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domenica 4 dicembre 2022

L'Olanda all'avanguardia... nel chiudere le chiese

Dati impressionanti dall'Olanda. 
99 chiese su 164 della diocesi di Haarlem-Amsterdam chiuderanno nei prossimi cinque anni. Colpa della pandemia, ma non solo: il crollo dei fedeli è in corso da decenni. 
L'ospedale da campo diventerà un obitorio?
Stefano 

Questa traduzione è stata realizzata grazie alle donazioni dei lettori di MiL 

di Luke Coppen – The Pillar, 26 settembre 2022

Una diocesi cattolica nei Paesi Bassi ha annunciato che il 60% delle sue chiese dovrà chiudere nei prossimi cinque anni a causa della diminuzione di fedeli, volontari e reddito.

Il vescovo Jan Hendricks ha svelato i piani per la diocesi di Haarlem-Amsterdam in un incontro con circa 90 amministratori parrocchiali il 10 settembre.

La diocesi, che risale al 1559, copre la provincia dell’Olanda Settentrionale, nei Paesi Bassi nordoccidentali, così come la parte meridionale della provincia del Flevoland. Comprende Amsterdam, la capitale del paese e la città più popolosa.

Hendricks, che guida la diocesi dal 2020, ha detto che era chiaro “che la pandemia di coronavirus ha accelerato il processo di restringimento in cui ci trovavamo già: i fedeli praticanti in età avanzata sono invecchiati ancora e talvolta hanno smesso di frequentare la chiesa; altri si sono abituati a un formato diverso per la domenica mattina, i volontari si sono ritirati, i cori si sono fermati”.

Le autorità diocesane hanno affermato che 99 delle attuali 164 chiese cattoliche dovranno chiudere entro cinque anni. Delle restanti 65 chiese, 37 potrebbero continuare da cinque a 10 anni come “chiese di supporto”, lasciando solo 28 “chiese centrali” considerate vitali a lungo termine.

Il vicario generale mons. Bart Putter ha detto a The Pillar il 26 settembre che la diocesi non aveva un elenco di chiese che dovevano essere chiuse, ma sperava che le comunità locali designassero “chiese centrali”.

“L’idea è di creare 28 luoghi attivi di evangelizzazione. E speriamo che i parroci e i consigli parrocchiali se ne rendano conto”, ha detto.

I dati condivisi durante l’incontro del 10 settembre hanno mostrato che i frequentatori della Messa sono diminuiti da oltre 25.000 nel 2013 a 12.000 nel 2021.

“La partecipazione è diminuita drasticamente nel corso di molti anni. Non è uno sviluppo recente”, ha detto mons. Putter, il quale ha osservato che negli anni ’50 circa l’80% della popolazione cattolica assisteva alla Messa, rispetto a circa il 3% dei 425.000 cattolici battezzati nella diocesi oggi.

La diocesi, che ha cercato di ridurre il numero delle chiese dal 2004, è nota per le sue forti comunità cattoliche internazionali in aree urbane come Amsterdam e Almere. Una nuova chiesa è stata aperta l’anno scorso ad Almere, considerata la città più nuova dei Paesi Bassi.

Fr. Jan-Jaap van Peperstraten, un parroco con sede nella regione di Alkmaar nell’Olanda settentrionale, ha dichiarato a The Pillar che mentre una riduzione delle chiese era necessaria, i cattolici rurali sarebbero stati probabilmente i più colpiti.

“Abbiamo ricevuto la nostra prima lettera dalla diocesi in merito a ciò a maggio e non è stata una sorpresa. In effetti, eravamo già nella fase di pianificazione della chiusura di una delle nostre chiese rurali con un’affluenza di circa 15 persone ogni due settimane”, ha affermato.

“Ci è stato chiesto di chiudere due chiese nei prossimi tre anni, e probabilmente dovremo chiuderne una o due in più nei due anni successivi. Questo sarà più difficile in quanto non esiste un ‘processo naturale’. Alle comunità che sentono ancora un po’ di vigore si dovrà chiedere di chiudere i battenti, e questa è una cosa difficile. Ci vorranno molto tempo ed energie per accompagnare tutti in questo viaggio”.

Fr. van Peperstraten ha affermato che i fedeli potrebbero sentirsi sfidati da un “percepito voltafaccia” sulla chiusura delle chiese, poiché la diocesi in precedenza sembrava adottare “un approccio molto distaccato”.

“Per quelli ‘più nel giro’, il cambiamento è meno grande”, ha detto. “Lo sentivamo arrivare e queste sono decisioni necessarie da prendere. La frequenza in chiesa si dimezza costantemente ogni 10 anni e lo ha fatto per decenni”.

Il sacerdote ha affermato di non aspettarsi “proteste massicce” contro i cambiamenti poiché vi era una “convinzione diffusa in parecchi luoghi che le cose si stanno muovendo verso la fine”.

“Tra 10 anni, avremo 30 parrocchie più grandi con un’offerta, si spera, diversificata di liturgie e attività - le piccole parrocchie semplicemente non possono offrire questo”, ha detto.

“Una sfida in tutto questo sarà che temo che tutte le restanti parrocchie saranno nelle aree urbane. Come serviremo la campagna? Non ho una risposta in questo momento”.

Mons. Putter ha affermato che è improbabile che la concentrazione di chiese nelle aree urbane costituisca un grande ostacolo per i cattolici che cercano di partecipare alla Messa nei prossimi anni.

“I giovani e le famiglie che abbiamo, sono più che disposti a guidare 15, 30 o 45 minuti per andare in chiesa”, ha detto. “Quindi per loro non sarà un problema in futuro. E, naturalmente, l’infrastruttura qui nei Paesi Bassi è molto buona, quindi non è questo il problema”.

