che scrive il cardinale Ratzinger nel suo libro, a proposito del testo della Chiesa nel mondo (Gaudium et spes), col titolo: “Il Vangelo e il mondo riguardo alla questione della ricezione del secondo Concilio del Vaticano.” <span>Egli sviluppa le sue argomentazioni su più pagine e precisa: «Se si cerca una diagnosi globale del testo, si potrebbe dire che esso è (in connessione con i testi sulla libertà religiosa e sulle religioni nel mondo) una revisione del Sillabo di Pio IX, una sorta di contro-Sillabo (Dignitatis Humanæ)</span>».
Quindi, egli riconosce che il testo della Chiesa nel mondo, quello della libertà religiosa e quello sui non-cristiani (<span>Nostra Ætate</span>) costituiscono una specie di “contro-Sillabo”. È quello che gli abbiamo detto noi, ma adesso, senza che la cosa sembri disturbarlo, è lui che lo scrive esplicitamente.
E il cardinale prosegue: «<span>Harnack, si sa, ha interpretato il Sillabo come una sfida al suo secolo; la verità è che esso ha tracciato una linea di separazione davanti alle forze determinati del XIX secolo</span>.»
<span>riguardo alla concezione liberale dello Stato. L’esegesi e la storia della Chiesa, con una lotta silenziosa e perseverante, hanno adottato sempre più i postulati della scienza liberale, e dall’altra parte il liberalismo, nel corso dei grandi sconvolgimenti politici del XX secolo, si è trovato nella necessità di accettare delle correzioni notevoli.</span>
<span>«Perciò, dapprima nell’Europa centrale, l’attaccamento unilaterale, condizionato dalla situazione, alle posizioni assunte dalla Chiesa ad iniziativa di Pio IX e di Pio X contro il nuovo periodo della storia aperto dalla rivoluzione francese, era stato in larga misura corretto via facti, ma una nuova determinazione fondamentale dei rapporti con il mondo come si presentava dopo il 1789 mancava ancora.</span>»
Questa determinazione fondamentale sarà quella del Concilio.
«<span>In realtà,</span> - continua il cardinale - <span>nei paesi a forte maggioranza cattolica, regnava ancora largamente l’ottica di prima della rivoluzione: quasi nessuno oggi contesta più che i concordati spagnolo e italiano cercassero di conservare fin troppe cose di una concezione [...]
<span>Si precisa così il vero spirito del cardinale Ratzinger che aggiunge: «<span>Solo una ricerca minuziosa dei diversi modi in cui le varie parti della Chiesa hanno compiuto la loro accettazione del mondo moderno poteva districare la rete complessa delle cause che hanno contribuito a dare la sua forma alla costituzione pastorale, ed è solo in questo modo che si potrebbe far luce sul dramma della storia della sua influenza.</span>
RispondiElimina«<span>Qui ci accontentiamo di constatare che il testo svolge il compito di un contro-Sillabo nella misura in cui rappresenta un tentativo per la riconciliazione ufficiale della Chiesa con il mondo come era diventato dopo il 1789</span>».
Tutto ciò è chiaro e corrisponde a quello che non abbiamo smesso di affermare. Noi ci rifiutiamo, noi non vogliamo essere gli eredi del 1789!
«<span>Da un lato, solo questa visione chiarisce il complesso del ghetto di cui abbiamo parlato all’inizio; [la Chiesa… un ghetto!] e dall’altro, solo essa permette di capire il senso di questo strano faccia a faccia della Chiesa con il mondo: per “mondo” s’intende, in fondo, lo spirito dei tempi moderni, di fronte al quale la coscienza di gruppo nella Chiesa percepiva se stessa come un soggetto separato che, dopo una guerra ora calda ora fredda, ricercava il dialogo e la cooperazione.</span>»
Siamo costretti a constatare che il cardinale ha perso completamente di vista l’idea dell’Apocalisse sulla lotta fra il vero e l’errore, fra il bene ed il male. Oramai, si cerca il dialogo tra il vero e l’errore. Non si può comprendere la stranezza di questo faccia a faccia tra la Chiesa ed il mondo.
