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venerdì 23 settembre 2022

Card. Müller. La benedizione omosessuale dei Vescovi belgi è eresia e il Papa riceve i pro gay

Continuiamo a parlare della grottesca benedizione ai sodomiti fatta uscire dai Vescovi belgi.
QUI la Bussola sulla tragica udienza, l'altro ieri, del Papa,  alle organizzazioni LGBT.
Attendevamo un deciso ed immediato intervento del S. Padre Francesco e lui invece riceve i pro gay.
Ricordiamocelo nell'8xmille.
QUI la vicenda su MiL.
QUI Sabino Paciolla e QUI Matzuzzi  sulla vicenda.
Vita sessuale al di fuori del matrimonio e tra due persone dello stesso stesso: tutto normale, madama la Marchesa. Avanti tutta per promuovere l’agenda lgbt nella Chiesa. E siamo solo all’inizio.
"I vescovi fiamminghi, invece, ingannano le persone affidate alle loro cure pastorali che sono affette da inclinazioni omoerotiche, così come i loro genitori e conoscenti. Infatti, per tranquillizzare le loro coscienze, offrono loro una presunta “preghiera di benedizione” per le unioni omosessuali, come una sorta di placebo, che risveglia in loro l’illusione che gli atti omosessuali o i contatti sessuali al di fuori del matrimonio siano leciti davanti a Dio e non un grave peccato come altre trasgressioni al 6° e al 9° comandamento del Decalogo (cfr. Rm 1,26s; 1 Cor 6,9). L’autentica cura pastorale si preoccupa del singolo essere umano, delle sue speranze e dei suoi bisogni, delle sue possibilità e dei suoi fallimenti, e non è accecata dalle false apparenze delle ideologie politiche e delle eresie antropologiche che promettono la salvezza ma fanno precipitare milioni di persone nella miseria".
Luigi

23 Settembre 2022 Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra interessante offrire alla vostra attenzione questo articolo di Life Site News, che ringraziamo per la cortesia, che riporta la decisa condanna del card. Gerhard Müller alla benedizione delle coppie omosessuali varata dai vescovi belgi. Buona lettura.
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Il cardinale Gerhard Müller, ex capo della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha scritto una dichiarazione (vedi testo integrale sotto) in cui rimprovera i vescovi belgi per il loro documento del 20 settembre che approva le relazioni omosessuali e offre loro una benedizione liturgica.
Nella dichiarazione inviata a LifeSiteNews dal cardinale tedesco, Müller descrive questa decisione belga come “eretica” e “diametralmente opposta alla Parola di Dio sul matrimonio, la famiglia e la creazione dell’uomo come uomo o donna”.
Come riportato da Jeanne Smits di LifeSite il 20 settembre, i vescovi cattolici delle Fiandre (la parte di lingua olandese del Belgio) hanno pubblicato quel giorno un documento a favore della “vicinanza pastorale alle persone omosessuali”, compresi suggerimenti per una benedizione pubblica in chiesa delle “coppie” dello stesso sesso.

Smits ha scritto che “è probabilmente la prima volta in tutto il mondo che un gruppo di vescovi ha ufficialmente dato il via libera a una cerimonia pubblica di benedizione di un’unione omosessuale in quanto tale, in diretta contraddizione con il divieto di tali “liturgie” imposto l’anno scorso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede”.

Questi vescovi, quindi, si oppongono esplicitamente all’insegnamento recentemente riaffermato dal Vaticano in materia.

La dichiarazione dei vescovi fiamminghi è stata pubblicata sul sito web dei vescovi belgi e il cardinale Josef De Kesel di Bruxelles l’ha firmata personalmente. De Kesel era stato nominato arcivescovo di Bruxelles nel 2015 da Papa Francesco, per poi essere elevato a cardinale un anno dopo.

Ieri l’arcivescovo Carlo Maria Viganò aveva espresso un forte rimprovero ai vescovi belgi, affermando che “è assolutamente impossibile conciliare l’insegnamento del Vangelo con le deviazioni di questi eretici che abusano del loro potere e della loro autorità di Pastori, usandola per lo scopo opposto a quello per cui Cristo ha istituito la Sacra Gerarchia nella Chiesa”.