“In passato, ogni villaggio, ogni parte della città, aveva la sua chiesa, ma ora è impossibile mantenerla, e le persone che vogliono davvero andare in chiesa adesso sono più motivate che in passato. Ma è un numero più piccolo”.

La diocesi di Haarlem-Amsterdam non è l’unica diocesi olandese ad affrontare difficoltà finanziarie.

La diocesi di Roermond, nel tradizionale cuore cattolico dei Paesi Bassi meridionali, avrebbe chiesto ad alcune parrocchie di ridurre le Messe a causa dell’aumento delle bollette energetiche e della carenza di sacerdoti.

Il portavoce diocesano Matheu Bemelmans ha dichiarato: “A volte non è semplicemente possibile trovare un prete che celebri una Messa in ogni chiesa, ogni fine settimana. Se ci sono chiese con pochi visitatori, stiamo dicendo: siate pratici e saltate una settimana e assicuratevi che quelle persone possano seguire la Messa in un’altra chiesa”.

Ci sono circa 3,7 milioni di cattolici nei Paesi Bassi, che rappresentano il 21,7% della popolazione totale di quasi 18 milioni. Nel 1970 i cattolici rappresentavano quasi il 40% della popolazione.

Mons. Putter ha affermato che la diocesi di Haarlem-Amsterdam spera di vedere una crescita nella nuova città di Almere e in altri luoghi urbani.

“Nella città di Haarlem – dove sono anche parroco – abbiamo creato dei movimenti davvero nuovi nella diocesi”, ha commentato. “Poi ci sono altri due posti sempre nella diocesi, più a nord. E ovviamente la città di Amsterdam ha molti cattolici, ma ci sono diverse chiese. Una è una chiesa parrocchiale, un’altra è dei Gesuiti, e lì la gente sceglie dove sentirsi a casa. È una dinamica diversa”.

Nota del redattore: questo rapporto è stato aggiornato per includere i commenti di mons. Bart Putter, vicario generale della diocesi di Haarlem-Amsterdam.


12 commenti:

  1. Buongiorno, scrivo qui perché non c'è uno spazio per i commenti sotto l'articolo precedente.
    Alle 11,53 di domenica, nel sito del Vaticano al vostro link, l'enciclica Pascendi c'era.

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    1. il sito del Vaticano ha subito di recente un attacco informatico e molte sezioni erano completamente irraggiungibili
      l'articolo era basato sul nulla

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    2. Vuoi dire che i gestori del sito scrivono di getto urlando allo scandalo invece di approfondire?
      Possibile?

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    3. Io ben ricordo la storia della futura 'Messa Ecumenica' accettabile anche ai protestanti perché, usando l'Anafora di Addai e Mari, non aveva la Consacrazione
      Storia che faceva acqua da tutte le parti, ma riportata da questo e altri siti

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  2. Più si chiudono chiese e più la neochiesa è contenta!! Altro che pastori! Non sono neppure curatori fallimentari!!

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  3. Quello che è più triste in questa storia, è che dal tono del racconto sembrano tutti contenti che ci siano queste chiusure di chiese, specie in una maniera così drastica! Qualcuno si siede ad un tavolino ad esaminare il perché fedeli e preti diminuiscono nelle chiese di oggi? Secondo l'articolo, negli anni '50 (quando la messa tridentina era la messa) l'80% dei battezzati andava in chiesa mentre oggi (quando c'è la messa nuova) ci va solo il 3% dei battezzati in solo quella diocesi olandese... a voi il proseguo nei commenti...

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  4. Il cv2 è stato l'8 settembre della Chiesa.l'8 settembre 1943 l'Italia accetto a malincuore la realtà :la guerra era persa ed i sogni di potenza svaniti.Col cv2 invece ,la Chiesa che godeva di ottima salute,cercò un modo nuovo per avvicinare i lontani dando per acquisiti quelli che stavano nell'ovile.Il risultato è stato che i lontani son rimasti lontani e le pecorelle in massa hanno abbandonato l'ovile.

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    1. Che la Chiesa prima del Concilio godesse di ottima salute è un mito dei tradizionalisti.
      Già dal dopoguerra, il rapporto con la religione stava cambiando, così come la società, basta pensare alla diffusione della televisione, della musica rock, dei movimenti operai legati al comunismo, ma anche di un più diffuso benessere ed un innalzamento graduale del livello di istruzione. Inoltre, c’era la voglia di lasciarsi alle spalle il passato funestato da due guerre mondiali e dalla vita sotto dittatura.
      È troppo semplicistico dire che, siccome c’era la messa in latino e ancora tanta gente andava in chiesa, andava tutto bene.
      Nel suo piccolo (che poi piccolo non è), basta leggere le storie di don Camillo, che immortalano quell’epoca in modo mirabile.

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    2. Sono tutte concause che hanno determinato il disastro attuale .Il cv2 ha agito da detonatore ed il resto è venuto di conseguenza.Senza la forma purtroppo è diventata molto meno importante anche la sostanza. Ai tempi di Guareschi un papa come l'attuale sarebbe stato inimmaginabile ,certi vescovi avrebbero potuto al massimo fare i sacrestani.

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    3. Niente, uno parla dei problemi sociali del dopoguerra e l’altro dà comunque la colpa al concilio “detonatore”.
      Come interagire con un muro di calcestruzzo.

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    4. il Concilio ha semplicemente dato la scossa finale a una costruzione ormai decrepita, che sembrava solida solo per il pontificato energico di Pio XII e per l'entusiasmo suscitato da Giovanni XXIII. in realtà la scristianizzazione era già profonda. un esempio può essere la Quiet Revolution del Quebec

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  5. Beh, in una nazione dove è legale il partito dei pedofili...

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