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giovedì 22 settembre 2022

Controstoria del Movimento liturgico #47 - ""L'ideatore della c.d. "anafora di Ippolito": p. Bernard Botte OSB (1893-1980)" di A. Porfiri

47° appuntamento con i nostri "medaglioni" liturgici preparati dal M° Aurelio Porfiri. 
Oggi presentiamo p. Botte OSB, benedettino belga, grande promotore del rinnovamento liturgico che sfociò poi nel Concilio Vaticano II e specialmente nella Sacrosanctum Concilium. Gli studiosi gli attribuiscono 
l'anafora eucaristica di Ippolito, così come la preghiera per l'ordinazione dei vescovi. Su un nostro confronto sul vero "canone di Ippolito" e sullo scempio fattone durante la riforma nel 1970 (e spacciato per un ritorno alla vera anafora eucaristica protocristiana), si veda un nostro post del 2009 (qui).
Qui le altre puntate.
Roberto


Formazione liturgica dei sacerdoti: Bernard Botte (1893-1980)

Non c’è dubbio, come abbiamo visto, che l’importanza degli studiosi di liturgia provenienti dall’ordine benedettino è stata grande in merito alla riforma liturgica. Alcuni grandi nomi sono figli di san Benedetto e tra questi c’è stato anche padre Bernard Botte, dell’abbazia di Mont César in Belgio. Ricordiamo l’azione liturgica di dom Beauduin in questo stesso Monastero. Il padre Botte fu il primo direttore dell’Istituto Superiore di Liturgia a Parigi e si spese molto per il rinnovamento liturgico che sfocerà nel Concilio Vaticano II. Fu particolarmente attivo per la formazione liturgica dei sacerdoti e per questa si spese molto.
Su di lui leggiamo: “Si potrebbe pensare che sia stato Dom Botte a ispirare l'insistenza della Costituzione sulla Liturgia sul fatto che gli sforzi di rinnovamento liturgico sarebbero stati vani senza un'adeguata formazione liturgica dei sacerdoti, poiché questa era stata a lungo la sua profonda convinzione. All'inizio degli anni '50 organizza sessioni di studio estive per professori di liturgia al Mont César. Nel 1956 è nominato direttore dell'Institut de Liturgie di Parigi; ha continuato in questa posizione per otto anni e ha lasciato un segno indelebile. Gli studiosi alla cui formazione ha contribuito sono una parte importante della sua eredità. Chiunque abbia familiarità con la ricerca di Dom Botte potrebbe indicare contributi particolarmente preziosi all'erudizione liturgica. Ricordo, ad esempio, diversi articoli sullo sviluppo dell'epiclesi nelle liturgie eucaristiche orientali. Tuttavia, non vi può essere dubbio che il suo maggior contributo alla borsa di studio fu la sua edizione della Tradizione apostolica di Ippolito e dei suoi numerosi articoli che ne stabilirono l'importanza nella tradizione cattolica. Lo dobbiamo ringraziare che l'anafora eucaristica di Ippolito, così come la sua preghiera per l'ordinazione di un vescovo, sono stati incorporati nella liturgia romana. Chi di noi ha avuto la grande fortuna di avere Dom Botte come mentore negli studi liturgici lo ricorda come più di un grande studioso. Père Bernard, come lo chiamavamo, era un monaco devoto, un essere umano raro, uno spirito libero” (liturgicalleaders.blogspot.com). Dom Botte fu impegnato nel Coetus XX nel post Vaticano II.

Alla sua scomparsa questo è il ricordo che ha lasciato in Albert Houssiau: “Nella ricerca, Dom Bernard Botte diffidava di teorie e ipotesi seducenti che descriveva come rischiose. La fama dei loro autori a volte aumentava la sua audacia per scuoterli. Preparato allo studio della Scrittura, si avvicinò alle questioni più teologiche dai testi. Le prime monografie partono da un testo oscuro o da una parola difficile. Nulla lo scoraggia dallo stabilire il testo originale e dal chiarire il significato delle parole. Ma, come ha osservato padre Gy, alla fine della ricerca, quella che sembrava solo una nota su un dettaglio apparente aveva aperto la strada a una nuova comprensione. Si avvicinò allo studio senza a priori; pose questa libertà come sine qua non per tutti i suoi contributi e la difese ferocemente; gli faceva scagliare dardi virulenti contro tutto ciò che gli sembrava guidato da un a priori o infondato dopo uno studio critico dei testi” (Houssiau Albert. In memoriam Dom Bernard Botte. In: Revue théologique de Louvain, 11ᵉ année, fasc. 2, 1980. pp. 268-270).

Il tema della formazione liturgica dei sacerdoti è senz’altro un tema spinosa e sembra che gli sforzi fatti in questo senso non siano stati poi del tutto soddisfacenti, quando pensiamo ai nostri giorni alla messa a mollo nell’acqua, in abito da ciclista o al cane vestito dei paramenti liturgici. Purtroppo, dopo decenni, i sacerdoti non sembrano dimostrare una profonda formazione liturgica, ma non pochi ostentano una pericolosa mancanza di rispetto per la sacralità del culto.

1 commento:

  1. il problema non è don Botte che ha fatto ipotesi audaci, è il fatto che tanti le hanno prese come oro colato

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La Redazione