Nel suo nuovo intervento, Müller insiste sul fatto che i vescovi della Chiesa non sono “al di sopra della Parola di Dio”, ma devono servirla e tramandarla lealmente. Pertanto, il sostegno pubblico dei vescovi belgi alle relazioni omosessuali (che include una benedizione) è una “trasgressione formale della competenza rispetto alla Chiesa universale e un’opposizione eretica alla Verità Rivelata della specifica benedizione (benedizione-dizione) del Creatore sul matrimonio tra un uomo e una donna (Gen 1,28)”.

Parlando della Verità Rivelata di Dio, il prelato tedesco ricorda anche che essa “è registrata in modo integrale e non adulterato dalla Chiesa nell'”insegnamento degli apostoli” (At 2,42)” e che “non può essere superata, integrata o corretta da alcuna scienza speculativa o empirica dalla ragione creata dell’uomo”. Ma i vescovi belgi, al contrario, stanno ora “oscurando gli insegnamenti di Cristo e della Sua Chiesa”.

Secondo Müller, tali azioni da parte dei vescovi belgi non sono una cura pastorale. La vera pastorale della Chiesa cattolica “ha il compito di condurre le persone a Dio sulla via di Cristo, il Buon Pastore”.

“Questo include l’invito a superare, con l’aiuto della grazia, le nostre inclinazioni egoistiche e le tentazioni di peccato, e a vivere una vita come è gradita a Dio e quindi anche come è buona per noi e ci rende felici in Dio (cfr. Rm 12,2)”, ha aggiunto Müller.

Si veda qui la dichiarazione completa del cardinale Gerhard Müller:

“Rimanere nello Spirito di Verità” (Gv 14,17). Correzione fraterna dei vescovi delle Fiandre/Belgio.

Di Gerhard Card. Müller

Il 20 settembre 2022 i vescovi fiamminghi hanno pubblicato una dichiarazione sulla cura pastorale delle persone omosessuali. Propongono anche una sorta di liturgia con preghiere di benedizione per le persone dello stesso sesso che vivono insieme in matrimonio. Pensano di poter fare riferimento all’Esortazione apostolica Amoris laetitia di Papa Francesco. Così facendo, prendono il più alto maestro della Chiesa come testimone della corona per una pastorale cosiddetta inclusiva, senza allontanarsi dal peccato. Un tale approccio, tuttavia, è diametralmente opposto alla Parola di Dio sul matrimonio, sulla famiglia e sulla creazione dell’uomo come uomo o donna. Tuttavia, l’intenzione ben intenzionata di sottolineare la dignità incondizionata di ogni singolo essere umano, indipendentemente dal suo comportamento giusto o sbagliato, viene ribaltata dalle palesi contraddizioni con i principi ermeneutici e i contenuti della fede rivelata della Chiesa.

Il magistero del Papa, dei concili ecumenici o delle assemblee episcopali regionali “non è al di sopra della Parola di Dio, ma la serve, non insegnando nient’altro che ciò che è stato tramandato, perché ascolta la Parola di Dio con riverenza per mandato divino e con l’assistenza dello Spirito Santo, custodendola e interpretandola fedelmente, e perché attinge da questo unico tesoro di fede tutto ciò che propone di credere come rivelato da Dio”. (Dei verbum 10; cfr. Lumen gentium 25). Pertanto, la dichiarazione dell’episcopato fiammingo e gli sforzi simili in altre parti del mondo sono una trasgressione formale della competenza rispetto alla Chiesa universale e un’opposizione eretica alla verità rivelata della benedizione specifica (bene-dizione) del Creatore sul matrimonio tra un uomo e una donna (Gen 1,28).

2. L’intimità dell’eros, del sexus e dell’agape viene, nell’ordine della creazione e della redenzione secondo la Santa Volontà di Dio, solo a un uomo e a una donna che si sono liberamente dati la parola di assenso per tutta la vita e in ogni circostanza.

L’autorità di Dio rivelata in Gesù Cristo non deve essere relativizzata e demolita in base alla passeggera saggezza religiosa e alle intuizioni filosofiche delle “persone autorevoli” (Karl Jaspers) della storia del mondo. Gesù Cristo è infatti la Rivelazione escatologica di Dio in persona. Nel Logos fatto carne è contenuta tutta la Verità di Dio. La Verità rivelata di Dio, registrata in modo integrale e non adulterato dalla Chiesa nell'”insegnamento degli apostoli” (At 2,42), non può essere superata, integrata o corretta da alcuna scienza speculativa o empirica della ragione creata dell’uomo.

