Ieri c’è stata una concelebrazione in una chiesa che ha un unico Altare rivolto “ad Deum”, fatto devotamente costruire da un Santo, che aveva subito la persecuzione e la galera e consacrato nel 2006 dall’allora Prefetto della Congregazione del Culto Divino Cardinale Francis Arinze.
Al momento della Consacrazione l’unico concelebrante che si è rifiutato di porsi accanto l’altare, è un Sacerdote che ha frequentato il Seminario Maggiore Romano fino al 1997, anno della sua ordinazione sacerdotale.
Non scrivo questa riflessione per risentimento verso l’azione del sacerdote, ognuno risponde del proprio comportamento a Dio, ma perché trovo alquanto strano che nel “Seminario del Papa” siano state inoculate concezioni liturgiche e teologiche così lontane dall’ermeneutica della continuità tanto invocata dall’attuale Pontefice.
Possibile che nel “Seminario del Papa” non abbiamo insegnato in quegli anni che nella Chiesa Cattolica sussistono anche i sentimenti di devozione e di obbedienza?
Sull’orientamento attuale della preghiera liturgica hanno autorevolmente scritto l’allora Cardinale Ratzinger , eminenti studiosi di liturgia e di storia dell’arte e non esiste una sola norma che obbliga l’orientamento dell’altare “versus populum” .
E’ naturale invece che il Sacerdote rivolga, al momento dell’azione sacrificale, lo sguardo solo alla Croce.
La direzione orazionale verso la Croce e verso Oriente ha santificato l’anima dei Sacerdoti ed ha generato anche tanta devozione con i frutti che possiamo ancora ammirare in ogni parte della terra.
Nel “Seminario del Papa” il concetto di umiltà e di obbedienza dovrebbe essere predominante.
Nel caso specifico della concelebrazione di ieri , avendo il Celebrante principale e il Diacono invitato i concelebranti ad accomodarsi sull’altare, il prete ha voluto fare di “ testa sua “ con gesto di insubordinazione che ha creato imbarazzo negli altri.
Siamo alle solite commedie, già viste troppe volte dal Concilio in poi.
Di fronte ad una maggioranza di sacerdoti e di fedeli equilibrati e devoti alcuni “ribelli” ( i giacobini di turno) riescono a creare lo scompiglio generale.
Amarissima la constatazione : l’ ex seminarista del “Seminario del Papa” è il più ribelle è l’unico che fa di “testa sua”.
La Provvidenza Divina ha disposto che a lenire la sofferenza per questo atto di “fai da te” ci siano stati alcuni ragazzi, con in testa un candidato al Diaconato permanente, che hanno chiesto informazioni su come organizzare la celebrazione della Messa di sempre nella loro parrocchia.
Crescono le richieste, anche da parte di Seminaristi e di Sacerdoti, della Messa Gregoriana : la sua fioritura è inarrestabile!
In ogni settore della chiesa, persino in parecchi gruppi ecclesiali aumenta il desiderio di riscoprire, con la preghiera liturgica dei nostri padri, la sopita nostra “identità cattolica” specialmente in questo momento di persecuzione e di attacchi di ogni genere alla Chiesa (nostra Madre e Maestra).
La crescita della devozione cattolica certamente non piace ai soliti zelanti pseudo liturgisti i quali, stranamente, non hanno mai speso una parola di biasimo per la situazione della musica sacra strangolata dai gruppetti improvvisati “all’insegna delle melensaggini festalivaliere di moda” (Cfr. P.P. Santucci, Consonanze e Dissonanze, pag. 60) ma attraverso i loro potentati cercano di limitare la crescita di tutto ciò che sa di “tradizionale”.
Noi siamo esercitati anche nella virtù della pazienza.
Da molti anni sappiamo aspettare pazientemente, con l’aiuto della preghiera, sicuri che prima o poi la Chiesa vincerà sulle mode e sulle stravaganze del momento!
