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domenica 26 febbraio 2023

Dopo aver ripensato la liturgia, padre TikTok vorrebbe anche riformare il Catechismo

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 921 pubblicata da Paix Liturgique il 20 febbraio 2023, in cui si ritorna sul caso di padre Matthieu Jasseron, alias «padre TikTok» (per il suo attivismo sul social network), il quale, dopo aver pubblicamente dissacrato la Santa Messa, auspica una revisione del Catechismo della Chiesa cattolica in ottica LGBT ed in nome della «bellezza della teologia».
E pur persistendo nei suoi errori, il Dicastero per la Comunicazione lo ha ora nominato «missionario digitale» per far conoscere il processo cosiddetto «Sinodo sulla sinodalità».

L.V.


«Ridateci la Scrittura, il Catechismo e la Messa», scriveva Jean Madiran a san Paolo VI [lettera del 27 ottobre 1972: N.d.T.], perché tutto questo funziona davvero insieme. I preti shock delle nostre Diocesi non sono solo inventori di liturgie fantasiose. Vogliono reinventare il Catechismo.

Di padre Matthieu Jasseron avevamo già parlato nella nostra lettera 897 [QUI su MiL: N.d.T.]: «Matthieu Jasseron, nato a Clamart nel 1984, ex impiegato notarile ordinato nel 2019 per lArcidiocesi di Sens-Auxerre, la prima ordinazione in otto anni in questa Diocesi in grande declino, che disse allora di “voler dare un senso alla sua vita”.

Formatosi al Seminario di Nostra Signora della Speranza di Orléans, vi è entrato nel 2013 e ha celebrato la sua ammissione al quarto anno nel 2017 sul blog del seminario. Nominato Parroco di Joigny-Migennes, è noto per il suo attivismo sul social network TikTok, frequentato soprattutto da adolescenti.

Nel luglio 2021 ha dichiarato senza mezzi termini: “In nessuna parte della Bibbia o del Catechismo della Chiesa cattolica, cioè in tutta la Tradizione, è scritto che essere omosessuali o praticare l’omosessualità è un peccato”. Il video ha suscitato un tale scandalo che è stato ripreso – con molta delicatezza – dalla sua Diocesi e dalla Conferenza episcopale francese».

Come liturgista, in uno dei suoi video ha eseguito una finta messa su TikTok, senza alcuna reazione da parte della sua Arcidiocesi di Sens-Auxerre o della gerarchia ecclesiastica. Ma si rivolge anche al Catechismo della Chiesa cattolica.

In un’intervista rilasciata al quotidiano La Croix il 5 febbraio, padre Matthieu Jasseron, alias «padre TikTok», ritorna, più provocatorio che mai, e persistente nei suoi errori. D’ora in poi, il puro prodotto del Seminario di Orleans attacca l’intero Catechismo, che vuole riscrivere in stile LGBT, con il pretesto dell’accoglienza, della fraternità, dell’ascolto e della «bellezza della teologia».

Va anche notato che i commenti di padre Matthieu Jasseron in quello che è ancora il quotidiano di riferimento per il Cattolicesimo istituzionale in Francia, La Croix, non sono né il luogo né il momento della loro espressione.

Esse cadono infatti in concomitanza con l’inizio dell’Assemblea sinodale continentale europea, a Praga, dove sono presenti quattro delegati francesi (tra cui mons. Éric Marie de Moulins d’Amieu de Beaufort, Arcivescovo metropolita di Reims e Presidente della Conferenza episcopale di Francia, e mons. Alexandre Joly, Vescovo di Troyes). Tuttavia, il Dicastero per la Comunicazione, lungi dal condannare le sue posizioni eterodosse, lo ha nominato – come altri parroci presenti sui social network – «missionario digitale» per far conoscere il processo della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione» ai giovani, che si sono espressi molto meno – o a cui è stato permesso di esprimersi molto meno, a parte alcune Diocesi – rispetto ai laici dai capelli bianchi della generazione conciliare.

Il portale Riposte Catholique, il 6 febbraio, cita le sue osservazioni più specifiche sull’omosessualità.

«Il Catechismo della Chiesa cattolica dice nero su bianco che dobbiamo accogliere e offrire un cammino verso Dio a tutti, compresi gli omosessuali. Così ho cercato di seguirlo cercando di mostrare che non dobbiamo giudicare perché ogni coscienza è il tempio dello Spirito Santo. Forse sono apparso frettoloso nella mia formulazione e vorrei chiedere perdono a coloro che possono essere rimasti sorpresi dalle mie parole, ma in nessuna parte della Bibbia si dice che l’omosessualità o la sua pratica è un peccato, e nemmeno nel capitolo che parla di omosessualità nel Catechismo della Chiesa cattolica», afferma padre Matthieu Jasseron.

Il quotidiano La Croix gli chiede ancora: «Ma che dire del paragrafo 2396 del Catechismo della Chiesa Cattolica: “Tra i peccati gravemente contrari alla castità, vanno citati la masturbazione, la fornicazione, la pornografia e le pratiche omosessuali”?»

