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venerdì 30 settembre 2022

Molto prima della benedizione belga di una coppia omosessuale nella Diocesi di Nîmes

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 886 pubblicata da Paix Liturgique il 23 settembre 2022, in cui – traendo spunto dalla recente approvazione del rituale per la benedizione delle coppie omosessuali da parte della Conferenza episcopale belga (QUIQUI e QUI) – si descrive come, in aperta e palese disobbedienza alla dottrina cattolica, da ultimo esplicitata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 2021, tale pratica di “benedizioni” (da parte di “normali” sacerdoti diocesani) sia già diffusa e per nulla “nascosta” in molti Paesi, tra cui la Francia: in Vaticano si aprirà un dossier su questi scandali?

L.V.

Alla ricerca della lex credendi…

Mons. Celestino Migliore, liturgista scrupoloso che esorta i vescovi di Francia ad applicare rigorosamente la Traditionis custodes, potrà aprire un dossier su una liturgia piuttosto particolare, praticata in una diocesi francese, dossier di cui gli forniamo qui volontariamente i primi elementi.

La questione è ancora più delicata perché lo scorso 20 settembre il cardinale Jozef De Kesel e l’intero episcopato fiammingo del Belgio hanno pubblicato il rituale per la benedizione delle coppie omosessuali. Ha provocato un enorme scandalo, commisurato alla prevaricazione di questi pastori della Chiesa, che hanno di fatto perso ogni legittimità a insegnare la fede e la morale.

Per il corretto trattamento dell’episcopato belga, la palla passa ora a Roma, in particolare al Dicastero per il Culto divino del cardinale Roche (attualmente specializzato nella persecuzione dei tradizionalisti). La Congregazione – ora Dicastero – per la Dottrina della Fede, in una risposta del 22 febbraio 2021, festa della Cattedra di San Pietro, aveva dichiarato tali benedizioni illecite (avrebbe potuto dire altamente scandalose e sacrileghe, trattandosi di consacrazioni con una cerimonia liturgica di uno stato pubblico di peccato): “Per essere coerenti con la natura dei sacramentali, quando si invoca una benedizione su determinate relazioni umane, è necessario – oltre alla retta intenzione di chi vi partecipa – che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere ed esprimere la grazia, secondo i fini di Dio inscritti nella Creazione e pienamente rivelati da Cristo Signore. […] Per questo motivo, non è lecito dare la benedizione a relazioni o unioni, anche stabili, che comportino la pratica sessuale al di fuori del matrimonio (cioè al di fuori dell’unione indissolubile di un uomo e di una donna che è di per sé aperta alla trasmissione della vita), come nel caso di unioni tra persone dello stesso sesso”.

Ma in diversi Paesi, e in particolare in Francia, i sacerdoti impartiscono tali benedizioni. Lo fanno senza nasconderlo, ma per il momento con discrezione. Tuttavia, nell’era di Internet e dei social network, dove tutto è condiviso, è difficile mantenere la discrezione su queste “liturgie”. Così le due foto che seguono, provenienti da una fonte che ha voluto rimanere anonima, testimoniano una “liturgia” di questo tipo, che si è svolta nella diocesi di Nîmes la scorsa primavera, non in una chiesa, ma per così dire in campo aperto.


Il sacerdote che ha celebrato la cerimonia, chiaramente riconoscibile nelle foto, è padre André Chapus, ex parroco di Redessan. Lungi dall’essere una persona esaltata, è un “normale” sacerdote diocesano. Archivista diocesano, un tempo direttore di una rivista diocesana, oggi è sacerdote ausiliario della parrocchia di Laudun, consigliere spirituale per i pellegrinaggi, responsabile di quello a Lourdes e consigliere spirituale del Movimento cristiano dei pensionati.

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La Redazione