tag:blogger.com,1999:blog-2235752662493900408.post4901419447646640429..comments2024-03-28T20:21:56.314+01:00Comments on MiL - Messainlatino.it: La dottrina cattolica sul sacerdozio ministeriale, prima, durante e dopo il Concilio Vat. II. Seconda parteUnknownnoreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-2235752662493900408.post-52668683478115713152010-03-02T19:31:02.000+01:002010-03-02T19:31:02.000+01:00<span><span><span>Q</span>...<span><span><span>Q</span><span><span>uesta comunione sacerdotale non si restringe all’ambito diocesano: </span>i presbiteri sono uniti in fraternità sacramentale in modo ontologico e non solo giuridico<span>. Il Concilio perciò ricorda che «il dono spirituale che i presbiteri hanno ricevuto nell’ordinazione, </span>non li prepara ad una missione limitata e ristretta, bensì ad una missione di salvezza vastissima ed universale<span> [...], </span>infatti qualsiasi ministero sacerdotale partecipa della stessa ampiezza universale della missione affidata da Cristo agli apostoli<span>» (PO 10: AAS 58 [1966], p. 1008). Questo insegnamento è molto importante e si coordina col precedente: il presbitero (in particolare il presbitero diocesano) vive ed opera radicato in una Chiesa particolare – che comunque non avrebbe senso separata dalla Chiesa universale – e legato al suo vescovo ed al suo presbiterio, ma ciò non implica affatto una visione ristretta o persino localistica del ministero presbiterale. PO, al contrario, insegna a più riprese che i presbiteri devono coltivare uno sguardo universale (si vedano in particolare i nn. 6; 10; 14; 17).</span></span></span> <br /> <br />questo è il grande respiro cattolico, di universalità... e tra l'altro non si disdegna di parlare di "unione<span>ontologica</span>" (ontologico è un termine che ci porta direttamente al Soprannaturale, che quasi non si nomina piu'), che è unione in Cristo Signore e comporta anche e soprattutto per il sacerdote la 'conformazione' a Lui... com'è lontano questo dalla visione limitata, particolaristica, limitata alla comunità o all'ambito di appartenenza -che in essa radica in maniera esclusiva-, molto più diffusa di quanto si possa immaginare!!!!</span>Micnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2235752662493900408.post-29616292868774719622010-03-02T19:29:59.000+01:002010-03-02T19:29:59.000+01:00<span><span>Q</span><span>...<span><span>Q</span><span><span>uesta comunione sacerdotale non si restringe all’ambito diocesano: </span>i presbiteri sono uniti in fraternità sacramentale in modo ontologico e non solo giuridico<span>. Il Concilio perciò ricorda che «il dono spirituale che i presbiteri hanno ricevuto nell’ordinazione, </span>non li prepara ad una missione limitata e ristretta, bensì ad una missione di salvezza vastissima ed universale<span> [...], </span>infatti qualsiasi ministero sacerdotale partecipa della stessa ampiezza universale della missione affidata da Cristo agli apostoli<span>» (PO 10: AAS 58 [1966], p. 1008). Questo insegnamento è molto importante e si coordina col precedente: il presbitero (in particolare il presbitero diocesano) vive ed opera radicato in una Chiesa particolare – che comunque non avrebbe senso separata dalla Chiesa universale – e legato al suo vescovo ed al suo presbiterio, ma ciò non implica affatto una visione ristretta o persino localistica del ministero presbiterale. PO, al contrario, insegna a più riprese che i presbiteri devono coltivare uno sguardo universale (si vedano in particolare i nn. 6; 10; 14; 17).</span></span></span><br /><br />questo è il grande respiro cattolico, di universalità... e tra l'altro non si disdegna di parlare di "unione <span>ontologica</span>" (ontologico è un termine che ci porta direttamente al Soprannaturale, che quasi non si nomina più), che è unione in Cristo Signore e comporta anche e soprattutto per il sacerdote la 'conformazione' a Lui... com'è lontano questo dalla visione limitata, particolaristica, limitata alla comunità o all'ambito di appartenenza -che in essa radica in maniera esclusiva-, molto più diffusa di quanto si possa immaginare!!!!Micnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2235752662493900408.post-60075006561675730492010-03-02T16:25:40.000+01:002010-03-02T16:25:40.000+01:00Il n. 12 di PO precisa che i ministri realizzano l...<i>Il n. 12 di PO precisa che i ministri realizzano la propria vocazione non solo pascendo il gregge, ossia nell’esercizio del <em>munus </em>pastorale, ma<b> anche coltivando la santità personale.</b> Si dice che i presbiteri «mortificano in se stessi le opere della carne e si dedicano totalmente al servizio degli uomini, e così possono <b>progredire nella santità </b>di cui sono stati dotati in Cristo, <b>fino all’uomo perfetto</b>» (<em>ibid</em>.). </i><br /><i> Non basta dunque, per la santità del presbitero, l’esercizio della carità pastorale; essa deve coniugarsi con la <b>conformazione a Cristo, </b> con la continua conversione a Lui, che passa anche per la<b> mortificazione in se stessi delle opere della carn</b>e. Questa ricerca della santità è di grande importanza:...</i><br /><br />coltivare la santità personale;<br />conformazione a Cristo, mediante la mortificazione delle opere della carne.<br /><br />finalmente!<br />Non si tornerà mai troppo presto e troppe volte a ricordare queste verità, che un tempo erano convinzioni radicate e inattaccabili, sia nel clero che tra i laici, riguardo alla <b>santità necessaria </b>alla persona del Sacerdote.era ora !noreply@blogger.com