Più avanti, il cardinale definisce così il suo pensiero: «<span>La Chiesa e il mondo, è come il corpo e l’anima.</span>» – «<span>Beninteso, bisogna aggiungere che il clima di tutto il processo era contrassegnato in modo decisivo dalla “Gaudium et spes”. Il sentimento che veramente non doveva più esistere un muro tra la Chiesa e il mondo, che ogni “dualismo”: corpo-anima, Chiesa-mondo, grazia-natura e anche, in fin dei conti, Dio-mondo, fosse nocivo: questo sentimento divenne sempre più una forza distruttiva per l’insieme</span>».
Il cardinale Ratzinger è a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’ex Sant’Uffizio. Con una simile espressione di pensiero che cosa possiamo sperare per la Chiesa da colui che ciò nonostante ha il compito di difendere la Fede?
Quanto al Papa, in un modo diverso, egli ha lo stesso spirito. Senza dubbio è polacco, ma il fondamento delle idee è il medesimo. Sono gli stessi principi, la stessa formazione ad animarlo. Ed è questa la ragione per cui non provano né vergogna , né orrore facendo quello che fanno, mentre noi, noi ne siamo spaventati. La religione, come l’abbiamo vista nel liberalismo, nel modernismo, sarebbe un sentimento interiore.
Così, fin dal giorno in cui, a dispetto del diritto, siamo stati colpiti da Mons. Mamie, sostenuto da Roma, noi non ne abbiamo tenuto conto e apparentemente abbiamo disobbedito. Ma, era nostro dovere disobbedire, perché ci si voleva collocare nello spirito del 1789, lo spirito del liberalismo, lo spirito del contro-Sillabo. Noi ci siamo rifiutati e continuiamo a rifiutarci. Sono questi uomini, come il cardinale Villot imbevuto di questo liberalismo, è questa Roma liberale che ci hanno condannato. Ma agendo così essi hanno condannato la Tradizione, la Verità.
Noi abbiamo rifiutato questa condanna perché la consideriamo nulla e ispirata dallo spirito modernista. Ciò che facciamo e che continuiamo a fare non è altro che operare alla salvaguardia della Tradizione. Quindi ci siamo trovati in [...]
terzo post:
RispondiElimina<span>Non siamo noi che crediamo questa situazione della Chiesa, la quale si aggrava sempre più in condizioni stupefacenti. Nessuno avrebbe potuto immaginare dieci anni fa, prima dell’avvento di Papa Giovanni Paolo II, che un Sommo Pontefice un giorno avrebbe fatto questa cerimonia di Assisi. L’idea stessa non sarebbe mai venuta. Nessuno avrebbe pensato che egli sarebbe andato alla Sinagoga e vi avrebbe tenuto quel discorso abominevole. Nessuno l’avrebbe immaginato. Così come non si sarebbe mai potuto concepire ciò che ha fatto in India. Tutto ciò sarebbe parso inconcepibile.</span>
Vorrei proporre questa immagine apparsa qualche giorno dopo la morte di Karol Wojtyla nel villaggio natale.
RispondiEliminaa me basta e avanza...
RispondiElimina<span>questa affermazione puo' sembrare esagerata. Epppure il 5° punto del giuramento anitmodernista di SPioX dice :</span>
RispondiElimina<span></span>
<span>"Quinto: sono assolutamente convinto e sinceramente dichiaro che <span>la fede non è un cieco sentimento religioso che emerge dall'oscurità del subcosciente per impulso del cuore e inclinazione della volontà moralmente educata</span>, ma un vero assenso dell'intelletto a una verità ricevuta <span>dal di fuori</span> con la predicazione (fide ex auditu), per il quale, fiduciosi nella sua autorità supremamente verace, noi crediamo tutto quello che Dio, creatore e signore nostro, ha detto, attestato e rivelato."</span>
<span></span>
<span>Cioé la fede religiosa non é IMMANENTE (interna, soggettiva, implicita all'uomo) ma TRASCENDENTE (esterna, oggettiva)</span>
<span></span>
<span>GPII ha insegnato per 27 anni l'esatto contrario...
</span>
Ermeneutica della rottura, insomma. Si vede che avete fondato un'altra chiesa (la maiuscola la uso solo per la Chiesa fondata da Cristo). Annarita è forse il nick del "nuovo" non-romano Pontefice (sarebbe davvero singolare di una nuova Giovanna)? Cardinali gli eminentissimi Hpoirot e Pessimista?
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