Al momento della Consacrazione l’unico concelebrante che si è rifiutato di porsi accanto l’altare, è un Sacerdote che ha frequentato il Seminario Maggiore Romano fino al 1997, anno della sua ordinazione sacerdotale.
Non scrivo questa riflessione per risentimento verso l’azione del sacerdote, ognuno risponde del proprio comportamento a Dio, ma perché trovo alquanto strano che nel “Seminario del Papa” siano state inoculate concezioni liturgiche e teologiche così lontane dall’ermeneutica della continuità tanto invocata dall’attuale Pontefice.
Possibile che nel “Seminario del Papa” non abbiamo insegnato in quegli anni che nella Chiesa Cattolica sussistono anche i sentimenti di devozione e di obbedienza?
Sull’orientamento attuale della preghiera liturgica hanno autorevolmente scritto l’allora Cardinale Ratzinger , eminenti studiosi di liturgia e di storia dell’arte e non esiste una sola norma che obbliga l’orientamento dell’altare “versus populum” .
E’ naturale invece che il Sacerdote rivolga, al momento dell’azione sacrificale, lo sguardo solo alla Croce.
La direzione orazionale verso la Croce e verso Oriente ha santificato l’anima dei Sacerdoti ed ha generato anche tanta devozione con i frutti che possiamo ancora ammirare in ogni parte della terra.
Nel “Seminario del Papa” il concetto di umiltà e di obbedienza dovrebbe essere predominante.
Nel caso specifico della concelebrazione di ieri , avendo il Celebrante principale e il Diacono invitato i concelebranti ad accomodarsi sull’altare, il prete ha voluto fare di “ testa sua “ con gesto di insubordinazione che ha creato imbarazzo negli altri.
Siamo alle solite commedie, già viste troppe volte dal Concilio in poi.
Di fronte ad una maggioranza di sacerdoti e di fedeli equilibrati e devoti alcuni “ribelli” ( i giacobini di turno) riescono a creare lo scompiglio generale.
Amarissima la constatazione : l’ ex seminarista del “Seminario del Papa” è il più ribelle è l’unico che fa di “testa sua”.
La Provvidenza Divina ha disposto che a lenire la sofferenza per questo atto di “fai da te” ci siano stati alcuni ragazzi, con in testa un candidato al Diaconato permanente, che hanno chiesto informazioni su come organizzare la celebrazione della Messa di sempre nella loro parrocchia.
Crescono le richieste, anche da parte di Seminaristi e di Sacerdoti, della Messa Gregoriana : la sua fioritura è inarrestabile!
In ogni settore della chiesa, persino in parecchi gruppi ecclesiali aumenta il desiderio di riscoprire, con la preghiera liturgica dei nostri padri, la sopita nostra “identità cattolica” specialmente in questo momento di persecuzione e di attacchi di ogni genere alla Chiesa (nostra Madre e Maestra).
La crescita della devozione cattolica certamente non piace ai soliti zelanti pseudo liturgisti i quali, stranamente, non hanno mai speso una parola di biasimo per la situazione della musica sacra strangolata dai gruppetti improvvisati “all’insegna delle melensaggini festalivaliere di moda” (Cfr. P.P. Santucci, Consonanze e Dissonanze, pag. 60) ma attraverso i loro potentati cercano di limitare la crescita di tutto ciò che sa di “tradizionale”.
Noi siamo esercitati anche nella virtù della pazienza.
Da molti anni sappiamo aspettare pazientemente, con l’aiuto della preghiera, sicuri che prima o poi la Chiesa vincerà sulle mode e sulle stravaganze del momento!
Andrea Carradori
sul fatto che la Chiesa vincerà sulle mode e sulle stravaganze del momento ho fiducia anch'io, perché è una Promessa del Signore!
RispondiEliminaA mio avviso, il comportamento alquanto strano del sacerdote ribelle è stato probabilmente una provocazione voluta e plateale. Infatti, questo prete sicuramente sapeva già prima della Messa che l'altare di quella chiesa era fatto in modo da consentire unicamente la celebrazione ad orientem, quindi, per quale motivo si è recato a celebrare ugualmente, tirandosi indietro all'ultimo momento, facendo una vera e propria sceneggiata di fronte a tutti?
