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venerdì 10 febbraio 2023

Echi tridentini in letteratura in morte di Vittorio Sereni

Proprio quarant'anni fa, il 10 febbraio del 1983, moriva uno dei più validi autori italiani del Novecento, Vittorio Sereni. 
Questa ricorrenza "tonda" che cade proprio di venerdì, giorno dedicato alla nostra rubrica degli echi tridentini, ci dà occasione per proporre una sua poesa "tridentina" che avevamo già analizzato tempo fa.

Pur trattandosi di un poeta nè “religioso” nel senso letterale del termine, né particolarmente vicino alla fede cattolica, in molte opere di Sereni si trovano riferimenti religiosi a preghiere cattoliche (che dato il periodo erano in latino). E' nella raccolta poetica più impegnativa del dopo guerra "Gli strumenti umani" (1965) che ne troviamo molte. 
Questo non deve stupirci perchè all'epoca tutta la società era impregnata, "a sua insaputa", di elementi, riferimenti, modi di dire, proprie della religione cattolica. Vita privata e vita sociale erano molto più saldate alla vita religiosa.  
Nell'opera citata, in cui Sereni descrive scene di vita cittadina, di ritorno ai luoghi amati della prima giovinezza, di forti amori e in cui si fa interprete di alcuni decenni della vita della borghesia italiana dell'epoca, l'autore, in maniera naturale ed inconsapevole, riporta, molti di dire che rieccheggiano di liturgia tridentina. 
Nel nostro post di qualche tempo fa, dedicato alla poesia "Viaggio all'Alba" (magnifico esempio di questa commistione tra poesia e preghiera in latino che sicuramente aveva sentito da bambino: Dominus non sunt dignus...") trovate il testo e la spiegazione dell'eco tridentina. 

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La Redazione