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venerdì 20 maggio 2022

"Senza giustificazioni", il Vaticano contro le bastonate della polizia ebraica al funerale della giornalista palestinese di fede cristiana

Vedere QUI il video dell'attacco al funerale della giornalista cristiana da parte delle forze dell'ordine israeliane: “UNA VIOLAZIONE BRUTALE DELLA LIBERTÀ RELIGIOSA”.
Luigi

Davide Frattini per corriere.it, 16-5-22

Ha scelto lo stesso cortile in cui la polizia israeliana ha fatto irruzione, lo stesso ospedale che ha conservato il corpo di Shirin Nasri Abu Aqla prima che la bara venisse accompagnata al cimitero sul Monte degli Ulivi.
Pierbattista Pizzaballa — il Patriarca latino di Gerusalemme, l’autorità cattolica più alta nella città e nel Paese — condanna l’intervento delle squadre antisommossa durante i funerali per la giornalista di Al Jazeera: «Siamo sconvolti. Le ragioni di sicurezza non possono giustificare le cariche che offendono la sensibilità della comunità cristiana e non solo».
Gli agenti hanno colpito con i bastoni la folla davanti alla clinica San Giuseppe nella parte araba, non hanno risparmiato gli uomini che stavano trasportando il feretro, uno di loro è scivolato, la bara ha rischiato di cascare a terra.
Attacco che Tomasz Grysa, l’inviato del Vaticano, definisce «una violazione brutale della liberà religiosa, diritto fondamentale incluso nell’accordo tra Israele e la Santa Sede».

L’ordine di interrompere il corteo – hanno raccontato i giornali locali – è stato dato dal capo della polizia, pur in viaggio all’estero: le squadre avrebbero risposto al lancio di pietre ma soprattutto sono intervenute per strappare le bandiere palestinesi sventolate dalla gente in omaggio alla reporter, ormai diventata un simbolo politico.

Shirin è stata ammazzata mercoledì scorso durante gli scontri tra le forze speciali israeliane e i miliziani palestinesi a Jenin, nel nord della Cisgiordania: il canale satellitare di proprietà del Qatar accusa i soldati di aver freddato la giornalista, ne sono convinti anche i palestinesi che hanno eseguito l’autopsia. I portavoce di Tsahal spiegano che per avere certezze su chi l’abbia uccisa è necessario analizzare il proiettile. Per ora i palestinesi aprono a un’inchiesta internazionale, si rifiutano di condividere il bossolo con gli israeliani.