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venerdì 28 ottobre 2022

Il Tradizionalismo in Argentina: parla Trinidad Dufourq #sumpont2022

La prima relatrice, l'argentina Trinidad Dufourq (nella foto), traduttrice di un testo importante sulla comunione in mano, entra subito in medias res, ricordando che abbiamo goduto di una tregua di sedici anni dal 2007 al 2021, in cui la liturgia tradizionale ha potuto crescere in una sorta (aggiunge il Vostro cronista) di Editto di Tolleranza, come quello di Milano di Costantino. Sempre il Vostro impertinente cronista rammenta che ci fu un tentativo di tornare al paganesimo e all'oppressione precedente, ad opera dell'Imperatore Giuliano l'Apostata. Sappiamo com'è finita...

Ma torniamo alla relatrice, che osserva come la situazione odierna del tradizionalismo è di gran lunga migliore al 2006. Fino a quell'anno nella sua Argentina non esisteva quasi più l'antico rito. Anche perché il cattolicesimo argentino era, come un po' come quello spagnolo (e italiano, aggiungerei),

piuttosto classico e soprattutto molto rispettoso dell'autorità ecclesiale costituita e della dottrina.
Un esempio: la comunione sulla mano. Nel 1968 Paolo VI aveva sottoposto ai vescovi del mondo intero la questione se essa potesse ammettersi; e i vescovi argentini avevano risposto con incredulità e durezza che non si poteva 'mettere ai voti' una questione che impingeva questioni di dottrina, non più di quanto si potevano votare i dogmi.
 

Fu solo nel 1996 che la comunione sulla mano fu ammessa, ma questa volta su richiesta degli stessi vescovi argentini.
 

Al momento del motu proprio "Ecclesia Dei", esso ha poco riflesso nella Chiesa argentina. E' perfino vista con sospetto, quasi sotto sospetto di scisma. L'ordinario di Buenos Aires nemmeno risponde ad una petizione per ottenere la Messa antica.
 

Ma poi il movimento dei fedeli si organizza, adiuvato anche dai contatti via internet e dall'esempio dell'estero, nonché incitato dal progressivo scivolare dei presuli argentini verso il modernismo.
 

Il tradizionalismo argentino resta diocesano, senza ordini religiosi tradizionali autoctoni (a parte l'installazione della Fraternità S. Pio X).
 

In argentina ci sono 66 diocesi: la metà, celebra la Messa tradizionale, per un totale di 54 centri, metà diocesani e metà lefebvriani. In quest'ultimo ambito, si è passati in poco tempo da zero a venticinque, grazie alla liberalizzazione di Papa Benedetto. C'è un solo seminario in cui viene insegnata l'antica Messa.
 

Dopo Traditionis Custodes, è difficile che saranno autorizzate nuove celebrazioni; ma malgrado tutte le difficoltà, la crescita è stata enorme, relativamente alle dimensioni complessive di partenza.
 

Viene organizzata anche un importante pellegrinaggio in Argentina, ispirato a quello francese a Notre Dame de Chrétienté. Ed analogo anche a quello che si tiene ora in Spagna a Covadonga: il paese da cui un millennio fa era partita la Riconquista della penisola iberica contro l'invasione musulmana; ora la Riconquista dev'essere spirituale, dopo un nuovo e ancor più insidioso attacco al cattolicesimo. Pellegrinaggio che, all'ultima edizione, ha raccolto mille persone, perlopiù giovani (anche per la fatica del cammino) e molti religiosi.


La conclusione: quando c'è un gruppo, anche piccolo, anche di cinque persone, determinate e coerenti, il bene si diffonderà da se stesso, come il piccolo seme caduto in terra fertile. Aldilà degli ostacoli posti da coloro che sono obnubilati dalle sirene del progressismo ecclesiale, si Deus nobiscum, quis contra nos?

Enrico

2 commenti:

  1. Buenas, simplemente señalar que no existen tales "Lefebvrianos", a esta altura de los acontecimientos ha quedado claro a lo largo y ancho de la Iglesia, sea por Monseñor Schneider o por Monseñor Vigano, que todo lo que advirtió Monseñor Lefebvre se ha cumplido y con creces, es tiempo ya de hablar con propiedad y decir las cosas como son

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  2. No se ha hablado de lefebvrianos, sino de la FSSPX

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