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sabato 25 febbraio 2023

Difesa della Messa tradizionale: 73ª settimana. Nuove manifestazioni di preghiera davanti agli uffici dell'Arcidiocesi di Parigi #traditioniscustodes

Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi

73ª SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA PREGHIERA IN DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI AGI UFFICI DELL'ARCIDIOCESI DI PARIGI

Vi mando questa lettera da Roma, dove si è appena svolto il simposio del Centro Internazionale di Studi Liturgici (CIEL) sull'orientamento dell'altare, che è stato di eccellente qualità scientifica. È molto importante che la liturgia tradizionale si imponga anche come essendo intellettualmente necessaria.

L'arcivescovo di Parigi sembra dare intelligentemente segni di realismo. D'altra parte, i vescovi francesi manifestano da tempo una rinnovata severità nei confronti di questa liturgia. Alcuni sono arrivati ​​​​al punto di proibire i battesimi nell’antica forma.
Senza dubbio erano stati informati di quanto sarebbe accaduto il 21 febbraio, prima dell'inizio della Quaresima, quando il cardinale Roche ebbe la “delicatezza” di far firmare al Papa un rescritto ex audienatia ( Un rescrit du Pape clarifie deux points du Motu Proprio Traditionis custodes - Vatican News ), che conferma i diversi documenti precedenti lanciati contro la Messa tradizionale. Il rescritto ricorda in particolare che - contro ogni nozione di sinodalità - i vescovi devono ottenere dalla Santa Sede (= dal cardinale Roche) l'eventuale permesso di far celebrare la Messa tradizionale in una chiesa parrocchiale, e il permesso di dare la facoltà a un sacerdote chi non ce l'avesse già prima di Traditionis Custodes per celebrare secondo l’antico rito.

Nessun testo solenne, come alcuni temevano, nemmeno un testo che sarebbe stato un attacco diretto alle comunità tradizionali, come dicevano altri, ma soltanto una ripetizione di quanto già detto in precedenza e che, ancora una volta, colpisce soprattutto i sacerdoti diocesani. Questa ripetizione dà l'impressione di un'autorità ostinata ma debole, le cui pignole prescrizioni si rivelano spesso insostenibili: cerchino pure di applicarle di fatto, ad esempio nella diocesi di Parigi, dove le messe tradizionali che ancora sussistono sono parrocchiali e celebrate da sacerdoti diocesani, e la guerra civile sarà certa.

Rimaniamo allerta, “le armi in mano”: se la pace liturgica è certa nel lungo termine, il futuro prossimo è, se non preoccupante, almeno incerto. Continuiamo a chiedere la piena libertà della tradizionale liturgia romana. A Parigi, continuiamo anche a recitare il Rosario a Saint-Georges de La Villette, in chiesa, ogni mercoledì alle 17:00, e davanti a Notre-Dame du Travail, con il collettivo Paris Tradition 14, ogni domenica alle 18:15, ma anche davanti agli uffici dell'arcidiocesi, 10 rue du Cloître-Notre-Dame, dal lunedì al venerdì, dalle 13:00 alle 13:30.