Risponde: «Questo paragrafo è una sintesi del capitolo sulla vita affettiva e sessuale, ma in questa sintesi appare una nuova tesi che non era inclusa nelle pagine che intende riassumere. Apprendiamo che l’omosessualità è classificata come “offesa alla castità”. E ciò che è ancora più sorprendente è che, leggendo l’intero Catechismo della Chiesa cattolica, da nessuna parte esiste questa nozione di “offesa alla castità”. Quindi, anche qui appare qualcosa di nuovo, in sintesi, qualcosa che non è stato sviluppato da nessuna parte prima, e un nuovo elemento non spiegato in precedenza…»

Continua il quotidiano La Croix: «Poco prima si parla anche di “gravi depravazioni”, di atti “intrinsecamente disordinati”: non sono forse proprio questi i passaggi di cui alcune associazioni di omosessuali chiedono la riscrittura?»

Padre TikTok spiega: «Il Catechismo della Chiesa cattolica, che risale al 1992, non è più attuale, come dimostra il passaggio sulla pena di morte. I nostri contemporanei, che spesso sono lontani dalla Chiesa, si chiedono se una tale azione, una tale dimensione del loro essere, sia dell’ordine del peccato. Il peccato li spaventa – sicuramente a ragione – ma ne hanno un’immagine fantasiosa. Ma ci sono molti Cristiani sui social network, Evangelici, Cattolici e altri, che presentano l’omosessualità come un peccato molto grave, insinuando che le persone bruceranno per l’eternità. Non credo che questa sia la realtà o ciò che è scritto nel Catechismo della Chiesa cattolica: in nessuna parte della Tradizione della Chiesa cattolica si dice che è un peccato che ci porterà a bruciare per l’eternità.

In seguito, i testi descrivono questa realtà con parole che dobbiamo saper accogliere e interpretare. Le parole “depravazione” o “atti intrinsecamente disordinati” non sono chiare per le persone, e sicuramente fanno molto male. Sarebbe utile chiarirle e renderle ancora più pastorali. Le persone che vivono con persone dello stesso sesso e cercano di amarle nello spirito di ciò che Gesù ci ha presentato sono più visibili di cento anni fa».

Ma non tarda a far uscire il gatto dal sacco: «Si tratta di una questione sociale, e la Chiesa ha bisogno di un discorso onesto, in linea con ciò che ha capito da Gesù, ma anche comprensibile per i nostri contemporanei. Il Catechismo della Chiesa cattolica trarrebbe beneficio dall’essere aggiornato con la bellezza di una teologia che pensa in modo nuovo alla realtà del nostro tempo. Si tratta di affinare la realtà di ciò che Dio ci ha trasmesso per permettere ai nostri contemporanei un cammino che li aiuti ad andare verso Dio».

In altre parole, secondo la logica di padre Matthieu Jasseron, bisognerebbe riscrivere i Dieci Comandamenti, perché ci sono i ladri e il furto è una questione sociale.

Il portale Riposte Catholique, da parte sua, osserva che padre Matthieu Jasseron non ha letto bene ciò di cui parla. In politica, questo è abbastanza usuale, ma per qualcuno che ha pretese teologiche, è più imbarazzante:

«Ovviamente, padre Matthieu Jasseron non ha letto i paragrafi da 2357 a 2359. Eccoli:

2357 L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, (Cf Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; 1 Cor 6,9-10; 1 Tm 1,10) la Tradizione ha sempre dichiarato che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati”. [Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 8: AAS 68 (1976) 85] Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.

2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.

2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana».

Oltre alla Messa e al Catechismo, padre TikTok vorrà riformare le Scritture e censurare i passi della Bibbia presi di mira dalla lobby LGBT?

7 commenti:

  1. Siamo alla frutta. Anzi, al caffè. Anzi: all’ammazzacaffè. Et qui vigilare debent, tristissime tacent.

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  2. Tutto è permesso dalla neochiesa, anche dire abominevoli eresie come queste!! Guai però a difendere la Messa tridentina!! Questo è vietato!!!

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  3. Padre Tik Tok você é um miserável desgraçado que anda a escandalizar ainda mais um mundo que já perdeu a Fé Católica.

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    1. Non bastavano gli insulti in italiano!

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    2. In qualsiasi lingua venga detta, la verità è verità e non insulto

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    3. Strano che, però, quando la “verità”, negli stessi toni, la dicono a voi sui vostri comportamenti, saltate su tutti offesi, protestate, bloccate i commenti e vi trincerate sempre dietro la “dottrina bimillenaria”.

      Per tua norma, comunque, dare del “miserabile disgraziato” ad un consacrato basandosi su due fotogrammi e senza che l’interessato abbia la possibilità di replicare non è “verità”, ma solo un comportamento meschino e vigliacco che solo la cattiveria congenita dei tradizionalisti poteva partorire.

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