tag:blogger.com,1999:blog-2235752662493900408.post6377425303686631399..comments2024-03-28T12:14:47.776+01:00Comments on MiL - Messainlatino.it: Andrea Grillo e la Settimana Santa pre-riformaUnknownnoreply@blogger.comBlogger5125tag:blogger.com,1999:blog-2235752662493900408.post-35563109691983621402021-03-03T07:55:33.669+01:002021-03-03T07:55:33.669+01:00Concordo in toto comn Anonimo delle 12:58 "co...Concordo in toto comn Anonimo delle 12:58 "coloro che sono ritenuti "non in comunione" con la Santa Sede dimostrano nei fatti di esserlo di più da altre Fraternità "tradizionali" e dalle loro manie archeologiste" non solo manie archeologiste ma un continuo attentato contro la religiosità che le riforme di Pio XII ha voluto riaffidare ai sacerdoti e ai fedeli. Evidentemente a qualcuno, abituato a giocare con le tazzine, non importa nulla che prima della riforma di Pio XII nella domenica delle Palme si recavano in chiesa per la "messa matta" al suono della prima campana ( benedizione delle palme dopo il primo prefazio) per uscire dopo aver ricevuto il ramoscello di ulivio e poi rientrare inm chiesa (un'ora dopo - se andava bene-) al suono della seconda campana, l'offertorio della messa "vera"). Questo modo di fare piacebbe ai nostalgici del rito cassato una volta per sempre dal grande papa Pio XII. All'epoca di Papa Pacelli sarebbero stati scomunicati all'istante ma ora per effetto della liberalità conciliare...Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2235752662493900408.post-35683428223222528752018-04-15T12:58:06.501+02:002018-04-15T12:58:06.501+02:00Non c'entra niente col Grillo parlante, ma seg...Non c'entra niente col Grillo parlante, ma segnalo che nel Priorato di Rimini della Ftaternità San Pio X le cerimonie dells Settimana Santa si sono svolte secondo l'Ordo promulgato dal Venerabile Pio XII.<br />Evidentemente coloro che sono ritenuti "non in comunione" con la Santa Sede dimostrano nei fatti di esserlo di più da altre Fraternità "tradizionali" e dalle loro manie archeologiste.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2235752662493900408.post-10472994342001540342018-04-13T19:14:17.662+02:002018-04-13T19:14:17.662+02:00La riforma della Settimana Santa di Pio XII, ripor...La riforma della Settimana Santa di Pio XII, riportata poi nel Messale 1962 è stata quanto mai opportuna per motivi abbastanza evidenti: rendere più chiaro lo svolgimento degli eventi pasquali, favorire una più ampia partecipazione e comprensione del popolo poiché il lungo procedere delle molteplici letture e un rituale ridondante sembravano riservate solo ai sacerdoti. Il volere celebrare con il rito precedente, in tutto o in parte, è infatti la tentazione di alcuni sacerdoti tradizionalisti ma non se ne vede l'utilità anche teologica. Un solo es. : La Messa 'In Cena Domini' con il rito antico si prolunga fino all'Ite Missa est' e al Vangelo di Giovanni mentre è più giusto che la reposizione segua subito la Comunione per non apparire separate. Anche per evitare diatribe, non sempre teologiche e polemiche contro producenti, ci si attenga al Messale 1962, altrimenti non si supererà la diffidenza del popolo. Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2235752662493900408.post-29211425201332541652018-04-13T18:57:34.387+02:002018-04-13T18:57:34.387+02:00Le critiche di Andrea Grillo, in questo caso, sono...Le critiche di Andrea Grillo, in questo caso, sono pienamente pertinenti. Sì vadano a leggere le motivazioni che spinsero la riforma della Settimana Santa e si troveranno le medesime critiche di Grillo, espresse sicuramente in un linguaggio piu gentile e "preconciliare" ma sostanzialmente coincidenti. È chiaro che queste cose possano turbare chi indaga il triduo pasquale (e la settimana santa in generale) solamente con la lente, per esempio, di un Gromier ma, purtroppo o per fortuna, il discorso risulta teologicamente e liturgicamente più complesso.<br />Circa il fatto che l'Ecclesia Dei l'abbia "fatta fuori dal vaso", come si suole dire, e cosa indubbiamente vera e così come non si approvano le cavillosità usate dai vescovi per impedire l'antico rito non si dovrebbero tollerare le cavillosità che tradiscono il riferimento ESPLICITO al messale del 1962. Questo in ogni caso dimostra come ci siano delle OGGETTIVE difficoltà di gestione del summorum pontificum a cominciare dall'ufficio a ciò preposto, dove al momento non mi consta lavorino figure di riferimento dal punto di vista liturgico o comunque aperte al confronto con l'altra parte. E mentre si continua questo osceno e nostalgico valzer del "non si torna mai abbastanza indietro", c'è chi balla ben altri ranghi argentini facendoci cornuti, fessi e contenti.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2235752662493900408.post-4460673687927983982018-04-13T17:59:41.876+02:002018-04-13T17:59:41.876+02:00Ottimo intervento di G. Ferro Canale. Credo di sap...Ottimo intervento di G. Ferro Canale. Credo di sapere a cosa si riferisca A. Grillo quando parla di due tridui contrapposti: effettivamente la locuzione "Sacrum Triduum Paschale" non figura nel messale e nel breviario anteriore al 1955. Ci sono, invece, sei giorni tutti di grado massimo (doppio di prima classe) chiamati ciascuno col suo nome: Feria V in Coena Domini, Feria VI in Parasceve, (de) Sabbato Sancto (fin qui, secondo A. Grillo il triduo della morte), Dominica Resurrectionis, De secunda die infra octavam Paschae e De tertia die infra octavam Paschae (questi ultimi, sempre per A. Grillo, costituirebbero il triduo della risurrezione). A partire dal mercoledì dell'ottava di Pasqua il grado del rito scende a semidoppio (mentre nella Dominica in Albis è doppio maggiore).<br />Quella di A. Grillo mi sembra comunque una forzatura. A prescindere dall'avere o non avere un nome ufficiale, il Triduo Pasquale c'è sempre stato ed era sentitamente vissuto, anche attraverso i riti popolari (quegli stessi riti che, pur essendo, per dirla come va di moda, sommamente "pastorali", dovevano, nella mente del "liturgo" bugniniano, essere adattati, traslati, a volte anche soppressi proprio in nome della pastoralità); tutto questo basta a certificare l'esistenza di un Triduo Pasquale anche in un'epoca in cui, magari, non era così ufficialmente denominato.<br />Interessante osservazione, poi, quella sulla mancanza di un obbligo di precetto per le celebrazioni del Triduo (fosse anche nella forma ordinaria). Non che con ciò se ne voglia sminuire l'importanza, ma non essendovi obbligo di partecipazione, è veramente così dissacratorio celebrare in quei tre giorni secondo un rito diversamente impostato anche da un punto di vista nominale (così come A. Grillo sostiene)? Non credo!<br />Credo, però, che sull'ultimo aspetto della questione (può o non può la Commissione Ecclesia Dei autorizzare deroghe al messale del 1962? Detta Commissione sta davvero revisionando i libri del 1962? E così via...) sia bene parlare poco, o meglio ancora non parlare proprio. Coi tempi che corrono da nuovi documenti, lettere o quant'altro possa emanare un dicastero vaticano (anche quelli composti da gente per bene) non mi aspetto nulla di buono, anzi credo proprio il contrario; se dunque "Quandoque bonus dormitat Homerus", la mia sommessa idea è di rallegrarcene, di stendere un velo e...di andare avanti.Anonymousnoreply@blogger.com