Ecco perché solo il Figlio di Dio e unico Salvatore del mondo poteva tornare, al di là degli adattamenti pragmatici (dei “farisei” di allora e di oggi) alle debolezze della natura umana decaduta, alla volontà originaria del Creatore sul matrimonio tra uomo e donna. Il Figlio di Dio, che solo conosce il Padre e ci rivela la sua volontà (cfr. Mt 11,27; 28,18-20), ci ricorda la natura del matrimonio con le caratteristiche della monogamia, dell’indissolubilità e dell’apertura ai figli donati da Dio. Solo un uomo e una donna possono diventare “una sola carne” (cfr. Mt 19,6). E solo Lui poteva elevare il matrimonio a sacramento della Nuova Alleanza, che partecipa e significa concretamente l’unità di Cristo e della Chiesa (cfr. Ef 5, 21-32; 1 Cor 7, 39; Eb 13, 4).

I vescovi fiamminghi, quindi, avvicinando le unioni omosessuali al matrimonio tra uomo e donna istituito da Dio, oscurano gli insegnamenti di Cristo e della sua Chiesa. Si allontanano dal rinnovamento dell’uomo attraverso Cristo, nostro Salvatore. Capitolano alla logica del vecchio mondo, che vuole limitare pragmaticamente le conseguenze della caduta solo secondo il ragionamento umano, invece di “rivestire l’uomo nuovo, creato a immagine di Dio in vera giustizia e santità” (Ef 4,24). (Ef 4,24). Sia il mondo pagano prima di Cristo che il mondo di oggi, che non conosce Cristo (Rm 1,26-32) o se ne è nuovamente allontanato, o i cristiani che scendono pigramente a compromessi con esso, relativizzano l’unicità del matrimonio tra uomo e donna. Tradiscono la sua dignità degradando il matrimonio dell’uomo e della donna come una delle forme arbitrarie di unione e di soddisfazione dei desideri sessuali.

3. La pastorale della Chiesa ha il compito di condurre le persone a Dio sulla via di Cristo, il Buon Pastore. Ciò include l’invito a superare, con l’aiuto della grazia, le nostre inclinazioni egoistiche e le tentazioni di peccato, e a vivere una vita come è gradita a Dio e quindi anche come è buona per noi e ci rende felici in Dio (cfr. Rm 12,2).

I vescovi fiamminghi, invece, ingannano le persone affidate alle loro cure pastorali che sono affette da inclinazioni omoerotiche, così come i loro genitori e conoscenti. Infatti, per tranquillizzare le loro coscienze, offrono loro una presunta “preghiera di benedizione” per le unioni omosessuali, come una sorta di placebo, che risveglia in loro l’illusione che gli atti omosessuali o i contatti sessuali al di fuori del matrimonio siano leciti davanti a Dio e non un grave peccato come altre trasgressioni al 6° e al 9° comandamento del Decalogo (cfr. Rm 1,26s; 1 Cor 6,9). L’autentica cura pastorale si preoccupa del singolo essere umano, delle sue speranze e dei suoi bisogni, delle sue possibilità e dei suoi fallimenti, e non è accecata dalle false apparenze delle ideologie politiche e delle eresie antropologiche che promettono la salvezza ma fanno precipitare milioni di persone nella miseria.

4. In questo tempo di confusione, che colpisce anche i pastori e i maestri della Chiesa, ogni vescovo dovrebbe meditare sulla parola dell’Apostolo [San Paolo] al suo collaboratore e successore Timoteo, che vale anche per lui e diventa un giudizio: “Ti scongiuro da parte di Dio e da parte di Cristo Gesù, che viene a giudicare i vivi e i morti… Predica la parola, resisti sia che sia conveniente sia che sia scomodo… Perché verrà il tempo in cui gli uomini non sopporteranno la sana dottrina, ma cercheranno maestri secondo le loro voglie, per solleticare le loro orecchie”. Ma siate sobri in ogni cosa, sopportate le sofferenze, svolgete il vostro lavoro di predicatori del Vangelo, adempiete fedelmente il vostro ministero.” (2 Tim 4, 1-5).