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lunedì 24 ottobre 2022

Aborto: perchè è errato usare il termine "diritto"

Interessanti riflessioni sul cd. "diritto d'aborto".
Luigi

ABORTO E ARMA ATOMICA: PERCHÉ È ERRATO USARE IL TERMINE ‘DIRITTO’

OTT 20, 2022, Centro Studi Livatino

1. Nelle ultime settimane sui mezzi di comunicazione vi sono state, tra le tante, due notizie particolarmente inquietanti, oltre che oggettivamente provocatorie: entrambe utilizzano, in modo errato, la parola diritto, richiamando quello all’aborto e quello all’uso della bomba atomica.
La prima riguarda il consiglio regionale della Liguria. Il Partito Democratico ha presentato un documento sul tema dell’interruzione volontaria della gravidanza, per impegnare la giunta presieduta da Giovanni Toti “a garantire alle donne che decidono di non portare a termine una gravidanza in Liguria di effettuare questa scelta senza dover superare alcune difficoltà nell’accesso alle strutture che effettuano l’interruzione”, facendo anche riferimento alla necessità di sostenere nelle sedi più opportune la richiesta del Parlamento europeo di inserire il ‘diritto all’aborto’ nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

L’intervento del presidente Giovanni Toti ha mostrato invece che in Liguria ci sono ben nove strutture sanitarie per l’interruzione volontaria della gravidanza attive, che garantiscono il rispetto della legge n. 194 del 1978, riportando altresì i dati degli aborti, che nella regione sono stati 2007 nel 2021, con 64 medici obiettori su 123, e 64 anestesisti su 204.

La votazione dell’ordine del giorno sul “diritto delle donne di scegliere l’interruzione volontaria di gravidanza” ha visto l’approvazione del testo con 21 voti favorevoli, dal PD al Movimento 5 Stelle, Lega e Forza Italia, e con l’astensione di Fratelli d’Italia.

2. Tante sono le questioni che la vicenda solleva. Tra tutte, la più dolorosa è sta dal gran numero di aborti del 2021 in Liguria: ben 2007 su una popolazione di circa 800 mila donne.

Di fronte a questi numeri, le domanda da porsi sono se le strutture chiamate dalla legge 194 a svolgere la prevenzione abbiano indicato concrete alternative all’aborto, come la stessa legge prescrive, alle donne italiane o straniere, ricche o povere, giovani o meno giovani, sposate o nubili che hanno chiesto l’ivg, e comunque; e ancora, se, alla stregua dei dati forniti dal Governatore, vi fosse la reale urgenza di condividere quell’odg.

3. Una riflessione di maggiore respiro riguarda la ‘richiesta del Parlamento europeo’ di inserire “il diritto di aborto” nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, seguendo una proposta del Presidente francese Macron.

Nessuna Costituzione al mondo può attribuire un ‘diritto all’aborto’, proprio per “la contradizion che nol consente” (Dante, Inferno, XXVI, 120). Nel Discorso per inaugurare il semestre di presidenza francese del Consiglio dell’Unione Europea Macron ha sottolineato l’importanza di intraprendere azioni «audaci» perché l’Unione Europea si possa affermare come una «potenza nel futuro»: che contraddizione.

4. L’utilizzo a sproposito del termine diritto si appalesa anche in un’altra notizia di cronaca drammatica, inquietante e provocatoria. Riguarda la Russia e il ‘diritto ad usare armi nucleari’ proclamato dall’ex Presidente Medvedev.

Purtroppo siamo nell’epoca della moltiplicazione dei diritti, e ancor più dei c.d. ‘nuovi diritti’ senza limiti, con una sistematica cancellazione dei doveri. Occorre riflettere di fronte a questo atteggiamento, unito ad una continua affermazione di erronea libertà da parte dei singoli, sbandierata nei media, anche nelle fasce orarie che un tempo erano dedicate ai bambini: “ognuno è libero di fare quel che vuole”.

Una cosa è il ‘diritto di difesa’, proprio di ogni Stato, altro è ‘il diritto’ di utilizzare armi nucleari.«La teoria della guerra, come mezzo adatto e proporzionato per risolvere i conflitti internazionali, è ormai sorpassata» affermava Pio XII, il 24 dicembre 1944 nel Suo Radiomessaggio. Poi il mondo ha conosciuto il dramma creatosi nell’era atomica, in cui l’umanità era entrata il 6 agosto 1945 con la tragedia di Hiroshima. Conseguentemente oggi si può a rigore di logica parlare di “guerra impossibile”, come fatto da Giorgio La Pira, e di ‘diritto alla pace’: pace universale, unità di tutti i popoli della terra e disarmo inevitabile. Di recente Papa Francesco ha precisato che «l’uso delle armi nucleari è immorale – questo deve andare nel Catechismo della Chiesa Cattolica – e non solo l’uso, anche il possesso, perché un incidente, [a causa] di un possesso, o la pazzia di qualche governante, la pazzia di uno può distruggere l’umanità».

5. Di fronte a questi errati usi del termine ‘diritto’, si deve ribadire l’importanza del ‘diritto alla vita’. Esso è violato nel momento in cui qualcuno può arbitrariamente e variamente sopprimere altri, e dunque uccidere.

Il diritto ha invece come obiettivo quello di proteggere la vita. Gli antichi giuristi romani, anche senza le tecniche dell’oggi, erano in grado di prevedere e di dare soluzioni giuste ai più grandi problemi della vita dell’uomo, proprio perché ponevano quest’ultimo, con la sua dignità, al centro del sistema giuridico. Come insegnava Ermogeniano: omne ius constitutum est causa hominum (D.1.5.2), proprio perché introdotto pro utilitate hominum (D. 1.3.25 Modestino).

Maria Pia Baccari