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giovedì 30 marzo 2023

Bergamo, da giovedì 6 aprile a sabato 8 aprile: celebrazione del Triduo Sacro

Riceviamo dagli amici del Comitato Summorum Pontificum di Bergamo e condividiamo con piacere l’avviso della celebrazione del Triduo Sacro.

L.V.

Da giovedì 6 aprile a sabato 8 aprile 2023

Chiesa di San Bernardino
(Bergamo - via Pignolo, 57)

DE TRIDUO SACRO

Con gioia vi comunichiamo che da giovedì 6 aprile, presso la Chiesa di San Bernardino, sarà celebrato il TRIDUO SACRO secondo il Missale Romanum del 1962, con il seguente calendario:

- giovedì 6 aprile, ore 20:00: GIOVEDÌ SANTO - MESSA VESPERTINA IN CENA DOMINI;


TRIDUO SACRO

LA PASQUA, PASSAGGIO DI IAHVÈ

Il popolo di Dio gemeva sotto l’oppressione egiziana: Iahvè, suo Dio, ne ascoltò i gemiti e si ricordò dell’alleanza contratta con Abramo, Isacco e Giacobbe. Egli scelse Mosè come strumento della sua mano forte e del suo braccio teso, per liberare il suo popolo dalla schiavitù e condurlo in un paese dove scorrono latte e miele. Il faraone non volle concedere la libertà ed ecco le piaghe d’Egitto: il tiranno s’ostinò ed il suo orgoglio non cedette di fronte alla potenza del Dio di Israele. Allora Iahvè, per abbattere questa arroganza, sterminò tutti i primogeniti di Egitto, risparmiando tuttavia, nel suo giro vendicatore, le case dei Giudei segnate col sangue dell’agnello rituale: Egli «passò oltre»: è il «passaggio» misericordioso di Iahvè.

PASQUA, PASSAGGIO DEL POPOLO DI ISRAELE

Ma la tradizione considerò soprattutto, per accostarne il senso alla Pasqua, un altro passaggio, conseguenza e scopo del primo: l’attraversamento a piedi asciutti del Mar Rosso, verso la Terra promessa, la trionfale uscita del popolo di Dio, salvato dal sangue dell’agnello e nutrito dalla sua carne in un sacro banchetto.
Il popolo di Israele conservò sempre una suprema nostalgia di questo esodo attraverso il deserto in cui Iahvè fu suo pastore e luce dei suoi passi, e nello sfondo meraviglioso di un nuovo esodo, più splendido e più radioso ancora, i profeti vedono in anticipo gli avvenimenti dell’era messianica.

PASQUA, PASSAGGIO DI CRISTO

Anche noi, cristiani, abbiamo la nostra Pasqua: Cristo che s’è offerto per la nostra salvezza. Egli è il vero Agnello del quale l’altro era soltanto figura. Nell’ora in cui si sgozzava nel tempio l’agnello rituale, l’Agnello mistico era immolato sull’altare della croce.
Così «passava» al Padre nell’ora prestabilita dai disegni amorosi di Dio: buon pastore che dà la vita per le sue pecorelle, affinché abbiano la vita in abbondanza e siano riunite in un solo ovile sotto un solo pastore.
Passaggio trionfale, attraverso la morte, di Colui che aveva il potere di dare la vita e di riprenderla: nel terzo giorno, come aveva predetto, ecco che realmente risuscita nella luce pasquale, prima di ascendere al Padre per sedere alla sua destra nella gloria eterna.
E noi, figli della Chiesa, nuovo popolo di Dio, segnati dal sangue del novello Agnello pasquale per mezzo del battesimo, che ci immerge nella sua morte, anche noi siamo, a nostra volta, risparmiati dalla giustizia divina che «passa oltre» ai nostri peccati, espiati da Colui che per nostro amore s’è fatto peccato Lui stesso: è il «passaggio» misericordioso di Gesù.

PASQUA, NOSTRO PASSAGGIO

Seguendo Cristo, nostro capo, e percorrendo la via che per noi è Lui stesso, facciamo anche noi il nostro «passaggio» dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce, dal peccato alla grazia.
Noi dobbiamo a Lui questa vita nuova, alla quale siamo rinati uscendo dalle acque battesimali, seno fecondo della Chiesa nostra madre; il sangue e l’acqua sgorgati dal cuore aperto di Cristo sono la sorgente alla quale, attraverso i sacramenti, possiamo continuamente abbeverarci.
I sacramenti sono sgorgati tutti dal mistero pasquale. Per primo l’Eucaristia, vero corpo di cristo, immolato, pane di vita, fermento d’immortalità, sacramento d’unione del corpo mistico. Gli altri, in un modo o nell’altro, sono collegati al mistero pasquale: il Battesimo e la Cresima, che sono una iniziazione progressiva a questo mistero e che d’altronde anticamente gli erano indissolubilmente uniti in una stessa liturgia; l’Ordine, che gli dà, nella successione agli apostoli, i suoi ministri; la Penitenza, che fa rivivere nel peccatore quell’inabitazione resa sterile per le sue colpe; l’Estrema Unzione, che prepara all’eterna comunione, di cui quella di quaggiù non ne è che il pegno; il Matrimonio, che esprime col suo efficace simbolismo l’unione d’amore di Cristo, novello Adamo, con la Chiesa, novella Eva, nelle mistiche nozze della redenzione.
Come satelliti attorno al sole, tutti i sacramenti gravitano attorno a quello che ne è il centro, il sacramento dei sacramenti: il Santissimo Sacramento. Nei riti stessi questa diretta dipendenza si nota chiaramente: la Vigilia di Pasqua è il giorno tradizionale dei Battesimi e al Giovedì santo il vescovo consacra il crisma e benedice gli olii santi, che servono per l’acqua battesimale, per le sacre unzioni della Cresima, dell’Ordine e dell’Estrema Unzione.
Il mistero pasquale è quindi il cuore della religione. Si capisce da ciò il posto unico e centrale che esso tiene nell’anno liturgico e l’importanza tutta speciale annessa ai giorni che lo commemorano.

Dal Messale romano quotidiano, Torino, 1963

4 commenti:

  1. Per il Venerdì Santo verrà usata, immagino, la preghiera per gli ebrei codificata da Benedetto XVI.

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    1. Nessuno è in grado di rispondere?

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    2. Dicit eis: “Venite et videbitis” (Io. 1, 39)

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    3. Dipende. Se rischio di finire in un covo di estremisti che si fanno beffe delle direttive del Papa, preferirei saperlo prima, visto che l’autore della tua dottissima citazione latina lo posso incontrare benissimo in ogni messa di ogni parrocchia.

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