RispondiEliminaRitengo che l'atteggiamento di questo pseudo-sacerdote sia probabilmente stato orchestrato dall'alto, da qualcuno (nel vicariato di Roma o in S. Sede) che ha voluto contestare platealmente, ancora una volta, le caute aperture di Benedetto XVI nei confronti della tradizione.
Dunque, si tratterebbe di un episodio sintomatico dell'insofferenza di parte del clero verso questo pontificato. Dopo gli episodi estremamente gravi e significativi della mancata proclamazione del santo curato d'Ars, della mancata nomina di Pell, ecc..., un altro smacco per il Papa, un segnale della grande forza contraria del suo entourage che, anzichè appoggiarlo, sta remando contro le sue scelte.
conosco un sacerdote simile a quello di questo articolo... non portava mai l'abito, vestiva firmato, faceva di testa sua, e ovviamente piaceva tanto, ma tanto tanto ai giovani della parrocchia... proprio in questo mese è saltato fuori che li adescava, i giovani della parrocchia... e poi c'è chi osa dire che il papa non aveva ragione sulle colpe che ha avuto il postconcilio nella rovina del sacerdozio....
RispondiEliminasarei curioso di sapere CHI ha gli consigliato di entrare in seminario .
RispondiEliminaNON certo la vocazione , .......... piuttosto il medico ?? ......... allergia hai calli ....???
piuttosto ......... il SACERDOTE quando celebra DEVE ANNULLARE la propria persona , la propria personalita' .......... NON è ne' un attore ne' il soggetto ..........
certo che è attore, ma nel senso di "actor", NON essendo però "auctor", il problema è che oggi si confondere l'essere "actor" con il palcoscenico... nn è la stessa cosa..
RispondiEliminaMa non si sa forse che Roma è più messa male di altre parti?
RispondiEliminaE' una novità che l'istruzione ecclesiastica romana sia catastrofica?
Paolo VI chiese una volta al cardinal Siri quanti fossero i seminaristi genovesi che il porporato aveva a Roma.
Siri, con quella schiettezza che lo contraddistingueva rispose:
"prima che io invii seminaristi genovesi a studiare nella città eterna, a Roma dovranno cambiare molte cose". E finché restò arcivescovo di Genova non inviò più seminaristi a Roma.
Di cose a Roma, riguardo agli studi ecclesiastici, dagli anni settanta, ne sono cambiate molte: in peggio!
No Francesco, io non lo credo. Vedo molto più semplice che sia il solito esaltato. Questi soggetti sono così di loro natura, non hanno certo bisogno di suggerimenti dall'alto. Anche perchè in alto, tutta questa fantasia non ce l'hanno.
RispondiElimina"Crescono le richieste, anche da parte di Seminaristi e di Sacerdoti, della Messa Gregoriana : la sua fioritura è inarrestabile!"
RispondiEliminaTra l'altro la S.Messa di sempre non consente la "concelebrazione". Mi chiedo a cosa serva, quest'altro bel frutto venefico del Concilio Vaticano II se non a far diminuire il numero delle Messe celebrate ogni giorno. Ogni "concelebrante" una Messa in meno.
@Andrea Carradori: Le rubriche del messale dicono che l'altare sia staccato dalla parete perché si possa celebrare rivolti al popolo. Esistono norme che dicono di celebrare rivolti al popolo. Purtroppo.
RispondiEliminaQuando c'è un altare staccato dalla parete si può celebrare rivolti al popolo, ma quando c'è solo un altare antico che ha un unico altare "ad Deum" (come in questo caso) si celebra rivolti al Signore......
RispondiEliminaComunque non è solo questione di norme che per altro sono confuse..... è questione di "animus" e di docilità al Santo Padre. Personalmente celebro quasi sempre rivolto "ad Deum" anche se nella mia chiesa l'altare è staccato dal muro e l'altare antico fu distrutto da un mio predecessore..... (è Bastato posizionare i candelieri con la croce nel fondo dell'altare come fanno al monastero di "Le Barroux").
Ci sono tante conferenze del card. Ratzingher e di studiosi come padre Lang e don Nicola Bux che mostrano come la possibilità di celebrare rivolti al Signore è preferibile......
Io mi regolo così, come pure ad es. i Francescani dell'Immacolata nelle loro Chiese.... devo dire che mi trovo a mio agio e anche i fedeli, più facilmente si avverte che stiamo parlando con Dio l'Altissimo e che non stiamo intorno ad una tavola per una "cenetta conviviale"...per cui la norma citata non la ritengo per nulla vincolante a fronte di secoli in cui ha predominato la posizione coram Deo.......
don bernardo
Le rubriche del messale Novus Ordo sono poi di quel signore tale Annibale Bugnini che tutti conosciamo per quanto ha fatto per distruggere la liturgia romana ragion per cui basta fare l'opposto di quanto è prescritto nel Messale bugniniano e si è sicuri di fare bene....
RispondiEliminaUn'ultima osservazione "Le rubriche dicono che l'altare sia staccato dalla parete perchè si possa celebrare rivolti al popolo"
RispondiEliminaSi parla di "possibilità" di celebrare rivolti al popolo, non di "necessità" di celebrare rivolti al popolo.
L'altare sia staccato dalla parete affinchè "si possa" celebrare rivolti al popolo, si tratta insomma di una possibilità non di una prescrizione..... per cui possiamo stare tranquilli......
Quindi - e concludo - a rigore di diritto non esistono allo stato attuale norme che obblighino a celebrare rivolti al popolo.
RispondiEliminaIl diavolo fa le pentole, ma non i coperchi.
.........da spedirlo....nel seminario..dei ignoranti!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaPenso che il fatto che ho descritto puntigliosamente sia grave dal punto di vista devozionale ( per una volta i Sacerdoti avevano l'opportunità di celebrare su un altare legato ad Santo, che molto ebbe a soffrire a causa della sua fedeltà alla Chiesa e al Papa, e lo volle far edificare non appena liberato dalla galera ) e, ovviamente, disciplinare.
RispondiEliminaUn confratello nel sacerdozio, il parroco che presiedeva la concelebrazione, ha disposto i modi della liturgia e al momento della Preghiera Eucaristica con gesto plateale il solito " Pierino" di turno fa scandalo impedendo che gli altri sacerdoti si fossero potuti accommodare sull'altare.
Di " pierini" ne abbiamo visti fin troppi, indististurbati, nella chiesa....
Sarà il caso di riportare un poco di disciplina ?
Se fosse stato a scuola gli evrei messo un bel "rapporto" ...
Buona giornata a tutti.
<span>Inoltre, a ben guardare, si potrebbe dire che la mens della regola degli altari staccati dalla parete sia per la costruzione dei nuovi altari.
RispondiEliminaQuelli vecchi andrebbero benissimo così (se non fosse per la foja distruttrice dei nostri reverendissimi parroci).
Io ho in mente il Messale Ambrosiano del '76: nelle sue rubriche è vero che si dice che l'altare sia staccato dalla parete... però nelle norme per l'incensazione si fa per bene la differenza: se l'altare è attaccato alla parete lo si incensa così; se è staccato dalla parete invece si incensa così. Incongruenza nelle norme? Per alcuni forse; per me no, semplicemente si possono usare i vecchi altari e non i tavolacci che spuntano qua e là (posto che è sempre meglio un tavolaccio che la distruzione del vecchio altare e la costruzione di una nuova mensa)</span>
Io non lo trovo strano per niente, infatti non solo il seminario del Papa, ma anche gli altri seminari sono covi di modernismo. Conosco seminaristi controllati a vista perchè dicono troppi rosari che li distraggono, che non possono mettere la talare perchè i superiori non la portano, che devono imparare la Messa antica facendosi passare libri e video dalla FSSPX, di nascosto come nelle catacombe. Purtroppo i nemici sono di casa, non sono fuori. Non mi pare che Papa Benedetto XVI abbia ancora condannato la messa protestante voluta da protestanti e massoni, che vige da 40 anni, dunque non ci si può stupire, quando si sente dire che la S.Messa tridentina e la messa protestante o N.O.M siano equivalenti. Non vedo nessuno, nemmeno il Papa cercare di ridare ai fedeli dei santi, istruiti, dotti sacerdoti. Persino la Summa Teologica è bandita, su cosa si preparano i futuri sacerdoti, su Rhaner? E tanto le anime si perdono, ma l'importante è salvare il CVII, il dogma dei dogmi.
RispondiEliminaa me premeva dimostrare che una norma esiste. Purtroppo...io farei anche un altro ragionamento: ha senso che in presbiterio sussistano contemporaneamente 2 altari? ha senso che se uno dei due è fisso, si celebra in quello mobile? La risposta è no, ancor prima di parlare di orientameno. Basterebbe togliere gli altari mobili, e già nel 90% delle nostre chiese si celebrerebbe ad orientem...comunque se cercasse una parrocchia dove celebrare, le affitto la mia!!!
RispondiElimina@J, quoto il tuo intervento, via i tavolacci, si torni a celebrare negli splendidi altari marmorei che sovrabbondano nelle nostre chiese! ovviamente, coram Deo!
RispondiEliminacara Annarita, ti ricordo che prima del sorpasso, le vetture si devono affiancare...ora siamo in questa fase, a presto la staccata!
RispondiEliminagrazie! Meno male che almeno qui c'è qualcuno che mi capisce!! :-D
RispondiEliminaPerò ripeto: meglio un tavolaccio posticcio che distruggere tutto per fare un obbrobrio!
Il problema è che dalle varie "istruzioni" si deduce che nelle chiese la Messa debba celebrarsi in un altare fisso. Ora, dal momento che celebrare "di spalle al popolo" è brutto, preferiscono costruire quelle amenità che conosciamo piuttosto che celebrare nei vecchi altari. In realtà la norma andrebbe interpretata nel senso che se non è possibile, per ragioni artistiche (cioè nella stragrande maggioranza delle nostre chiese), modificare il presbiterio così da avere un solo altare fisso "coram populo", si celebri in quello vecchio rivolto al tabernacolo. Il papa da l'esempio. Nessuno lo segue....
RispondiEliminaNon possiamo ignorare che nelle ultime catechesi del mercoledì il Papa ha parlato di S. Tommaso e della Summa; ma se S. Tommaso non rientra nei Seminari, queste sacrosante parole del Papa non fanno altro che continuare a rimanere lettera morta! Chi è che deve occuparsi della riforma dei Seminari? Perché non vi si reintroduce, neppure a livelli di storia della Chiesa, nessuna informazione sul Vetus Ordo?
RispondiEliminaSe è vero che nella Chiesa coesistono non due riti, ma un rito con due forme, perché nei Seminari non si insegna ai sacerdoti a celebrare in entrambe le forme?
Credo che il problema consista nelle diverse ecclesiologia e teologia che le stesse sottendono; ma questo non si può dire, perché c'è la 'continuità'...
<span>la Chiesa è obbligata a vivere la continuità col Concilio e con il Messale NO, che è quello detto ordinario e considerato "legge della Chiesa", dal 1969.
RispondiEliminaLa Messa antica è considerata straordinaria, in certo modo "trasgressiva dell'ordine costituito", e quindi, MENO UGUALE DI FRONTE ALLA LEGGE.</span>
Non diamo troppe giustificazioni dotte al comportamento ribelle di quel pretonzolo.
RispondiEliminaE' semplicemente un asino.
<span>perchè non si insegna ai sacerdoti a celebrare in entrambe le forme? </span>
RispondiEliminanon si può insegnare la forma VO, perchè essa apparirebbe essere in netto contrasto col NO:
apparirebbe esattamente ciò che è in realtà.
E perciò non le si danno pari diritti ed opportunità:
a parole si dice PAR CONDICIO, o "forma paritaria dell'unico rito", ma di fatto le si danno meno diritti, per impedire (o frenare il rischio reale) che <span>essa si faccia spazio</span> con la forza stessa della sua natura divina e ritorni IN AUGE, al posto che le spetta di diritto, DA SEMPRE, diminuendo sempre più l'attrazione dei fedeli verso il NO, rubandogli "la scena ecclesiale" ed occupandola di nuovo per intero, stabilmente.
Il Papa non può sostenere la promozione DI FATTO della Messa VO, perchè questa andrebbe ad insidiare il potere istituzionale che sta dietro la forma detta "ordinaria", quella che è "legge", dal 1969 (v. allocuzione di Paolo VI che sottolinea la grave mutazione....)
Dunque è come se la Messa VO fosse ancora fuori legge o contro la legge.
Una situazione che pare simile a quella della FSSPX: essa è dentro la Chiesa, ma non del tutto, e con minori diritti e riconoscimenti morali degli altri cattolici.
E il risanamento o<span> chiarimento</span> di queste due strane posizioni :
"dentro ma non del tutto" ;
"Messa buona e valida, ma soggetta a mille impedimenti da parte delle autorità ....",
si potrà ottenere solo dopo la discussione ed (eventuale) soluzione delle ambiguità e incongruenze dottrinali individuate nel Concilio.
(a quanto pare)....
Il Papa ha fatto il gesto storico, di grande coraggio e inopinato da tutti, di dichiarare la verità circa il Messale di S. Pio V: una verità che era stata nascosta alla maggior parte del mondo cattolico, che considerava "archiviata" la Messa antica. Ha dichiarato dopo 42 anni di ostracismo, che essa ha tutto il DIRITTO di essere celebrata, come la nuova, accanto alla nuova.
RispondiEliminaMa nella realtà di fatto, così come si è andata configurando dopo il Concilio (pensando anche alla riforma dei seminari), essa deve riguadagnare faticosamente gli spazi perduti, nelle coscienze di clero e fedeli, (sia vecchi che nuovi!...): e questa<span> riconquista </span>è impresa umana e divina: gli uomini, seguendo la voce di Dio stesso che ha manifestato tale volontà, (attraverso il Papa) si danno da fare, ma invocando l'aiuto del Cielo, indispensabile (cfr. "Senza di me non potete fare niente"!...). Il Papa ritiene che questo sia l'inizio di un'espansione che procederà sicura, inarrestabile e vittoriosa, anche in mezzo a tanti travagli, (perchè Dio stesso la condurrà a buon fine), proseguendo e crescendo nei pontificati successivi : e a lui di più non si può chiedere, in questo momento storico.
(a quanto pare)....
In quasi tutti i seminari del mondo (eccetto che in Italia) si insegna ai futuri sacerdoti a celebrare nelle due forme, ordinaria e straordinaria (anche se nessuno lo dice).
RispondiEliminaDa noi in Italia (ho un fratello sacerdote che lo testimonia) non si insegna a celebrare nemmeno nella forma odrinaria!!!
Una cosa bella è successa questa sera dopo la Messa nella mia parrocchia.
RispondiEliminaE' venuta a vedere la Chiesa una sposa di altra parrocchia di cui dovrò celebrare le nozze tra un messe. Ha partecipato alla Messa celebrata ad orientem, ad Deum, e poi in sagrestia dopo la Messa mi ha detto che gli è piaciuto molto e mi ha chiesto di celebrare in questo modo anche il suo matrimonio perchè mi ha detto: "la celebrazione richiama di più il senso della preghiera verso Dio......".
Sono stato contento di questo suo incoraggiamento.....
don Bernardo
Bellissima tesimonianza, stupenda nella sua brevità.
RispondiEliminaGrazie don Bernardo ( quando potrai venire a celebrare anche in terra marchigiana?)